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"PREMONIZIONI SINCRONIZZATE"
Di Rosario Pavone

HO SCRITTO IL 21 GENNAIO 2011

ROSARIO PAVONE, UN MIO ANTICO AMICO E FRATELLO SPIRITUALE.
COMPAGNI D'INFANZIA E COMPAGNI DI FEDE E D'AMORE VERSO COLUI CHE ABBIAMO RICONOSCIUTO COME PADRE SPIRITUALE: EUGENIO SIRAGUSA.
LEGGETE QUANTO ROSARIO HA SCRITTO. UN’AUTENTICA ANALISI CHE EVIDENZIA CHIARAMENTE LA VERITÀ E LA MENZOGNA, IL FANATISMO E LA VERA FEDE. LA MISTIFICAZIONE E LA VERITÀ.

LEGGETE E MEDITATE!
G. B.
"PREMONIZIONI SINCRONIZZATE"
- Per tutti. In particolare per coloro che credono di appartenere alla "Tribù di Giovanni" -
Tanti e tanti anni fa, era la seconda metà degli anni '70, quando, ragazzi, avevamo la nostra piccola sede del Centro Studi Fratellanza Cosmica, vivevamo un tempo particolare di crescita e di risveglio, stimolati in questo dalla presenza e dagli scritti del fratello "maggiore" Eugenio la cui Personalità spirituale che lo guidava era stata
da tutti noi già perfettamente compresa.
Fu in quel periodo che prendemmo un vecchio registro contabile e lo adibimmo a diario, che poi scherzosamente etichettammo con il termine di "Giornale di bordo", in cui annotavamo le nostre esperienze, quello che avveniva ed il nostro intimo sentire. Per la gran parte é tutto scritto da me, ma buona parte ebbe anche Giorgio ed a seguire anche Tino e Filippo, senza contare tutti gli altri, anche i tanti coloro che si trovarono a "passare" da li...
Diversi sogni fatti venivano anche annotati, poiché contenevano elementi ed a volte conoscenze che ritenevamo importanti. Di due di questi vorrei oggi parlarvi, sogni che ho fatto io: il primo nel periodo antecedente l'arresto e la storica vicenda giudiziaria di Eugenio Siragusa; il secondo nelle settimane succedanee all'uscita dal carcere dello stesso.

I°) - "Ricordo di un uomo, condannato a morte. Quando venne preso, con voci e clamori, era come se a bordo di un camioncino, camminando, travolgesse quello che incontrava, uomini o cose (ma come se fosse anche la notizia di tutto ciò, che travolgeva). Poi vedo una stanza dove é questo uomo, seduto e calmo. Noi cerchiamo vagamente di fare qualcosa per lui. Niente: come se la sentenza o la condanna non avessero possibilità di appello.
Eppure eravamo li con lui, coscienti del fatto, rattristati ma nello stesso tempo sereni e pacati come se comprendessimo che quello che doveva accadere non si poteva mutare, anche se speravamo... Il volto dell'uomo non era chiaro, quasi evanescente... ma una sensazione mi pressava tanto che mi spinse letteralmente a fare uno zoom sul suo viso: per un attimo, ma solo per un attimo, vidi chiaro e distinto il volto di Eugenio che appena abbozzò il suo radioso sorriso.
Un attimo, dopo di ché tornò ad essere evanescente, quasi sfocato..."

II°) - Ricordo di essere nella piazza del paese che sta di fronte a casa mia, all'angolo quasi con la strada ed il bar di "Paolino" e mi trovo dinnanzi molte persone, tra cui fratelli di Nicolosi di cui vedo i volti assieme ad altri che non conosco. Attorniano tutti una figura quasi come fosse un totem o un feticcio, in un clima che molto mi ricorda l'ambiente di Erode nel famoso film "Jesus C. Superstar". Io provo un senso di fastidio, quasi di repulsione.
Alcuni di loro si accorgono di me e si precipitano tutti verso di me, portando a spalla la figura che attorniavano, un uomo che con mio sommo stupore vedo che é papà Eugenio, un Eugenio che però istintivamente ed immediatamente non sento essere come il vero, bensì un falso. Era identico nel viso, la sua tuta, lo stemma dell'Aquila su di essa, il cappellino da baseball che porta sempre, ma…on era lui. Sorrideva anche, larghi sorrisi, ma non era il sorriso che conosciamo, solare e radioso, lo percepivo bene. Forte era la mia determinazione interiore a resistere a questo inganno, ome forti il senso di fastidio e di repulsione che provavo verso di loro, i quali era come se tentassero con ogni mezzo di oinvolgermi e soprattutto convincermi che quello era Eugenio e che con loro dovevo stare, arrivando persino a sollevare un braccio di "Eugenio" per ostentarmi l'anello che portava al dito, identico a quello che ha...
Dopodiché la mia "rabbia emozionale", sfocata questa scena, mi porta ad un'altra dove mi vedo avvinghiato in mezzo a topi e serpenti, da cui faticosamente riesco a divincolarmi e gustare la sensazione liberatoria dall'incubo.
E subito mi sveglio, sudato: erano le sei meno un quarto del mattino."
Per quanto riguarda il primo sogno fu facile trovare, alla luce di quello che sarebbe accaduto in seguito, una forma di spiegazione interpretativa che lo legava alla vicenda giudiziaria di cui fu vittima Eugenio nel 1978. Un periodo, dal giorno dell'arresto sino a quello del processo, che vivemmo molto intensamente e di cui possediamo in parte appunto un resoconto in memoria che si potrebbe anche postare in seguito.
Ma per il secondo, per quanto mi sforzassi di analizzare simboli e significati come ad esempio topi e serpenti che rappresentano categorie ed atteggiamenti di bassissimo livello e verso cui in natura l'aquila é implacabile..., non sono mai riuscito a trovargli
un collegamento con il vissuto reale. A parte l'identificazione sommaria del "mandante" di tale inganno, l'Avversario, il nemico di sempre, attraverso di chi o di cosa si sarebbe servito quest'ultimo per attuarlo?
Vi confesso che per oltre 30 anni questo sogno, vivissimo e lucido nei ricordi ancor più che nello scritto, non ha trovato per me nessuna possibilità "esegetica", pur essendosi consumato, nel lontano 1995, il mio distacco dallo stesso Eugenio con una
serie di travagliate vicissitudini che pochi conoscono.
E' solo in questo tempo, in questi anni trascorsi dalla sua dipartita, che alcune vicende ed il loro inevitabile corollario mi hanno fatto lentamente metabolizzare il significato vero, profondo ed al tempo stesso tremendo di questo sogno.
E' la nota e dolorosa separazione tra Eugenio e Giorgio ad essere il sostrato su cui si adagia una triste vicenda che, paradossalmente rinvigorita dopo l'umano addio dello stesso Eugenio e con la postuma pubblicazione di alcuni video, vede una deleteria ed aspra contesa contrapporre ferocemente il fratello al fratello, ponendo in ginocchio la fraterna cristica comune unione e lasciando il Cielo sconcertato...
Umane vicissitudini, debolezze della carne, sbagli ed incomprensioni mortificano il valore dello Spirito e confluiscono in un coacervo di mistificazioni che danno origine a quel che io definisco "L'ERRORE" , che vedrà il suo culmine di blasfemìa nel tentativo, in seguito rientrato, di depotenziare la legittimità della missione di Gesù il Cristo e del Suo sacrificio, determinando confusione, disorientamento, la "fuga" e l'allontanamento di molti.
E tornando al sogno, sono sempre i "vecchi" - tra i quali per anagrafe mi colloco anch'io - con il concorso dei "nuovi", gli ultimi dell'ennesima ultima evangelica ora.., coloro che fomentano ed alimentano un dinamismo fratricida, pernicioso e velenoso, servendosi della figura di Eugenio, "portandolo a spalla", ed, nel tentativo di perseguire il fine di chi realmente li spinge a ciò, arrivano persino ad "ostentarne l'anello", ovvero il sigillo, il suo sigillo, ovvero la sua vera ed autentica opera. Il grande Messaggio Cristico, passato per la spirituale personalità di Eugenio, viene così strumentalizzato ed utilizzato come cuneo nella coscienza soprattutto di chi è ignaro od ancora non sufficientemente cosciente...,per veicolare odio e disprezzo per gli "altri", i propri fratelli...
Vi confido che anche io mi sono trovato coinvolto in questa logica devastatrice, come "topi e serpenti" potrebbero testimoniarne forse.., ma da un bel poco di tempo mi sono accorto dello sbaglio commesso ed adesso ho deciso di rendervi partecipi di queste riflessioni, poiché si può ben essere convinti di "rispettare" la memoria di Eugenio o di "difendere" le azioni di Giorgio..., ma così continuando altro non si farà che allontanarsi dalla Luce della Verità e dal profondo senso di responsabilità che ha comportato e comporta la "chiamata".
Il Maestro ci lasciò uno strumento efficace per poter esercitare il nostro discernimento, condensato in poche e semplici parole: "Dai loro frutti li riconoscerete".
Vorrei chiarire a tal fine - avrei potuto premetterlo prima - che nessuno, ripeto NESSUNO, deve sentirsi il destinatario e/o l'accusato dell'espressione dei miei pensieri, in quanto desidero solo evidenziare gli atteggiamenti, le azioni, e non puntare l'indice verso chi presuntamente può esserne stato l'autore, come si dice in gergo... "il peccato, non il peccatore…". E questo in virtù di quanto ci é stato detto, scritto e tramandato, ovvero "non giudicare", poiché é vero che nessuno di noi se lo può permettere, ché sbagliamo tutti, ché nessuno in
realtà sa cosa alberga veramente nell'intimo del fratello, ché nessuno sa realmente come si siano svolte le sue vicende, che tutti spesso siamo spinti da forze buone o meno buone ad agire... Evidenziare, constatare, riprendere: questo ci é lecito.
Ora, come si può parlare di "Leggi Cosmiche", "Padre Glorioso", "Verità di Cristo" e "Rivelazione del Consolatore", quando contestualmente si insinua il dubbio ed il sospetto verso il fratello? Quando si punta l'indice contro i propri fratelli definendoli "traditori" e seguaci dell'inganno e dell'Anticristo? I propri fratelli! Gli stessi che il Tempo ha posto sullo stesso sentiero, che sentono e lottano per le medesime cose...
Come si può pensare e dire: "A me di questi...non interessa niente!" Oppure rispondere con luciferino orgoglio: "Io lavoro, faccio questo...faccio quest'altro...tu cosa fai? Tu non fai niente!" Come si può invocare, ad ogni piè sospinto, la giustizia divina per gli altri quando si è talmente ciechi da non vedere la grande ingiustizia che commettiamo? Procede dal Padre tutto questo?
Diverse volte sono rimasto turbato e triste nel vedere il reiterarsi di questa postura ed in un paio di occasioni, come ci aveva insegnato Eugenio, "consulto" *L'Imitazione di Cristo*, e quello che ne viene fuori é simile nel contenuto: "Contro i vuoti giudizi umani" e poi "Riferire tutto a Dio, ultimo fine", che sono un invito chiaro a lasciar perdere vane contese e malsane seduzioni.
Un'ultima volta, molto amareggiato per quanto leggevo, "chiesi" di nuovo aiuto e lumi al mio Signore. Il passo che si "aprì" ve lo voglio trascrivere nelle sue parti salienti: "Sappi che l'antico avversario tenta in ogni modo di ostacolare il tuo desiderio di bene, distogliendoti da qualsiasi esercizio di devozione: distogliendoti cioè dal culto dei santi, dal pio ricordo della mia passione, dall'utile pensiero dei tuoi peccati, dalla vigilanza del tuo cuore; infine dal fermo proponimento di progredire nella virtù.
L'antico avversario insinua molti pensieri perversi, per molestarti e spaventarti, per distoglierti dalle preghiere e dalle sante letture...
...Combatti come un soldato intrepido. E se talvolta cadi per la tua debolezza, riprendi forza maggiore, fiducioso in una mia grazia più grande, guardandoti però attentamente dalla vana compiacenza e dalla superbia: é a causa di esse che molti vengono indotti in inganno, cadendo talora in una cecità pressocché incurabile. E' questa rovina degli uomini superbi, stoltamente presuntuosi, che ti deve indurre a prudenza ed indefettibile umiltà".
In verità dovremmo chiederci, con vera umiltà e cosparsi di cenere, "cui prodest?", in coloro che si riconoscono toccati dallo Spirito Giovanneo, questa deleteria dinamica atta a distruggere anziché, come dovremmo, costruire? A chi serve alimentare odio e divisione?
Di sicuro non al Padre, di certo non a Cristo, e chiaramente neanche allo spirito del Consolatore.
I Loro desiderati sono tutt'altro, e stolto é colui che pensa di poterli adattare al proprio volere.
Chi invece, con la sua arte sottile e raffinata, é riuscito ad introdursi... ed ispira le strategie peculiari della sua natura dissuasiva é il nemico di sempre, l'Avversario, lo stesso che fu all'origine della divisione tra Eugenio e Giorgio.
Chi ha intelligenza comprenda!
E' l'annientamento, la distruzione della "Tribù di Giovanni" nelle sue mire...e sta a noi evitare che questo avvenga poiché, in caso contrario, come fu un tempo per altri..., anche per noi "il Regno di Dio ci sarà tolto dalle mani e dato ad altri che ne porteranno gran frutto".
All'Intelligenza Divina non mancano certo i mezzi per mutare programmi e programmati, e gli Angeli del Signore non ci metterebbero molto a "raccogliere per le strade poveri, storpi, ciechi e zoppi" e condurli nella sala del Convito in luogo di coloro che hanno rifiutato l'invito...
Penso che questo sia molto di più di un semplice ammonimento.
In questo periodo di grande confusione dove con quotidiana frequenza sorgono nuovi messaggeri, nuovi contattati, sibillini mistici e veggenti, apostoli, profeti, loquaci canalizzatori, discepoli e con una certa inflazione le Maddalene..., in questo tempo dico, le forze della dissuasione sono più che mai operanti, osando quello che raramente veniva osato: provare, indurre in tentazione e sedurre utilizzando suadenti forme ed energie che l'imponderabile extradimensionale loro concede, e servendosi ingannevolmente anche delle figure verso cui si nutre una particolare devozione, Gesù ed Eugenio compresi...
Per riconoscere chi "servono" costoro forse qui potrebbe entrare in gioco il tanto decantato discernimento: se antepongono i veri valori dello spirito a quelli illusori della mera retorica pseudo-spirituale, se alimentano la comunione delle anime e non la loro divisione, se il loro fare edifica e non distrugge, se manifestano l'umiltà vera del silenzio e della comprensione anziché quella servile e bugiarda delle parole, se amano rimanere semplici tra i "piccoli" piuttosto che mostrare adulazioni ed esaltazioni sulla loro "esclusività", se accusano le mille e una oppressioni dell'Anticristo invece di vedere il "maligno" nei propri fratelli, se si spendono nel soccorso del proprio fratello che abbisogna...in luogo di presenziare solo quando il loro ego viene offeso, se hanno l'amorevole pazienza di tendere sempre la mano al fratello che non ha ancora compreso in luogo di "selezionare" e sentenziare, se le loro parole riscaldano l'animo ed illuminano lo spirito piuttosto che turbarli nel dubbio e nel fanatismo dogmatico, se aprono il loro cuore anche nelle piccole cose piuttosto che annunciare roboanti rivelazioni ed improbabili salvezze nella carne, se dimostrano di saper scindere l'umano dallo spirituale invece di avvolgere il tutto nell'ebbrezza dell'esaltazione, se amano grandemente la Giustizia sapendola radicata nella luce dell'Amore anziché mistificare con essa le insane velleità, se intimamente sono devoti a Cristo e nel suo sacrifico vedono la legge maestra dell'evoluzione e non invece la debolezza o addirittura il dubbio del fallimento, se...se fanno ciò vi é una buona probabilità che costoro servano il Bene di Cristo.
Ma se fanno l'opposto vi é la quasi certezza che servano l'Altro.
In verità noi pensiamo di essere grandi, importanti, indispensabili, lo abbiamo sempre creduto, solo gli ipocriti lo negherebbero; ma la realtà potrebbe essere diversa: il passato ed il presente della "nostra Opera" potrebbero costituire né poco né meno che un granello di un pugno di sabbia assieme a tantissimi altri granelli che concorrono quanto e forse meglio di noi nel "lavoro" di risveglio delle anime e delle coscienze ed in quello di aiuto e sostegno alle tante cause della Vita. E forse con molta più coerenza di tanti di noi.
Siamo "nulla" o ben poca cosa in vero: una profonda immersione nelle tonificanti acque dell'umiltà ci farebbe molto bene.
"Il Padre chiama", sento dire da qualcuno, e non penso che abbia tutti i torti, poiché i tempi stringono e pesano sempre di più ed Egli è addolorato che tanto "seme" possa disperdersi invece di recare copioso frutto.
Ma Lui ci vuole in quella maniera: semplici e puri come i bambini, puliti nei pensieri e nelle intenzioni, tutti pervasi dallo "spirito del servitore", adamantini, fiduciosi ed aperti verso il fratello che, magari ancora non conosciamo e malgrado le apparenze, é coinvolto anche lui nel grande programma di "Rinnovatio" che avrà come suo primo evento eclatante il ritorno del Figliuol dell’Uomo.
Le diffidenze, i dubbi, i sospetti, le maldicenze, le calunnie, le esaltazioni e le "investiture" , i dogmi e gli anatemi, mettiamoli da parte e lasciamoli pure a coloro che senza di essi non trarrebbero più alimento per sopravvivere...
Se crediamo veramente di essere stati "chiamati" ad infoltire l'esigua schiera "di coloro che amano la croce di Gesù" ed acquisire quindi quelle caratteristiche "genetiche" di cui parlava il Maestro nel famoso discorso della Montagana, per poi trasmetterle alle generazioni future, se vogliamo veramente questo...andiamo avanti stringendoci tutti sotto la volontà del Padre e la Legge di Suo Figlio le quali, al contrario di quanto qualche stolto continua ancora a dire, sono univoche ed in perfetta sintonia.

Fraternamente. s. p.

Gaggi-Messina (Italia)

20 gennaio 2011

escrito