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CONFERENZA " I SEGNI DEI TEMPI" - MOLA DI BARI

Seppur stanchi, dalle tante organizzazioni preparate per gli eventi della settimana FUNIMA, con molta gioia ed entusiasmo, raggiungiamo tutti la casa di Licia e Kavus. Nella casa c’è un gran fermento e tanta allegria. Ognuno è venuto per dare il proprio contributo all’organizzazione del pranzo con Raul, Gaby e Mara, che sono con noi da ormai due splendidi giorni. Ad attenderci non ci sono solo loro: presto si uniranno Lorella, Giovanni, Piergiorgio e Giorgio. La presenza di Giorgio è per noi motivo di gioia, l’onore di averlo a tavola con noi ci rende felici.
Rosanna ed Elisabetta decidono a malincuore di restare per strada al fine di invitare più anime possibili alla conferenza, distribuendo gli ultimi volantini.
Più tardi, commentiamo l’articolo pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno che parla della conferenza “I segni dei tempi” tenutasi il giorno prima a Bari. Tutti ne siamo compiaciuti. Dalla sede operativa di S. Elpidio giunge l’invito a sentire l’Angelus annunciato dal Papa alla folla riunitasi in S.Pietro. Pare che Benedetto XVI, abbia parlato del prossimo ritorno di Cristo. Giorgio, ansioso di ascoltare il discorso del Papa, chiede di poter guardare il telegiornale che la RAI mette a disposizione sul web. Ascoltiamo le parole del Pontefice, le quali non solo avvertono che la venuta del Maestro dei Maestri non è attesa prossimamente, ma addirittura ammoniscono coloro che la annunciano. Giorgio coglie in queste affermazioni un riferimento diretto alla propria persona e ne resta deluso perché il Papa, dicendo ciò, va contro il messaggio e l’opera che Cristo chiede a Giorgio di divulgare in tutto il mondo. Credo che l’anticristo, inteso come un’insieme di forze negative, sia consapevole di quanto possa essere prossimo il cambiamento dell’umanità attraverso il giudizio di Cristo e la Chiesa dovrà rispondere di tutto quello che ha sempre nascosto ai suoi fedeli.
Doniamo a Giorgio una raccolta fotografica che ritrae “Momenti di Umanità”, immagini vere ritratte da fotografi di tutto il mondo che testimoniano come l’Amore sopravviva ancora in questa umanità.
Iniziamo a raggiungere la sala consigliare del Comune di Mola di Bari che ospiterà la conferenza di Giorgio. Ancor prima dell’orario d’inizio conferenza, mentre sistemiamo il banchetto informativo e il tavolo di raccolta fondi per la FUNIMA, nella sala sono presenti già diverse persone.
La sala è gremita, il pubblico e vario, le duecento sedie vengono occupate e tra i presenti scrutiamo i nostri cari, gli amici lontani, il nostro fratello Eugenio di Crotone con alcuni suoi amici.
A pochi minuti dall’inizio della conferenza, giunge la notizia della sanguinazione dalle stigmate di Giorgio che ci prega di iniziare senza di lui, in modo tale da concedergli la possibilità di recuperare le forze necessarie.
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La conferenza ha così inizio. Licia introduce la serata parlando della associazione Ilpuntoinfinito. La parola viene subito lasciata a Raul Abel Bagatello. Mara al suo fianco traduce meravigliosamente il discorso, offrendoci precisamente tutti gli aspetti del suo pensiero. Raul riesce a catturare l’attenzione della platea con il racconto dei suoi bambini che vivono sulla Cordigliera delle Ande in Argentina. Raul e Mara spiegano il motivo della nascita della associazione FUNIMA International, ci descrivono i progetti realizzati e il valore spirituale di tale opera. L’opera attiva della Fundacion Los Niños del Mañana dimostra alle grandi industrie, alle grandi istituzioni politiche e religiose, dotate di grandi capacità finanziarie, che basta poco per trasformare una situazione di povertà e ingiustizia. La FUNIMA ha ottenuto questo cambiamento grazie a poche persone che non hanno nulla. Gente semplice, comune, che non vive nel lusso o nella ricchezza ma che attraverso l’amore per il prossimo ha cominciato a dare la propria disponibilità toccando inconsapevolmente le coscienze degli altri e risvegliarle all’amore disinteressato. Nel corso del suo intervento, Raul si rivolge ai presenti chiedendo un contributo per i bambini. Fa notare che noi pensiamo di aiutare questi bambini ma in realtà sono loro ad aiutarci, perché attraverso le immani sofferenze che portano sul loro corpo, noi possiamo avvicinarci all’amore disinteressato ed incondizionato. Questi pargoletti sono angeli incarnati, affidati dalla Madre Celeste a Raul e a tutti coloro che sentono lo stesso richiamo a dedicare loro azioni concrete con molto amore. Il missionario, per chiedere aiuti è costretto a visitare posti dove la gente è benestante, trovandosi così a vivere tra i due estremi: estrema povertà ed estrema ricchezza. Raul confida al pubblico che quando presenta la sofferenza di questi bambini a questa gente, c’è un risveglio di coscienze che tocca il cuore di chi ha tanto. Ci ricorda inoltre come le azioni concrete siano l’unica risposta all’esortazione del Cristo. Ci dice che, il dovere di ognuno di noi è rispettarci come una famiglia. In Italia Raul si sente a casa, sia perché i suoi quattro nonni sono italiani ma anche perche in Italia c’è la sua famiglia spirituale con Giorgio Bongiovanni e i collaboratori FUNIMA; ma la cosa più importante per lui è trasmettere che siamo tutti una famiglia unica che vive nella stessa casa: la Madre Terra, cellula viva sospesa nel corpo di Dio che è l’universo. Raul Abel Bagatello invita a sviluppare questo concetto di casa. E proprio perché tutti noi soffriamo, chi in una forma e chi in un'altra, dobbiamo aiutarci tra noi e chi ha più facoltà materiale deve mettere a disposizione quello che ha al prossimo e soprattutto ai bimbi che soffrono. Ricorda che una volta che lasciamo questo corpo renderemo conto al Signore delle nostre azioni. Presto Gesù Cristo tornerà a giudicare ognuno di noi, chiedendoci cosa abbiamo fatto per il prossimo e accenna che il filmato della vita di Giorgio presenterà i tanti segni che stanno accadendo in questo tempo, segni che aiuteranno a comprendere meglio il senso dell’unione e dell’amore che ci ha voluto trasmettere.
Durante il video sulla storia di Giorgio sentiamo uno scrosciare improvviso e un grande applauso spontaneo da parte di tutti, ci rendiamo conto che in sala è arrivato Giorgio. Grazie al cielo appare in forma e pronto ad affrontare questa serata piena di gente che lo attende.
Terminata la proiezione Giorgio prende posto tra Licia e Raul e ringraziando gli amici e i fratelli delle due associazioni di Bari, confida di conoscere Mola da tanti anni, dall’età in cui aveva 17-18 anni e che mantiene bei ricordi con le persone che ha conosciuto in questo paese del sud. Sottolinea la presenza di una parte della cittadina che davvero vuole conoscere la verità spirituale e che nel sud d’Italia vivono anime molto generose e buone. Dice che anche Raul Bagatello conosce questa realtà e che infatti è venuto qui per portare sia un richiamo spirituale, che viene da Cristo, ma anche un invito alla concretezza, alla messa in pratica di ciò che Gesù Cristo ci ha insegnato. Giorgio con voce alta e chiara dichiara che il massimo punto di riferimento dell’opera che porta avanti insieme con Raul e tutti gli altri che lo sostengono è Gesù Cristo e che per tutta l’umanità Cristo deve essere al centro di ogni cosa. Il suo messaggio è che il Maestro è prossimo a tornare tra gli uomini per portare Giustizia su questa Terra. Giorgio comincia a raccontare un passo del Vangelo perché prima dell’inizio della serata, durante la sanguinazione dalle stigmate, Gesù gli ha detto di spiegare all’assemblea presente questo episodio preciso, stravolgendo così la scaletta della conferenza. Si tratta di un episodio accaduto nel mese di marzo-aprile dell’anno zero, pochi giorni prima della sua crocifissione. Il Maestro come al solito, subiva le provocazioni dagli scribi e dai farisei affinché Egli si contraddicesse. Giorgio invita tutti a leggere con occhio più attento questo passo tratto dal Vangelo di Matteo, e così prosegue il racconto spiegando minuziosamente questo capitolo importante, analizzato da pochi.
La narrazione ci riporta a duemila anni fa, mentre Cristo sta predicando e si presentano nella massa gli scribi e i farisei che cominciano a provocarlo, facendo arrabbiare il Maestro il quale indirizza il suo discorso contro i suoi provocatori, capi delle religioni dell’epoca, indicandoli alla folla quali simboli da non imitare per la loro incoerenza rispetto a ciò che predicano ma di seguire solo i comandamenti di Mosè e le sacre Scritture. Dopo aver chiarito questo alla folla, Gesù si rivolge con forza ai capi delle religioni e dice: “Guai a voi scribi e farisei che colate il moscerino e ingoiate il cammello” cioè vi preoccupate delle cose esteriori e non delle cose importanti. In questa cronaca citerò direttamente i passi relativi all’episodio del Vangelo al quale Giorgio si riferiva: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’aneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle.” Matt.23,23 – “...Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all’esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità”. Matt. 23,27 – “Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “Padre” sulla Terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.” Matt.23,8. Detto ciò, i capi delle chiese non hanno il coraggio di rispondere, restano ammutoliti e con vergogna cercano di non farsi vedere dalla gente. Il Maestro allora, si ritira in meditazione sul monte degli ulivi e i suoi diletti apostoli lo seguono preoccupati perché Gesù comincia ad annunciare delle profezie: “Del Tempio non rimarrà pietra su pietra..; Gerusalemme sarà abbandonata..; non mi vedrete più fino a che non direte Benedetto Colui che viene nel nome del Signore…”. A questo punto i discepoli si chiedono quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta. Il Signore, che non nascondeva mai nulla agli Apostoli, e che sapeva che le rivelazioni sarebbero state tramandate dal Vangelo fino ai giorni nostri, comincia ad elencare i segni che sarebbero accaduti prima del suo arrivo: ci saranno guerre e rumori di guerre, terremoti in vari luoghi, fame, pestilenze, le nazioni della Terra si metteranno le une contro le altre, la terra comincerà a tremare, Gerusalemme circondata da eserciti, una guerra si scatenerà in tutto il mondo, i bambini avranno le visioni (Lourdes, Fatima, La Salette…), segni in cielo e in terra, stelle cadranno dal cielo (per stelle Giorgio intende i globi di luci pilotati da fratelli che vengono in nome di Dio per controllare lo stato dell’uomo e del pianeta), appariranno segni celesti (le lacrimazioni di sangue, le stigmate, i messaggi della Madonna, le apparizioni dello stesso Cristo, cerchi nel grano), si avranno squilibri del pianeta, disordini, inquinamento ambientale, crisi sociali, divisioni: il fratello che uccide il fratello (ebrei e musulmani in Palestina sono fratelli perché il loro padre è Abramo ma purtroppo per potere, per religione hanno un’influenza che gli incute odio e divisione), il padre che uccide il figlio, ecc…  Gesù Cristo quindi, in quell’orto di ulivi spiega tutti i segni che quotidianamente vediamo in tutto il mondo. Questi segni in cielo e in terra, grazie alla immancabile collaborazione di Pier Giorgio Caria, iniziano a scorrere in immagini proiettate a parete. Gesù dice che tutte queste cose accadranno prima della sua manifestazione nel mondo. Giorgio fa notare a tutti che Cristo diventa profeta di se stesso e annuncia una nuova era di pace e giustizia dopo una grande catastrofe. Questo discorso è per i cristiani ma anche per i laici cui Giorgio rispetta perché secondo quello che Cristo gli dice ogni giorno, sono le opere che contano e non le ideologie. Giorgio ricorda che ad ogni sanguinazione, Gesù gli chiede con insistenza di annunciare che il Suo ritorno, con giustizia, è vicino e che questo messaggio lo deve ripetere a tutti coloro che incontra. Giorgio ricorda che il giorno e l’ora non lo sa nessuno, ma che ai suoi fratelli lascia questi segni che sono richiami alla preparazione interiore di ognuno per sviluppare l’amore ad imitazione di Cristo. Gesù lo avverte che il segno del figlio dell’uomo, la Croce, sarà visibile in cielo a tutta l’umanità e che il segno della croce formato dalle navi di luce, in alcune parti del mondo, sono state solo un richiamo a quello che vedremo tutti prossimamente. Giorgio ricorda che il Maestro ha promesso che sarebbe ritornato con il suo corpo così come è asceso al cielo, così come apparve agli apostoli e alla Vergine quando erano riuniti nel cenacolo dopo la Sua Resurrezione. Giorgio ci chiama privilegiati poiché a differenza di Tommaso, che non aveva nessuna prova della venuta del Maestro in carne ed ossa, mentre noi oggi abbiamo il privilegio di vedere e di toccare tanti segni.
Tralasciando la sua esperienza di stigmatizzato, vuole solo prepararci alla venuta di Cristo, quando cioè, troveremo i suoi occhi dentro i nostri occhi chiedendoci tutte le nostre opere buone a favore della vita e del prossimo, schierati contro i malvagi a sostegno dei giusti.
Al Maestro Cristo non interessa l’ideologia, il credo di ognuno, ma solo le opere che ognuno compie perché il nuovo regno sarà un regno di giustizia, pace e amore dove non ci sarà spazio per i corrotti e i criminali. Dalle parole di Gesù riportate sul Vangelo (Matt. 24,34) relativi al tempo del suo ritorno, Giorgio spiega quanto dura una generazione, secondo un criterio di tempo cosmico, cioè di un’Era. Secondo il suo studio, una generazione di un’Era, dura 2100 anni circa. Ad oggi siamo nell’era dei Pesci e che il passaggio a quello dell’Acquario inizierà il giorno 21 dicembre 2012. Sarà un passaggio traumatico in quanto in questi tre anni ci saranno grandi sconvolgimenti geografici, politici, sociali e anche spirituali. Questo cambiamento poteva avvenire in modo pacifico solo che l’uomo con il suo comportamento nefasto ha generato un karma, cioè una conseguenza di una tale portata. Il messaggio è seguito in profondo silenzio e viva partecipazione. Nella sala si avverte un forte senso di comunione.
Giorgio chiarisce che persino Giuda sarebbe stato perdonato da Cristo se si fosse davvero pentito e Gli avesse chiesto perdono senza suicidarsi così come ha perdonato Pietro e gli altri apostoli che lo hanno rinnegato. Inoltre, insiste nel denunciare i corrotti, i criminali, i mafiosi, gli assassini della vita, i cardinali degli alti vertici dell’istituzione Cattolica perché cambino stile di vita e riporta il commento del Papa durante l’Angelus, di quello stesso giorno: “State attenti a quelli che annunciano la seconda venuta di Cristo perché non è imminente”, questa frase la sente riferita alla sua persona lui. Questa frase detta dal papa sottolinea però, il fatto, che la missione di Giorgio reca problemi ai vertici del Vaticano. L’invito di Giorgio ancora una volta, è quello di restare tutti uniti nel rispetto reciproco tra chi è laico, musulmano, cattolico, buddista o di qualsiasi altro credo.
Saremmo rimasti ore in quella sala ad ascoltare insegnamenti di Vita che attraverso le parole prima di Raul e poi di Giorgio giungevano nel profondo di ciascun essere presente. Quelle parole per laici, agnostici, cattolici,… scuotevano non c’era dubbio. Anche le pietre sobbalzavano da quelle sedie. Coloro che invece, non potevano ascoltare quelle verità, sono stati costretti a fuggire per non perdere le loro comode certezze offerte dalla dottrina ecclesiastica (rimando a un sacerdote che va via dopo neppure 10 minuti, seguito dai suoi fedeli).
Giunge il tempo riservato agli interventi del pubblico. Un uomo domanda a Giorgio da dove viene l’origine del genere umano e Giorgio gli spiega che proviene dal cosmo, e che geneticamente parlando, siamo tutti extraterrestri. Poi spiega che il Cosmo è il corpo di Dio (la casa di Dio, il paradiso), le cellule di Dio sono i pianeti, nostri fratelli, e tutti siamo figli dello stesso Padre, della stessa Intelligenza Cosmica e il nostro “seme” viene dal cosmo mentre lo Spirito ci è stato innestato da Dio o dai suoi strumenti.
Viene chiesto perché la generazione si conta da Gesù Cristo e non dal Buddha visto che è nato prima. Giorgio risponde che ancor prima del Buddha e quindi di Gesù, abbiamo avuto tanti altri maestri spirituali (Shiva, Brahama, Krishna, …) e sono stati tutti maestri divini che nella loro vita umana sono stati iniziati e dopo, hanno ricevuto la compenetrazione cristica. Quindi la coscienza che si manifestava era una, gli strumenti sono stati diversi. Anche Gesù è stato strumento di Cristo. Quindi ogni epoca ed ogni gruppo etnologico, ogni genetica, ogni razza, ha avuto il suo maestro per la particolare qualità che aveva il loro spirito affinché la stessa razza potesse evolvere positivamente. Quindi, il Maestro che si incarna è un input dell’intelligenza divina per aiutarci. Gesù – Cristo è il Maestro dei maestri perché la scelta del sacrificio è una scelta che viene direttamente da Dio, dal Padre ed è l’unica, la più grande scelta che Cristo fa e la più grande opportunità che ci dà: quella di cambiare il karma e il karma non lo può cambiare nessuno perché è una legge cosmica: causa ed effetto. E allora Gesù, quando sceglie la croce ci dice: “Tieni amore, io ti offro la redenzione, ti offro il cambiamento del tuo karma.!” Lui può farlo, solo un Dio lo può fare. Noi possiamo solo prenderci qualche piccolo “peccato” dei nostri fratelli, ma il karma dell’uomo, lo può prendere su di sé la coscienza cristica, infatti è l’ultima offerta che viene fatta all’uomo ed è l’ultima e la più bella; gli altri maestri hanno offerto l’amore, la giustizia, ma nessuno, di fronte all’accusa, alla persecuzione, al giudizio (dove Dio non si fa giudicare da nessuno), solo Cristo sceglie: giudicatemi, condannatemi, uccidetemi. Ecco perché è il Maestro dei Maestri ed ecco perché è dato a Lui il merito di giudicarci perché ha portato la nostra Croce. Questa risposta lascia il pubblico senza fiato, sono parole di assoluta verità.
La sala è in silenzio. Un ragazzo domanda cosa c’è dopo la morte fisica e se esiste la resurrezione del corpo. La risposta è che lo Spirito è immortale ma il nostro corpo non risorgerà come è avvenuto per Gesù perché il nostro spirito è soggetto alla legge della reincarnazione. Spiega che lui crede nella reincarnazione anche se il concilio di Nicea l’ha abolita, ma non essendo un tema di fede, non è un punto sul quale polemizzare o avere paura di non andare in Paradiso ci crediamo oppure no; però chiarisce che la resurrezione in realtà, è il risveglio nella Verità. Quando Gesù dice: “E allora gli spiriti lasceranno il sepolcro e risorgeranno dai morti”, si riferisce allo spirito che si risveglia nella verità. Gesù infatti, dà la prova che la morte non esiste e lo fa quando dice a un discepolo: “Vieni, seguimi!” e lui gli risponde di dargli il tempo di andare a seppellire suo padre, e il Maestro gli risponde: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. I morti che sotterrano i morti, siamo noi, cioè coloro che non si sono ancora risvegliati nella Verità spirituale. Il momento del trapasso è come il momento della nascita: lo spirito si ritrova nella dimensione spirituale e appena entra nel corpo comincia a muoversi con gli occhi sbarrati, piange e cerca di capire dove si trova. Il neonato si sente vivo in un posto che non conosce e che deve riconoscere e le persone che vivono lì; per uno spirito che lascia il corpo e si ritrova nella dimensione eterna avviene lo stesso, deve riconoscere quella dimensione e chi vive in quella dimensione (angeli, maestri, altre anime). La dimensione sarà bellissima, se lo spirito quando era nel corpo aveva commesso azioni belle, e bruttissima, se lo spirito aveva fatto cose brutte. Gli spiriti dei maestri spirituali non vivono questi stati d’instabilità perché loro conoscono bene entrambe le dimensioni.
E’ difficile trascinarsi fuori dalla società, mettere da parte le proprie ambizioni, dice una giovane donna. E Giorgio la rassicura dicendo che nella nostra vita quotidiana e durante il nostro lavoro e i nostri impegni, dobbiamo dare un contributo alla società inculcando, nell’habitat che ci circonda, i valori diversi da quelli che la società attuale ci propone per modificarla in meglio con l’altruismo, l’amicizia, la fratellanza, la spiritualità, aiutare i giusti, dicendo “No!” alla mafia, “No!” alla corruzione, “No!” alle guerre, “No!” alla droga, eccetera. Se ci isoliamo non possiamo modificare la situazione, invece avendo la forza di rimanere nel posto dove viviamo possiamo inculcare nella mente e nel cuore degli altri il valore della giustizia però iniziando da noi stessi. Cristo legge nel cuore dei suoi fratelli, anche dedicare dieci minuti a favore del prossimo e della vita è per Lui motivo di gioia e soddisfazione.
Viene chiesto se è giusto continuare ad aiutare persone che possono eventualmente aiutarsi da sole ma che si appoggiano alla generosità dell’altro.
Giorgio risponde che il bene che dobbiamo fare deve essere indirizzato alla giustizia sociale. Quindi all’inizio aiuto la persona debole ma con il fine di dare: “il necessario a tutti e il superfluo a nessuno!”. Momentaneamente aiuto la persona ma il fine deve essere quello di protestare contro una società opulenta dove il 10% dell’umanità vive sulla pelle del 90%. Questo potere infernale che ha causato anche la più brutta crisi economica degli ultimi cento anni che oggi stiamo vivendo, per il materialismo, per l’egoismo. Dobbiamo mantenere il discernimento e la sete di giustizia senza cadere nell’indifferenza impegnandoci a far in modo che non esistano persone da aiutare perché dobbiamo vivere nell’equità perché non è giusto che i ricchi hanno sempre di più e i poveri diventano sempre più poveri, e conclude: “Comunque, se possiamo fare del bene a qualcuno, anche quello dobbiamo fare.
La curiosità di conoscere come sarà la Nuova Era dopo il giudizio di Cristo nasce anche in questa conferenza e a Giorgio gli si illumina il viso mentre rivela ai suoi interlocutori che ci sarà un periodo di pace dove il governo mondiale sarà gestito dalla scienza e dalla religione che si uniranno per essere al servizio dello spirito; la razionalità e la trascendenza si uniranno. Tutti avranno il necessario, Dio sarà contemplato in forma diversa, si viaggerà nel cosmo e si rispetterà la legge del Padre.
A Giorgio viene anche chiesto quali siano i suoi  rapporti  con la Chiesa Ufficiale.
Giorgio afferma di amare e sostenere la chiesa dei missionari, di Don Ciotti, di Padre Zanotelli, di Puglisi, e dei tanti che hanno donato la vita per seguire l’esempio del Cristo. E indica quella come la vera chiesa del Maestro Gesù ma allo stesso tempo dichiara di non amare la Chiesa di Marcincus, la corruzione, i mafiosi con i loro soldi; i politici confluiti nell’immenso patrimonio economico del Vaticano, che invece potrebbe essere utilizzato per sfamare i poveri. Questo lo dice platealmente, lo pubblica sulla rivista Antimafiaduemila e lo fa senza timore di denuncia, in quanto tutto ciò che dichiara sono gli atti processuali a dichiararlo. Anche a questo punto, l’applauso è forte.
Un giovane lo porta a spiegarci cosa pensa degli atei, dei razionalisti, dei marxsisti, degli agnostici e Giorgio chiarisce che pensa bene specificando che lui lavora a favore della vita con molte di queste persone attraverso l’opera della rivista Antimafiaduemila battendosi fortemente contro le mafie avendo sempre il rispetto reciproco. Verso i razionalisti però puntualizza un concetto importante e dice: “Anche verso i razionalisti penso bene finché questa razionalità li spinge al bene, al prossimo, all’altruismo, alla giustizia sociale, alla fratellanza ma quando la razionalità fa razzismo, xenofobia, ipocrisia, arroganza: << Questo è come dico io e non è possibile come dici tu perché la legge della fisica non lo consente!>>. Beh, la legge della fisica fino a Tolomeo pensava che la Terra fosse piatta, poi è arrivato Copernico e ha detto che la Terra era rotonda, poi è arrivato Galileo e ha detto: , però gli scienziati di quel tempo dicevano che era fuori di testa… Con quella razionalità non sono d’accordo, io desidero una razionalità aperta, che dice: .
Il microfono passa nelle mani della Signora Carmela, che presenzia alla conferenza quale referente del comune per la sala. La signora è molto energica e trasferisce a tutti le proprie emozioni, si dice assolutamente sconvolta e dice che mai e avrebbe immaginato questa conferenza così piena di un significati così profondi. Si dice contenta di aver conosciuto Giorgio, di cui apprezza la missione pur essendo lei da tantissimi anni in un cammino di fede che fa riferimento alla Chiesa e chiede quindi perché proprio la Chiesa abbia ignorato una missione tanto eclatante e Giorgio racconta come in principio, ormai quasi 20 anni fa’,  la Chiesa si sia occupata del suo caso, proponendogli di entrare a far parte della Sua organizzazione in cambio del voto di silenzio ed obbedienza a dire solo ciò che loro avrebbero deciso di fargli dire. La scelta di Giorgio è stata di non poter assolutamente accettare tali condizioni, dichiarando perciò inequivocabilmente la sua libertà rispetto al Vaticano e lo ha fatto, cercando sempre la chiesa degli operatori per la giustizia e per la vita come la chiesa dei missionari. Gli insegnamenti dategli da Eugenio lui deve parlare, deve raccontare la sua esperienza, i contatti, quello che vede… non può tacere e questo, per la Chiesa, non va bene.
A Roma, il Cardinale Tanzi, dichiara che sebbene le sue stimmate sono vere e riconoscendolo come uomo trasparente ed onesto, non gli vuole credere ugualmente però desidera presentarlo all’allora Papa Giovanni Paolo II. Disgraziatamente di lì a poco il cardinale Tanzi viene a mancare e Giorgio non avrà più la possibilità avere concretamente un contatto con le alte gerarchie e quindi si è avvicinato alle basse gerarchie fatte da umili sacerdoti e missionari che lottano ogni giorno con coraggio contro le ingiustizie ma anche con missionari laici o con qualsiasi uomini semplici che operano per i valori di Cristo. Giorgio, con molta umiltà, vorrebbe consigliare al Papa di ripristinare il timore della giustizia di Dio perché in questo tempo pieno di crisi, la gente vuole sfidare il Padre Eterno. Il Papa dovrebbe imitare gli antichi profeti e lo stesso Gesù che dissero di stare attenti alla giustizia divina in modo tale da non far perseverare nell’errore l’uomo che cerca di prendere in giro il Signore in ogni minuto (prendendoci la comunione e peggiorando i nostri errori). Giorgio dice: “Non discuterei la sua autorità ma direi: Lei è il vicario di Cristo? Bene, allora prenda le corde e scacci i mercanti dal Tempio!”. Giorgio prosegue il discorso dichiarando di essere pronto in qualsiasi momento a relazionarsi con il Vaticano, ma nel caso in cui gli dovessero chiedere di tacere ciò che Cristo e la Madre Celeste voglio che lui dica, si rifiuterebbe ancora una volta. Come un coro all’unisono, la gente spontaneamente applaude con trasporto.
Adesso è il momento di una signora venuta dalla lontana città di Matera. Ha letto sul sito internet di Giorgio che si sarebbe svolta una conferenza a Mola di Bari. Questa donna ci emoziona dando la propria testimonianza sull’incontro avuto giorni prima con il suo parroco. Lei, con affetto, lo indica come il suo riferimento e maestro spirituale. Ci dice che sapendo come Giorgio non sia ben visto dalla Chiesa ma
volendolo ugualmente incontrare, si è rivolta al suo parroco per cercare conforto e chiarezza. Allorché il suo parroco gli ha risposto che non importa quale sia la strada percorsa, purché questa ci conduca al Cristo…
Parole che Giorgio definisce sagge e  cariche di verità.

A suggello di tale momento, l’intera platea regala un bellissimo momento di empatia con Giorgio che si conclude in un caldo, lungo e meritato applauso di ringraziamento e comminato.

A presto Giorgio, ti aspettiamo nella terra di Puglia!

Con amore e profonda gratitudine,
Annamaria e Licia per ilpuntoinfinito.

Bari, 21 dicembre 2008