Scrivo questo resoconto col cuore in gola per il grande onore di aver vissuto una simile esperienza, e ringrazio la Divina Madre per avermi consentito di conservarne il ricordo.
Mi trovavo insieme a Francesca, Angelo mio, con una quindicina di persone nella terra di Sicilia, presso un soleggiato casolare di campagna, dove l’Amato Eugenio Siragusa ci aveva radunati per impartirci alcuni importanti Insegnamenti.
Ai giovani di questo mondo
Ascoltami giovane, tu che cerchi nelle riviste un modello di vita, ti paragoni e ti sforzi di somigliare a ciò che queste propongono. Tu che cerchi nel cinema un esempio da seguire. Tu, che vai in discoteca cercando la vita, la felicità ed il godimento, e cerchi di trovare nella televisione le risposte alla tua esistenza, imitando la sua morale.
Cos’è questa specie di nostalgia? Cos’è questo senso di abbandono che ferma il cuore per interminabili secondi e sospende l’anima in un singhiozzo inesprimibile? È forse un sintomo della Fratellanza costretta al distacco, mentre ci salutiamo col sorriso sulle labbra? Penso sia così, penso sia questo il motivo di tanta improvvisa inquietudine, brevissima, certo, istantanea e forse già passata, ma pur sempre vera e profondissima, dopo la letizia delle ore trascorse in sintonia, inquietudine capace di annegare ogni allegria in un frangente di abissale lontananza.