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VIAGGIO E CONFERENZA A FRAY BENTOS – 21 e 22 GIUGNO 2008

Il tempo incalza, il Messaggero di Gesù Cristo opera a ritmi umanamente insostenibili, le attività sono molteplici e tutte richiedono la sua supervisione.
Sabato mattina Giorgio si appresta a smaltire le ultime incombenze: qualche telefonata con i collaboratori, una risposta ad un quesito antimafia, un ultimo suggerimento tecnico a Chacho, .... un bacio ad Alea e a Tabita e via a prendere il taxi. Tutta la “compagnia” di Montevideo a mezzogiorno era già pronta in corriera, davanti la sede di “Un punto en el Infinito”. Per domenica 22 giugno era stata organizzata l’ennesima conferenza, questa volta a Fray Bentos, una cittadina a circa 400 chilometri da Montevideo, situata sulle rive del rio Uruguay, il fiume maestoso per grandezza che delimita il confine orientale dell’Uruguay con l'Argentina.
Eravamo felici di partecipare anche noi a questo incontro, insieme ai fratelli dell’Arca, in ogni occasione sempre pronti ad elargire cortesie, premure, generosità.
La giornata era soleggiata, contrariamente alle previsioni.
Lungo il viaggio di circa cinque ore, abbiamo potuto godere del paesaggio uruguayo, un susseguirsi di campi dove pascolano liberi ovini, bovini, cavalli, distese di praterie intervallate ogni tanto da un gruppo di piccole case basse, la strada lunga diritta interminabile, interrotta solo da qualche avvallamento. All’orizzonte disturbava la visione una fabbrica di cellulosa che purtroppo inquinerà l'acqua.
Ad aspettarci c’era Georges Almendras che era già giunto alla mattina per disporre bene l’organizzazione. Eravamo ospitati in un villaggio turistico sulle rive del Rio Negro, nelle vicinanze di Fray Bentos. Gioia, emozioni, abbracci, tanti sorrisi da parte dei fratelli di tutte le Arche presenti in Uruguay, tutti lì ad aspettare Giorgio. Anche con noi molti si sono rallegrati.
Le poche ore di attesa che ci separavano dalla riunione spirituale le abbiamo trascorse chi a riposare, chi a chiaccherare nella sala del centro turistico, chi a passeggiare sulla spiaggia bagnata dall’umidita` della sera. Le onde del Rio Negro dolcemente ritornavano a riva, una foto a fermare momenti ricchi di profondita`.
La lezione spirituale iniziava alle 19,00. La legna ardeva nel grande caminetto. Le sedie sistemate bene in fila sono state rimesse in parte. Giorgio, insieme a Georges Almendras e Raul Bagatello – che era appena arrivato dall’Argentina con Gaby – ci ha fatto unire in cerchio a recitare il Padre Nostro, facendoci percepire una vibrazione emozionale di amore e di comunione. L’intima riunione ha proseguito con le raccomandazioni di rimanere uniti anche quando lui non ci sarà fisicamente, tutti dovranno essere sereni nello spirito, anche quando si manifesteranno, con potenza, i “quattro cavalieri dell’Apocalisse”, l’esercito di Adonay.
La domenica mattina c’era nebbia. Giorgio chiama perchè stava sanguinando, il suo dono di sofferenza quotidiano. Tutte le persone del gruppo entrano mestamente nella stanza, con gran raccoglimento, alcuni piangono o rimangono attoniti nel vedere le stimmate di Gesù Cristo, ancora sanguinanti per il risveglio di anime pronte a credere. Gli occhi di Giorgio scrutano l’infinito, traspare la beatitudine cristica , mescolata alla sofferenza della carne. Un raggio di sole bacia il suo volto, sembra quasi che il Padre gli dica “sono qui”.
Alle 12,00 ci avviamo al centro della citta’ dove consumiamo il pranzo preparato dai fratelli dell’Arca con amore e bravura (ravioli alla bolognese, anche per onorare le origini italiani di Giorgio).
Alle 14,00 attendono Giorgio e Georges Almendras alla emittente televisiva locale, dove rilasciano una bella intervista che oltre ad illustrare la missione, invitano i cittadini a partecipare alla conferenza, fissata alle 18,00 al teatro Young, un prestigioso edificio rimasto intatto nella sua architettura ottocentesca.
Molti entrano offrendo del cibo per i bambini della Funima. Alcuni si meravigliano con noi perchè in Italia non usiamo questo biglietto d’ingresso. Sopprattutto al Nord non esiste quella urgenza di avere a disposizione alimenti da distribuire alla gente povera. Spieghiamo loro che il ruolo nella missione, di cui è investito il gruppo di Pordenone, è diretto principalmente a contribuire al finanziamento delle opere che poi vengono compiute in Sudamerica.
La conferenza inizia con il saluto della rappresentante dell’arca Teresita, emozionata e fiera di presentare al suo paese un grande uomo stimmatizzato. Continua con la relazione di Georges Almendras, che sottolinea l’apertura dell’operato di Giorgio, egli non agisce solo sul piano spirituale, ma anche in quello sociale e politico. Prosegue Raul Bagatello, sono ormai 1.700 i bambini di Funima da lui presieduti nei comedor, il lavoro va avanti bene anche se in questi ultimi giorni ci sono state diverse difficoltà nella distribuzione del cibo, a causa della crisi argentina che ha generato la scarsità di carburante.
Il video “Una lagrima del cielo”, prodotto professionalmente da Almendras e che da ora verrà presentato in tutte le prossime conferenze, attira l’attenzione delle 500 persone presenti.
Le tappe più importanti della missione sono ancora vive e quando, sul finire delle immagini, entra sul palco Giorgio, è immediato il lungo applauso .
Il discorso di Giorgio, sommesso ma deciso, conclude la serata. Parla della grave situazione mondiale, dei quattro cavalieri dell’apocalisse, del ritorno di Cristo, degli esseri di luce e dei loro messaggi, dell’anticristo e di chi lo rappresenta (i potenti della terra che per arricchirsi arrivano ad inventarsi anche le guerre a discapito dei più poveri), del rilancio della campagna contro le centrali nucleari (ora, purtroppo, in progetto di attuazione anche in Uruguay), delle alternative possibili.
Tutti si alzano in piedi ad applaudire con entusiasmo ed ammirazione. “Nemo profeta est in patria”.
Trasportato dall’amore per il Cristo, Giorgio chiude la conferenza con il Padre Nostro, la preghiera che ci unisce, la preghiera che supera le barriere di tutte le religioni.
La gente desiderava una stretta di mano, almeno toccarlo. Giorgio percepisce questo desiderio, il bisogno di speranza nuova era davanti a loro, scende dal palco, esce camminando in mezzo alla ressa che composta si era formata.
La sera era calata, la corriera riaccende il motore per fare ritorno a Montevideo, giù sul marciapiede i fratelli cercano un altro saluto, Giorgio agita felicemente la mano mentre nell'altra ha già dei documenti da leggere.

Montevideo, 25/06/2008
Domenico e Carla