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Cristo100Di Maria José Lastra
Da alcuni mesi, alcuni collaboratori che da tempo seguono e portano avanti l’opera dello stigmatizzato Giorgio Bongiovanni in Cile, curano un programma radio dal titolo "Verdadera Justicia" (Vera Giustizia), e più volte hanno espresso il desiderio d’intervistarlo.

Purtroppo i numerosi impegni di Giorgio non sempre gli permettono di esaudire le numerose richieste di partecipazione ad interviste e conferenze, come lui invece vorrebbe. Ma finalmente ieri, lunedì 14 settembre, l’intervista tanto attesa si è concretizzata.
 
In studio erano presenti i conduttori del programma ed alcuni stretti collaboratori: Claudio Rojas, Marco Antonio Readi, Luis Ayala, Jose Antonio Bustamante, Carmen Alegre, che hanno manifestato la loro gioia di poter finalmente ascoltare in diretta le parole di Giorgio, vero ispiratore del programma e portatore del Messaggio Celeste che tramite lui viene trasmesso all’umanità.

Claudio introduce Giorgio manifestando la loro profonda gioia di averlo come ospite, spiegando che sono 7 mesi che parlano ai radioascoltatori della sua opera nel mondo e che sono circa 7.000 le persone in ascolto. Una gradita sorpresa.

Giorgio ringrazia i suoi fratelli e compagni nella lotta: “Siamo un gruppo rivoluzionario a livello mondiale che propone idee, messaggi ed alternative ad un sistema che manifesta giorno per giorno il proprio fallimento. Migliaia e migliaia di bambini che soffrono e muoiono… È il frutto di un’umanità malata. Noi pretendiamo con umiltà ma anche con determinazione di offrire alternative positive. Una rivoluzione senza armi, con la stessa forza e determinazione dei rivoluzionari che in passato hanno sacrificato la loro vita per un ideale nuovo”.


Racconta un po’ della sua storia, della sua stigmatizzazione avvenuta a Fatima 26 anni fa e di come da allora diffonde nel mondo un messaggio mistico spirituale strettamente legato alla Madonna di Fatima e alla Seconda Venuta di Cristo.
“Faccio tutto il possibile per difendere gli ideali di solidarietà e di giustizia, cerchiamo di lottare contro la corruzione, contro le mafie, perché sappiamo che le grandi criminalità organizzate sono la causa dei mali del mondo”.

Claudio dice che in questo momento è come se ci fosse una bomba pronta ad esplodere e ci sono diversi detonatori, come ad esempio la Russia che interviene direttamente in Siria, le prossime esercitazioni militari della Nato Trident Juncture, Putin che interverrà all’Onu il 15 settembre… la guerra non dichiarata tra Usa e Cina… in poche parole, diverse scintille che potrebbero scatenare un conflitto armato.
Giorgio risponde: “Hai illustrato perfettamente la situazione, la politica internazionale sta delineando quello che tu hai spiegato, una preparazione per la terza guerra mondiale. I grandi potenti si stanno rendendo conto che l’umanità sta reagendo e che i poveri che hanno un’ultima possibilità di sopravvivere stanno dando vita ad un esodo biblico. Milioni e milioni di persone si stanno precipitando massivamente in Europa, pagando con la propria vita… La massa umana del sud del mondo ha compreso meglio di noi che sta per iniziare la terza guerra mondiale e fanno il possibile, per salvarsi la vita. Salgono su barconi che li porteranno verso un’utopica salvezza, mentre trovano solo la morte prematura.
I grandi potenti stanno organizzando la terza guerra mondiale, perché il capitalismo, la globalizzazione e soprattutto la spiritualità, hanno fallito. Il mondo è imploso, gli stessi grandi potenti dell’economia sono in crisi e c’è uno scontro indiretto, per adesso, tra USA e Cina, ed io includerei anche la Russia. Questi potenti vivono sotto il dominio dell’anticristo… Per me siamo alla fine dei tempi. Cristo nel vangelo, nel cap. 24 di Matteo indica i segni dei tempi prima del Suo arrivo”.

Viene chiesto a Giorgio di parlare della giustizia divina, l’ira di Dio. Il concetto che prevale nei cattolici e nella gente in generale è che Gesù tornerà con Potenza e Gloria ma anche con grande Misericordia. E quindi sarebbe conveniente rimarcare alla gente come mai si rende necessaria l’ira di Dio: “L’ira di Dio non è necessaria, è animata e causata dall’uomo. È lui che sfidando Dio, la Sua creazione, deridendo il Creatore, uccidendo le Sue creature Lo offende, quindi l’uomo quasi “impone” a Dio di scatenare la Sua ira. Non è una vendetta di Dio, è un equilibrio necessario che Dio impone con la Sua autorità per riarmonizzare il caos, la confusione, la distruzione che l’uomo compie contro la natura e contro se stesso. Infatti la definiamo ira divina, che non è un sentimento umano. In questo senso si rende necessaria, affinché quelli che soffrono, i perseguitati, i bambini, migliaia di milioni di persone possano respirare libertà, giustizia, diritto di vivere…”

Dallo studio chiedono cosa vuole trasmettere Cristo a tutte le persone in ascolto, cosa dovrebbero fare per essere trovati con le mani sull’aratro?: “Le persone che ci ascoltano devono avvicinarsi di più a Cristo, conoscerlo di più, perché non lo conosciamo. Ogni famiglia ha un Vangelo nel cassetto, accanto al letto, ma non conosciamo Cristo, o lo conosciamo molto poco, allora io chiedo di leggere il vangelo, il passo glorioso di Cristo, soprattutto l’amore che manifesta, la fraternità e il senso della giustizia. Il Suo cammino, i Suoi insegnamenti, semplici e facili da capire, conoscerlo non tanto nella teologia ma nell’azione. Tutti, bambini ed anziani, possono capire che Gesù era un personaggio unico, perché difende il povero, accusa il potente, fa miracoli, manifestando un’autorità che potrebbe distruggere il mondo e invece si lascia arrestare, torturare. Dice ai Suoi discepoli cose che per noi sono contro natura: ‘Non usare la violenza se usano violenza contro di te, porgi l’altra guancia, ama i tuoi nemici…’, sentimenti che vanno contro l’istinto umano, che pretende giustizia prima per se stesso… Questo Dio che si lascia crocifiggere, che perdona i Suoi amici che lo tradiscono, ci offre un’opportunità per cambiare. Ma Cristo non è debole…, anche se ha scelto la sofferenza, la morte e la resurrezione un giorno ritornerà e farà una grande selezione…  Avvicinatevi a Cristo. Se tutti lo conoscessero meglio il nostro mondo cambierebbe. Il problema è che non vogliamo avvicinarci molto, perché significa lasciare tutto, i nostri averi, le nostre idee di consumismo, egoismo, materialismo… Ci viene offerto un Cristo comodo, un Cristo che è vicino ai dittatori, che da la comunione ai violenti, che è amico dei potenti, ma non è Cristo, è il demonio".

Quindi avvicinatevi di più a Gesù, pero al vero Gesù.
Una delle persone in studio ricorda a Giorgio che durante la sua visita in Cile, sei anni fa diceva che vedeva l’umanità in un grande caos sociale, e lo stiamo vivendo, un gran caos economico, guerre in tutto il mondo, forse una guerra mondiale, crisi delle borse mondiali… e chiede fino a quando continueremo a toccare il fondo e quando riusciremo a vedere la luce una volta per tutte…: “Non so fino a quando, ma so che questo è il tempo della Seconda Venuta di Cristo che potrebbe ritornare oggi stesso, prepariamoci, più i tempi saranno terribili, più prossimo sarà il Ritorno di Cristo”.

Proprio durante quel viaggio Giorgio si recò a Peñablanca, dove il veggente Miguel Angel Poblete vedeva la Madonna durante la dittatura di Pinochet. Anche se la Chiesa non ha riconosciuto questa apparizione, c’erano prodigi, sanguinazioni dalla testa, apparizioni di navi, diversi miracoli diffusi anche dalla stampa internazionale. Il caso fu noto anche in Italia e lo stesso Eugenio Siragusa ne parlava: “Nonostante le contraddizioni che si verificarono in seguito con il veggente stesso, io mi sentì chiamato a recarmi sul posto. Infatti ricevetti un messaggio dove la Madonna mi chiedeva di realizzare un documentario con le sue apparizioni più importanti per diffondere il messaggio di Fatima e la Seconda Venuta di Cristo. Oggi questo documentario è disponibile per chi lo vuole vedere”.

Riguardo la folla di migranti che sta arrivando in Europa, Giorgio spiega che …
“L’Europa non ha fatto assolutamente niente per questa gente, solo dopo che il corpicino del bambino Aylan è stato messo in copertina in tutti i giornali del mondo, i primi ministri europei, ipocritamente, hanno deciso di accettare gli immigrati. Una menzogna! Lo hanno fatto per qualche giorno e sono entrate alcune migliaia, ma ci sono milioni… e stanno chiudendo nuovamente le frontiere. L’Europa si sta comportando come i nazisti, anzi peggio, perché ha prosciugato la linfa vitale di questa povera gente, usurpando loro il territorio; le compagnie italiane, tedesche, francesi, inglesi, olandesi, portoghesi, spagnole, ecc. hanno succhiato il sangue del territorio africano, il petrolio, i diamanti, l’acqua ed altre materie prime. Hanno collocato al potere dittatori sanguinari per annientare i loro propri fratelli. E l’Occidente ha le sue aziende nei territori da dove proviene questa gente.
Questa è Europa. Solo se tutti gli europei diranno mea colpa, mea massima colpa… e ritorneranno indietro tutte le ricchezze che gli hanno rubato, eviteranno che la spada di Dio si abbatta su di loro”.

Claudio cita la giovane giornalista uccisa in Colombia, e chiede cosa possiamo fare noi. Giorgio risponde che lui purtroppo non ha nessun potere, lui è una voce che grida nel deserto, nient’altro. Non può evitare che il mondo sia distrutto, può soltanto dire che il ragazzo di Nazareth ritornerà e risolverà tutto…

Viene chiesto a Giorgio un messaggio di speranza per chi si affaccia per la prima volta a questo messaggio: “le persone che hanno trovato il cammino del Cristo, devono essere felici dentro, gioire di avere accanto chi li ama e parlare con il sorriso al mondo dicendo che siamo eterni, che la morte non esiste, che il mondo non finirà e sarà stabilito il Regno di Dio, come ha promesso Cristo. Chi è onesto, sostiene i giusti, divulga la verità di Cristo, deve essere felice, e dare speranza. Il mio messaggio è positivo. La morte non esiste”.

Rispondendo ad un’ultima domanda su come la sua esperienza spirituale, le stigmate, abbiano influenzato la sua vita, Giorgio risponde: “Non sono di questo mondo, non è cambiato niente per me, se non avessi avuto le stigmate avrei comunque fatto quello che sto facendo, avrei gridato nel deserto, perché sono venuto in questo mondo per questo. Avrei comunque parlato di Cristo, dei fratelli del Cosmo… non sapevo che avrei ricevuto le stigmate, un segno che mi sento onorato di portare nella mia vita. Ho abbracciato questa vita ancor prima di avere le stigmate, da quando avevo 13 anni”.

Con queste parole si conclude l'intervista e Giorgio saluta tutti affettuosamente con la promessa di parlare presto nuovamente alle anime del popolo cileno.

Maria José Lastra
15 Settembre 2015