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paolayagustin100Di Agustín Saiz

Cronaca dell’incontro con Leonardo Boff

Leonardo Boff è una delle personalità che avremmo sempre voluto incontrare. Molti di noi hanno sempre identificato la sua apertura, la sua cosmovisione e il suo vangelo con il nostro modo di sentire e concepire l’opera che portiamo avanti. Pur riconoscendo le nostre differenze concettuali e rispettando le sue posizioni di fronte a questioni chiave che ci identificano “... ho i miei sospetti, perché sono tutte ‘anticomuniste’, le vergini che appaiono sono ‘anticomuniste’”… e senza cercare di forzare le sue idee a nostro favore, abbiamo avuto l'opportunità di parlare con lui per oltre un'ora. Politica, religione, teologia, ecosistema, crisi umanitarie, sono i temi attorno ai quali ha plasmato il suo progetto di vita, come filosofo, attivista e religioso cattolico.    

La sua sensibilità sociale lo ha contraddistinto da sempre e lo ha identificato come un rappresentante di un'ala della chiesa impegnata con la realtà di coloro che hanno di meno. Pioniere e rivoluzionario, intellettuale e teologo, padre fondatore della teologia della liberazione, in Leonardo Boff troviamo uno dei rappresentanti più concreti del vangelo di questo secolo. La sua controversia con Ratzinger negli anni ‘80 finì con la sua rottura con l'istituzione cattolica* (1), nel nostro immaginario rappresenta la messa in scena di una delle divergenze più rappresentative del conflitto interno della chiesa. Il suo atteggiamento retto ma allo stesso tempo ribelle, ci conquista, perché ci riporta ad altre epoche dove il prezzo della verità si pagava caro, con la propria vita. “Ratzinger fu il mio professore, pubblicò la mia tesi e mi obbligò a sedermi sulla sedia di Galileo Galilei. Io feci un inchino a quella sedia e il cardinale diventò furioso. Il risultato del processo fu il mio silenzio assoluto. Fu molto difficile, perché la mia arma è la parola". (2)  

Venerdì 5 maggio ci siamo trovati con lui in quella che doveva essere una conferenza stampa, ma per la scarsa presenza di persone si è trasformata, per magia, in una chiacchierata davanti a un caffè. Un incontro intimo e profondo e un dialogo sincero. Ha iniziato a parlare in modo diretto, con un'analisi del presente molto cruda:  

 “Io credo che tutti noi abbiamo più domande che risposte… La crisi è globale, sistemica, a livello mondiale, dell’America Latina, Brasile, Argentina… Quindi è difficile per noi fare un’analisi, non sappiamo dove stiamo andando. C’è la convinzione sempre più condivisa che non possiamo andare avanti in questo modo.

Così com’è il mondo, sta andando incontro a qualcosa di peggio. Tanto a livello politico, con l’ascesa della destra nel mondo, quanto a livello della violenza internazionale. Ci sono più di 40 conflitti armati letali. Il Papa ha detto già tre o quattro volte che ci troviamo dentro una terza guerra mondiale. E non ci rendiamo conto che la crisi ecologica è tanto evidente che non dobbiamo sorprenderci se fra qualche anno si verificherà una catastrofe ecologica e sociale di grande portata, che potrebbe eliminare una buona parte dell’umanità. Lo scenario degli scienziati, perché io mi occupo da molti anni di eco-teologia, i dati degli istituti dell’ONU, di varie istituzioni mondiali che seguono l’evoluzione della Terra (io faccio parte di una di esse che si occupa di queste analisi) grandi uomini di scienza, concordano che anno dopo anno tutti gli indici, tutti gli aspetti vanno peggiorando. Tutti loro. E qui la domanda è: quando finirà tutto questo?

Nell’ultima riunione che abbiamo avuto a Parigi con Gorbaciov, lui ha espresso una visione molto pessimista della situazione, pensa che ci troviamo in un punto di non ritorno. Ma continua a lottare, perché dobbiamo lottare. Ma non abbiamo speranze. Cito una sua metafora che trovo interessante: ha detto che l’umanità della Terra è come un aereo che inizia la fase di decollo e arriva in un punto, che è il punto critico, in cui deve alzarsi in volo, altrimenti scoppia alla fine della pista. La cosa curiosa è che anche l’umanità è in piena fase di decollo e sta per raggiungere un punto critico, ma resta seduta lì, parlando di queste tematiche senza reagire, senza intervenire. Siamo solo in 23 a lavorare su questo.

L’altra persona che ha parlato nella riunione sono stato io, e il mio intervento è stato rischioso. Io ho detto che ci sono due modi di affrontare i problemi, con la fisica comune della casualità lineare, o con la fisica quantica dei salti, che ha momenti di emergenza e che va accumulando stati di energia fino a raggiungere un altro livello di coscienza. L’umanità si rende conto che può morire, e siccome la vita è più forte della morte, preferisce vivere ed è a quel punto che cambia, la cosmovisione, il consumo, la relazione con la Terra, etc.

Per concludere voglio dire la mia impressione sull’epistola, l’enciclica, Laudato sì, sulla tutela della Madre Terra, che è nata da una perspettiva di minaccia globale. Perché i destinatari non sono i cristiani ma l’umanità stessa. Io ricordo che quando fu nominato Papa, il Cardinale Bergoglio, io gli scrissi una lettera dicendo che il primo problema da affrontare era quello della Terra, non della Chiesa, che le religioni dovevano unirsi per forzare un cambio di coscienza e di responsabilità e così salvare il sistema vita, il sistema Terra. La Terra continuerà coperta da cadaveri ma senza di noi. E lui è riuscito a dirmi, tramite l’ambasciatore Eduardo Valez, che quella era la stessa preoccupazione che aveva lui. Ed effettivamente, l’enciclica è una risposta il più ampia possibile. Non è un’‘ecologia verde’, come dicono, che tratta il tema dell’ambiente. È un’ecologia integrale, che include l’ambiente, la società, la politica, la vita quotidiana fino alla spiritualità. Con questo documento il Papa si mette in prima linea nel dibattito mondiale sull’ecologia, perché coinvolge molti aspetti. Questo è un quadro che bisogna considerare.

E per concludere voglio dire anche che uno può analizzare l'Argentina, il Brasile, solamente dall'Argentina stessa o dal Brasile stesso, ma deve essere consapevole della globalità del sistema, dal punto di vista politico, economico, la relazione di forze. Prendere sul serio quella che è, anche se non mi piace la parola per la sua connotazione economica, la planetarizzazione (o globalizzazione). Una nuova fase dell'umanità che scopre se stessa in un luogo comune che è il Pianeta Terra. E che non è garantita ma minacciata. Allora, quando pensiamo ai nostri paesi, e alle eventuali vie d’uscita dalla crisi, dobbiamo tener conto dell’impegno di tutti, attuando sforzi comuni nell’azione, perché dipendiamo gli uni dagli altri in questo. Per tale motivo, è tanto difficile per un paese trovare per se stesso una via d’uscita. Il Brasile è immerso in una crisi tremenda, nella quale non vediamo alcuna via d’uscita, dopo il colpo di stato parlamentare. Adesso vive un golpe dietro l’altro, senza fine. Vogliono portare il progetto neoliberale fino in fondo, non si fermeranno. Lo stesso succede in tutta l'America Latina e nel mondo, compresa l’Argentina. Perché è la strategia del sistema".  

Gli chiediamo la sua opinione riguardo alle apparizioni mariane, gli parliamo di Fatima, del centenario dalla prima apparizione di Fatima in Portogallo, una data molto importante, non solo per il popolo cattolico, ma per tutta l'umanità:   

Che relazione lei crede ci sia tra il nostro presente attraversato da molteplici crisi ambientali, umanitarie e le apparizioni della Santa Madre durante il secolo XXº?

"Si tratta di un fenomeno piuttosto strano, è più relazionato al cattolicesimo devozionale che al cattolicesimo impegnato nella giustizia. E questa mania che la Russia stia "diffondendo" il suo ateismo nel mondo. Non c'è niente di più ateo del capitalismo, della società dove viviamo, quindi emergono le contraddizioni. Ora hanno santificato i bambini, il Vaticano ha fatto una fabbrica per creare santi, ma sono santi di un certo stile, santi in "giacca e cravatta" che servono la politica e rafforzano l'istituzione. Ma noi viviamo un'epoca di cristianesimo… un'epoca della tradizione di Gesù rivoluzionario. Siamo eredi di un prigioniero politico che fu arrestato, torturato, condannato a morte e che morì in croce. E non finiamo mai di recuperare quella memoria, e quando si ascolta parlare un sacerdote o un vescovo, ci si chiede, perché condannarono Gesù se non avevano alcuna ragione per condannarlo?.... Ma se si guarda da un'altra angolazione, a prescindere della parte storica, e qui parlo come teologo, è il riscatto della dimensione femminile della chiesa che è stata sempre occultata, emarginata. Quando si pone la Vergine al centro, si recuperano quei valori soppressi da un cristianesimo patriarcale, legalista, senza tenerezza, senza vicinanza alla gente… Io preferisco vedere questa parte e prescindo dalla discussione dei fatti. Cerco un equilibrio all’interno della chiesa. E bisogna sviluppare una pastorale di tenerezza, tenerezza verso la gente, recuperare la bellezza del cristianesimo….  

Ma tralasciando gli elementi religiosi, le crisi di cui parlavamo prima si risolvono di pari passo al cambiamento delle persone, quindi, possono essere interpretate come un'offerta redentrice della Madre Terra?  

"… Ogni crisi ha un aspetto "purificatore", la parola ‘crisol’ viene dal sanscrito e risponde a un elemento di pulizia, quindi crisi è pulire, purificare, ogni crisi ha in sé questa dimensione e tutto ciò che non ha sostanza propria decade, lasciando spazio a un altro modo di vivere. La crisi ha un senso di maturazione, di pulizia, di puntare su nuove strade. In questo senso può avere una funzione personale, e gli psicanalisti lo hanno studiato bene, lo studio migliore su questo tema è quello di Ortega e Gasset che introdussero il tema della crisi nella cultura Europea che è poi diventato un tema di interesse mondiale, mostrando come l'Europa è entrata in una crisi che sta arrivando al culmine. Io credo che adesso stanno lavorando su questo aspetto, così come la cosmogonia moderna lavora sulla teoria del caos, dove il caos non è solo caotico, ma ha una parte che distrugge e un'altra che genera, che crea, così è la crisi. Allora, bisogna superare questa crisi, o soccombiamo, perché se uno ha una crisi può essere portato in ospedale e lì può morire, ma se ne esce, da lì cambia tutto, ridefinisce il senso della sua vita, scopre valori nuovi. Quindi, la mia interpretazione è che siamo in una crisi enorme, o cambiamo o moriamo, e che è globale, perché coinvolge tutta la Terra, tutte le culture senza eccezione alcuna. Ed ognuno di noi è un po' malato, perché la Terra è malata e c’è una connessione diretta Terra - umanità. Quindi io credo di sì, che la crisi ci obbliga a prendere decisioni…

Leonardo ha continuato a parlare di tanti argomenti con passione e impegno, del dolore che prova per il suo amato Brasile e dell'ascesa della destra ma anche delle sue speranze: “Curiosamente, la stessa ambasciatrice che organizzò il colpo di stato in Honduras fu trasferita in Paraguay per mettere in atto il golpe e fu trasferita in Brasile per mettere in atto un golpe anche lì. La stessa persona! Milioni di persone stanno tornando alla miseria e come conseguenza c’è una tremenda violenza, ci sono delle vere guerre civili, urbane, bruciano autobus, ci sono morti, è una situazione preoccupante: sfollati, popoli aborigeni, ‘agro-affari’. In questo momento c'è un massacro sistematico degli indigeni vittime degli ‘agro-affari’, con la scusa che gli indigeni stanno "invadendo" le nostre terre, quando in realtà sono loro i proprietari originari. Una settimana fa hanno ucciso 8 di loro, hanno tagliato loro le mani. Hanno i loro diritti, noi abbiamo un debito che non abbiamo mai pagato, perché l'invasione iberica, europea, fu un genocidio. Quando Hernán Cortés arrivò in Messico c'erano 20 milioni di abitanti, 70 anni dopo 1,7 milioni, tutti morirono in guerra o per malattie. Molti stanno riscattando le loro lingue attraverso scuole dove le reimparano, celebrano i loro riti, come i mapuche, i maya, inca, io ho partecipato a molte di loro.  

Ci sono sempre più movimenti sociali, si stanno risvegliano perché sono stati depoliticizzati. Si stanno risvegliando e tornano a scendere in strada, gli unici luoghi che non sono mai mancati loro, dove manifestano, discutono e cercano di “essere la resistenza”. E questo sta aumentando enormemente in Brasile. All’ultimo sciopero di tre giorni fa ha aderito oltre un milione di persone, il fatto positivo è che più di 100 vescovi hanno convocato il popolo a scendere in strada, questo è profetico! Non c’erano più profeti.”

È questo il suo modo di condividere e vivere il suo vangelo, il suo modo di essere cristiano per vivere il presente, il suo bisogno di esserci,  insistere, accompagnare, denunciare, resistere.   

E tutti sappiamo usare quella stessa chiave che ci permette di leggere tra le righe il suo sentire e decodificarlo. Tra di noi non abbiamo bisogno di maggiori spiegazioni.  

Grazie Fratello Leonardo! Spero di rivederti presto e poterti accompagnare, anche se è chiaro che lo stiamo già facendo dal luogo dove ci troviamo..  

Hasta la victoria siempre!

paolayagus

Con amore  
Agustín Saiz  

5/5/2017

(1) http://blogs.elpais.com/vientos-de-brasil/2013/02/as%C3%AD-ratzinger-conden%C3%B3-a-boff-al-silencio.html

(2) http://tn.com.ar/sociedad/leonardo-boff-dio-detalles-de-como-fue-expulsado-por-ratzinger-de-la-iglesia_442639

Per conoscere qualcosa in più su Leonardo Boff e sul suo pensiero consigliamo di leggere alcuni suoi articoli in lingua spagnola:  

Y la Tierra se hizo cuerpo de Dios:

http://leonardoboff.com/site-esp/vista/2001/y-la-tierra.htm 

Rejuvenecer como águilas:

http://leonardoboff.com/site-esp/vista/2004/dec31.htm 

Si no os convertís, todos pereceréis:

http://leonardoboff.com/site-esp/vista/2010/feb12.htm 

No aman la vida:

http://leonardoboff.com/site-esp/vista/2008/dici05.htm

Tiempos del anticristo:

http://www.leonardoboff.com/site-esp/vista/2004/sept17.htm

¿Armagedón humano?:

http://leonardoboff.com/site-esp/vista/2007/nov9.htm 

Qué futuro nos espera?:

http://leonardoboff.com/site-esp/vista/2008/julio11.htm 

Carta de San franciso de Asis:

http://leonardoboff.com/site-esp/vista/2008/oct30.htm 

A la espera del Padre:

http://leonardoboff.com/site-esp/vista/2008/oct24.htm