Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024
erika_01CHI SIAMO?
Di Erika País
Il cammino spirituale che abbiamo intrapreso è al di la di tutto la nostra opportunità.  
Cosa significa questo? Significa tutto.
Se potessimo percepire il valore ed il contenuto di questa frase, con gli occhi dell'anima, cristallinamente, se potessimo capirlo al di là di chi scrive, al di là delle mie difficoltà, dei miei errori, dei miei aneliti, dei miei amori, dei miei sbagli. Se potessimo trasformare queste parole in melanconiche melodie delle nostre anime, riusciremo a comprendere che lo spirito, ogni spirito, parla. Alcuni cercano di trasmetterle con pudore, con umiltà, con saggezza, con amore, con speranza, con tutti i sentimenti che avvolgono la nostra Fede. Forse lo facciamo in modo sbagliato, in modo arrogante, ma alla fine l'anima di tutti, di ognuno di noi, parla.  Da un po’ di tempo sembra che un temporale si sia scatenato su tutti noi. Da un po’ di tempo sembrerebbe che non siano più sufficienti la Vita, la Terra, le voci di ieri, di oggi, di sempre, per gridarci… Gridare che la saggezza, la comprensione, la tolleranza non appartiene a pochi, non appartiene ai contattati, ai membri di un gruppo, di un'avventura, di una storia, agli apostoli, a nessuno in particolare… La tolleranza appartiene a tutti e ad ognuno… Io stessa mi lascio trasportare dai sentimenti di difesa, di lealtà, di sottomissione, dall’esperienza e dall’amore…e m’intrappolo negli abissi della ragione, della superbia, della MIA VERITÀ.  
Allora mi fermo un attimo e rifletto… Ho conversato a lungo una notte con Alejandro Fleitas, dopo aver quasi discusso con lui attraverso facebook, cercando di capire chi ha ragione, chi sbaglia, chi è nel giusto…infine chi è più vicino a Dio… Poi lui mi ha cercato, mi ha implorato di parlare con lui e non sapevo se accettare o meno. Un fratello mi ha consigliato di parlare… e io ho pensato che Giorgio mi ha insegnato tante cose, ma come esserne degno portavoce? Mi ha insegnato a parlare ed ad amare. Ed ho parlato. Mi disse il suo punto di vista, mi parlò della sua missione, dei suoi aneliti, del suo messaggio. Per alcune ore le nostre anime dialogarono. Ma sentivo un dolore dentro, qualcosa mi spingeva a rigirarmi inquieta nel letto, a guardare le stelle, a chiedere al cielo stellato qualcosa, un segno, una luce… ma non arrivò niente; almeno non come io mi aspettavo… Quel segno era arrivato già prima, molto prima.
Perché mi chiedevo cosa sta succedendo? Perché tanti fratelli si dividono, perchè ci crediamo eletti, o chiamati, o inviati a fare qualcosa; qualunque cosa, tutto è utile per farci credere che siamo tanto importanti per scrivere, discutere attraverso facebook, accusarci reciprocamente, darci lezioni di illuminazione, di amore, sui Vangeli, pensando che tutti abbiamo qualcosa di speciale.
E ho ricordato qualcosa che mi insegnò il mio amico Giorgio molto tempo fa. Una notte mi disse: “Erika la peggiore tentazione e la maggiore allo stesso tempo, cioè la più ingannevole mediante la quale il demonio può farci cadere, è quella di credere che siamo qualcuno, che siamo importanti per il mondo e ancora peggio che siamo importanti per il Cosmo e quindi  l’anello principale di questa Storia”. E quasi in uno stridente contrasto un’immagine, una scena s’affaccia alla mia mente… Mentre io scrivevo queste parole Cristo diceva: -“Oh che belle intenzioni ha questa ragazza, come scrive bene..” Ma l'ultimo degli angeli, quello appena arrivato in Cielo ed ..ancora appeso con le spille.., gli dice.. “Ma no Cristo, lei non è carina, guarda quanto è grassa, è peccatrice, commette infinità di errori, per questo motivo nessuno ti parla di lei…” e Cristo gli dice: “Bene, può essere che prima non l’abbia mai notata, ma chi è?” “Cristo, come non sai chi è?...è la segretaria del Tuo stigmatizzato..” “¿Del mio chi? Ma se io ho 180 o 200 stigmatizzati nel mondo, di Quale mi parli?” “Di quello che sta in Italia…” “Ma ho molti in Italia…” “Bene, di Giorgio Bongiovanni- Di chi?…ahhh si di quello.”  
E mi “sigillò” tutto ciò che Giorgio mi aveva insegnato. Iniziarono a passare dalla mia mente ricordi che solo alcune volte ho visto Giorgio con dei potenti, poche volte. Ed uscii dalla bolla nella quale viviamo..
Una notte Giorgio mi insegnò che non siamo nessuno, che non siamo importanti per nessuno e che nessuno si ricorda di noi. Siamo solo quattro gatti che cercano di miagolare all'alba lungo la strada dove passano i camion con le mercanzie. Solo così, solo se accettiamo e comprendiamo la minuzia della nostra umanità potremo occupare il posto che ci compete. Se impariamo ad uscire da questa bolla nella quale ci siamo immersi, dove l'Opera gioca con noi, ma non l'opera del Cristo, perché questa non ha bisogno di noi, bensì l'Opera che c'inventiamo quotidianamente, quella che ci fa credere che abbiamo potere e che siamo tutti nati ai piedi della Croce. Quella che può farmi credere che sono Maria Maddalena, Giovanni, Pietro, che sono… Perché non accettare che sono Erika? Peccatrice, prima incarnazione da essere umano, tanto ancora da vivere, tanto per morire, tanto da imparare…in poche parole molto per tutto..
I potenti non sanno che esistiamo, che gridiamo, che piangiamo, che scriviamo, che accusiamo, per loro non esistiamo, nel frattempo loro agiscono e mentre litighiamo fra noi per i migliori posti nella Storia, loro distruggono. Sapete perché? Perché essi sì sono coscienti di essere stati nessuno in passato e vogliono avere un posto nel futuro ed è qui che ci superano.
Alcuni credono di essere venuti da un altro pianeta in missione, altri si trovavano in Galilea, altri ancora sono eletti e messaggeri, e mentre giriamo nella giostra, essi, i potenti, quelli che hanno il demonio nel cuore, vogliono “essere” ora e per sempre… Che ironia…per questo motivo succede quello che sta succedendo… che ironia, per questo motivo vince l’oscurità. E nonostante tutto. Nonostante abbiamo ancora il privilegio di parlare in un teatro, di dare una conferenza, di scrivere e fare leggere i nostri scritti, nonostante ciò riusciamo ancora ad arrivare al mondo. Come direbbe qualcuno…che bontà questa terra… Dovrebbe vergognarci che molti oppressi, loro si che sono guardati da Cristo, non possano fare questo che sto facendo io adesso: esprimersi. Dovremmo vergognarci dei bambini che questa notte moriranno senza riuscire a plasmare le loro parole di amore, di dolore, di disperazione in facebook o nelle maledette reti sociali, che per il semplice fatto di essere appunto reti già discriminano. Dovrebbe incuterci terrore cosa siamo capaci di fare e di essere. Siamo infami e questa è la Verità dell'Opera, che non siamo niente, solo un sacco di peccatori che si credono di far parte di una Tribù tramontata già duemila anni fa…Finita perché non riuscì a superare questa prova che oggi si ripete…Quella di credersi chiamati, ma non siamo neanche questo…Ce ne rendiamo conto? Non è che molti sono i chiamati e pochi gli eletti…è il fatto che non siamo neppure chiamati per la nostra attitudine. Perché non diamo parola a coloro che dovrebbero averla. I quali non sono noi stessi contro noi stessi, né “eugeniani”, né “bongiovanniani”, né maestri, né eruditi dell'Opera, della Verità, dell'amore, né niente.
A quale fine vogliamo parlare di noi a noi stessi?
Cediamo la parola, l'opportunità agli oppressi, agli emarginati, allo “zero” della sinistra di questo pianeta ma che invece occupano il primo posto alla destra di Cristo, a quelli che soffrono davvero, a quelli che Lui prende nel suo seno ogni notte consolando la loro anima, il loro spirito.  Mi chiedo, fa tanto male che qualcuno non parli di Eugenio o non parli di Giorgio o disubbidisca all’uno o all'altro, alla Madonna ed a tutti i Santi? Fa più male questo che vedere morire di fame un bambino? Fa più male che vedere la terra che sta per esplodere? Fa più male che ascoltare le notizie dei telegiornali?
Non lo credo fratelli, non lo credo davvero…non fa più male che vedere il Cristo ritornare per i nostri peccati. E davvero ci siamo allontanati tanto da Dio, se crediamo di esserci così vicini, che suscita timore, vertigine, e dolore. Tanto dolore che mi vergogno di alzare lo sguardo ed osservare il Cielo.  
Perdona Padre.  
Erika País    
Montevideo (Uruguay) , 21 gennaio 2011