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calice100Di Erika Pais
Il pullman dondola soavemente, una carezza che invita a dormire. Ma i miei pensieri frullano nella testa, idee, sentimenti, azioni, parole, strilli acuti di realizzazioni dettate dall’amore. Artigas è la mia destinazione, dove concluderemo il ciclo di incontri del 2012, iniziato a novembre, con una forza travolgente capace di scuotere le pietre: la convinzione di assimilare un messaggio.
Il mio ultimo viaggio in Italia ha significato molto per me, un cedimento sottile nel mio modo di vedere e sentire questa grande Opera che ci accomuna. Comprendere la sostanza eterea di ciò che NON è stato detto mette a nudo, di fronte alla tua anima, gli impegni MAI rispettati, le debolezze NON superate, le METE non raggiunte e il tempo buttato via in vaghi ed effimeri momenti, in cui ci crediamo parte esponenziale di qualcosa, che in realtà ci sovrasta. La nostra vicinanza a Giorgio, il pensare o sentire che lo avremo con noi eternamente, tante volte ci sommerge in un assonnato viaggio verso l’interno del nostro ego sovralimentato. O peggio ancora, il nostro errore involontario di anteporre i nostri sentimenti e pensieri alle finalità di questa Opera, è un viaggio quasi senza ritorno dalla mano di Caronte.  Poco a poco, la tentazione che il maligno manovra con astuzia ci avvolge con i suoi tentacoli, sottoforma di soavi carezze, che ci inebriano in frenetiche danze operative; in cui crediamo di fare ciò che Dio vuole da noi e di mettere in pratica la Giustizia, in realtà stiamo rispondendo ai desideri del nostro ego.
Arma a doppio taglio, perché operativamente e da sottile imprenditore, il Cielo in apparenza espande la Sua voce tramite noi, ma la nostra anima realmente si mimetizza nell’egolatria più contumace. Così, come una goccia che fende la roccia, allo stesso modo si anchilosano questi vizi nei nostri cuori, che ci induriscono e ci allontanano dai fratelli, ci rubano la capacità di gioire di una carezza, un abbraccio, una barzelletta, un’esperienza di fratellanza, un balsamo per l’anima dolcissimo per tutti. Ci allontanano da quelle ragioni per le quali alcuni Esseri sono venuti a riscattarci da questo mondo, che non ci appartiene più. L’amore intrinseco, pieno, viscerale, istintivo, che non risponde a logiche né a strutture di potere, di comando o di ordine, l’amore non condensato né manipolato dal campione scientifico del cerebro macchina.
Siate UNITI, ripete Giorgio una e mille volte. Siate UNITI ripetono questi Esseri che con amorevole disperazione ci parlano tramite il nostro Maestro e Fratello. Ma cosa significa e fino a che punto ci trasporta? Qual è il contenuto reale, quantico e segreto inciso in queste due parole? Un’energia vibratoria fluisce dal suono prodotto nel pronunciarle e scuote le tenui tende che ci separano dall’Olimpo, dalle stelle, dall’universo, da qualunque punto dell’infinito.
Tante volte ho visto Giorgio, portatore dei Segni Divini, un messaggio che riguarda il messaggio stesso, salire su un palco o presentare nell’intimità altre persone che avevano esperienze mistiche; a volte molto simili, altre quasi opposte. Sempre mi sono chiesta il perché, sempre ho celato questa azione, assumendola come azione umana e concreta, ma senza intravedere i motivi, ristretta nei parametri sottili del velo di maya. Molti ne confondono a volte il significato, semplicemente perché lo vedono come una storia da approfondire, altri la prendono con apatia. Nella penombra della conoscenza, la domanda scuote ardente e le forti grida di dolore della conoscenza emergono con veemenza. Il patto, il terzo Patto così atteso, tante volte menzionato, il sangue che scorre sul corpo di colui che dovrebbe essere Servito, ma che tuttavia Serve, è il punto di unione di tutte quelle forze, quei segnali, i richiami, le preghiere; dovrebbero  Servirlo  coloro che nel Suo nome sono attorno a lui.  Dovrebbe essere amato e compreso da tutte quelle anime portatrici di un messaggio, perché Lui è il messaggio in eterno, perché è di Giorgio il Patto offerto da Cristo.
La necessità di trasmettere il messaggio a tutte quelle persone che ancora non hanno voluto avvicinarsi a quanto trasmesso da Giorgio, forse a causa dei pregiudizi, mancanza di impegno o per  le ragioni più diverse, ci ha spinto a strutturare un tipo di conferenza dove il dubbio e la curiosità conquistino quelle anime che civettano con la conoscenza, ma che non vogliono caricare la parte della croce che corrisponde loro.
Animati da questo sentimento e presi dalla dinamicità di questi tempi, abbiamo organizzato una conferenza su vari temi particolarmente profondi, ma che contemplano l’ABC del contatto extraterrestre, i segni in Cielo e in terra, le profezie Maya, il Ritorno di Cristo e l’azione attiva nella società in cui viviamo, attraverso il messaggio del nostro Maestro Giorgio Bongiovanni.
A completare il tutto, vi è il segno che forma parte di questa Opera, un segno molto chiaro: “La Piedra del Corazón de Artigas” (La Pietra del Cuore di Artigas), la quale ironicamente o forse semplicemente, come un ulteriore strumento donato dal Cielo, custodisce al suo interno, da circa 130 milioni di anni, iscrizioni che ricordano il Maestro; accompagnate da parole in aramaico caldeo come ANAJNU (noi) o ALA, la J , la C, altre leggende e simboli. Non possiamo non ricordare alcuni annunci riguardo una pietra scartata, che invece custodiva in sé qualcosa che Cristo, per mezzo dei Suoi elementi minerali, ha voluto lasciare sulla Terra in eterno: “Vi assicuro che se loro tacciono, grideranno le pietre per me” (Luca cap. 19, vers. 28-40). “La pietra scartata sarà la pietra principale del mio edificio” (Matteo, cap. 21, vers. 42-43).  “Mostratemi la pietra scartata, quella è la chiave del mio ritorno, tutto proviene da me e in me ogni cosa si compie” (Vangelo apocrifo dell’apostolo Didimo Juda Tomasso, 66-67).
Non è un caso che questa pietra formi parte della nostra Opera. Dunque, siamo qui per portare ai cittadini dell’Uruguay un messaggio chiaro di UNITÀ e l’eco della voce di Giorgio: “Siate Uniti, Siate Uniti, solo così vincerete, solo così”.
I diversi contattati e programmati che si avvicendano di fronte al pubblico, supportati da proiezioni video, dimostrano che il messaggio non è nuovo. Sebbene oggi si vedano centinaia, migliaia di contattati e pseudo contattati, mistici e pseudo mistici, maestri e pseudo maestri, grazie anche al facile accesso ad internet ed alla possibilità di arricchirsi di concetti, di credere che siamo profeti, trasmettere il messaggio celeste 40 o 50 anni fa era difficoltoso e richiedeva impegno nel migliore dei casi, nel peggiore addirittura poteva costare la vita. Ed ecco il nostro omaggio e il nostro rispetto, a questo punto della conferenza, nei riguardi degli Esseri che hanno gettato le basi del cammino che adesso percorriamo. I segni, la posizione della Chiesa, la relazione dei segni con il Ritorno di Cristo e il modo di portare avanti il discorso che Giorgio incarna nell’essenza, completano il messaggio.
Abbiamo lasciato la pietra per ultimo, per fendere nel cuore del pubblico la dolce daga della responsabilità. Ricordo le parole di Giorgio: “il diritto ad ascoltare che avete oggi si trasforma in responsabilità di trasmettere”. Con uno sforzo sovraumano ci siamo impegnati a portare questo messaggio in tutto il Paese, in ogni località e città già visitate precedentemente insieme a Giorgio e in quelle che ancora non hanno mai ascoltato la sua parola. Tre conferenze a Montevideo, una a Maldonado, Florida, Shangrila, Melo e per finire Artigas, sono il frutto di un mese di lavoro. Oltre 500 anime hanno ascoltato il messaggio, certamente non nuovo come contenuto, ma  rivoluzionario nel modo di presentarlo.
Rivoluzionario come l’Essere che ha risvegliato in me questa passione, questo fuoco, questo modo di vivere con dignità, gli anni della mia vita nel mondo. Prima degli ultimi due viaggi, Melo a 300 km e il giorno seguente Artigas a 600 km, c’è stato un incontro speciale e il sangue si è nutrito di quella linfa vitale che elimina le impurità. La conoscenza perenne di chi viene ad offrirci il Terzo Patto, quello di Fuoco, affinché dopo averlo compiuto, se e solo se,  verrà Colui che ha promesso di non lasciarci orfani. Questa è l’unica ragione per cui la Sua Opera è quella che è, per la quale il Suo sangue viene ancora versato per noi, perché il Suo messaggio è intriso di dignità vera, di lotta sociale, immediata, Giusta ed eterna. Per questa ragione è amato ed odiato allo stesso tempo, e non condivide la poltrona del potere mistico con coloro che hanno accumulato milioni vendendo specchietti di tutti i colori, viola, giallo ed altri. Purtroppo la Fede è stata trasformata in materia di commercio, lucro, istituzionalità e tante altre cose.  Essa in mano ad alcuni poveri di spirito ha creato un campo fertile in cui riversare le proprie aspettative emozionali, affinché si sviluppino.
Ma con Giorgio tutto è diverso, egli con la sua denuncia scomoda provoca la reazione, inclusa quella del più convinto, di possedere doni Divini e di rispondere ad una missione donata dall’Alto, che fugge ingiuriando e attaccando tutto ciò che lo sovrasta. Siamo noi, tuttavia, quelli che lo seguono dovunque da tempo, quelli che nell’errore logico ed umano e a causa delle nostre debolezze, impregniamo ironicamente l’Opera di queste vestigia oscure, seminate da arcaiche istituzioni religiose e spirituali. Siamo noi ad avere timori infondati e a proteggere la responsabilità affidataci come se fossimo parte di un partito politico, come se ostentassimo cariche di potere e non fossimo parte  semplicemente di organigrammi di operatività. Siamo noi che scegliamo i fratelli di prima, seconda e terza classe. Siamo noi a marcare le differenze come se fossero insuperabili e con un capriccio diabolico chiudiamo i nostri cuori. Siamo noi che ci rendiamo vittime delle incomprensioni, ancora peggio, che pensiamo e riteniamo erroneamente di dover difendere l’Opera dai nostri propri fratelli. Pensiamo con sottile errore, che se uno o l’altro facendo una determinata cosa potrebbe pregiudicare l’Opera, questo nuocerebbe anche a Giorgio... E questo pensiero mi fa ricordare la sua voce che mi dice: “Erika, finché avrai respiro trasmetti, vivi e condividi, perché IO non ho bisogno di essere protetto dai miei fratelli. Nessun fratello mi farà del male, ci saranno tradimenti, debolezze, ma nessun fratello è mio nemico, e allora non ho bisogno di essere protetto dai miei fratelli. I miei nemici sono là fuori: la mafia, l’anticristo, ma mai, mai un fratello”. Allora, se non è Giorgio che contamina i gruppi con concetti arcaici e degni di cupole secolari, perché farlo noi che diciamo di amarlo?
Tutte le arche del Sudamerica, o quasi tutte, si sono date appuntamento per ascoltare la Voce tramite collegamento skype, per condividere  momenti degni di essere scritti nei libri dei tempi. Molti hanno colto l’occasione per fare delle domande sugli eventi contemporanei e sulle distinte profezie, tanto attuali in questo momento. Giorgio ha risposto pazientemente ad ogni domanda, ma ad un certo punto, con un  richiamo ben soppesato, ci ha chiesto perché preoccuparsi tanto di coloro che parlano di ciò che accadrà, se lui ha già citato tre elementi fondamentali verso i quali concentrare la nostra attenzione. Un futuro e prossimo contatto massivo con i fratelli delle stelle, il Ritorno di Cristo e gli eventi anche catastrofici che precederanno la Sua Venuta. Guerre, tsunami, violenze e allo stesso tempo molti segni saranno il nostro pane quotidiano e nel corso di questi eventi, avremo la consolazione di rimanere uniti. “Cristo ha promesso che non un solo capello ci sarà toccato, ma non ha promesso che non avremmo sofferto”. Parole molto giuste, profonde che ti gelano l’anima. Perché continuare a cercare fuori, perché servire diverse cause allo stesso tempo se è come piovere sul bagnato. Giorgio incarna nel Suo Corpo i segni ben chiari e precisi di Colui che riunisce sotto il Suo manto ogni evidenza. Sembra che non lo vediamo, corriamo dietro ai veggenti, contattati, mistici, profeti per poi dire ‘Giorgio crediamo in te’. Ma se credessimo in lui, comprenderemmo che non possiamo servire il servo ed il padrone allo stesso tempo...
I Suoi segni rappresentano IL SEGNO dei segni, il suo messaggio è IL MESSAGGIO dei messaggi, la sua presenza ancora tra noi è la consolazione promessa. Ogni giorno che trascorre insieme a noi, annunciando Colui che verrà, è un giorno in meno che abbiamo per incontrarci, prepararci; tuttavia, stiamo ancora a chiederci cosa succederà, se un meteorite, un asteroide, l’esperienza di questo, i messaggi dell’altro…  E’ come andare a chiedere ad un rabbino qualcosa sulla teologia, quando Cristo è seduto a tavola con noi.
“IO SONO IL CALICE DELLA RIVOLUZIONE CRISTICA”…, silenzio tra le persone che ascoltavano, per assimilare il significato di queste parole… Sembrerebbe dire: Vengo ad abbattere le barriere che vi opprimono, a far germinare dentro di voi la lotta per un mondo nuovo, la forza per proteggere i giusti, il sapore dolce e amaro della Giustizia e la devozione quasi monarchica verso il senso della dignità.
Dignità, parola tanto usata, tanto citata, ma così poco compresa…
La Dignità è il valore che Giorgio dimostra ogni volta che sale su un palco per gridare che la Giustizia è prossima, ricevendo urla e applausi da una moltitudine divisa.
Alcuni festeggiano, altri accusano e lui stoicamente, lì fermo, con un microfono come arma, grida la giustizia ai quattro venti, piaccia o no.  Mentre noi ci lamentiamo o piangiamo per le responsabilità che ci tocca affrontare o perché un fratello non ci ama, non ci ascolta, non ci ubbidisce, Giorgio percorre il Paese cercando il modo di sostenere l’Opera... tutto questo è DIGNITÀ.
Poi si prende due ore per ascoltare le nostre domande, se i tre giorni di oscurità accadranno prima, dopo o cose simili, quando lui ha detto tutto, tutto e molto di più, ciononostante, con amore paterno, continua ancora a parlare a tutti.
Il Calice del fuoco eterno, il rivoluzionario cristico, Colui che porta la spada, l’Eterna fiamma che alimenta i cuori e accende il fuoco Sacro. Corpo vivente, corpo ardente, corpo folgorante, voce di tuono, grida di pietà, perdono amorevole e la coscienza di cento fuochi, cento anni, cento albe, mille vite, molti tradimenti. Non c’è futuro nell’orizzonte umano e vale di più scegliere la divulgazione, prima ancora di dare da mangiare ai nostri figli. Perché se abbiamo Fede, il Cielo ci darà il nutrimento fisico per loro, ma mai ci darà quello spirituale se dubitiamo, se ci conserviamo qualcosa, se non diamo tutti noi stessi per annunciare con un grido di Guerra che Cristo è Pronto a Ritornare. Prima di questo, ancora due situazioni saranno le nostre compagne di viaggio. L’inesorabile contatto con queste civiltà sorelle e gli eventi naturali che sempre di più, poco a poco, eroderanno tutto ciò che oggi consideriamo risorse naturali; comode e sontuose proprietà dove vivere senza preoccupazioni e la struttura sociale che oggi guardiamo come specchio di noi stessi e con desiderio di possedere. Con Libertà Cristica, quella libertà che si sente se non sei legato da responsabilità, da favori ricevuti, che possiedi se nel tuo agire rispondi soltanto alla tua anima che ti spinge con travolgente disponibilità. Giorgio spiega il concetto di Libertà vera, di liberazione, di lotta sociale, di invidia e di quelle sottili piccole cose delle nostre miserie umane che fanno la differenza. Se vogliamo continuare ad essere militanti e trascendere oltre, non potranno smuoverci mai il sentimento del possesso. Con una magistrale e semplice spiegazione, comprendiamo perché tante cause giuste sono morte nel tragico destino della megalomania umana. Se non siamo ispirati dai valori sociali e cristici, che in realtà sono una sola cosa, allora semplicemente ciò che vogliamo è il Potere di chi ti governa, ma ispirato solamente da un sentimento di egoismo e di invidia, che determina un fallimento totale.  Se invece ci caratterizzano l’altruismo, i valori e l’amore verso il prossimo, la disponibilità e principalmente il non possesso, possiamo veramente, perlomeno, immaginare di essere capaci di costruire una società giusta, ispirata a queste civiltà e meglio ancora fondata sugli insegnamenti cristici.
Dobbiamo ricordare che le arche sono un esperimento extraterrestre, tutto ciò che siamo capaci di sviluppare sarà la conferma, o no,  di meritare un mondo nuovo, il regno promesso.
Un’altra sera è trascorsa, oltre 200 persone desiderose di sapere sono accorse alla conferenza, svoltasi nella città di Artigas, durata circa tre ore.  Nemmeno per un momento mi ha abbandonato nella mente, nella mia anima, nei miei ricordi e in tutto il mio essere, il ricordo di questa bellissima riunione di qualche giorno prima; dove la Luce del Sud, che abita dall’altra sponda dell’Oceano, ha preso forma e voce e si è aperto per noi il Libro della Vita. Prendete di questo fuoco, Calice dell’Unione, tutto ciò che desiderate; allora alcuni prenderanno effimere parole che sazieranno le curiosità, altri le trasformeranno in azioni ed esempi di vita, e altri berranno il fuoco eterno della rivoluzione cristica. State attenti.
Erika Pais.
20 dicembre 2012.