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nobel100LA PACE È DONNA
Di Mara Testasecca
Sant’Elpidio a Mare, 7 ottobre 2011 – Il Nobel per la Pace 2011 è stato assegnato a due donne africane e ad una yemenita, tre rappresentanti di pace a cui riconosciamo il loro intramontabile impegno quotidiano in rappresentanza di tutte le donne e di tutti i popoli nello stesso giorno in cui ricordiamo il quinto anniversario dell’assassinio della giornalista russa Anna Politkovskaja.

    Prendete nota di questi nomi: Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee, Tawakkul Karman. Sono le vincitrici del Premio Nobel per la Pace 2011, ricevuto in nome della loro lotta non violenta e pacifica per l’affermazione dei diritti delle donne in Paesi ancora lontani dalla realizzazione della parità di genere.
 
    Il premio consegnato oggi ha un valore inestimabile perché ha colto il senso profondo della "rivoluzionaria" e inedita proposta della Campagna NoPPAW www.noppaw.net -
promossa dal Solidarietà e Cooperazione Cipsi e ChiAma l’Africa – che ha proposto la candidatura corale del Premio Nobel alle donne d’Africa che si spendono anche rischiando la vita per i diritti umani, per la libertà, per la sopravvivenza dei figli, per le pari opportunità, per lo sviluppo del territorio locale, contro la guerra, la tortura, gli abusi sessuali, la droga e quant'altro neghi il futuro dell’umanità.
La Campagna, di respiro internazionale, conta dell’appoggio di molte personalità e di artisti, e FUNIMA International l’ha promossa e diffusa specialmente nel fermano con l’appoggio ed il sostegno della Regione Marche, della Provincia di Ancona, della Provincia di Fermo e del nostro Comune di Sant’Elpidio a Mare.

    Un sussulto di gioia mi ha colto, mentre apprendevo dalla radio la notizia dalla plenaria di Oslo che richiama immediatamente al volto di queste tre donne “tre icone che rappresentano tutte le donne, che oggi festeggiano il riconoscimento del loro cammino e impegno quotidiano per la pace! L’Africa che cammina. L’Africa che porta sulle spalle il proprio continente. L’Africa in piedi che guarda avanti verso il futuro.
Un segnale forte che tanto farà parlare di sé e che consentirà di far risaltare le storie di vita di tante altre donne. Ellen, Leymah e Tawakkul hanno scelto e si sono schierate senza se e senza ma in nome della lotta non violenta e pacifica per l'affermazione dei diritti delle donne in nazioni ancora distanti dalla realizzazione della parità tra i due generi.

Toccante è l'impegno della pacifista Leymah Gbowee, che da quando aveva 17 anni (ora ne ha 39) lotta mediante tecniche non-violente per la pacificazione della Liberia. Nel 2002 ha fondato la Women of Liberia Mass Action for Peace, un movimento in grado di unire le donne mussulmane con quelle cristiane. Vestendosi di bianco e grazie all’aiuto della preghiera queste donne cercano di debellare la piaga dei Signori della Guerra. 
Ed è di impatto l'ultimo riconoscimento che è andato a Tawakkul Karman, una delle rappresentanti della primavera araba, la giornalista yemenita fondatrice nel 2005 del “Women Journalists Without Chains” il movimento per i diritti umani che promuove la libertà di stampa nello Yemen. Durante le proteste del 2011 la Karman ha organizzato dei raduni studenteschi a Sanaa, la capitale. In quell’occasione venne arrestata e rilasciata sulla parola il 24 gennaio. Il 17 marzo 2011 è stata arrestata di nuovo con l’accusa di aver continuato a fomentare i disordini. Ieri lei, madre di tre figli era lì, in strada, ha appreso la notizia nel pieno di una manifestazione. Il suo commento: "Dedico questo riconoscimento a tutte le vittime della rivoluzione culturale in atto." Non poteva essere altrimenti.

Quanto sono diventati insopportabili i potenti che la guerra, l'hanno sempre fatta fare agli altri...mi chiedo: quando riusciremo a comprendere che la tanto sbandierata parità tra uomo e donna deve ricondurre all'attuazione di un concetto semplice: l’uguaglianza di ogni essere umano di fronte alla società e ai suoi simili! Viviamo tempi durissimi che registrano la crescita esponenziale dei numeri di morti per fame e sete mentre, notizie di prima mano, vengono tagliate le risorse fino a ieri concesse per la cooperazione internazionale, con tagli così ingenti da far rischiare di non poter portare a termine i progetti avviati.

      Il riconoscimento di Oslo ci sprona tutti ad insistere, a continuare, a mettersi in gioco per tutte quelle opportunità importanti capaci di trasformare i sudditi in cittadini, la plebe in Popolo capace di governarsi, di esprimere le proprie individualità, di affermare la propria dignità.
Il valore sacro della memoria ci riconduce al ricordo di 6 anni fa quanto, il 7 ottobre 2006, la giornalista russa Anna Politkovskaja è stata freddata da quattro colpi sacrificando la su vita per la libertà dell'informazione. Anna, che è stata molto più che una giornalista, ha conquistato la sua libertà di stampa a costo delle minacce, delle intimidazioni e degli interrogatori infiniti, che era costretta a sopportare, ogni qual volta un suo pezzo veniva pubblicato sulle pagine della “Novaja Gazeta”. La sua morte che allunga l'elenco delle vittime falciate via a causa dell'amore incorruttibile per la giustizia sociale e la libertà sono duri colpi alla pace. Sta a ciascuno di noi onorare questi sacrifici e di non vanificare i loro sforzi.

Le idee non possono essere trucidate, perché continuano sulle gambe di altri che si  rialzano e camminano ogni giorno.
Il mio rispetto e profondo e ringraziamento va a tutte quelle donne che continuano a lavorare silenziosamente...affinché siamo padroni dell'oggi e del nostro domani. 


Mara Testasecca
Presidente Ass. FUNIMA International Onlus
   

Spot per le donne africane. Guarda IL VIDEO qui!

http://www.youtube.com/watch?v=mESAH9NQUNk&feature=youtu.be

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