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silvanalazzarinDi Silvana Lazzarin
Una volta sognai di trovarmi su di un fiume sporco e con le acque pericolosamente in piena. Ero da sola, seduta sopra una zattera e stringevo nella mano destra una canna lunga e grossa per avere un appoggio. L’aspetto curioso di questa visione è che la zattera andava contro corrente e, nonostante la furia del fiume, proseguiva tranquilla e serena senza dondolarsi, ma navigava; mentre io osservavo con tristezza il fiume, che trascinava con sé centinaia di corpi annegati.
Oggi, dopo diversi anni e questo sublime pranzo di Pasqua, comprendo che, se rifacessi di nuovo  quel sogno, la mia zattera sarebbe al completo; non sarei da sola perché ho incontrato la mia tribù, la mia famiglia, i fratelli in Cristo. Ho realizzato questo processo grazie alla mia guida spirituale: il mio maestro Giorgio Bongiovanni. Egli mi ha condotto e insegnato a colmare ogni spazio di quella zattera insieme ai fratelli delle arche.
Ho provato una grande allegria ed una forte emozione durante la riunione con tutti loro presenti, e con chi non conoscevo ancora. È stato magico, improvvisamente si è creata l’alchimia e le energie sono esplose, portando luce in mezzo a tanta oscurità.
Ho ascoltato con molta attenzione le riflessioni e i sentimenti di ognuno dei fratelli ed ho avvertito nel cuore che le loro parole erano condivise dal mio essere.
Giorgio ci ha detto: “... Non ho più niente da dire...”. Possiamo solo essere all’altezza delle circostanze attuali e future, non ci resta che agire partendo dal nostro piccolo. Come bisogna operare secondo il Calice della Comunione Cristica? Senza dubbio la parola chiave è l’Unione.
La definizione di unione è unire due o più elementi diversi per formare un tutto o realizzare un’attività comune. Io credo sia una definizione meravigliosa, perché racchiude e descrive tutti noi che siamo entità distinte e molte volte pensiamo in modo differente. Perché dovremmo avere le stesse affinità con tutti visto che molte volte siamo diversi? Non dovrebbe essere sufficiente sapere che la nostra unione si rispecchia nell’attività che realizziamo insieme, e nell’obiettivo comune che inseguiamo? Io credo che l’ideale sia voler abbracciare il fratello, voler rimanere al suo fianco, ascoltarlo e sopra ogni cosa sentire un profondo amore nei suoi confronti. Se questo non sarà possibile, ricordiamoci la definizione di unione.
Non mi rimane altro che ringraziare per tutto ciò che ho, perché ho tutto. Dalla mano di Giorgio, ho compreso l’unica cosa che mi appartiene: il Tempio che porto nel cuore. In lui si trova il mio Re assoluto, Colui che mi ha dato tutti i doni che potrei desiderare e mi sostiene quando vorrei fuggire da questo mondo. Colui che continua a sacrificarsi per me ed i miei fratelli, e mi onora quando, attraverso il Suo calice, mi osserva penetrando l’anima in modo tale da mettermi in ginocchio, nell’istante in cui offre amorevolemtene e caldamente il Corpo ed il Sangue di Gesù Cristo...
Giorgio mi ha trasformato in ciò che sono, una nuova donna che deve ancora continuare a perfezionarsi, ma per questo compito non sono sola perché mi accompagnano i miei fratelli in Cristo.
Silvana Lazzarin (Arca Buenos Aires)
12 maggio 2014