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rosario22011UN SOGNO CHE CI FECE VOLARE IN ALTO
Di  Claudio Rojas Guerra    25.08.2011
Tutto iniziò come un sogno, una possibilità remota e difficile, specialmente per motivi di lavoro e, perché non dirlo, anche economici. Il tempo passa e si avvicina la data dell’incontro Mondiale delle Arche a Rosario, in Argentina e tutti desideriamo parteciparvi. Mentre sognavo il grande evento si è effettivamente presentata la reale possibilità di aderire e quello che in principio era solo un sogno, ora si stava avverando  grazie ad una serie di circostanze e all’aiuto divino tanto invocato.


Arrivare a Rosario per noi ha un sapore meraviglioso. Altri fratelli del Cile (Marco Antonio, Andrea e Yasna), sono arrivati da Montevideo insieme ad altri fratelli dell’Uruguay, tra cui Alicia, Domingo, Loreley e Adriana ed hanno effettuato il viaggio da Montevideo a Rosario con Giorgio Bongiovanni, mentre altri cileni (Carmen, María Cecilia e io) siamo arrivati da Buenos Aires. L’incontro con tutti loro ci ha riempito di gioia, ma allo stesso tempo ha aumentato la nostra ansia. Al teatro incontriamo tutti i fratelli delle Arche di diversi paesi che conosciamo attraverso internet, la radio, le cronache, le e-mail, ecc. Spontaneamente nascono fra noi abbracci carichi di dolcezza e i nostri cuori sembrano fondersi come quando si abbraccia una persona da molto tempo lontana e finalmente ritrovata; è questa una sensazione difficile da dimenticare, non avevamo mai sperimentato prima una fratellanza così profonda e un amore così sincero da elevare le vibrazioni dei pensieri nella stessa direzione. Nessuno è riuscito a trattenere le lacrime per l’emozione all’arrivo di Giorgio con Juan Alberto Rambaldo. Riconosciamo i fratelli italiani che accompagnano Giorgio: Sonia Alea, Sonietta, Lorella Placidi, Pier Giorgio Caria e Antonella  Morelli.
Dall’Argentina ci sono i fratelli provenienti da Rosario, Inés Lepori, da Las Parejas, Carmen de Huertos, da Campana, Paola Becco, da Villa Dolores, da Zárate e da Buenos Aires. I nostri fratelli dell’Uruguay sono rappresentati da Erika Pais e Georges Almendras, mentre i fratelli del Paraguay da Omar Cristaldo  e i fratelli del Cile da Marco Antonio Readi.
Dopo avere tolto i guanti, Giorgio inizia con una preghiera rivolta al Padre e  poi procede con i saluti e ringraziamenti ai presenti e a tutte le Arche del mondo connesse attraverso il collegamento  livestream. Tutti i rappresentati delle Arche salgono sul palco per presentarsi e illustrarci la loro missione all’interno dell’Opera. L’emozione ha contagiato tutti fino alle lacrime mentre ascoltavano i fratelli sul palco.
Seguono parole che vale la pena leggere, meditare e assimilare per prendere coscienza della loro portata.
Giorgio Bongiovanni inizia dicendo:
Il nostro obiettivo non è la perfezione, è l’unione in questa nostra rivoluzione. Gli Arcangeli stanno sperimentando su di noi una nuova situazione per valutare se questo pianeta ha le condizioni per essere ripopolato e quindi essere candidato per una nuova epoca…. una Nuova era. Questo è il motivo per il quale ogni anno quando ci riuniamo dobbiamo essere sempre di più, e rimanere fermi, uniti, militanti e combattenti. Rispondere alla chiamata del Cristo e al Calice della sofferenza per poi non agire significa disattendere le responsabilità assunte.
Sono qui per servirvi….
Un enorme e profondo messaggio divino è consegnato da Lorella con la sua dolcezza quasi infantile che riflette la sua purezza di cuore a Giorgio: “Siamo come i grani del rosario”. È un richiamo all’Unione, ci dice chiaramente che è necessario recitare il rosario quotidianamente in famiglia, come sentitamente richiesto dalla Santissima Madre e dal Nostro Maestro Gesù Cristo. È un solido aiuto per non perdere la strada nei momenti di oscurità sempre maggiori e più forti che culmineranno con l’Apparizione del Figlio del Grande Ingannatore, come si legge nelle scritture (2.8 allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta; Matteo, 24:24 - Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti). Così come per recitare il santo rosario sono necessari tutti i grani, ugualmente tutti noi siamo necessari, uniti e saldi, per permettere all’Opera di Giorgio Bongiovanni di essere forte, solida e impegnata a risvegliare il maggior numero di anime, perché questa è l’Opera di Cristo. Ci siamo riuniti attorno a Giorgio perchè il nostro obiettivo è il Cristo, perché questo è il tempo di Cristo e Giorgio, una “Voce che grida nel deserto”, “Precursore” e Annunciatore di Gesù Cristo è venuto a portare unione tra noi e a guidarci nel cammino. Dobbiamo sentirci privilegiati di essere reincarnati in questo tempo ed essere accanto ad una guida spirituale come Giorgio Bongiovanni, dobbiamo imitare il suo coraggio, la sua forza, il suo impegno, la sua dedizione, il suo incommensurabile sacrificio che difficilmente possiamo realizzare per ora.
Durante gli interventi dei rappresentati delle Arche, con grande aristocrazia e nell’intento di donarci un insegnamento, Giorgio si alza per elogiare il lavoro di Omar Cristaldo e della sua sposa Hilda in Paraguay e ne presenta l’Opera nelle varie attività della Mensa Hijos del Sol (con l’aiuto di FUNIMA International), di diffusione nelle scuole, nelle radio e nelle Tv. Omar ha dato a tutti una grande lezione dei valori cristici della semplicità e umiltà, è un simbolo vivente del significato delle parole “mantenere le mani ferme nell’aratro”.
Erika Pais, da sempre attenta agli insegnamenti del nostro maestro, sorprende sempre più per i suoi interventi verbali e scritti, sempre opportuni. Erika trasmette un grande insegnamento sottolineando l’importanza di inginocchiarsi non solo davanti alla nostra guida, bensì a tutti i fratelli, quelli che si uniscono, si appoggiano, lavorano per l’Opera, si sacrificano, perché costituiscono lo scheletro dell’Opera senza il quale Giorgio non potrebbe sostenere la sua missione di precursore e messaggero della seconda venuta di Gesù Cristo. Con il suo intervento ha richiamato all’unione tra fratelli perché è l’unica via per la salvezza.
Non posso non ricordare il grande impegno di Marco Antonio Readi, il cui cuore non sta nel petto, e Andrea Sánchez, sua moglie, che per partecipare all’incontro hanno posticipato la festa di compleanno del piccolo David Zaid.
I giovani di Rosario, un grande esempio per tutti, grazie alla loro carica e alla vigorosa e creativa energia giovanile, presentano un video di protesta contro la nostra deplorevole umanità e regalano a tutte le Arche una croce che rappresenta il sacrificio di Cristo e il riconoscimento, nella nostra unione, del Suo Amore.
Interviene Hugo Lucas dall’Uruguay con la “Pietra del Corazón”, trovata miracolosamente nella località di Artigas, che racchiude un profondo significato.
Pier Giorgio Caria ha parlato dei più importanti cerchi nel grano, specialmente quelli di quest’anno molto importanti per il significato mistico-spirituale che avvalla i tempi che stiamo vivendo.
Finalmente la parola passa a Giorgio Bongiovanni. Ci sorprende annunciando il collegamento via Skype con Antonio Urzi e Simona Sibilla dall’Italia per approfondire il significato della croce apparsa nei cieli formata da nubi e l’approssimarsi del contatto diretto con gli esseri di Luce del Cosmo che saranno filmati grazie alla loro materializzazione fisica affinchè tutti possano vederli.
Giorgio prosegue mostrando un video della crocifissione di Gesù dal quale emergono due valori:
“Madre... Io faccio tutte le cose nuove”…. disse Gesù-Cristo in quello stato fisico estremamente sofferente a causa dell’eccessiva flagellazione e castigo ai quali fu sottoposto, quasi moribondo con le sue ultime forze, di fronte alla sofferenza di Sua madre a causa del dolore sopportato dal figlio per mano degli uomini. (Matteo, 9:16-17: Nessuno mette un pezzo di stoffa nuovo su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. Né si mette vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano.)
È lo stesso dolore che sente la Madre oggi e che manifesta nelle molteplici apparizioni ai veggenti, perché gli uomini continuano a flagellare Suo figlio nell’oscurità che dilaga nel mondo. 
“Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”..., disse il Maestro: la sentenza è stata la dimostrazione dell’infinito amore per gli uomini, specialmente per gli ingenui che non sapevano quello che stavano facendo obbedendo ad un ordine superiore. Gesù chiede perdono per i due latini, dando l’opportunità al popolo latino di essere il nuovo popolo di Dio, insieme a tutti coloro che lo vogliono nel mondo.
Ci ha parlato del filosofo italiano Giordano Bruno, sacrificato nel rogo per la sua instancabile difesa dei valori cristici. Grande rivoluzionario per la sua epoca, la paura dei suoi aguzzini fu la ragione della condanna. Allo stesso modo, la paura che ha impregnato tutte o quasi le coscienze è la principale causa di molti problemi di questa umanità: la paura non è un valore cristico, ma è portata dall’oscurità, è sinonimo di mancanza di fede: chi ha veramente fede non ha paura.
Per restare “sopra le nuvole” faccio mio il messaggio finale:
La nostra generazione, la nostra civiltà ha avuto l’opportunità più grande perché è intervenuto direttamente il più grande degli esseri, Gesù Cristo. Per questo motivo gli Esseri di Luce sono molto tristi con l’umanità, ma grazie all’intervento diretto di Cristo avremo una nuova opportunità:  la Sua Seconda Venuta, che sarà molto severa perché ci sarà il Suo giudizio.
Se oggi siamo qui è grazie a Lui che ci ha offerto con il Suo sacrificio supremo la possibilità di continuare a vivere: questa croce, questo sangue hanno evitato che il Padre  trasformasse il pianeta Terra in Plutone, un pianeta freddo, ghiacciato. Per questo tutti noi, tutti coloro che si sono incarnati in questo mondo, inclusi i maestri ascesi, dobbiamo inginocchiarci davanti a quei piedi sanguinanti.

Fu Lui, Gesù Cristo, che eliminò le debolezze umane, Lui ci salvò tutti…siamo noi che  dobbiamo donare la nostra vita per i Suoi ideali, se realmente abbiamo compreso  chi è stato.
Con questo messaggio vi benedico e saluto tutti.

Dico grazie a Dio per aver potuto partecipare a questo evento, perché mi sono fortificato nell’unione con i miei fratelli….
Claudio Rojas Guerra
25.08.2011