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“IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO”
“Il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno”
Matteo, 24:35
a Lorella Placidi Con il mio amore e la mia ammirazione

Il tempo è oggi.

È oggi perchè Lui, l’Unto, l’Eletto, cammina ancora tra noi folgorando l’essenza del risveglio, portando luce all’oscurità, tramutando l’ignoranza in conoscenza, aiutando la redenzione del pianeta, servendo la luce.
Il tempo è oggi, non domani.
Perchè i Cieli e la Terra passeranno, ma allo stesso modo delle parole del Maestro il suo cammino su questa Terra non passerà mai. Si, parlo di Lui, di Giorgio, dell’essere che da quattordici mila anni imprime la sua impronta nella storia di questo pianeta. Lo stesso essere che porta nel corpo le Stigmate Sacre, con tanto dolore e tanto amore. Colui che non riusciamo a riconoscere a causa della nostra arroganza, ma che crediamo di poter giudicare con la nostra superbia.

Il tempo è oggi.
Perchè oggi, la penosa marcia dell’umanità verso l’abisso, ancora riceve la consolazione della grazia
divina. Siamo ancora in tempo per risvegliarci e liberarci dai comportamenti che ci sommergono
sempre di piú nella confusione materiale e ci allontanano dalle leggi della fiamma eterna.
La legge è onnipresente ed eterna: tutto sa, tutto vede.
È la stessa legge che indica il cammino e guida i piedi sanguinanti e dolenti del Suo Inviato, il quale,
avvolto da un corpo di uomo, ci invita con la sua quotidiana sofferenza a cambiare, a lasciarci dietro i
vecchi schemi, ad ubbidire e a compiere finalmente quanto ci è stato ordinato di fare duemila anni fa.

Il tempo è oggi, nè domani nè dopo.
È il tempo in cui dobbiamo fare un profondo esame di coscienza, una severa autocritica che lasci
scoperti i nostri errori e le nostre carenze.
Amiamo la Legge? La rispettiamo?
Rispettiamo il primo comandamento?
Amiamo i nostri fratelli?
Ci laviamo ogni giorno nella fontana del pentimento?
Scegliamo Cristo?
Crediamo veramente in Lui?
È sincera la nostra dedizione?
È valido il nostro servizio?

Il tempo è oggi, domani può essere tardi.
Perchè oggi dobbiamo, come ci è stato tante volte ricordato, nuovamente scegliere tra Gesù e Barabba. E non si tratta di una decisione decisiva e tanto meno inalterabile. È una decisione che dobbiamo ratificare minuto dopo minuto, secondo dopo secondo, in ognuna delle nostre azioni, in ognuno dei nostri pensieri e, perchè no, in ognuno dei nostri sentimenti. Perchè non è sufficiente dire io scelgo Cristo. Questo è solo l’inizio. E’ il punto di partenza per agire cosí come Lui ci ha ordinato di fare. Perchè il cammino che dobbiamo percorrere è dentro, non fuori di noi. Il lavoro che dobbiamo compiere non riguarda un futuro lontano, bensì ogni istante che viviamo.
Il tempo è oggi.
E oggi, agiamo come Marta o come Maria? Lo sappiamo realmente? Perchè se crediamo di essere Maria e siamo Marta, possiamo cadere in confusione e dall’ignoranza aprire la porta alla superbia, che inesorabilmente ci farà sentire importanti e con il diritto di giudicare gli altri.

Il tempo è oggi, non domani, non più tardi...
È adesso che dobbiamo ricordare i Vangeli e agire come Maria, è oggi che dobbiamo comprendere il valore di ogni nostra azione, a partire dalla sintonia interiore, dall’unione con la Vita. E da questo punto di osservazione primordiale e intangibile individueremo il punto di riferimento che guiderà tutti i nostri movimenti esterni, le nostre azioni quotidiane, tanto necessarie per il nostro lavoro nell’Opera.
Il tempo è oggi.
Oggi dobbiamo chiudere la porta della nostra stanza e parlare con il Padre da soli. È oggi che abbiamo bisogno di tenere presente, in ogni momento, che i milleduecentosessanta giorni di gloria con i quali siamo stati benedetti sono finiti. È oggi che dobbiamo ricordare che stiamo vivendo il momento della resistenza a tutti i livelli, per mantenere sempre allerta il discernimento che ci aiuterà ad evitare la caduta. Il tempo è oggi, perchè oggi è il tempo in cui Egli ancora si prende cura di noi e ci protegge dal cadere nella tentazione che ogni giorno che passa si fa più sottile. Il tempo è oggi e per me è il migliore dei tempi perchè ho l’opportunità di incontrarlo, di stare vicino a lui, in questa occasione nella città di Buenos Aires. Non siamo degni, ho pensato, mentre camminavo dietro di LUI verso l’auditorio dell’Hotel Bauen sabato 25 ottobre. Non sono degna, mi sono subito corretta, nemmeno di calpestare lo stesso suolo che Lui tocca. Quel suolo che conosce meglio di me, il rumore dei suoi passi doloranti, instancabili, esausti, che hanno fatto tanto sforzo per donare tanto amore e dedizione. Il pubblico di Buenos Aires accoglie Giorgio con l’abituale fragoroso applauso che gli ha sempre dedicato in questi anni. Un applauso che riesce a distogliermi dai miei pensieri. Lo vedo salutare affettuosamente, forse anche emozionato nel vedere la moltitudine di persone accorse ad ascoltare la conferenza per ricevere il verbo che si fa parola, per celebrare il mistero della Comunione Cristica. Le luci si spengono e dopo alcune parole di benvenuto, iniziano a scorrere sullo schermo i segni che da molti anni il Cielo sta manifestando nei quattro angoli della Terra. Mentre le immagini scorrono e ascolto la voce di Giorgio che spiega il profondo significato di ciascun segno, cerco di dare un nuovo senso ai prodigi che si manifestano uno dopo l’altro davanti ai miei occhi. “Alcuni sono simboli”, ricordo di aver pensato in quel momento, simboli che racchiudono in se la sintesi di quelle realtá fuori dal tempo e che parlano al nostro inconscio. Forse proprio per questo motivo, trascendono ampiamente i fatti del mondo materiale e danno velatamente indicazioni che possono essere percepite con diversi chiavi di lettura. Ci insegnano anche che è necessario essere estremamente meticolosi riguardo a ciò che pensiamo aver compreso e ancora più rispettosi verso tutto ció che ci circonda e non soltanto per quanto riguarda i simboli. Altri segni sembrano più chiari e facili da interpretare. A dire la veritá, cosa può esserci di difficile nell’interpretare un’immagine della Madonna che piange lacrime di sangue? Apparentemente niente, la nostra Santa Madre piange a causa del destino certo e infausto che attende questa umanità. L’errore risiede nel fatto che restiamo lì, con lo sguardo sul prossimo. Perchè Lei piange anche per ciascuno di noi, i servi di Suo Figlio, noi che diciamo di amarLo quando in realtà aggiungiamo ogni giorno che passa una spina alla Sua corona e una lacrima agli occhi di Sua Madre.
Appaiono le luci in Cielo e come ogni volta che le vedo, riconosco in loro le energie che pulsano corde invisibili che ci attirano verso mondi lontani e profondi. Ho ringraziato questi Esseri superiori che si avvicinano a noi per offrirci il loro aiuto. E non lo fanno perchè siamo santi, nemmeno così buoni, bensì perchè senza il loro aiuto non potremmo salvarci. Non dimentico mai che riscattare significa riprendere ciò che il nemico ha fatto proprio e recuperare anche quanto era stato perso. Le croci che si manifestano in Cielo come quelle sui campi di grano, mi fanno pensare sempre alle catastrofi naturali che sono avvenute e quelle che si preannunciano ancora peggiori nel futuro. Forse perchè la croce, essendo un simbolo tanto antico come l’umanità, è qualcosa che nessuno può disconoscere. O forse perchè la stessa croce che ci porta verso la sofferenza, può anche farci rinascere, come rinasce l’eterno albero della vita. Questo segno si manifesta sotto molteplici forme, ognuna di esse con delle sfumature particolari ed ognuna emana un aspetto particolare della Verità. La croce comporta sempre un nuovo impulso di trascendenza, di trasmutazione, così come la possibilità di raggiungere uno stato di coscienza più sottile di quello attuale. Motivo per cui è necessario assimilarla con fermezza. È la stessa croce che manifesta in tutte le sue espressioni l’equilibrio tra i quattro elementi che costituiscono la base materiale affinchè la vita si manifesti sul pianeta. I quattro elementi che ci sono stati donati affinchè la Vita fiorisca nel pianeta, sacri come tutto il Creato, sono gli stessi che diventano strumenti del Creatore per punire i suoi figli disubbidienti. I quattro elementi, i quattro cavalieri dell’Apocalisse del Libro di Giovanni. L’elemento terra, che possiede la doppia capacità di incatenare l’uomo alla materia o al contrario diventare la sostanza docile affinchè lui modelli il suo operato. L’elemento acqua, con la sua enorme plasticità, adattabilitá e energia che equilibra grazie alle sue caratteristiche curative e purificatrici. L’elemento fuoco che, nell’ardere sulla materia, libera la luce racchiusa nella forma. In lui risiede l’essenza della redenzione, che scatena il processo di rinascita e fa sfumare ogni sorta di cristallizzazione. Il fuoco può essere punto di conflitto per chi oppone resistenza al cambio, o una benedizione per coloro che intraprendono il sentiero spirituale. L’elemento aria, che agisce come un forte vortice che trasporta la vita verso stadi più sottili, che causa spostamenti di energie e di strutture, come i grandi uragani che si susseguono sempre con più forza. I quattro elementi sacri della natura, che adesso sono diventati strumenti del Padre, i quattro cavalieri dell’Apocalisse. Le immagini lasciano posto alle domande. Le ore passano rapidamente ma il pubblico sembra non accorgersi. Sembra che nessuno voglia andar via. Ad un certo punto, un’umile donna con una dolce voce si dirige verso Giorgio e si rivolge a tutti noi. Dice di chiamarsi Giovanna e di essere una pellegrina lungo i sentieri del mondo. Spiega che ha diversi figli e che li ama. Dice di essere nessuno e umilmente ci chiede di amare. Ringrazia Giorgio per il Suo sacrificio e lo benedice per le Sue Sacre Stigmate. Poi ci esorta al servizio perchè non c’è più tempo. Il silenzio è impressionante e una nuova vibrazione inonda la sala. Sin dall’inizio, come avviene in tutte le conferenze di Giorio, si era sentita la presenza di una forte energia nella sala. Una nuova sfumatura si sente nell’aria e penetra la profondità del nostro essere. Giorgio, con la voce emozionata, si rivolge a lei dicendo: “Grazie Madre”. Non era necessario dire altro, tutti i presenti comprendono subito che la Santissima Vergine ci aveva benedetto con la Sua presenza e aveva parlato a tutti noi riuniti quella sera, in cristica comunione, nell’Hotel Bauen della città di Buenos Aires. Un altro miracolo, uno dei tanti che ho vissuto accanto a Giorgio in tutti questi anni. Oggi, in questo tempo, il tempo di tutti i tempi.


Inés Lépori
Rosario, Santa Fe, Argentina.
10 novembre 2008