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comunidad100Di Oscar Alfredo Giangualano

Molte volte i sogni sono soltanto sogni, altre volte invece le nostre esperienze di vita iniziano con un sogno. In questo caso, nemmeno nei sogni avrei potuto immaginare di vivere un’esperienza così intensa e preziosa come quella che sto per raccontarvi.

Qui nella mia citta natale, Mar del Plata, abita un signore che io chiamerò Miguel, un Uomo di Conoscenza, dotato da saggezza naturale e acquisita nella sua comunità di origine. Lui è uno sciamano Guaraní (Chamàn), con il quale mi frequento da oltre due anni.

Nell’ottobre del 2015, insieme ad altre tre persone, ho avuto l’opportunità di visitare la Comunità Guaranì insieme a Miguel che, come dicevo, è nativo di questa comunità, dov’è cresciuto e si è formato. Un lungo viaggio di circa 1900 km. fino a Puerto Iguazú (Misiones), dove ci ha accolti una fitta foresta e una temperatura che ad ottobre dello scorso anno, già superava i 40 gradi.

Ovviamente tutti noi eravamo ansiosi, curiosi e, perché non dirlo… spaventati!!! Di fronte ad una realtà per noi nuova … Gente che non parla la nostra lingua, gente buona, umile e che ci ha accolto incredibilmente bene. Abbiamo “alloggiato” in una piccola capanna fatta di legno con il tetto di fango, paglia e foglie. Quella sarebbe stata la nostra casa per i sette giorni della nostra permanenza. Era incredibile trovarsi in un posto così, era una realtà, non un film. Il nostro bagno erano 4 lamiere e un buco a terra, lì non esistono gli specchi, e la “vasca da bagno” era un immenso ruscello di acqua purissima, dove quotidianamente i miei compagni e io ci rinfrescavano dopo le giornate di caldo intenso.

La vegetazione era fitta e molto varia. Ci dicevano… “Ogni cosa che vedete qui è medicina”… Grande verità! Tutte le piante avevano proprietà terapeutiche sorprendenti.

Insetti, zanzare, ragni di ogni misura… La maggior parte dei quali velenosi o dalle punture molto irritanti … (ho ancora le prove nel mio corpo).

La nostra alimentazione è stata a base di riso, ‘manioca’ e molta frutta. Tutto molto purificante, anche se ai nostri occhi, agli occhi degli “YURUGUA”, come loro chiamano noi bianchi, quella vita è PRIMITIVA e lontana da ogni comodità e confort. Sbagliamo di grosso noi!!

Abbiamo visto e vissuto tante cose lì. Abbiamo visto ragazzi giocare felici, a contatto con la terra, abbiamo visto rispetto verso gli adulti, e verso le persone più sagge della Comunità.

Abbiamo visto persone che pur essendo state discriminate e oltraggiate nei loro primari diritti -perché loro sono I PADRONI DELLA TERRA – nel corso della storia, ci hanno aperto le porte della loro casa e del loro cuore.

Siamo stati testimoni delle loro danze sacre. Attraverso le danze ringraziano, chiedono e rendono omaggio a ÑNANDERÚ (NOSTRO PADRE), e agli spiriti della Natura. Lì l’aria è “ancora” pura, l’acqua sgorga allo stato naturale, dappertutto.

Il tempo sembrava “fermarsi”... Ogni cosa fluisce a ritmo naturale, niente è forzato, non esiste l’ansietà con la quale abbiamo abitualmente a che fare in città.

I ragazzi hanno una scuola dove studiano e si preparano, e non sono lontani dalla tecnologia.

Abbiamo conosciuto anche il “KARAIGUAZU” (non sono sicuro se si scrive proprio così…), LO ‘CHAMAN’ MAGGIORE!... Zio di Miguel, suo padre Spirituale… Un uomo semplice, molto saggio e di una tenerezza incredibile.

La Comunità Mbororé è molto fertile, in quanto a riproduzione… Già da molto giovani le ragazze hanno figli, nessuna famiglia ha meno di 4 o 5 figli.

Abbiamo vissuto con molta emozione il momento in cui quei bambini ricevevano alimenti, indumenti e regali, donazioni provenienti dalla città, e noi quasi ci trasformavamo nei re magi per tutta quella gente… Veramente molto emozionante.

L’ultimo giorno trascorso nella Comunità abbiamo festeggiato il compleanno di uno degli oltre 40 nipoti del ‘Chamán Mayor’, con un’enorme pentola di cioccolata calda che abbiamo servito a questi piccoli bambini. Vedevamo la gioia nei loro enormi occhi scuri che si illuminavano con quella tazza di cioccolato.

Allo stesso tempo ci hanno festeggiato anche per salutarci, il giorno dopo saremmo ritornati a casa.

Quante cose abbiamo vissuto quei giorni. La vita trascorre in un modo così semplice e naturale lì.

Siamo stati con gli autentici ‘chamanes’, anche se non esistono diplomi, né corsi, È LA SAGGEZZA DELLA VITA E LA NATURA CHE NOI DIMENTICHIAMO COMPLETAMENTE, E CI ARROGHIAMO IL “DIRITTO” DI CHIAMARLI “PRIMITIVI”… forse lo sono primitivi, perché sono arrivati prima di noi, sono i padroni della terra…

L’esperienza è stata profonda, ricca nel contatto con la natura e nuovi modi di vivere e sentire la vita. Ma l’avventura avrebbe avuto un seguito esattamente un anno dopo, il 22 ottobre 2016. Insieme a Miguel, in questa occasione due persone anziché quattro, abbiamo intrapreso un nuovo viaggio alla Comunità Guaranì.

Dopo aver percorso i 1.900 km. siamo entrati nella foresta, che ci ha ancora accolto con un caldo intenso, che dopo poche ore avrebbe lasciato il posto a 2 o 3 giorni di piogge intense ed un brusco calo della temperatura.

Questa nostra nuova permanenza sarebbe stata più prolungata, con altre sfumature… non sentivamo più l’ansia della prima volta, e quindi riuscivamo ad apprezzare, conoscere, gioire ed imparare di più.

Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere il  capo della Comunità (‘Cacique’), che rappresenta il ‘politico’ all’interno dell’organizzazione e che difende gli interessi e i diritti (è lui che si preoccupa di trovare i prodotti, gli attrezzi ed i semi per il suo popolo, tra altre cose).

Il ‘Cacique’ è un uomo di poche parole. Dopo che ci hanno presentato ci ha osservati un momento e teso la mano in segno di saluto… significava che eravamo stati accettati dalla sua comunità in maniera ufficiale…

Tutto tempo lì è stato un continuo superare prove... Essere accettati dalle autorità del luogo, camminare lungo sentieri non sempre sicuri, i nostri eterni amici “le zanzare” ed altri animali… Vivendo assolutamente e continuamente situazioni che spiritualmente ci forgiavano, ci mettevano di fronte alle nostre paure e insicurezze, ci portavano a collegarci profondamente con il nostro corpo, con il nostro sentire, con la natura.

Nel cemento della città, purtroppo, tutto questo, se non ci lavoriamo coscientemente… si perde…

Anche in questa occasione abbiamo portato tanti alimenti e indumenti, avuti in donazione dalla gente e li abbiamo distribuiti con tanto affetto e rispetto verso questa gente che ha ricambiato con tanta gioia e gratitudine.

Questa volta il nostro viaggio ha toccato anche una parte del Paraguay e del Brasile, dove abbiamo incontrato altre comunità (anch’esse guaranì). Ci hanno presentato al giovane ‘cacique’ della “Comunità 600 Hectáreas”, che ci ha accolto con piacere ma allo stesso tempo sorpreso. Noi non eravamo turisti. “VENITE A VEDERE ME E LA NOSTRA REALTÀ”… ci ha detto.

Molti turisti stranieri si avvicinano da queste parti, e questo per loro è redditizio, poiché vendono i loro prodotti artigianali, ma negli occhi di questo giovane capo tribù, studente di magistratura, acerrimo difensore del suo popolo e del suo territorio, mi è sembrato di leggere… “CI SIAMO ANCHE NOI QUI”…  

Si è espresso molto apertamente, raccontandoci la sua preoccupazione per la mancanza di sostegno (soprattutto da parte del governo argentino), nella difesa delle loro terre, ci ha parlato della sua preoccupazione per la gioventù e la loro mancanza di interesse per le tradizioni e culture ancestrali, ed il pericoloso avvicinarsi della "civiltà" con le tentazioni che questo comporta.   

Abbiamo visto molti casi di alcolismo e dipendenza. NEMMENO QUESTE CULTURE SFUGGONO A TALE FLAGELLO.  

Mi sembra importante evidenziare che gli ‘chamanes’, ‘caciques’ e uomini di conoscenza di questo posto (e anche di altre comunità), non sono estranei alla realtà che vive il nostro mondo… la NOSTRA CASA… sanno che terra, acqua ed aria, si muovono pericolosamente. Per tale ragione si riuniscono periodicamente con le gerarchie di altre comunità, per tale motivo si aprono, in questo momento, verso noi…. Sono coscienti che unendoci tutti, possiamo CHIEDERE A DIO DI PERDONARCI… Queste sono state le parole pronunciate proprio dallo ‘Chaman’ maggiore!

Questa è stata l’essenza di questo secondo viaggio. Raccogliere, oltre al vissuto e alle esperienze personali, il sentire di un popolo che lotta per la sopravvivenza, che soffre le proprie pene e i propri vuoti, che tenta di preservare la propria identità in un mondo malato che si è dimenticato di "essere", che non ha più una bussola. Ci siamo  portati con noi i volti felici dei bambini che giocavano con il loro nuovo regalo… In poche parole, ovunque ci sono dei problemi, ma personalmente questa esperienza è stata, e lo è ancora, rilevante nella mia vita.  

Ho imparato a valorizzare, a dare importanza a ciò che conta davvero, a rasserenare il pensiero… e magari molte altre cose che ancora non ho realizzato…  

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Abitazione dove abbiamo alloggiato i 15 giorni della nostra permanenza

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Braccio del Fiume Paraná dove facevamo il bagno

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Donazione di alimenti e indumenti, donazioni raccolte nella città di Mar del Plata.

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Una delle famiglie del posto

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Giovane famiglia della Comunità Guaranì

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Carai guazù: Chaman Maggiore

  Link: http://www.comunidadmborore.com/old/

Video: https://www.youtube.com/watch?v=Adts07n4He4

https://www.youtube.com/watch?v=bHT3BM-wLxA

QUESTA RELAZIONE VUOLE ESSERE UN OMAGGIO ED UN RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNITÀ GUARANÌ E UN RICORDO DELL’IMMENSO APPRENDIMENTO RICEVUTO.

DESIDERO SIA TRASMESSO CON TOTALE RISPETTO E CHE POSSIAMO RIUSCIRE A FAR

TESORO DI QUESTA ESPERIENZA NELLE NOSTRE VITE… È IN NOI…

Date del viaggio: Dal 29 Ottobre al 7 Novembre 2015
Dal 22 Ottobre al 12 Novembre 2016
Oscar Alfredo Giangualano
24 Marzo 2017