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corleoneA CORLEONE IL LIBRO “DON VITO”
24 aprile scorso la redazione di ANTIMAFIA Duemila insieme all’associazione Corleone Dialogos ha presentato il libro “DON VITO” assieme ai suoi autori Massimo Ciancimino e Francesco La Licata.
L’evento aveva un particolare significato perché si è tenuto a Corleone, la città di Vito Ciancimino, potente uomo politico siciliano e nazionale che rappresentava anche gli interessi dei suoi concittadini corleonesi: i capi mafia Salvatore Riina e Bernardo Provenzano.
Ed era la prima volta che due dei figli del potente politico-mafioso, Giovanni e Massimo, visitavano il Paese. Oggi Corleone è una cittadina, nella sua maggioranza, riscattata grazie al lavoro di tanti giovani ma anche di alcuni uomini delle Istituzioni che, al di là della propria appartenenza politica, si sono impegnati in prima persona contro il potere mafioso.
Hanno moderato l’incontro Giuseppe Crapisi e Anna Petrozzi, in rappresentanza delle due associazioni organizzatrici, e oltre ai vari ospiti ha partecipato anche il direttore di ANTIMAFIA Duemila, Giorgio Bongiovanni.
Il dibattito si è subito incentrato sulle importanti dichiarazioni di Massimo Ciancimino, il quarto dei figli di Don Vito, che nello scorso anno, testimoniando in vari processi, ha messo a nudo il sistema di collusioni che lega la politica, la mafia, l’imprenditoria e i poteri occulti. Una fondamentale conferma a quanto scrittori, come l’autore del libro Francesco La Licata, studiosi e magistrati hanno ipotizzato per anni, spiegando che questa commistione è il vero volto di Cosa Nostra.
Il direttore di ANTIMAFIA Duemila però, in un intervento molto duro, ha voluto spiegare come la politica e la stessa mafia siano state e siano ancora funzionali al “potere” più largamente inteso gestito in Italia dai servizi segreti che per questo non possono definirsi deviati.
E’ questo potere, tuttora in carica – secondo Bongiovanni – ad aver voluto e determinato la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sicuri ostacoli all’instaurazione della cosiddetta “seconda Repubblica italiana”, nata infatti proprio sul sangue di questi due martiri i cui valori di integrità e giustizia avrebbero potuto cambiare il corso della storia del nostro Paese.
La sala gremita, la fitta partecipazione via streaming sono stati un ottimo segnale, da far sperare che almeno una parte dell’Italia vuole affrontare tutte le verità anche le più scomode, anche le più dolorose. Sempre più cittadini hanno capito che se si vuole riformare davvero il Paese occorre elaborare il lutto, specchiarsi con coraggio nella propria storia e finalmente instaurare il cambiamento.

La Redazione
26 aprile 2010

Video Conferenza: http://www.antimafiaduemila.com/content/view/27724/48/