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FRANCESCO E BENEDETTO100
E I PAPI INVOCANO SAN MICHELE “CACCI IL MALIGNO DAL VATICANO”
— «Nel consacrare lo Stato Città del Vaticano a san Michele Arcangelo, gli chiediamo che ci difenda dal Maligno e che lo getti fuori». Altro che Paolo VI e il suo «fumo di Satana entrato attraverso qualche fessura nella Chiesa ». La preghiera pronunciata ieri da Francesco va oltre, perché dice addirittura che non il fumo, ma il Maligno in persona, alberga oltre Tevere. E spetta a san Michele espellerlo, perché fu lui, secondo la Scrittura, ad aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana.

Tutto è avvenuto ieri, nel corso di una breve cerimonia svoltasi nei giardini vaticani nella quale Bergoglio, assieme a papa Ratzinger, ha benedetto una statua dedicata all’Arcangelo in occasione dell’affidamento dello Stato della Città del Vaticano a san Giuseppe e allo stesso san Michele. Il progetto era stato approvato tempo fa da Benedetto XVI. Francesco e il Papa emerito si sono abbracciati con affetto e sono rimasti vicini per tutta la cerimonia. «Nei giardini vaticani — ha detto Francesco — ci sono diverse opere artistiche; questa, che oggi si aggiunge, assume però un posto di particolare rilievo, sia per la collocazione, sia per il significato che esprime. Infatti, non è solo un’opera celebrativa, ma un invito alla riflessione e alla preghiera, che si inserisce bene nell’Anno della fede. Michele — che significa: “Chi è come Dio?” — è il campione del primato di Dio, della sua trascendenza e potenza. Michele lotta per ristabilire la giustizia divina; difende il Popolo di Dio dai suoi nemici e soprattutto
dal nemico per eccellenza, il diavolo».
È dall’inizio del suo pontificato che Francesco cita il diavolo. L’ha fatto soprattutto durante le omelie del mattino pronunciate nella residenza di Santa Marta. Il diavolo, secondo lui, è una minaccia anzitutto per la Chiesa. Per difendersi dalle sue lusinghe e dai suoi attacchi — ha detto durante una di queste omelie a inizio maggio — «l’arma è la stessa arma di Gesù: la Parola di Dio, non dialogare, ma sempre la Parola di Dio e poi l’umiltà e la mitezza». Ma le esortazioni contro il demonio, il Papa le ha rilanciate anche su Twitter:
«Non dobbiamo credere al Maligno che dice che non possiamo fare nulla contro la violenza, l’ingiustizia, il peccato», è il testo di uno dei due tweet diffusi da @pontifex.
Già all’indomani dell’elezione, giovedì 14 marzo, nella messa “pro ecclesia” celebrata con i cardinali nella cappella Sistina, soffermandosi sui concetti del «camminare, edificare, confessare», Bergoglio aveva detto: «Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la frase di Leon Bloy: “Chi non prega il Signore, prega il diavolo”. Quando non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la mondanità del demonio».
di Paolo Rodari
LA REPUBBLICA 6 LUGLIO 2013..