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Corsa all'atomica nel Golfo Persico. Il regime di Riad pronto ad acquistare ordigni nucleari dal Pakistan per contrastare l'armamento dell'Iran
LONDRA - La possibilità di un’intesa entro il 30 giugno sul programma nucleare iraniano sembra aver dato il via alla corsa all'atomica nel Golfo Persico. Secondo quanto riferiscono fonti dell'intelligence Usa, riportate dal Sunday Times e citate oggi dall'Independent, l'Arabia Saudita, culla del wahabismo (l'interpretazione più rigida dell'Islam sunnita), dopo molti tentennamenti, avrebbe rotto gli indugi e si appresterebbe ad acquistare dal Pakistan un ordigno atomico già pronto e funzionante, per trovarsi un passo avanti a Teheran. "C'è un accordo da lungo tempo con i pakistani (sulle armi nucleari) e la Casa dei Saud (la famiglia regnante saudita, ndr) ha ora preso la decisione di procedere", ha riferito un'anonima fonte del Pentagono.
Questo per contrastare quella che a Riad, e nelle petromonarchie sunnite del Golfo (ed in Israele), percepiscono come la primaria minaccia alla loro sopravvivenza: l'Iran sciita potenza atomica. Riad, come più volte preannunciato, riscuoterebbe così il credito che vanta con Islamabad per gli ingenti investimenti (miliardi di dollari) che fece negli anni '70 nel programma
nucleare pakistano (nato per contrastare l'atomica indiana), Paese sunnita, legato così tanto all'Arabia Saudita da essere uno dei 10 Paesi della coalizione contro i ribelli sciiti Houthi (sostenuti da Teheran) in Yemen, nonostante si trovi a migliaia di km di distanza dall'area.