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camila100Di Camila Ocampo, con la collaborazione di Domingo Silva e Adriana Navarro
Riunione delle Arche a Montevideo, Sabato 2 luglio 2016

Veniamo convocati ad una riunione di “emergenza” all’arca dove ci viene comunicato che Giorgio sarebbe arrivato in Uruguay qualche giorno dopo.

La sorpresa era ben visibile nei nostri volti, nessuno capiva niente. Molte le domande dentro ognuno di noi. Perché così repentinamente? A cosa era dovuto il suo viaggio? Ma ho iniziato subito a provare delle belle  sensazioni, come ogni volta che il maestro viene da noi. Ma questa volta c’era qualcosa di speciale, così all’improvviso, nessuno si aspettava la sua visita. Un insieme di sentimenti ha inondato il mio corpo, gioia, ansia, sentivo un’immensa energia, indescrivibile. Solo Adriana poteva capire come mi sentivo, lei ha visto tutti gli effetti che ha provocato nel mio essere quella notizia così gratificante. Sapere che sarebbe venuto nel nostro paese, e che, come Giorgio stesso dice, si sarebbe ricaricato di energia stando con tutti i suoi fratelli del Latinoamerica, ti fa sentire onorato. Lui viene in Galilea, ci colma di amore, energia, per poi ritornare in Gerusalemme a combattere ancora con tutti i fratelli guerrieri che lì lo attendono.

Insieme a Giorgio sono arrivati fratelli dell’Argentina, Paraguay e Cile per assistere tutti insieme ad una riunione all’Arca di Montevideo, sabato 2 Luglio alle 19:00.

Iniziamo ad arrivare uno a uno, a rincontrarci con i nostri fratelli, la maggior parte dei quali non vedevamo dalla riunione di Arcas a Las Parejas. Alcuni ci conoscevamo solo di vista, e questa è stata l’opportunità per conoscerci meglio tutti. Si sentiva un’immensa energia, mescolata alla gioia, l’ansia, nel vedere Giorgio arrivare accompagnato da Sonia, la sua fedele compagna e sorella, che ha cura di lui e lo accompagna là dove il Cielo conduce loro, un essere che inonda tutto con il suo amore ed energia, dovunque si trova. Ed ecco che era arrivato il momento che tutti attendevamo con ansia, al loro arrivo si sono avvicinati a noi ed hanno salutato tutti, uno ad uno, come sempre. Seduto di fronte a noi, osservando tutti con quel suo sguardo penetrante, ha preso la parola. (Si sentiva un po’ debole, stava riprendendo le forze dopo una sanguinazione, ma non volendo farci aspettare si era affrettato a raggiungerci, senza concedersi il tempo di recuperare).

“Buona sera a tutti, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Abbiamo con noi la presenza di Dio, perché i bambini sono Dio, la manifestazione più elevata di Dio l’abbiamo qui, ecco! Guardateli! È straordinario. È Dio! Vi chiedo perdono per il mio ritardo, ma ho sanguinato, e questa volta è stato difficile riprendere le forze, ma per voi sono qui; meglio condividere con voi che farvi aspettare troppo tempo, non mi piace, non dovete aspettare dopo il sacrificio che avete fatto. Un saluto a tutti i fratelli del Sudamerica e dell’Europa che sono collegati… Daniel, sono tanti, vero? Davvero mi emoziona tanto, siamo una famiglia, siamo amici, non siamo di questo mondo, viviamo in questo pianeta, siamo venuti in questo mondo per aiutare questo pianeta, la gente che vive qui. Non siamo perfetti, non siamo i migliori, ma siamo onesti, crediamo in Cristo. Non siamo i migliori amici di Cristo, ma siamo fedeli a Lui. Lui ci ama, non siamo i suoi prediletti, c’è gente migliore di noi, ma Lui si fida di noi. Non siamo i più evoluti, ma Lui sa che non lo tradiremo mai. Non so perché Lui ci ha scelti, ma so che non si è sbagliato nello sceglierci. Non so se arriveremo tutti alla fine di queste missione che culmina con la Seconda Venuta di Cristo, ma so che questi bambini ci arriveranno tutti. Non so se ci salveremo, ma faremo tutto il possibile per farlo e per risvegliare quante più anime possibile. So che non possiamo tornare indietro, il luogo dove ci troviamo tutti noi in questo momento, è un luogo ‘a doppio filo’.

‘Un filo’, il primo, che ci fa percepire, avere il privilegio di essere più vicini a Cristo, nonostante –insisto - non siamo i migliori. Poi c’è l’‘altro filo’, dove possiamo perdere tutto ciò che abbiamo conquistato, che abbiamo realizzato in quanto a evoluzione spirituale, coscienza, saggezza, cultura cosmica, tutto quello che abbiamo ottenuto con tanti sacrifici, rinunciando a tutto, al successo; molti di noi hanno rinunciato ai migliori anni della propria vita, della nostra gioventù, per dedicarsi a questo. Possiamo perdere tutta la nostra evoluzione in un istante, se torniamo indietro. Se pensiamo che tutto è stato inutile, se pensiamo che stiamo fallendo, stiamo perdendo la guerra, e se convinciamo noi stessi che è così, perdiamo tutto. Ma non è così, ne vale la pena, ciò che stiamo facendo, ne vale la pena, perché lo stiamo facendo nonostante i nostri limiti, che siamo poca cosa, i pazzi, gli utopistici, coloro che sognano, ne vale la pena, perché ciò che facciamo ci fa sentire vivi, ci fa sentire degni di esistere, quello che facciamo, a noi che siamo niente, ci fa sentire importanti, ci fa sentire buoni, e cos’è questo? L’opera, la causa. Noi che non abbiamo niente, non abbiamo soldi, non siamo ricchi, non occupiamo posti di potere, siamo degli sconosciuti per la società, siamo un numero, quello che facciamo ci fa sentire importanti, perfino davanti a gente importante, e ciò provoca in loro invidia, gelosia, odio, perché, nonostante le nostre sofferenze, ci vedono felici, sorridenti, che esprimiamo amore verso gli altri, senso della giustizia verso chi é perseguitato.

Il nostro operato è la ricchezza più grande che un uomo possa avere. Lottare per la propria causa. Io lo dico in verità, non lo dico perché sono qui, o perché voglio adularvi, come fanno i demoni, NO, lo dico perché ci credo. In passato personaggi importanti, giusti, guerriglieri, maestri, non avevano quello che ho io oggi, cioè voi, quello che siete, Padre Pio, San Francesco, Mahatma Gandhi, Ché Guevara, sono stati lasciati soli, non avevano centinaia di fratelli nelle arche pronti a dare la vita. Loro, nell’aldilà, sentono “invidia” cristica verso il loro fratello Giorgio, “Noi” abbiamo gli esseri del Cielo, sono qui e ci accompagnano, ci proteggono e ci insegnano. Noi non siamo i migliori, è vero, ma siamo l’ultima speranza per le civiltà extraterrestri, che vogliono salvare questo pianeta. Noi non siamo gli eletti, ma per gli esseri che vengono dall’Universo, siamo uno dei motivi per cui vengono qui e non vanno via. Noi non siamo dei Santi, non siamo gli unti da Dio, ma siamo anche un test positivo, un tentativo positivo da parte di queste civiltà, migliaia di milioni di anni più evolute di noi, per insistere a visitare questo mondo e trasformarlo in un mondo di pace. Noi non siamo gli apostoli di Cristo, ma siamo quelli che in questo momento mantengono vivo lo spirito della Madre Terra. Siamo coloro per i quali il Padre Adonay crede che valga la pena non distruggere il mondo.

Quindi dobbiamo andare avanti così come siamo, migliorare, convincere definitivamente il Padre Adonay, che quello che Lui pensa è vero, per dimostrare a Lui e a Suo Figlio che non li deluderemo e che resisteremo, daremo la nostra vita, la offriremo alla nostra sorella morte, ad una persecuzione; non cambieremo le nostre idee, le nostre utopie, poesie, le nostre fantasie, il nostro senso della giustizia, la nostra ansia di un mondo migliore. La mia promessa è ferma, io la compio, ascolterete sempre, in qualsiasi parte del mondo, da Palermo dove abito adesso, fino all’ultimo angolo del pianeta, vedrete sempre uno schermo dentro le vostre case, dove ascolterete la mia voce, la voce che grida nel deserto, vedrete le mie stigmate. Non si spegnerà. Non morirà. Il Cielo può persino tacere un giorno, il cielo può mettere alla prova il mondo e non mandare più segni, ma la promessa che il Cielo fa dinnanzi a tutti voi è che non chiuderà mai la bocca, né farà tacere la voce di colui che grida nel deserto e non asciugherà mai le stigmate sanguinanti di Cristo, fino il Suo Ritorno. Quindi voi un giorno guarderete il Cielo e non vedrete niente, guarderete a terra e non vedrete niente, guarderete i quadri e non lacrimeranno. E questo per voi sarà il segno che Cristo è sulla Terra. È una promessa – ma nella peggiore delle ipotesi - perché questa voce e questo segno possono essere accompagnati da molti segni in Cielo e molti segni in Terra. Non dovete avere paura, non dobbiamo avere paura. Succederanno cose gravi e grandi presto, a partire dell’anno prossimo, catastrofi, crisi politiche, guerre, attentati, voi andate avanti, integri, perché siete protetti dall’Altissimo Padre Adonay.

Voi siete il nuovo seme. Il contadino quando ha un nuovo seme fresco per seminare il suo campo arido, sa che quel seme lo deve conservare e proteggere, perché quando il campo inizia a diventare fertile, custodendo il nuovo seme, può seminare e raccogliere molto. Quale contadino stupido che ha un seme buono, fresco, non lo conserva in attesa che il campo arido si trasformi in campo fertile? E se voi siete il nuovo seme, il contadino lo sta proteggendo, non dovete avere paura. Dovete avere fede, perché siete il nuovo seme, ma se il nuovo seme non ha fede, muore e il contadino lo deve buttare nella spazzatura. Lui scarterà quel seme, che diventa sterile e lo butterà. Quindi dobbiamo avere fede e credere che siamo il nuovo seme.

Ogni volta che vengo qui, spero di essere la vostra forza, e la vostra speranza, perché per me voi siete la mia forza e la mia speranza. E mi sento fortunato di avere tanti fratelli, dopo ventisette anni, e tanti bambini. Forza e avanti, eh! La battaglia diventa più crudele e più dura. Il maligno ha suggerito all'orecchio dei miei nemici, chi siamo, chi siete, dove sono, dove siete. Gli assassini sanno qualcosa che non sapevano prima, sanno, ora identificano la nostra personalità. A me dà allegria, mi fa sentire importante, mi fa sentire vivo. Quando il potere, quando il nemico potente, ti guarda, e ti considera un nemico, tu ti senti importante, ti senti amico di Cristo. Il problema, per tutto il mondo, è quando il potente, il nemico, ti ignora, sei un niente, sei insignificante, e se ora il nemico ci ha identificato, significa che siamo importanti per lui, che siamo un pericolo, questo mi dà onore, ci dà onore. Significa che siamo amici di Cristo. I veri amici di Cristo sono quelli che il nemico identifica ed odia. Quindi dovete essere felici. Se il vostro amico Giorgio vi dice che in Italia siamo attaccati dalla stampa, è una buona notizia, straordinaria, stiamo riuscendo nell’obiettivo. Il problema è quando ti ignorano, come se tu non esistessi. Ma questo non sta succedendo. Per questo motivo ci vuole ancora più forza, più divulgazione, più presenza. Il male non sopporta in questo momento che io non sono solo, non lo sopporta, investiga quante persone sono con me, con noi, e nonostante di fronte al mondo siamo pochissimi, per loro siamo molti, perché ognuno di noi rappresenta per loro una possibilità che migliaia di persone possano prendere coscienza della verità"....

 “Per loro rappresenta un pericolo politico, un pericolo spirituale, un pericolo economico, un pericolo ideologico. Loro, ironicamente, sono più precisi di noi che siamo ingenui, e che a volte siamo scemi, e che ci sottovalutiamo, loro fanno dei calcoli perfetti, perché se così non fosse io non capirei la ragione del perché in Italia, ad esempio, la stampa mafiosa mi attacca, perché?, Se non siamo nessuno, siamo degli stupidi, dei fanatici, insignificanti, allora, quale è il motivo? Perché se la stampa dice: 'L'antimafia delle stigmate', burlandosi, significa che hanno paura, se non era così ignoravano e basta, come sempre, ignoravano. Quindi abbiamo vinto una partita, siamo passati alle fasi eliminatorie, adesso ci tocca giocare le finali, ed abbiamo con noi il migliore marcatore che è il Cristo, se così non fosse non vinceremmo. Deve scendere e fare dei goal. Intanto andiamo avanti amici, fratelli! L'anno prossimo, il 2017, io so e credo che potenzieremo la nostra opera con più forza e molto più successo, che in lingua extraterrestre non vuole dire fare soldi, o raggiungere la fama di Hollywood, successo in lingua extraterrestre significa che il potere abbandonerà la metodologia della beffa, che adotta oggi contro di noi, per usare la metodologia delle minacce.

Perché la nostra opera risveglierà migliaia e migliaia di anime in più e scoperchierà delle pentole in modo tale che inizieranno a cadere diverse maschere del potere. Questo riusciremo a fare. So che rimarremo soli. Già da adesso stiamo rimanendo da soli, ma penso che la gente ci appoggerà. Quindi dobbiamo essere più che forti, sempre più felici, vivere la vita con tutta la passione, e l'amore, lamentarci, perché siamo umani, non siamo i migliori, non siamo gli eletti. Quindi avremo dei peccati, sbaglieremo, ma insisto, il punto di riferimento nostro, che è il Cristo, ci deve far sentire vivi, felici, con tutto l'amore verso la nostra grande famiglia, che adesso non è solo la nostra famiglia, ma è diventata una grande famiglia. In questo momento, qui, non siamo solo all'Arca di Montevideo, all’inizio, Daniel Rodrigo ha fatto un appello infinito di diversi luoghi nel mondo in cui c'è qualcuno di noi, in Europa, Sudamerica. Il Potere deve avere paura. Perché noi non siamo dei terroristi, noi non buttiamo delle bombe, ma inculchiamo delle idee alla gente. Abbiamo un vantaggio, che io ho un grande amico da lassù, che mi dice all'orecchio: 'Senti, il Signor X non va bene, allontanalo, appartiene al Mossad, alla Cia' quindi è impossibile che si possano infiltrare quelli della mafia. Si può infiltrare 'il tentatore', è il peggiore di tutti? No! Lui ubbidisce al Padre e se il Padre è il nostro amico 'il tentatore' alla fine non è altro che un input per fortificare la nostra fede. Non è il nostro nemico, diventa il nostro nemico se noi ci facciamo tentare nella nostra debolezza, ma se noi rimaniamo forti ci fortifica e il Padre è più felice. Il nostro nemico, quello che ci può fare del male, quello che io non posso controllare, siamo noi stessi quando diciamo: 'Basta, non voglio più, non mi interessa più, Giorgio non mi interessa più niente di te, della causa', e lì, il nemico ha vinto.

Quando noi stessi decidiamo di cambiare rotta, il nemico, che è dentro noi, ha vinto la battaglia. Ecco perché io mi difendo da questo nemico con la mia presenza davanti a voi, io sfido questo nemico, facendomi vedere da voi con tutto l'amore e l'amicizia e dicendovi: 'Io sono qui'. Quindi sarà molto più difficile che il nemico, che è dentro di noi, ci attacchi. Non so fino a quando il Padre tollererà che io faccia questo, dipende da voi, se la fiamma è forte dentro di voi. Se inizia a spegnersi, a diminuire, il Padre mi dirà: 'sparisci', e io non voglio che ciò avvenga. Ma non ho paura, io sento che siamo forti, che siamo più uniti, forse sono matto, ma non mi interessa, io vedo questi bambini che sono qui, vedo questa bellissima gente”.

A quel punto hanno fatto un'intervista a Giorgio per il programma radio “Enigmas” di Radio Sarandí.

Dopo l'intervista radio è arrivato il momento delle domande dalle persone presenti e Giorgio, rispondendo alla seguente domanda: - “I potenti del mondo, i più intelligenti, hanno idea che faranno la morte seconda?”, ha detto: -“I potenti del mondo, quelli intelligenti, o evoluti, amici dell'anticristo, loro non pensano che faranno la morte seconda, loro pensano, e l'amico nostro glielo fa credere, che il Cristo non torna più, che questo è il suo regno, che governeranno per altri mille anni, e poi si vedrà. Per cui loro sono molto tranquilli, che il loro capo manterrà la sua promessa, che il Cristo non tornerà, e che i messaggeri di Cristo saranno tutti uccisi, in modo che il suo regno continui a vivere per altri mille anni, e poi si vedrà. In realtà il suo regno sta per finire, lui ha la sensazione che sta per finire, ma tenterà in tutti i modi di non perdere questo regno, ma l'unico che conosce la verità completa, è satana, suo figlio, l'anticristo, non lo sa, perché satana mente a suo figlio, eppure il Cristo non mente a Suo Padre. È questa la dualità”.

-“Chiunque di noi, con tutto ciò che sappiamo, se non portiamo a compimento la nostra missione, faremo la morte seconda?” -“Se noi, chiunque di noi, non portiamo a compimento ciò per cui siamo stati chiamati, faremo la morte seconda, sì o sì, per forza, perché noi non possiamo tornare indietro. Perché noi siamo stati coloro che hanno visto il Cristo, che hanno mangiato con Lui, che l'hanno visto piangere, che Lo hanno visto sanguinare, noi siamo coloro che hanno vissuto delle serate, delle giornate, insieme a Lui, parlando, condividendo. Noi abbiamo visto il Cristo sorridere, piangere, condividere, scherzare, noi sappiamo, Lo abbiamo toccato con le nostre mani, Lo abbiamo abbracciato, ci siamo arrabbiati con Lui, perché Lui ci considera i Suoi amici, i Suoi fratelli, noi abbiamo sentito il profumo della Sua pelle, della Sua carne. Se noi non portiamo a compimento la nostra missione, quando Lui tornerà ci dirà: 'Ma sei stato insieme a me, e non sei giunto a compimento? Ti meriti la morte seconda, perché tanta gente non mi ha visto, non  ha mangiato insieme a me, non mi ha sentito, non mi ha riconosciuto, non sapeva, non capiva, vedeva ma era cieca, tu no, Giorgio Bongiovanni, non hai portato a compimento la tua missione? Ti meriti la morte seconda'. Questo è quello che il Cristo mi dirà, se non riesco ad arrivare fino in fondo, e a voi se non lo farete.

Bene! Ci vediamo presto, ci ritroveremo un'altra volta. Mi dovete promettere che sarete uniti, quindi grazie, con tutto il cuore e con tutta l'anima, per essere presenti, insieme a  me”.

Dopo la riunione Giorgio se n’è andato dall'Arca, e noi siamo rimasti insieme a condividere una merenda con tutti i nostri fratelli presenti. È stato molto bello, la fratellanza si fortifica ancora di più quando siamo tutti insieme, c'è un'energia unica, dimostra l'unione che c'è tra di noi.

Ringrazio Giorgio per la sua visita e per le sue parole, con tanto amore dedico questa cronaca a lui e a tutti i fratelli del mondo.

Montevideo 15 Luglio 2016

Camila Ocampo, con la collaborazione di Domingo Silva e Adriana Navarro