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FAUSTO1Di Fausto Centofante

1° dicembre 2019
Giorgio è a Padova per gettare le basi per la nuova Arca che si chiamerà Chiara di Luna. Si tratta dell'ennesimo frutto della sua grande opera che ormai da anni sta seminando amore in tutto il mondo.

L'Arca, come dice Giorgio, non è un'istituzione religiosa, non è una particolare chiesa ma un punto di ritrovo per chi vuole condividere quelli che sono i principi della fratellanza cosmica, dell'amore universale nel reciproco rispetto delle leggi imposte dal nostro maestro Gesù Cristo. Non servono tessere per far parte di questi gruppi, non servono particolari adesioni ma soltanto la volontà di stare insieme in un percorso di crescita impegnando sé stessi nel condividere scelte di vita atte al raggiungimento di determinati obiettivi. All'interno dell'Arca si possono trovare persone cattoliche, musulmane e laiche perché, come detto in precedenza, lo spirito che unisce tutti i componenti non si rifà ad un credo religioso in particolare bensì ad un concetto molto più ampio di fratellanza. Uno degli obblighi che servono per dare forma a queste cosiddette Arche è quello di costituire da subito una associazione legale con tanto di statuto che sia riconosciuto dagli organi di competenza in maniera tale che, ad un eventuale controllo da parte degli uffici addetti, non ci siano motivi validi per generare sospetti di alcun genere. L'associazione avrà un suo presidente che, a differenza di qualche anno fa, non dovrà essere necessariamente la figura di Giorgio, ma verrà eletto tra i componenti del posto. Tutti saranno poi riconosciuti come soci e parteciperanno con vari compiti alla conduzione delle attività promosse in seno all'associazione stessa. Non ci sono vincoli particolari, non c'è un obbligo fisso di partecipazione anche dal punto di vista economico ma ogni partecipante dovrà sentirsi parte integrante del gruppo e dare il proprio contributo in base alle proprie possibilità. Va da sé che “vivere” una esperienza di gruppo così profonda ti coinvolge in maniera totale e ti fa capire veramente cosa sia la condivisione dandoti quella spinta ad andare avanti superando volta per volta tutti gli ostacoli. Le attività promosse dall'Arca in questione possono essere molteplici e possono andare da una semplice conferenza ad un viaggio programmato per partecipare ad un determinato evento. E' naturale che ogni associazione dovrà farsi carico di tutte le spese atte al raggiungimento degli impegni presi e per questo serve una unità d'intenti coesa capace di affrontare in maniera adeguata la meta prefissata. Noi come Arche, dice Giorgio, ci vantiamo di non godere di nessun contributo esterno, sia a livello statale ,ne provinciale, ne comunale. I nostri unici finanziatori siamo noi stessi e questo modo di operare ci permette di portare avanti le nostre idee in assoluta libertà di espressione senza dover sottostare a nessun compromesso. E' ovvio che un atteggiamento tale impone un autofinanziamento senza il quale non potremmo affrontare alcuna iniziativa per cui, pur riconoscendo che il denaro è satanico, dobbiamo saperlo amministrare nel giusto modo senza dargli assolutamente nessun valore.

Non dobbiamo mai perdere di vista quelli che sono i principali intenti delle Arche che possiamo, dice sempre Giorgio, sintetizzare in tre importanti obiettivi. La divulgazione del messaggio cristico e, di conseguenza, della prossima venuta di Gesù Cristo, la lotta alla mafia e l'aiuto, sotto forma di interventi strutturali, a molte famiglie con bambini nei territori di maggior povertà del pianeta come alcuni stati dell'America Latina dove la Funima, nella figura di Giovanni Bongiovanni, opera con continuità ed impegno massimo. Tre missioni apparentemente diverse tra loro che hanno però uno stesso denominatore comune e cioè la volontà di cambiare strutturalmente le sorti di questo pianeta per preparalo alla nuova era ormai prossima. Permettetemi un particolare riferimento alla lotta alla mafia, prosegue Giorgio, che va intesa come una guerra ad una manifestazione terrena dell'anticristo, forse la peggiore in quanto votata a destabilizzare un sistema democratico imponendo sistemi illegali e criminali. Il nostro giornale Antimafia duemila si vanta a tutt'oggi di essere il più letto al mondo, il più preparato nell'analisi profonda del metodo mafioso appoggiando di volta in volta i magistrati più impegnati in prima linea. Questo grandissimo lavoro di informazione è stato riconosciuto a più campo con una visibilità che batte una concorrenza a livello del Corriere della Sera e vincendo tutti i premi antimafia : premio Paolo Borsellino, premio Chinnici, premio Basile e prossimamente anche quello della fondazione Caponnetto, Io, ribadisce Giorgio, non pretendo che tutti i soci delle Arche si adoperino per far parte del gruppo antimafia ma che ci sia un sostegno morale ed una condivisione su quello che promuove il giornale, quello lo pretendo come riconoscimento al valore assoluto nella lotta all'anticristo. Onore e merito quindi al lavoro del giornale Antimafia ed ai suoi artefici che con grande impegno si adoperano per mettere a conoscenza di migliaia di lettori gli sviluppi dei vari processi in corso, le varie trattative stato-mafia che molto poco vengono denunciate sui comuni giornali asserviti al potere. Non abbandoniamo, dice Giorgio, quei magistrati che, a rischio della loro vita, quotidianamente si battono per smascherare intrighi di palazzo dove la politica corrotta scende a compromessi con la criminalità organizzata ma sosteniamo sempre le loro idee con iniziative di ogni genere. La mafia non uccide chi viene appoggiato da migliaia di persone, chi gode della protezione dello stato. La mafia uccide le persone isolate, lasciate al loro destino, vedi Falcone e Borsellino, ecco perché è estremamente importante far sentire il nostro appoggio. Io, ribadisce Giorgio, ho fatto una raccolta di firme per un magistrato antimafia arrivando a100.000 adesioni e con numeri simili è difficile anche per la mafia prendere determinate decisioni. La vera forza è nell'unione, è nella presa di coscienza che se c'è una unità d'intenti tutto è possibile.

Ricapitolando tre sono dunque gli obiettivi primari che le Arche devono perseguire con la massima determinazione; la divulgazione spirituale, la lotta alla mafia e l'aiuto alle persone sofferenti. Senza falsa modestia possiamo dire che la famiglia Bongiovanni nelle persone di Giorgio, Giovanni, Sonia Tabita e altri membri de la famiglia si stanno prodigando, ognuno nel proprio settore, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Una particolare attenzione va ovviamente riconosciuta all'opera di Giorgio che da trent'anni vive la sanguinazione di Cristo con le ferite delle stimmate. Oggi, dice Giorgio, la mia sofferenza è forse minore rispetto a dieci anni fa ma la stanchezza fisica fa si che la sopportazione sia sempre più dura.

Ritornando allo statuto che regola la vita delle Arche Giorgio ci tiene a ribadire quello che deve essere il rispetto dei ruoli onde evitare fraintendimenti che ne possano compromettere la sua funzionalità. Nessuno si deve permettere di giudicare il fratello sul piano spirituale aiutandolo invece a superare gli ostacoli che si presentano volta per volta. Ognuno dei componenti le Arche ha il diritto sacrosanto di dire la propria opinione fermo restando che l'ultima parola, per problemi oggettivi al buon funzionamento dell'Arca stessa, spetta comunque a Giorgio. Siamo in guerra, ribadisce Giorgio, ed io che sono il comandante ho il dovere di salvaguardare tutte le anime che fanno parte dell'esercito giovanneo a me affidato. Vi dovete fidare. Dobbiamo essere umili e concentrati sugli obiettivi per poter ottenere i risultati che vogliamo e per fare questo occorre lavorare in sintonia ognuno sviluppando il proprio talento. A chi si propone di voler dare il proprio contributo occupandosi di varie cose Giorgio lo esorta a concentrarsi principalmente su un unico obiettivo dando il massimo di se stesso per non disperdere le proprie forze. Chi decide di operare all'interno della struttura Arca deve focalizzare le proprie energie su un obiettivo ben preciso e dedicarsi anima e corpo per ottenere il risultato migliore. Bellissimo il paragone che Giorgio fa per spiegare che cosa significa fare parte delle Arche. L'Arca, dice Giorgio, è come una autostrada, stretta ma percorribile ad alta velocità. Non c'è possibilità di ridurre la velocità, perché verresti inesorabilmente tamponato da chi ti sta dietro per cui devi proseguire velocemente verso la meta consapevole che, se saprai condurre il mezzo con destrezza, arriverai dritto dritto al casello d'uscita che altro non è che la tua evoluzione-il nuovo regno-. Ecco perché occorre stare molto concentrati sull'obiettivo senza disperdere le forze e senza distogliere lo sguardo dalla strada che ci precede. Seguono una serie di domande da parte dei presenti: perché le stimmate di Giorgio sono nei palmi delle mani? La risposta sta nel fatto, risponde Giorgio, che Cristo è stato effettivamente crocifisso sulle mani e non sui polsi come era usanza romana. A prescindere da questo poiché il 90% dei dipinti sparsi in tutto il pianeta riportano la crocifissione di Gesù Cristo nelle mani sarebbe illogico far comparire le stimmate in una posizione diversa innescando così sospetti sulla loro effettiva veridicità. Chiara racconta un sogno su se stessa che ha incontrato due esseri extraterrestri che le hanno fatto una mini operazione togliendole una specie di microchip... L'interpretazione di Giorgio è che Chiara fa parte di un programma ben definito che la porterà a svolgere qualche missione. Il fatto che nel sogno si ricorra a mezzi tecnici – microchip – è per meglio renderla consapevole che non si tratta di un sogno mistico, evanescente, bensì di qualcosa di reale, palpabile, scientifico, quasi concreto in modo da valorizzare i due personaggi in questione. Questi sogni, continua Giorgio, testimoniano il fatto che noi non siamo di questo mondo, noi tutti che abbiamo l'onore di frequentare le Arche siamo diversi dagli altri e ogni occasione è propizia per cercare il contatto con i nostri “simili”. Di fronte al delirio totale di alcuni capi di stato, come Trump, che minaccia di far scoppiare una guerra nucleare per, dice lui, dare un futuro alle generazioni americane, non ci resta altro che fare della sana informazione a 360 gradi per convincere più persone a non seguire progetti suicida che comporterebbero la fine del genere umano. Gli extraterrestri, dice Giorgio, mi hanno detto che la guerra sarà inevitabile e ci saranno 4 miliardi di morti e dopo circa 8 minuti d'inferno totale loro interverranno e metteranno fine all'olocausto per impedire la distruzione del pianeta stesso. Loro vorrebbero poter intervenire prima ma devono rispettare quelle che sono le leggi cosmiche del libero arbitrio e soltanto quando si mette in pericolo l'equilibrio di un sistema questi esseri ripristinano l'ordine con i loro potenti mezzi.

Giorgio, come avviene quando Gesù ti chiama? Quando sento il bruciore dell'amore, quel forte sentimento che provi verso la persona amata, quell' ardore che ti divora quando sei innamorato pazzo, quella è la chiamata, quello è il segnale che Gesù è dentro di me. Allora mi preparo, quando posso, e comincia la sanguinazione. Una volta queste esperienze le affrontavo con la gioia nel cuore, oggi, dopo tanti anni il dolore è sempre meno sopportabile ma la mia sofferenza dovrà continuare fino al ritorno del Maestro perché tutti devono vedere e realizzare che Lui è qui presente. Ultima domanda; Giorgio, ma come si manifesterà Gesù?

Nell'umiltà più assoluta, incarnando una persona semplice tra i semplici, ultimo tra gli ultimi e soprattutto senza imporre niente. Tutti potranno vederlo nella Sua vera essenza, povero tra i poveri, con le Sue sacre stimmate. Non lo so, dice Giorgio, se io sarò presente quando scenderà Gesù ma mi piacerebbe che parlasse di me come un Suo testimone. Potrei essere ucciso prima della Sua venuta per mano di qualcuno, in questo caso non dimenticate mai che sarebbe una volontà di Dio per cui dovreste accettare, magari soffrendo, che una volontà del Padre non va mai discussa. Buona notte a tutti.

Fausto Centofante
21 Dicembre 2019