Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски

vanessaIN UN CENTRO SPIRITUALE BABAJI SI PARLA DELLA PAROLA DI CRISTO E DEL SUO IMMINENTE RITORNO

4 ottobre 2009 - Riunione spirituale con Giorgio Bongiovanni in un centro della disciplina indù del Maestro Spirituale Babaji. L’appuntamento era stato annunciato con netto anticipo e pubblicato nei nostri siti internet. Un nuovo incontro per ricevere la parola di Giorgio, il suo esempio, la sua presenza. Tante volte non siamo coscienti di quanto la sua sola presenza possa essere sufficiente a riempire i nostri cuori di una luce che oltrepassa i limiti delle nostre coscienze, il solo fatto di trovarci vicini ad una persona che vive un’esperienza di “vita umana” ma compenetrata dalla “ luce Solare Cristica”, pensare al sacrificio supremo che un uomo ha fatto duemila anni fa per noi dovrebbe essere sufficiente per inginocchiarsi, ma la cosa più sconcertante e commovente è che “lo fa ancora oggi per noi” e la domanda che sorge spontanea è: Perché lo fa? Perché continua ad offrire il Suo sacrificio ad un’umanità che lo ha rifiutato dal Suo arrivo in questo mondo? Qual è il piano divino che permette un sacrificio umano che si offre in questo mondo da 2000 anni e che continua ad essere rifiutato dalla maggior parte dell’umanità? Sono sempre domande senza risposta, a dire il vero non hanno risposta nelle nostre menti appunto perché sono Divine e le nostre menti e i nostri cuori così limitati dovrebbero smettere di farsi tante domande e donarsi soltanto, donarsi al piano Divino, qualcosa che non avviene semplicemente alzandosi ogni giorno e dicendo al Cielo: “sono qui ad aspettare che mi venga detto cosa devo fare”, sarebbe più logico e soprattutto più coerente dire “da questo mio piccolo luogo, con le mie limitatezze di essere umano mi dono a Te affinchè Tu possa operare attraverso me e io abbia l’onore di essere un tuo piccolo strumento”. Il Cielo è troppo lontano da noi e si serve dei suoi veri strumenti, i grandi Maestri, i semplici missionari, le immagini sacre che “piangono”, la presenza dei suoi angeli nei nostri cieli, il passo di un suo servo tra noi che porta la Sua Luce divina in tutto il mondo, in tutti gli angoli di questo pianeta che gli è stato assegnato in custodia, per trovare le pecorelle e riportarle sul giusto cammino nell’attesa di Colui che disse: “Non vi lascerò orfani”… Cosa ha voluto dirci?... non siamo neppure riusciti a capirlo… ci ha dato ogni tipo di segni nel tempo, ci ha inviato tanti emissari, ci ha fatti visitare da tanti raggi di luce… tutti facenti parte di uno stesso piano. Un servo suo, che ha fatto tutto ciò che gli era stato affidato e continuerà a farlo fino alla fine dei suoi giorni;  portatore di un messaggio universale che in questa occasione ha portato nel  tempio realizzato in onore al maestro spirituale Babaji, centro costruito dai suoi discepoli e messo a disposizione   per accogliere il messaggio di un altro essere incarnato che prodiga i doni del cielo…Giorgio è atteso in un luogo tra le montagne dell’Umbria, un ambiente verde dove i riflessi del sole attraversano le nuvole creando un’atmosfera di pace e serenità assolute. Tutti noi che accompagnano  Giorgio insieme ad altri fratelli di Bari venuti appositamente per l’occasione siamo ricevuti con amore dai responsabili del centro Evan e sua moglie che ci invitano ad entrare nel tempio dopo esserci tolti le scarpe in segno di rispetto. Le ultime scarpe che rimangono all’ingresso sono quelle di Giorgio che entra quando siamo tutti seduti a terra, o sopra a dei cuscini e con le gambe incrociate. Evan lo ringrazia della sua presenza in un giorno cosí significativo come il giorno che ricorda la nascita di San Francesco di Assisi, essere donatosi pienamente a Cristo e alla fratellanza degli esseri umani. Giorgio inizia dicendo che il suo intervento sarà breve per poi lasciare spazio alle domande e far scaturire così la bellezza degli insegnamenti, la profondità dei quali a volte riescono a meravigliare anche lui stesso. Afferma che si trova in un posto così speciale perché nell’ultima parte della sua missione, che è in pieno sviluppo, lui deve dedicarsi a “fare esplodere dentro ognuno di noi la presenza di Cristo”, questo il motivo per cui deve portare il messaggio in un tempio dove si rende onore ad un altro essere cristico incarnato” Babaji, “la certezza del Suo ritorno, l’importanza di servirlo, il compito di risvegliare le anime che ancora dormono, perché questo è il tempo, perché la Terra geme di dolore, perché il suo compito è anche quello di denunciare la presenza dell’Anticristo che ha trovato in noi umani i migliori ospiti che sono riusciti anche a superarlo in perversità, perché soltanto noi uomini abbiamo sfidato il Padre, perché Satana ci tenta sì, ma con il permesso del Padre affinchè noi evolviamo. Il Padre farà giustizia, perché il Figlio verrà a giudicarci, dipende da noi da quale parte stare.”E’ il momento delle domande da parte di persone pienamente coscienti del momento che stiamo vivendo, persone che sono alla ricerca, persone sublimi come Alessandro, un giovane di 33 anni, altissimo con cappelli lunghi e barba, l’espressione di uomo antico, sereno che è venuto da Roma per incontrare Giorgio e chiedergli cosa può fare uno come lui per mitigare il suo dolore, la sua sofferenza di stigmatizzato! E Giorgio, con l’umiltà di sempre, risponde che non è il suo dolore che bisogna mitigare, ma quello della Madre Terra. In questo momento bisogna agire, più che pregare,  bisogna sposare una causa giusta a favore della vita, affinchè il Maestro ci trovi con le mani sull’aratro. Un tempio abbellito con l’armonia delle immagini, dell’aroma dell’incenso, del sentimento di persone che sono venute a trovare una risposta e l’hanno trovata. Quelle domande che sembrano non avere risposta, come dicevo all’inizio di questo scritto, un messaggio così apparentemente complesso, convergono in una risposta così semplice: “il punto di riferimento deve essere sempre Cristo” perché i tempi che arriveranno saranno difficili ma è “adesso che ritorneranno tutti i maestri, di tutte le religioni accompagnando Colui che compierà la Sua promessa, perché tutto ciò che ha detto era per questo tempo, un tempo in cui dobbiamo rinunciare alla materia per servirLo” e “lasciare che i morti sotterrino i loro morti”, dobbiamo realizzare che i “morti sono morti nello spirito”. Un altro incontro, un’altra chiamata, un altro passo lungo questo cammino che siamo onorati di condividere.Grazie, sempre grazie Giorgio per essere un ponte tra il Divino e l’umano…

Vanesa Varini de Huertos
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
5 ottobre 2009