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mexcronica100-2Di Veronica, Adriana, Francisco, Jesus, Alejandro.
Messico D.F 19 agosto 2012
Domenica mattina mi sono riunita con i miei compagni di “Nueva Tierra Mexico” nella città di Toluca per visitare un gruppo di giovani, bambini e adulti che vivono in strada, e portare loro degli alimenti, ma soprattutto la fraterna unione con Dio.
L’appuntamento era in Piazza Garibaldi, una zona dove la compostezza di viale Reforma si mischia alla vendita dei più svariati prodotti e al traffico caotico; zona cosparsa di quartieri ed agglomerazione di persone in spazi ridotti.
Dopo varie vicissitudini, incontrate per arrivare al punto di incontro, ci siamo disposti per condividere coi nostri fratelli gli alimenti che avevamo preparato insieme ai nostri amici ed amiche. Le nostre amiche Verónica e Adriana si sono occupate di riunire le persone che in quella mattina pulivano i parabrezza, facevano acrobazie o vendevano qualche prodotto per sopravvivere in mezzo al traffico domenicale.
Veronica ha iniziato chiedendo ai partecipanti di prendersi per mano e con una preghiera abbiamo reso grazie al Padre che ci ha permesso di realizzare questa opera nel suo nome e nell’imitazione agli insegnamenti che ci ha lasciato.
Poco a poco arrivavano i bambini, le donne e i giovani; tutti loro nonostante provenissero da differenti condizioni di vita hanno manifestato una chiara disposizione a condividere un momento con noi. Abbiamo servito loro bevande e alimenti scambiando impressioni e commentando gli scherzi che loro stessi facevano.
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Mi ricordo di quella esperienza vissuta con il nostro fratello Giorgio quando, nella sua casa, dopo una sanguinzaione dalle stigmate, nel rivestirsi, notò che un raggio di luce filtrava dal soffitto e si trasformava nel corpo vivo di Gesù Cristo, e condividendo il pane con Lui, Gesù gli rispose: “Non dimenticare che dobbiamo mangiare il pane della vita”.
Tristemente potevamo notare che alcuni di questi bambini si drogano inalando solventi o colla, abbiamo così compreso che il compito di queste persone che vivono in strada è doppiamente difficile, perché, oltre a dovere lavorare per ottenere qualche centesimo e comprarsi da mangiare devono guardarsi dai malintenzionati, e per questa ragione ci hanno detto di essere tutti armati con coltelli o lame. A dispetto di tutto abbiamo iniziato la convivenza con queste persone. Qualcosa ha richiamato la nostra attenzione durante la convivenza: mentre stavamo mangiando, si è avvicinato un giovane che non aveva niente a che vedere col gruppo. Questo giovane ben vestito e pulito, il quale veniva chiamato "Paco", dialogò con alcuni di loro per diversi minuti ed era ben ricevuto dagli stessi. Questo mi incuriosì e non potei evitare di domandare chi fosse quel giovane e cosa volesse da loro. Quindi lo fecero chiamare e lo portarono fin dove stavamo noi e ci presentammo.
“Paco” ci raccontò la sua storia, come molte appartenenti a loro, e che per noi e per il resto della popolazione passano inosservate, ma che ci hanno commosso nell’ascoltarli e incoraggiandoci a proseguire, storie di vita di valori e di coraggio.
Questo giovane visse, convisse e si drogò per molto tempo con loro in strada, un fatto che pare non avere niente di anormale, perché così sono abituati a vivere in questi posti. Dopo anni di vita in questo modo, alcuni di loro decisero di realizzare una peregrinazione alla Basilica di Guadalupe col fine di visitare e chiedere forza alla nostra cara Vergine di Guadalupe. Una volta finita la visita si diressero presso la loro comunità, ma Paco era sotto gli effetti della droga e ad un incrocio pedonale fu travolto da un veicolo rimanendo sotto allo stesso. I suoi amici lo davano per morto ma fu portato in un ospedale dove rimase in coma per 15 giorni. Grazie a Dio e alle preghiere dei suoi amici potè salvare la vita.
Ritornando da un stato di morte ad un nuovo ciclo di vita, che ha saputo sfruttare grazie alla misericordia di Dio, ora ha un impiego, non si droga più, si rivolge ad una comunità cristiana, aiuta persone che vivono in strada, li incoraggia a lasciare le droghe, conversando con loro infonde coraggio e li invita a partecipare alla comunità religiosa. E’ per questo motivo che è ben caro e ben accolto tra loro; lo abbiamo invitato cordialmente affinchè partecipasse alla condivisione degli alimenti, ma viste le sue attività ci disse che si dirigeva verso la comunità cristiana e che era solo di passaggio salutando ed invitando i suoi amici ad uscire dalla situazione in cui si trovano. Lo salutammo con profondo rispetto ed una grande ammirazione rendendo grazie a Dio per essere testimoni di tante gloriose testimonianze prodotte dalla grande misericordia di Dio.
Un altro di loro, un lucidatore di scarpe, si offrì gentilmente e gratuitamente a pulire le nostre scarpe, così lo fece. Benché non si aspettasse alcun compenso, ma solo in segno di gratitudine, gli offrimmo lo stesso un paio di monete. Un altro giovane ci disse che doveva lavorare dall'alba al tramonto tutti i giorni perché aveva 3 figli da mantenere, che vanno già a scuola, cosicché doveva vestirli, alimentarli e sostentarli.
Oggi abbiamo invitato al nostro tavolo alcuni fratelli meno fortunati, condividendo un pezzo di pane e dell’acqua per nutrire il corpo materiale, ma il nostro compromesso e la nostra mèta sarà portare e far conoscere loro il pane che scende dal cielo. Quel pane che ci dà vita eterna e del quale mangiandone non avremo più  né fame né sete, perché è il pane che rimane e che non è solo il cibo di un giorno.
Queste persone che vivono e si guadagnano da vivere per strada, semplicemente hanno smesso di essere invisibili per noi, e l'indifferenza diventa preoccupazione quando comprendiamo che il nostro contributo è minimo e che ci sono molte più cose da fare, che oltre ad alimentare il fisico dobbiamo alimentare i nostri fratelli in maniera spirituale, fortificando la fede e promuovendo la comunione con Dio.

Veronica, Adriana, Francisco, Jesus, Alejandro.
NUEVA TIERRA MEXICO.