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giorgio9ANTIMAFIA A PALERMO
Un altro incontro di estrema importanza per la redazione di ANTIMAFIADuemila si è tenuto nella serata di ieri, a Palermo, alla presenza di Giorgio Bongiovanni, di Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato dalla mafia, del giornalista Francesco La Licata e di Massimo Ciancimino. Il figlio del sindaco mafioso Vito, che sta collaborando con diverse procure contribuendo alle indagini riaperte di recente sulla strage di Via D'Amelio e sulla famosa trattativa tra Cosa Nostra e lo Stato.
L'occasione, a tre giorni dalla commemorazione della strage di Capaci, è stata la presentazione del libro "Don Vito. Le relazioni segrete tra Stato e mafia nel racconto di un testimone d'eccezione”. Organizzata dall'Associazione Culturale Falcone e Borsellino in collaborazione con l'Associazione Culturale Universitaria Unidonne e che si è tenuta nell'Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza di Palermo.
Gli ospiti presenti in sala hanno risposto alle domande delle moderatrici Anna Petrozzi, caporedattore di Antimafia e Lucia Castellana presidente di Unidonne. E hanno descritto, nei dettagli, quel sistema di potere che governa il nostro Paese, nato dal sangue delle stragi in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Al centro del dibattito, in particolare, la trattativa e il ruolo dei servizi segreti. Quei servizi segreti, ha spiegato Giorgio, “che dovrebbero lavorare al servizio del Governo, ma che in realtà servono i poteri forti e sono pronti ad uccidere i giusti se viene loro comandato”.
Riallacciandosi ad un passaggio del discorso dell'autore del libro Francesco La Licata, sulla libertà di informazione, Giorgio ha poi ricordato il ddl sulle intercettazioni, in discussione presso la Commissione Giustizia del Senato. Una legge che vorrebbe imbavagliare la stampa, con sanzioni durissime per i giornalisti che pubblicano i testi delle intercettazioni di indagini in corso. “Noi di ANTIMAFIADuemila – ha dichiarato con forza Giorgio – non taceremo. E se per questo dovremo andare in carcere ci andremo e sarà per noi un onore, in un Paese governato da un dittatoriello depravato e sfacciato, che continuerà a fare il Presidente del Consiglio fino a che gli italiani non decideranno di mandarlo via”. Rivolto al pubblico ha chiesto quindi l'appoggio di tutti in questa battaglia per la libertà d'informazione e in risposta ad una domanda, tornando alle stragi del '92 e del '93, ha posto l'accento sui poteri forti che in quegli anni dovevano “destabilizzare la politica  per mettere ai vertici delle istituzioni altri personaggi, tra cui lo stesso Silvio Berlusconi e il suo braccio destro Marcello Dell'Utri”.
In apertura dell'incontro, particolarmente toccante è stato l'intervento di Mara Testasecca, che in qualità di Presidente della Funima International ha presentato l'associazione invitando i presenti a sostenere l'opera umanitaria dei volontari. Ponendo l'accento sulle azioni pratiche che ognuno di noi, nel proprio piccolo, è chiamato a compiere per preservare il diritto alla vita e ai beni primari. Tra questi ha ricordato la “giustizia sociale”. “Perché senza giustizia sociale – ha detto - non ha senso niente, non c'è pace e non c'è diritto”.

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La Redazione
21 maggio 2010