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LA LINFA VITALE SI È RIVITALIZZATA A ROSARIO

Il condor spiega le sue ali e plana liberamente nel cielo azzurro, percorre chilometri sotto lo splendore del Padre Sole e con la sua caratteristica maestosità, compie un piccolo movimento con le sue ali e saluta giù. Nessuno vede cosa stia osservando in quel momento, ma lui la vede, celestiale, illuminata e dolce, è l’Aquila, simbolo della tribú di Giovanni, eterea, sorvola una zona di Rosario, Argentina. È così che il Condor Americano si incontra con l’Aquila di Giovanni.    
-Ciao! dolce Essere, ¿Cosa fai quí sulla Terra?
-Sto visitando i miei fratelli, soffio nei loro cuori, do loro forza per continuare a volare e imparare ad ascoltare nella loro anima il battito delle mie ali- Risponde l’Aquila.
-¿Ma i tuoi fratelli sono anche qui sulla Terra? ¿Hanno bisogno che ricordi loro questo per andare avanti, Ave Dorata?- Chiede sorpreso il Condor americano.
-Loro pensano di si, per questo animo il loro spirito a cercarsi tra loro, a vedersi, ad abbracciarsi, loro non sono di quì, sono di molti luoghi diversi e tu sai bene che è difficile camminare da soli, abbiamo bisogno dei nostri simili per sopravvivere, ma in realtà loro hanno in se il soffio magico del mio alito che li accompagna ad ogni passo.  
Guarda in questo momento sta avvenendo un incontro –dice l’Aquila, indicando leggermente con il suo becco verso il basso. Il Condor guarda nella direzione indicata dal suo interlocutore e vede una grande luce dorata che abbraccia caldamente una zona della città.
-Vieni, ti mostrerò chi sono- Dice l’Aquila aprendo le sue ali e planando verso il basso, il condor la segue e vede tutti noi seduti mentre Inés e Anita danno inizio all’incontro. L’energia si può toccare, respirare, la tribù di Giovanni è lì, che si abbraccia  e ascolta le parole di Giorgio. Ognuno esprime i propri sentimenti, fratelli di Buenos Aires, La Plata, Montevideo, Stati Uniti, Paraguay, Cordoba, La Pampa, di altri luoghi, oltre 150 persone presenti ad un incontro alimentato dall’aquila di Giovanni.
-¡Quanti sono e quanto sono diversi tra loro!- dice il Condor.
-Sono molti di più di quelli che tu vedi quí, puntualizza l’Aquila. Se loro fossero veramente coscienti del lavoro meraviglioso che svolgono sicuramente  tutta questa diversità si tramuterebbe immediatamente in unione. Sai? ogni sera io volo nei suoi sogni e accarezzo loro con tenerezza affinchè continuino il giorno dopo, dice con nostalgia l’Aquila e una piccola goccia si intravede fuoriuscire dal suo bellissimo occhio e compiendo un movimento molto rapido l’Aquila vola dritta verso la volta dorata che ci avvolge e versa quella lacrima sopra di noi mentre in quel momento sullo schermo passano le immagini del nuovo video di FUNIMA  Tutti scoppiamo a piangere con quella lacrima magica e quella sensazione rimane viva dentro di noi per tutti e due i giorni dell’incontro.
Poi l’Aquila vola veloce verso il luogo dove l’ aspetta il suo amico condor.
-È molto bello quello che ho visto, poter condividere con te la tua tristezza, la tua nostalgia, tutto il tuo amore con gli umani che tu chiami i tuoi fratelli –esclama il condor.
-Condivido tutto con loro perchè loro sono parte di me, sono poche le volte che riesco ad avvicinarmi a loro come adesso, per questo motivo lo faccio nei sogni, perchè lo posso fare solo quando il loro cuore vibra di profondo amore verso i loro fratelli, come adesso, come nei loro sogni. Devono solo imparare ad alimentarlo.
-Perchè scegli loro e non altri?
-Perchè duemila anni fa loro e altri che non sono quì accompagnarono il Salvatore sulla Terra e oggi stanno annunciando il Suo Ritorno.
In questo istante nella sala Giorgio accarezza le nostre anime dicendo: “Fin quando non riunirò i 144.000, non avrò riposo in questa missione che il Padre mi ha affidato”. Parole che risuonano nella sala. “Alcuni di voi c’erano duemila anni fa e oggi sono quì di nuovo insieme a molti altri che sono sparsi nel mondo e si sono moltiplicati. Ci sono pochi eletti e molti chiamati, come voi
-Tutti ed ognuno di loro sono sotto la mia responsabilità, con loro volerò un giorno, amico Condor, un giorno non molto lontano volerò con tutti verso la luce di nostro Padre, si loro lo desiderano e il loro spirito si rende forte con la tenerezza dell’evoluzione. Sono cosí belle queste terre che molti quasi non ricordano la melodia stupenda dell’eterno, ma non ti preoccupare, io la canto al loro orecchio sottovoce affinchè suoni nella loro anima addormentata, che inizia a svegliarsi. Non è così semplice, sono tanti gli ostacoli che vogliono impedire alla nostra tribù di accompagnarci al Salvatore. Ma sono triste perchè non c’è più tempo. Stanno portando avanti un’opera immensa e sono raggiante- bisbiglia l’Aquila con uno sguardo di orgoglio.
In basso, tutti noi siamo concentrati nello svolgimento dell’incontro ignari di quanto sta accadendo in alto, condividiamo la gioia di esistere dimenticando le nostre tristezze e lasciando da parte le differenze.
-È bello tutto quello che dici amica mia e dentro di me sento loro come i miei fratelli, così come gli umani di pelle rossa che mi rendono omaggio e ai quali sono legato da una relazione antichissima, lo stesso che succede a te con i tuoi fratelli.
-È perchè siamo tutti uno con il Creatore, ognuno cammina con la propria tribù ma tutti ci reincontreremo con l’energia creatrice e inoltre tutti abbiamo la stessa Madre che ci protegge sotto questo Cielo e che ringrazio ogni volta che mi permette di visitarli fisicamente.
-Guarda! Se ne vanno!, guarda come giocano i bambini e gli adulti escono abbracciati, guarda i tuoi fratelli! Sembra che abbiano ascoltato la nostra conversazione- dice il Condor mentre noi ci salutiamo all’uscita della sala.
-Non sembra, amica mia, loro hanno veramente ascoltato tutto quello che abbiamo detto perchè la nostra anima è una sola, devono solo ricordare. Adesso regalerò loro un po’ di tempo perchè condividano le necessità materiali, mangeranno insieme, parleranno delle loro tristezze, delle loro ansie e dopo ognuno ritornerà alla propria casa interiormente appagati dopo questo incontro, alimentati dalla mia presenza-.
-Questo significa che anche tu te ne vai, amica mia, che tristezza doverci separare, mi è piaciuto tanto il tuo racconto-.
-Non ci separeremo mai realmente, tu che sei sulla terra veglia sui miei fratelli e di a quelli della tua specie che abbiano cura di loro dovunque essi si trovino caro Condor-.
-Certo che lo farò amica Aquila.
-Arrivederci amico Condor, sempre insieme, fino all’eternità, fino al Nuovo Regno!
Dormiamo a casa di Anita, una sorella dell’arca di Rosario che mi ha ospitato, insieme a Georges e al nostro piccolo Giorgio David, mi sveglio durante la notte e sento appena percettibile una battito di ali, guardo dalla finestra e riesco a vedere un lampo di luce che attraversa il Cielo, una lacrima scivola e si deposita sul davanzale della finestra....
Un camion di FUNIMA percorre un colle in salita, porta alimenti per gli uomini di pelle rossa, l’autista è stanco ma deve giungere a destinazione perchè i bambini hanno bisogno di lui, cerca di non addormentarsi e tiene la strada, altrimenti il suo occupante troverebbe la morte, volge il suo sguardo verso l’alto e in cielo, molto vicino al veicolo, sorvola un Condor. Precedentemente lo aveva visto sorvolare i colli ad ogni suo viaggio, ma questa volta  sembra accompagnarlo per tutto il viaggio. Il Condor compie una svolta su di lui e dal suo bellissimo occhio scivola una lacrima che cade sul volto pulito dell’autista sollevandolo un po’ dalla stanchezza, svegliandolo per non farlo addormentare. Grazie Condor -  riesce a sussurrare l’autista, mentre da lontano si intravedono le prime mense, i primi bambini.
Il Condor si allontana e guarda indietro salutando con la sua ala - Di niente amico, sempre insieme, per l’eternità, fino al Nuovo Regno.

Erika Pais

Rosario, 22 novembre 2008