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LA SCELTA DI SEGUIRE CRISTO
Di Giorgio Bongiovanni

Lo spirito è eterno ed è la vera identità del nostro essere. Il cervello funge semplicemente da trasmittente che lavora sul corpo. La scelta è ciò che noi siamo chiamati a fare di fronte a Cristo. Nel caso del nostro gruppo spirituale la scelta di servire l’opera è un impegno di vita e di morte, perché seguire Cristo non è una passeggiata, a differenza di altri cammini spirituali, che garantiscono felicità, priva di qualunque sofferenza, ma facendo così ingannano. Quello non è Cristo, è il diavolo. In questa società per lottare e ottenere giustizia non puoi non soffrire. La strada di Cristo è la strada della sofferenza, non intesa come cinismo o masochismo, ma come sofferenza nella lotta, nella battaglia dei più ricchi contro i più poveri, i miserabili. Quella è la battaglia di Cristo, dove la nostra scelta sarà coronata dalla gloria di Gesù che vincerà con l’autorità, con la forza e con la giustizia, ma finché non arriverà il giorno in cui apparirà con la Gloria dal cielo noi dobbiamo seguire le quattordici stazioni della croce: frustate, cadute, corone di spine, sputazzate, persecuzioni, etc. Nella strada del Vangelo la felicità deve essere interiore. Molto spesso siamo tentati e ci chiediamo perché le cose vanno male, perché stiamo soffrendo ed abbiamo sempre difficoltà, dimenticando che quella è la strada di Cristo. Se noi ricevessimo applausi, gloria nei teatri o negli stadi, se fossimo accolti con le rose o con biglietti da cento euro che piovono dal cielo, se io mi presentassi vestito di bianco, con i calzari e le stimmate in compagnia di Bush, Obama o il Papa, dinanzi ad uno stadio pieno di centomila persone che gettano banconote, mentre voi, miei discepoli, li raccogliete felici con i cesti... quella non sarebbe la strada di Cristo, ma dell’anticristo. La strada di Cristo è l’umiltà, la semplicità, l’incomprensione, la persecuzione, il sacrificio, non possedere niente, avere sempre problemi. Dov’è il segno della nostra vittoria? Nell’unione, nella solidarietà, nel trionfo della giustizia, nel difendere una causa giusta fino alla morte, nei segni che vi appaiono, che porto nel mio corpo. La vittoria sta nel non essere compreso dalla società, deriso o seguito da pochi; dove il potere ti odia e nessun Papa, Presidente, capo di stato o capo mafia siederà mai vicino a te. Questo è seguire Cristo e questa deve essere la nostra scelta.
Dopotutto, noi siamo stati graziati dalla Santa Madre, perché nonostante le difficoltà e il non essere compresi, non stiamo vivendo quello che hanno vissuto gli apostoli. Qualcuno di voi è stato mai incarcerato o arrestato? Vi hanno forse frustato nella schiena, messo una corona di spine, avvelenato o sparato contro? No, e la maggior parte di noi fratelli delle arche, stiamo bene e non ci manca niente. Dov’è la persecuzione? Certo, abbiamo dei problemi, ma sono niente di fronte a ciò che Gesù ci chiede per seguirlo. Noi dobbiamo ringraziare ogni giorno la Santa Madre ed il Suo infinito amore se non siamo perseguitati, se non è stato tolto il pane dalla bocca ai nostri figli, se malgrado tutto stiamo ancora lavorando, permettendoci di seguire Suo Figlio, perché se dovesse essere come Lui ha detto, per seguirLo dovremmo non avere niente ed essere perseguitati o uccisi, invece il Suo infinito amore permette che non ci accada nulla. Per questo motivo richiamo spesso i nostri fratelli e me stesso a non lamentarsi, essere felici e fare tutto il possibile. La nostra scelta nel momento in cui abbiamo detto ‘si’, di voler seguire questo cammino, deve essere totale anche a costo della vita, in caso contrario è una scelta non scelta.
Palermo 1 novembre 2012