Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
giorgiomati
Di Matias Guffanti
Una lacrima di Dio è caduta sulle terre dell’Inghilterra, illuminando di saggezza e  grande splendore i cuori di coloro che erano pronti ad accoglierla. La luce del sacrificio che accende il fuoco della verità negli uomini buoni e giusti, ma che brucia le anime di chi rifiuta la vita. L’ultima speranza, l’annunciatore del trionfo, la consolazione dei martiri, un segno vivo che unisce il Cielo e la Terra e porta l’universo dentro sé.

Una missione divina lo ha portato a vivere cinque giorni in quel luogo, insieme ad un gruppo di persone che formavano un’equipe di nove membri; oltre a Jaime Maussan ed il suo staff, testimoni dei tre grandi segni profondamente legati tra essi: i cerchi nel grano, le stigmate, il prodigio della sanguinazione e la presenza fisica di astronavi in cielo. Cinque giorni, nove persone, tre segni, forse semplici numeri o veramente parti di un destino celeste.

Segni che manifestano il medesimo messaggio messianico all’umanità, e per la prima volta nella storia si sono uniti per risuonare negli spiriti dei chiamati e degli eletti, come il forte suono di un grande tamburo che annuncia il Tempo di tutti i Tempi. Il tempo della giustizia, il tempo della rivelazione, della sofferenza, ma anche della potenza e gloria del Signore. Giorni magici in cui si respirava il profumo della vita universale, il Cielo era tra noi e dentro noi. Giorni intensi che solo pochi hanno potuto vivere fisicamente e altri spiritualmente, ma in futuro, sicuramente, saranno in molti a ricordarli come uno dei punti di inflessione dell’evoluzione del nostro pianeta. Forse l’inizio della fine dei contattati individuali, che apre la porta alla comunicazione futura massiva con i nostri maestri dell' universo.

Sono state queste le terre scelte per questa missione secondo la volontà del Padre, terre ricche di storie magiche di antiche civiltà, di leggende templari, di Re Artù e del Mago Merlino, ma anche di dolore di guerre e del proprio materialismo imperialista che fanno da contrasto tra il bene e il male.
Ogni programma di “Tercer Milenio” diffondeva l’energia del momento, come fosse un vero strumento del Cielo. Ciascuno veniva preparato con un’energia diversa e poi, nell'insieme, le trasmissioni hanno plasmato il messaggio completo della tribù di Giovanni con immagini e audio in diretta per migliaia di persone, ma che sarebbero state viste da milioni di loro.

La gioia interiore di quei giorni rimane in me ancora oggi. Trascorse alcune giornate dal viaggio, un miscuglio di sentimenti frulla dentro me, un’emozione che trapassa il mio plesso solare per essere stato testimone di quei momenti, dove tutto sembrava essere già stato scritto. Dal clima che ci ha accompagnato in ogni istante  con una temperatura gradevole e ottima per la filmazione dei cerchi nel grano, fino ai segni che si sono manifestati in un ordine speciale. Prima l’apparizione del fiore della vita la stessa sera del nostro arrivo, poi la sanguinazione delle stigmate dove la voce di Giorgio ha annunciato: “Segni chiamano segni”, seguita dall'apparizione di una formazione nei coltivi che rappresenta il simbolo dell’Opera dei Giovanni: la Santa Trinità e l’occhio di Dio.
 
Successivamente, una nuova sanguinazione prima di sapere che era apparso un aerogramma con un’immagine molto simile al logo di “Tercer Milenio”.

La volontà del Creatore si è compiuta. L’unione dei segni dà ancora un’opportunità di capire, a chi ha orecchie per udire e occhi per vedere, che è il momento in cui dobbiamo amare Dio sopra ogni cosa, sopra la nostra stessa vita, quella dei figli, della nostra famiglia, moglie, fidanzata o amici; per essere disposti a lasciare tutto per ubbidienza. Soprattutto, affrontando con amore qualsiasi ingiustizia senza temere la morte fisica o il ridicolo, in vista di quel giorno in cui il Figlio di Dio si manifesterà sulla Terra e scenderà l’ultimo giudizio su ciascuna delle nostre anime.

Amen.

Matías Guffanti
11 Agosto 2014
SAM 1182  SAM 2