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martincardosoDi Martín Cardoso

“Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili”.
Bertolt Brecht  

Dedicato a Giorgio nel 26º Anniversario della sua Stigmatizzazione e nell’Anniversario del suo Compleanno (2 e 5 Settembre 2015).   

Il Segno  

Sin da quando ero piccolo guardavo instancabilmente il cielo alla ricerca di qualche segno. Intuitivamente ed inconsciamente, quella ricerca mi ha accompagnato nella mia infanzia, nell’adolescenza, intensificandosi ad ogni alba e tramonto degli albori della mia gioventù. Quando finalmente mi sono laureato ed ho iniziato a lavorare a bordo delle navi mercantili, non c’era giorno che non scrutassi il cielo, all'orizzonte, nella lontana costa, nell'azzurro elettrico dell'oceano o nell'oscurità della notte, nelle sue stelle… dovunque. In poche parole, in attesa di qualche segno, di qualcosa che non sapevo bene cosa fosse.   

A volte effettivamente vedevo cose concrete, come nel lontano 1988 sulle spiagge di Santa Cruz e nello stretto di Magallanes, dove vidi delle balene morte arenate in spiaggia, un triste segno che denunciava già allora tutte le miserie di un'umanità sull’orlo della perdizione. Ricordo anche una lontana notte nel mezzo del Nord Atlantico (Agosto 1989) quando nell’osservare il colore rosato della Luna prodotto da un'eclissi, la mia anima tremò ricordando un segno delle profezie… "e la luna si tingerà di sangue". Nei giorni precedenti avevo visto un film "Il Settimo Sigillo" dove l’aspetto più sorprendente era la presenza di tutti gli avvenimenti contenuti nell’Apocalisse di Giovanni, ma la società continuava a non vedere alcun Segno. Quella notte è rimasta profondamente impressa dentro me.   

Poteva essere vero che l'Apocalisse era in corso… senza riconoscerne i segni? Quella domanda mi assaliva.  

E pensare che, senza saperlo, pochi giorni dopo, più precisamente il 2 Settembre del 1989, si verificò a Fatima un Segno, un Miracolo che non avrei potuto comprendere in quegli anni, come non sarei riuscito neanche a comprendere quest’Opera tanto rivoluzionaria. Ma almeno, seppure addormentato, sognavo.   

Lungi dal poter comprendere, al contrario, in quegli anni vivevo un'intensa solitudine che mi portava ad isolarmi da una società che nel più profondo del mio essere non sentivo mia, ma alla quale non mi ribellavo, perché era la “fede dei miei”, perché “avevo studiato e lavorato per essere parte di questo sistema” che io non credevo né ipocrita né bugiardo, come in realtà è. Forse perché “niente mi era mai mancato” (e ringrazio infinitamente il Padre), ma fondamentalmente il motivo che non mi permetteva di ribellarmi era il grande inganno di cui ero vittima da un lato e l'ignoranza dall'altro, poiché non conoscevo la Verità, quella verità che sappiamo essere il cammino verso la tanto sognata e ambita Libertà.  

Continuavo la mia vita tra l’esteriorità da un lato, mentre dall’altro ero immerso in una ricerca interiore, senza capire bene cosa stessi cercando. In questo divenire il Cielo mi benedisse facendomi incontrare Ana, mia moglie, e dopo con i nostri figli Emilia e Ramiro. Ci furono dei profondi cambiamenti nella mia vita, smisi di navigare per iniziare una nuova vita accanto alla mia famiglia. Riuscire a trovare lavoro in terra ferma non fu per niente facile né semplice, ma con la Fede in Dio ci riuscii, seppure, ad essere sinceri, con molto sacrificio. Tuttavia, nonostante i cambiamenti e gli anni trascorsi, interiormente continuavo a sentire sempre la stessa solitudine, nessuno poteva capirmi, poiché io avevo “tutto” per i parametri di questa società. Posso affermare senz’altro che una moglie e dei figli sono una vera compagnia, ma io non mi riferivo a questo.  

Gli anni trascorrevano, i miei figli crescevano ed anche la mia speranza che loro avrebbero vissuto una vita migliore della mia, perché “quel qualcosa” che mi mancava non mi lasciava vivere tranquillo. Nonostante la grande benedizione della mia famiglia, in qualche angolo della mia anima io continuavo nella ricerca di un Segno.   

Un giorno del 2007 intuì che un Segno Vivente era giunto nella mia vita. Un Segno tanto intenso che, confesso, ancora oggi non sono riuscito ad “iniziarmi” completamente alla sua Verità. Ma il Segno atteso era arrivato e con Giorgio è arrivata l’Aquila Dorata, La Tribù dei Due Giovanni. A quel punto tutto iniziò a cambiare nel mio universo, profondamente e definitivamente, ancora una volta.   

Confesso anche che i miei oltre 40 anni di resistenza interiore non costituivano una sufficiente preparazione per accogliere e realizzare La Verità. La profonda trasformazione e la marcata accelerazione dei tanti cambiamenti necessari a portare avanti l’impegno nel tentare di accompagnare Giorgio, da parte di tutte le sue Arche, di ognuno dei nostri fratelli, hanno lasciato il segno dentro me. Niente è stato lineare né magico, ma piuttosto impegnativo, ottenuto lottando e sacrificandosi, incarnando l'Opera stessa. E nonostante avessi conosciuto La Verità, e incominciato a spogliarmi delle mie cose, che oramai non potevano più accompagnarmi in questo cammino, ero consapevole della distanza tra i Valori Cristici ed il "mondo" che io mi ero creato per sopravvivere, e questo ha generato in me, con il passare degli anni, una crisi difficile da superare. Anche se sembra incredibile, questo mio racconto fa parte di questa cronaca. Perché il nostro viaggio profondo, bello, spirituale e fraterno in Italia ha avuto inizio diversi anni addietro. Senza sminuire il mio vissuto e quanto ho imparato all’Arca di  Rosario, che apprezzo e per cui ringrazio profondamente il Cielo, questo viaggio è stato un nuovo invito alla crescita, trovare il Segno che uno sogna è una cosa, ma imparare a camminare al suo fianco è un'altra.    

Ed è così che mi ha trovato questo Anno Domini 2015, quando il Segno in persona mi ha fatto questo bellissimo invito. Non potevo crederci, improvvisamente tutte le porte si sono aperte ed ogni ostacolo è scomparso, affinché potessi viaggiare a Sant'Elpidio a Mare insieme ad Ani, mia moglie. Adesso che sono ritornato alla mia quotidianità, posso dire che i viaggi hanno un valore magico nelle esperienze vissute, se si riesce ad apprezzarle. Incontrare persone le cui vita, le azioni, le voci riflettono il cammino cercato, ti porta a cercare di imitarli almeno in alcune cose.  

Desiderosi di viaggiare e con gioia siamo arrivati in Italia, all’Arca 3, il 27 agosto 2015, una data che ci ricorda Eugenio Siragusa e che coincide con la data di nascita di mio padre, deceduto un anno fa. Un giorno significativo.  

L'arrivo a Roma e l'incontro ed abbraccio con Oscar che era venuto ad accoglierci, ha segnato l’inizio di quei giorni in cui la magia dell'Opera ha cominciato a dispiegarsi su di noi. Durante il tragitto l’autobus ha fatto una sosta e quando ho chiesto ad Oscar dove eravamo, per mia sorpresa ha risposto ‘vicino a L'Aquila”. Ho pensato che l'Aquila era in qualche modo sempre presente nelle nostre vite. Già durante il nostro viaggio da Rosario, la nostra città, all’Aeroporto di Ezeiza-Buenos Aires, avevamo visto un uccello molto simile, dopo una tormenta molto forte che quasi ci faceva perdere il volo. Vedere questo volatile ci ha tranquillizzati in quel momento.

In un altro viaggio che avremmo fatto nei giorni a venire a La Verna e a Gubbio, avremmo avuto un altro segno con Marco e Tino, che racconterò più avanti. Mi piacciono le Aquile, le amo.  

Mara ci aspettava alla fermata dell'Autobus di Sant'Elpidio per condurci all’Arca. Abbracciare Mara era come abbracciare i fratelli di tutte le Arche del mondo, tale è il rispetto che sento per questa donna, è una questione di onore.  

Arrivare ad Arca 3 era la realizzazione di un sogno, la profonda storia, la quercia… Carmen, María José, Vanesa, Eleonora, Stefano, Lara, Pier Giorgio, Susi, María Eugenia e Georgina sono stati i primi ad accoglierci, chiedo perdono se dimentico qualcuno. Qualche minuto di condivisione per poi andare a casa delle Gemelle e di Carmen, che abitano nel centro storico di Sant’Elpidio a Mare; accolti affettuosamente anche da María Eugenia che abita con loro.

Da lì la nostra permanenza è stata un susseguirsi incredibile di avvenimenti e momenti intensi, per i quali voglio umilmente ringraziare tanto Giorgio ed ognuna delle persone con cui li abbiamo condivisi e che hanno dimostrato verso Ani e me un profondo e sincero amore.      

Sabato 29 agosto era un giorno molto speciale, Giorgio, insieme ad alcuni fratelli, si sarebbe recato a Piazza Armerina-Sicilia. Prima del collegamento skype con Giorgio all’Arca 3, ho aiutato ad allestire i tendoni per il 5 / 6 settembre. Ho conosciuto molti fratelli ed è stato realmente divertente grazie alla spensieratezza e buona predisposizione di tutti, ricordo specialmente Flavio Ciucani per le sue battute che facevano ridere tutti noi.   

Tutti conoscono l'esperienza vissuta a Piazza Armerina raccontata da Giorgio quel pomeriggio stesso, credo sia un altro Segno trascendentale che ha scosso l'Opera e le nostre vite, un Segno molto forte. La chiamata interiore della Madre Celeste sentita da Giorgio di recarsi nella casa di un veggente e di sua sorella, dove Lei si manifesta attraverso Lacrime di Sangue, nel Cuore della Sicilia, dove era nato anche il padre di Giorgio, e quelle Gocce di Sangue sul suo gilet, hanno rappresentato di certo un Segno manifestato dalla Nostra Madre. Un segno per l'Opera in tutti i suoi aspetti, qualcosa che commuoverà un giorno la Sicilia ed il Mondo, se ancora non ci saremo resi conto di tutto ciò che sta accadendo. Anche Sonia Alea, Sonia Tabita ed Antonella hanno ricevuto dei segni che sicuramente hanno un profondo significato per loro ed anche per tutti noi.   

Non posso non citare il bellissimo regalo che abbiamo ricevuto io ed Ani, tra tanti altri, quando Eleonora, Stefano, Vanesa, Georgina, Carmen e Maria Eugenia ci hanno accompagnato la domenica alla spiaggia del Monte Conero, un posto bello, pieno di Sole, acque tranquille e trasparenti. Una bellissima domenica di sole, proseguita ancora la sera a casa di Mara, dove ci siamo riuniti a cena con Juan Alberto, Alejandra, Jorge e Pili appena arrivati a Sant'Elpidio. Una gioia incontrarci ancora con Sonia Alea, Sonia Tabita, Aaron, Barbara e Giovanni. Abbiamo anche conosciuto Mauro che ci ha riservato una caldissima accoglienza. E naturalmente Oscar era sempre al servizio di tutti, senza mai lasciarsi aiutare. Una cena allegra e fraterna che si è prolungata fino a tarda notte.  

Il lunedì 31 e martedì 1 Settembre, l’Arca 3 è stata teatro di febbrili attività per prepararsi ad accogliere tutti i fratelli che sarebbero venuti da tutta l’Italia, alcuni erano già arrivati, per condividere insieme quelli che sarebbero stati dei giorni indimenticabili. Non posso dimenticare di citare i miei amici Karim e Jamil, anche loro ospiti come noi a casa delle Gemelle. Giovani dell’età dei miei figli, di cui ho apprezzato la forza contro l’ingiustizia, la loro intelligenza ed educazione. Ci commuovono Veramente i Giovani delle Arche. Mi sono identificato in loro con grande gioia.    

Mercoledì 2 Settembre AD 2015 - Grazie di Esistere!  

Io non sapevo che il 2 Settembre è considerato l’inizio di un nuovo ciclo in Europa. Qui in Sud-America è molto diverso, quasi tutto è diverso. Conoscere questo piccolo dettaglio mi ha dato alcune risposte interiori, quelle che richiedono tempo per maturare ed essere comprese a fondo, ma è stato molto significativo per me. Significativo come credere che Cristo fa nuove tutte le cose.  

Ora che mi trovo a scrivere con il desiderio di raccontarvi, sento che non trovo le parole giuste per esprimere l'importanza del momento vissuto, solo un dettaglio ed un riconoscimento: ricordo che quel giorno mi sono soffermato sull’esempio di vita che ci dà Lorella, con la sua vita, il suo affetto, semplicità, allegria e sacrificio verso il prossimo. Non era la prima volta che lo pensavo, ma essendo l’anniversario del 2 Settembre ciò assumeva una nuova dimensione.

Un significato speciale ha avuto anche la Comunione di quella sera ed il Messaggio di Giorgio quando ha nominato ognuno dei fratelli impegnati nell’Opera in questo suo 26º Anniversario dalla ricezione delle stigmate di Nostro Signore Gesù-Cristo, che ricordano la Passione Regale del Golgota.   

Personalmente credo che Giorgio sia stato contento quella sera, nel ricordare tutti i fratelli che lo hanno accompagnato in questi anni, nel bene e nel male, lungo il suo percorso di sacrificio ed impegno. Credo che per qualche istante abbia potuto gioire dei frutti di oggi, nonostante quello che è andato perduto lungo il cammino e tutti i momenti difficili che dovranno ancora venire. Scusate la mia ignoranza, sono semplici pensieri.   

Ritengo che siano stati momenti che la nostra Madre Celeste abbia regalato a Giorgio. Un regalo anche per le persone che come me hanno avuto l'Onore di essere presenti quella sera. Un nuovo ciclo si è rinnovato nell'Opera e forse in ognuno di noi; il tempo sarà testimone.   

Penso che la Comunione di quel giorno abbia lasciato in noi una fiamma accesa e rinnovata nel Calice Vivente della Comunione Cristica. Una fiamma che si alimenta e reagisce solo quando agiamo con convinzione e vocazione di servizio per il prossimo.   

Giovedì 3 Settembre AD 2015 - Aylan Amore Mio!  

È difficile e triste spiegare il lacerante dolore provato da Giorgio il giorno che il Padre ci ha mostrato ancora una volta il volto dell'anticristo e dei suoi seguaci, forse anche il silenzio di molte anime. Il messaggio scritto da Giorgio “Hanno ucciso Dio" è chiaro, troppo chiaro, scaturito dal dolore dell'Universo. Ricordo anche le parole di Erika. Credo che lei si sia fatta interprete del sentire di tutti i fratelli delle Arche. Grazie Giorgio per resistere a ciò che noi non saremmo nemmeno in grado d’iniziare, so che nonostante l'orrore che hai provato – ero a fianco a te quel giorno – nemmeno per un istante hai smesso di offrire a tutti noi la tua amicizia, rispetto ed affetto, come soltanto i grandi sanno fare nei momenti difficili. Valori che sono un tesoro per tutti gli Aylan che soffrono ed hanno sofferto l’ingiustizia nella propria carne.      

Venerdì 4 Settembre AD 2015 – Viaggio al Monastero Cisterciense / La Santa Casa di Loreto, e compleanno delle gemelle Varini.  

Anche Venerdì 4 settembre i fratelli si sono prodigati con la loro energia, buon umore e mezzi a disposizione per portarci all’Abazia di Chiaravalle di Fiastra. Siamo partiti insieme ad Alejandra, Juan Alberto, Pili, Jorge, Ornella, Fermín, Diego, Maria Eugenia, Antonella, Ani e Flavio, che ci faceva da guida. Sobria e con un passato ricco di storia e fede. Da lì abbiamo proseguito per la magica Loreto, per visitare “La Santa Casa di Loreto” e l’immagine della Madonna che porta il suo nome, Padrona degli Aviatori del mondo. Avevamo la certezza che niente era stato mai casuale e Giorgio avrebbe confermato più tardi che la presenza della Vergine e la Casa di Loreto sono un altro Segno del Cielo nella nostra Opera. A Loreto il Cielo parla della Realtà Extraterrestre in modo molto chiaro per chi vuole ascoltare, com’è esplicito anche il dipinto all’interno della Cappella costruita attorno a La Santa Casa, dove è possibile vedere nitidamente dipinti i mezzi di trasporto degli Angeli di ieri, Extraterrestri oggi. Ringrazio profondamente Flavio di averci raccontato la storia con quella passione che lo guida quando la Madre Celeste è la Protagonista dei nostri incontri e della nostra Unione.  

Sabato 5 Settembre AD 2015 – Conferenza all’Hotel Royal di Fermo e Compleanno di Giorgio  

Il giorno ha albeggiato con una pioggia torrenziale. A mezzogiorno sono arrivati quasi tutti i fratelli dell'Italia. Un pranzo veloce all’Arca 3 per poi spostarci tutti all’Hotel Royal di Fermo, dove si sarebbe svolta una nuova conferenza per annunciare e preparare il Ritorno del Nostro Signore Gesù-Cristo.   

Ricordo le parole di Mara in difesa dei Bambini e della vita, la bellissima testimonianza di Sonia de Marco dopo il suo recente viaggio in Paraguay ed a Salta-Argentina dove, rappresentando la Funima International, ha donato tutto il suo amore e consolazione ai bambini a cui sia Omar e Hilda in Paraguay che Ramón a Salta, insieme a tanti fratelli e sorelle, cercano di dare un futuro tra la desolazione di un sistema che li emargina; un altro chiaro segno di un tempo duro ed eroico allo stesso tempo.    

Ricordo anche la bellissima esposizione di Flavio Ciucani il quale ci ha raccontato il ruolo della nostra amata Vergine Maria come annunciatrice del Ritorno di suo Figlio, e la delicata missione che Lei ha affidato a Giorgio il 2 Settembre del 1989 accompagnandolo fedelmente e fermamente, un fatto che ancora suscita in me meraviglia.    

Quindi Pier Giorgio ci ha mostrato lo stesso cammino Celeste della Dama Vestita di Sole che Flavio ci aveva illustrato dal punto di vista delle Scritture, dell’Arte e dell’Iconografia Cristiana, ma con un approccio diverso, quello dei Codici lasciati dalle antiche civiltà Sumera, Assira, Egizia ed il suo sincretismo Cristiano, che associato agli attuali Segni Celesti espressi attraverso i Cerchi nel Grano, manifesta già la presenza invisibile ed il prossimo ritorno visibile del Nostro Maestro e Signore Gesù Cristo insieme a sua Madre ed i suoi Angeli.   

In seguito, è stato come se La Madre avesse dato ancora una volta la parola a Giorgio il quale, portando il Sangue di Cristo, ci ha parlato in Sua rappresentanza, cercando di sintonizzare le anime presenti con i Suoi insegnamenti e con la necessità di lavorare a favore della vita, guadagnandoci in questo modo l'opportunità di aspettare Nostro Signore con le mani ferme sull'aratro. Le domande del numeroso pubblico presente hanno dimostrato che le Anime che accorrono a Giorgio sono fratelli che cercano di avvicinarsi alla Verità, di risvegliarsi alla Verità.  

Di ritorno ad Arca 3, si sentiva molto forte l'Allegria degli oltre duecento fratelli e sorelle venuti a festeggiare insieme il compleanno di Giorgio. Credo che il Cielo abbia fatto un regalo a tutti, non so come esprimerlo, ma i tendoni ed i tavoli sistemati per l’occasione sono stati testimoni di un altro momento magico. Ani ed io eravamo seduti allo stesso tavolo di Paola e Gilberto di Buia con i quali abbiamo sentito subito una forte affinità ed amicizia come se ci conoscessimo da sempre, un po' più in là Valter, che ho avuto l’onore di conoscere in Paraguay, e praticamente tutta l’Arca di Pordenone, è stato un inno alla vita in ogni tavolo ed in tutti i presenti, tutti molto vitali e divertiti.

Giorgio ha nominato tutti di nuovo, credo fosse il suo modo di abbracciare ognuna delle Anime che egli cura personalmente. Le canzoni di Tino mi hanno emozionato, così come mi ha emozionato la presenza di ognuno dei presenti, dovrei nominarli tutti, perché tutti fanno parte di questo ricordo e sentimento, scusatemi se non lo faccio.   

C'è un particolare personale, come personale è questo racconto, che desidero citare: il culto dell'amicizia che si scambiano Giorgio, Manu, Enzo e Tino, i quali si conoscono da bambini o quasi adolescenti, ed il modo in cui mantengono inalterato quel legame al di là delle distanze, le difficoltà, vincendo tutti gli ostacoli e rispettandosi sempre. È un bellissimo esempio di vita. Ho potuto constatarlo in quei giorni e voglio rendere onore all'Amicizia con queste parole.   

Domenica 6 Settembre AD 2015 - Sfera di Luce a forma di Cuore e Riunione Spirituale con Giorgio ed i Fratelli di tutta l'Italia.  

Un altro giorno molto speciale. Appena arrivati all’Arca con Ani, neanche il tempo di salutare tutti i fratelli, ci dicono che Antonio e Marco stavano filmando un’astronave. Avvicinandomi alla quercia sono stato testimone della sfera di luce sospesa in aria mentre Antonio e Marco la filmavano. La bella sorpresa (e messaggio secondo me), è stato quando Antonio ci ha mostrato con la sua camera l'immagine ingrandita dell’oggetto e ciò che a prima vista sembrava una sfera era in realtà un Cuore di Luce che gli Esseri Angelici ci regalavano, un altro chiaro Segno dal Cielo alla Terra. Un'esperienza meravigliosa che ci ha avvolto tutti di una bellissima energia.  

Dopo pranzo si è tenuta la Riunione Spirituale, colorata dalle esibizioni dei Bambini dell'Opera che si sono espressi in tutta la loro allegria, spontaneità, amore alla vita e grazia, che ha alimentato ancor di più il clima fraterno che si respirava. Anche Sonia Tabita e le bambine del movimento giovanile ci hanno regalato le loro canzoni ed esibizioni. Le testimonianze di Antonio e Simona, di Enzo Ranieri. La figura di Eugenio Siragusa sempre presente e le parole di Giorgio tramite skype a tutte le Arche del mondo che c’insegnavano cosa ci chiede il Cristo in questo momento, hanno fatto vivere a tutti i presenti un giorno Cristico sulla Terra. Ritengo di non essere stato pienamente cosciente in quel momento della grande Benedizione elargita dal Cielo tramite Giorgio in quel giorno, su tutti noi.  

Lunedì 7 Settembre Viaggio al Monte La Verna ed Arca di Gubbio. Il sentiero delle Stigmate (I)       

Un nuovo giorno di Sole c’illuminava e benediceva come preludio di una nuova giornata intensa come le precedenti. Siamo partiti con 4 macchine dalla casa di Giorgio verso Gubbio, insieme a Tino, Flavio, Enzo e Marco che ci avrebbero fatto da guide. Ani ed io in macchina con Tino e Nena, ed il loro figlio Simeone, il quale ci ha sorpreso per maturità ed educazione nonostante la sua età. Le nostre chiacchierate ci hanno permesso di conoscerci di più, il che si è rivelato un’esperienza indimenticabile. Una breve sosta a Gubbio per coordinare con i fratelli dell’Arca la nostra sistemazione si è trasformata in un altro momento di spontanea allegria. Velocemente siamo partiti per il Santuario Francescano del monte La Verna, luogo dove San Francesco ricevette le Stigmate. Un’aria fresca ha accolto tutti noi, 15 fratelli e sorelle, ognuno dei quali sentiva di vivere un'esperienza personale e collettiva allo stesso tempo. Un momento di comune sintonia, di grande sensibilità, almeno per chi scrive.  

"Lo Spirito dell'Opera", come io lo definirei, ci ha accompagnato ad ogni passo, ogni parola, ogni pietra su cui abbiamo camminato, in ogni memoria di San Francesco. Come ad esempio nella pietra-grotta dove soleva dormire, nella grotta dove ricevette le Stigmate, nel pendio della montagna dove il demonio lo tentò di lanciarsi, ma dovette andare via a mani vuote di fronte alla resistenza del Sacro Fratello. L'imponenza della natura da una parte ed il Segno delle Stigmate dall’altro, rimasto indelebile per chi riesce a vedere con il cuore.         

Con una carezza nell'anima siamo risaliti in macchina per fare ritorno a Gubbio. Abbiamo attraversato una piccola località molto bella, ai piedi di un monte; percorrevamo una strada in mezzo ad un bosco, e ho visto chiaramente un’Aquila che volava vicino ad appena un paio di metri sopra il suolo! Ho esclamato con sorpresa e Tino, che era concentrato nella guida, è riuscito a vederla sparire tra gli alberi. Mi ha colpito sia il posto dove l’avevamo incrociata che la colorazione marrone-rossiccio delle sue piume. Alla prima fermata in una stazione di servizio, ancora sorpreso, ho cercato di commentare il fatto con tutti. Marco ha detto che secondo lui era un Segno che i fratelli dello Spazio ci manifestavano per dirci che sono sempre presenti, ed abbiamo ricordato che durante il viaggio da Sant’Elpidio a Gubbio un Falco aveva sorvolato sopra di noi lungo l’autostrada. Il suo volo maestoso era stato un regalo.

Arrivati nella bella città di Gubbio, siamo prima saliti fino alla parte più alta della montagna dove sorge la Basilica di Sant’Ubaldo. In un clima di gioiosa fratellanza, abbiamo appreso la storia di questa città e del suo sacro Patrono che lasciò viva una tradizione iniziatica attraverso i suoi miracoli per coloro che sono pronti ad accoglierla.

Uscendo dalla Basilica abbiamo vissuto un altro momento molto intenso con il Sigillo dei Due Giovanni Marco ci ha mostrato il posto esatto dove lui per primo, ed in seguito insieme a Francesca, aveva avuto un contatto diretto con un’astronave di luce, una risposta ed un Segno ad una sua richiesta. Perdonami Marco se non racconto esattamente i fatti accaduti, non avendoli annotati al momento, ma voglio trasmettere lo Spirito delle tue esperienze. Sentivamo presente lo spirito di Eugenio Siragusa, perché Marco e Francesca hanno conosciuto e sono entrati a far parte dell’Opera attraverso Eugenio, i suoi insegnamenti, il suo spirito. Quanta emozione nel ricordarlo.  

Siamo scesi in città e siamo andati direttamente a vedere la statua di San Francesco ed il Lupo.  Tino ci ha raccontato che il volto di Francesco apparve in visione all'artista, perciò quello che vedevamo era il vero volto di Frate Francesco. Di fronte, in una piazza, Marco ci ha mostrato il punto esatto dove Francesco incontrò il lupo e lo addomesticò, arrivando ad un accordo con lui: pentirsi del suo comportamento ed accettare amichevolmente il cibo che gli abitanti della città gli avrebbero dato in cambio, con la promessa di non uccidere più nessun animale domestico o delle fattorie, come invece stava facendo con un istinto feroce ed assassino. Il lupo gli chiese perdono e visse in libertà senza attaccare più nessuno, nutrendosi di quello che gli offrivano. Una bella storia.  

Abbiamo visitato una piccola e bella cappella sita a qualche metro da quel luogo e siamo andati alla bella e giovane, così come i suoi membri, Arca di Gubbio. Si sentiva forte il calore e la fratellanza. Un piccolo dettaglio: ho voluto accompagnare Marco a dare da mangiare al suo lupo che ha allevato da piccolo. Un bellissimo esemplare. Vederlo ed accarezzarlo è stata un’altra esperienza che non posso non raccontare. Più tardi abbiamo cenato insieme e si è creata una bella atmosfera grazie alle parole di Enzo, Tino e Flavio su Eugenio e la sua Opera. Un grande regalo per chi ha abbracciato l’opera in una tappa quasi finale, se così si può dire, e molto operativa, ascoltare esperienze vissute da chi era accanto Eugenio in quel momento e poi successivamente ha affiancato Giorgio fino ad ora. Le testimonianze ascoltate non sono state un caso, sono grandi insegnamenti. Il momento era così magico che nonostante l'ora ed il viaggio di ritorno da affrontare, nessuno voleva tornare a casa. Come ho detto all’inizio: un giorno pieno di Sole.  

L'emozionante saluto con ognuno dei membri dell’Arca, un sigillo di amicizia, ed un ritorno sereno e tranquillo a Sant'Elpidio a Mare.  

Martedì 8 Settembre. Viaggio a San Giovanni Rotondo e San Padre Pio. Il sentiero delle Stigmate (II)       

Ancora una giornata radiante di sole, come quella precedente, ci siamo dati appuntamento sotto casa di Giorgio, il tempo di prendere un caffe espresso prima della partenza, destinazione San Giovanni Rotondo insieme ad Enzo e la sua famiglia, che avrebbero proseguito il viaggio fino in Sicilia insieme ad Oxana, In un'altra macchina Tino insieme ad Alejandra, Juan Alberto, Ani e  me. Sonia e Mara ci hanno salutato con grande gioia augurandoci buon viaggio, cosa che effettivamente il Cielo ci avrebbe regalato.  

Compito non facile trovare parcheggio nella città che ha ospitato Padre Pio per tanti anni. San Giovanni Rotondo attrae molte persone per ovvie ragioni. Mi è rimasta dentro l’impressione che alcune anime si rechino sul posto con idee che possono differire radicalmente dalla natura di un guerriero di Dio che aveva le Stigmate di Cristo. Comunque il mio pensiero non vuole essere un giudizio, non ho diritto e non sono nessuno per farlo. Voglio solo esprimere l'impatto nel vedere la Fede mercanteggiata, che è stata la mia prima impressione. Ma d'altra parte ho percepito la vera essenza: fare uno stupendo viaggio accompagnato da fratelli dell'Opera che mi hanno fatto sentire bene e mi hanno permesso di percepire la vera natura attorno a Padre Pio. Loro ci hanno guidato e mostrato ogni luogo dove è vissuto, dove confessava ed incontrava coloro che andavano da lui, e dove realizzò anche dei miracoli. Ci sono stati due momenti molto speciali in questo percorso: quando ci siamo trovati ai piedi del crocifisso dove Padre Pio ricevette le Stigmate e sotto un altro crocifisso dove qualche anno fa altri fratelli dell'Opera hanno vissuto un'esperienza mistica, proprio nello stesso luogo, momenti da condividere che si sentono dentro il cuore.  

Era arrivato il momento di salutarci con Enzo, la sua bella moglie, suo figlio ed Oxana che facevano ritorno in Sicilia, con la gioia interiore di aver condiviso momenti speciali vicino a Giorgio, agli amici e fratelli all’arca sia nei giorni precedenti che in questi ultimi due giorni di viaggio che hanno consolidato ancora di più il nostro legame fraterno. Ricordo che Enzo ha detto una frase che non dimenticherò mai nella mia vita e cercherò di portarla come un vessillo interiore quando avrò bisogno di forza per andare avanti: “Il Progetto del Padre per le nostre Vite è viaggiare, stare insieme, conoscere, condividere, imparare, crescere, vivere in comunione”. Cose che in fede dico di aver vissuto. Enzo ha aggiunto che nel mondo viviamo così a causa delle nostre scelte sbagliate come umanità, per non aver scelto Cristo, ma a noi è stato mostrato cosa vuole realmente Il Padre per le nostre vite. Parole molto profonde piene di Sole. Grazie, grazie mille.     

Insieme a Tino, Juan Alberto, Alejandra ed Ani abbiamo fatto ritorno a Sant’Elpidio, gioiosi interiormente, con una breve sosta per cena.   I giorni dopo hanno seguito la scia di quanto fin qui raccontato, ascoltare i magistrali discorsi di Pier Giorgio Caria che con estrema pazienza si è dedicato a noi ogni volta che lo abbiamo cercato per insegnarci le verità che i fratelli dello spazio gli hanno trasmesso, sono profondamente grato di questa esperienza.Chi cerca trova e questo è stato un vero viaggio di ricerca e di incontro. Emozionante, molto emozionante di certo.    Un viaggio che mi lascia una riflessione, un insegnamento tante volte ascoltato ma poche volte messo in pratica: il passaggio dalla ricerca individuale di un Segno ad un cammino insieme ai fratelli, avviene solo quando si realizza che si apprende con il prossimo e per il prossimo.  Un viaggio dove ho incontrato le Stigmate e tutte le opere frutto del sacrificio del suo sangue, troppo per me.  Insieme ad Ani invio un abbraccio fraterno e ringrazio Giorgio, e tutti i fratelli delle Arche di Italia e di tutte le Arche del mondo.  Martín Cardoso

Arca Lily Mariposa
Rosario, Santa Fe, Argentina.
15 Dicembre 2015