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L'ULTIMO MEDIOEVO: QUO VADIS UMANITÀ?


 HO SCRITTO IL 4 OTTOBRE DELL'ANNO 2007:


I° PARTE

DICE IL MIO AMICO SETUN SHENAR, ALIENO: CI DISPIACE VERAMENTE DARE NOTIZIE TRAGICHE, TERRIBILI, DRAMMATICHE.

NOI VORREMMO DARVI NOTIZIE PACIFICHE, D'AMORE, DI PACE, DI FRATELLANZA, DI ARMONIA, DI BENESSERE, DI CONTEMPLAZIONE, DI EVOLUZIONE, DI INTERAZIONE CON LA VITA E CON I SUOI MISTERI. CON LA VITA NEL SUO ASPETTO MATERIALE, PSICHICO E SPIRITUALE. VITA TERRESTRE E VITA COSMICA.
CI PIACEREBBE PARLARE DI DIO, DEL SUO AMORE, DELLA SUA GIUSTIZIA MA, ANCORA UNA VOLTA, SIAMO COSTRETTI A RICORDARVI ALCUNE COSE. COSE CHE GIÀ SAPETE, NON RIVELAZIONI, CHE NOI ABBIAMO IL COMPITO DI RICORDARE, DI ANNUNCIARE, DI DIFFONDERE PER FAR LUCE SU MOLTE NOTIZIE CHE VENGONO DIRAMATE ALL'OPINIONE PUBBLICA MONDIALE E CHE SONO MANIPOLATE.
PER QUESTO, SCUSATECI, RITORNIAMO ANCORA UNA VOLTA SU CERTI TEMI. PER DIMOSTRARE CHE I MESSAGGI CHE DIFFONDIAMO ATTRAVERSO I NOSTRI EMISSARI - UNO DI QUESTI È LO SCRIVENTE - NON SONO FRUTTO DI FANTASIA, DI FARNETICAZIONI O DI FANATISMO. SONO DELLE PROTESTE, UN GRIDO DISPERATO PROVENIENTE DA ESSERI CHE VIVONO IN PACE E FRATELLANZA NELL'UNIVERSO E DA ESSERI CHE SONO SULLA TERRA SOTTOFORMA DI UOMINI, DONNE E BAMBINI CHE PORTANO I VALORI DELLA NOSTRA GENETICA.
E ALLORA, ANCORA UNA VOLTA, VOGLIAMO RICORDARVI CHE SIETE SULL'ORLO DELL'AUTODISTRUZIONE, CHE SIETE NEL BARATRO.
GLI SCRITTI SACRI CHE MOLTI DI VOI IGNORANO O RIDICOLIZZANO, COME L'APOCALISSE DI GIOVANNI NELLA BIBBIA, GLI SCRITTI ANTICHI DEI VEDA, LE PROFEZIE DELL'ISLAM, LE PROFEZIE DELLA SANTA VERGINE MARIA ED ALTRI, SI STANNO AVVERANDO, GIORNO PER GIORNO.
GLI ALLEGATI CHE TROVERETE IN QUESTA BREVE COMUNICAZIONE SONO LA DIMOSTRAZIONE DI CIÒ CHE STATE VIVENDO.
VOLETE REAGIRE?
MA COM'È CONCEPIBILE CHE SOLO POCHISSIMI DI VOI NON ACCETTINO UNA SITUAZIONE TANTO TERRIBILE?
SIAMO FELICI CHE VI SIANO DELLE ANIME, TRA GIORNALISTI, POLITICI, RICERCATORI, GIUDICI, MEDICI, SCIENZIATI, OPERATORI VARI E SEMPLICI CITTADINI CHE RACCOLGONO E DIVULGANO DATI, CHE FANNO RICERCA PER ANNUNCIARE LA VERITÀ. QUELLA VERITÀ CHE NEL MONDO È NELLE MANI DI UOMINI POTENTI, SCRITERIATI, IN PREDA AL DELIRIO E ALLA FOLLIA PIÙ TOTALI. UOMINI CHE ASSETATI DI SANGUE E DI POTERE VOGLIONO, COSTI QUEL CHE COSTI, PORTARE ALL'ESTINZIONE IL VOSTRO PIANETA, LA VOSTRA UMANITÀ E TUTTI GLI ESSERI VIVENTI.
LEGGETE ATTENTAMENTE LE NOTIZIE CHE IL NOSTRO AMICO E MESSAGGERO GIORGIO BONGIOVANNI HA RACCOLTO INSIEME AI COLLABORATORI INTERNI ALLA SUA COMUNITÀ SPIRITUALE E AI SUOI AMICI ESTERNI ALLA SUA COMUNITÀ SPIRITUALE, UOMINI GIUSTI.
LEGGETE ATTENTAMENTE E POI MEDITATE E DEDUCETE.
ASPETTIAMO CHE CI SIA UNA REAZIONE A QUESTE NOTIZIE TREMENDE CHE INORRIDISCONO ANCHE NOI, MA CHE NON CI STUPISCONO. PERCHÈ DA OLTRE CINQUANT'ANNI VI ABBIAMO PREANNUNCIATO, NEI MINIMI DETTAGLI, I FATTI SCONCERTANTI CHE STANNO ACCADENDO NEL VOSTRO MONDO.
PACE E A PRESTO.
HO RINGRAZIATO IL MIO AMICO SETUN SHENAR.
 

                                                                                                GIORGIO BONGIOVANNI
                                                                                                        STIGMATIZZATO
Sant'Elpidio a Mare (Italia)
4 Ottobre 2007

L'ULTIMO MEDIOEVO: QUO VADIS UMANITÀ?


HO SCRITTO IL 4 OTTOBRE DELL'ANNO 2007:

II° PARTE

 PRIMA DI INVITARVI A LEGGERE, CARI LETTORI, QUANTO APPRESSO VI HO ALLEGATO, VOGLIO SOTTOLINEARE CHE POTRETE CAPIRE APPIENO IL SIGNIFICATO DI QUESTI SCRITTI SOLO SE AVRETE UN QUADRO CHIARO DELLA SITUAZIONE MONDIALE. QUELLA SITUAZIONE CHE VI ABBIAMO GIÀ AMPIAMENTE SPIEGATO NEI NOSTRI PRECEDENTI COMUNICATI E CHE TROVERETE NEI SITI INTERNET WWW.GIORGIOBONGIOVANNI.IT E WWW.UNPUNTOENELINFINITO.COM, VISIBILI IN TUTTO IL MONDO, E NEI LIBRI CHE ABBIAMO GIÀ DIFFUSO.
LA SITUAZIONE NEL MONDO È LA SEGUENTE: CI TROVIAMO ATTUALMENTE DI FRONTE A UN GRANDE IMPERO ANTICRISTICO ORMAI IN DECADENZA, COME MAI LO È STATO NELLA STORIA DELLA SUA ESISTENZA. MI RIFERISCO AGLI STATI UNITI D'AMERICA E AI SUOI VASSALLI, CHE SI TROVANO NELLA PIÙ PROFONDA FASE DI DECADENZA MORALE, SOCIALE, POLITICA E SPIRITUALE. E CHE, COME ACCADDE CON IL SACRO ROMANO IMPERO 2000 ANNI FA O CON ALTRI, PER MANTENERE LA PROPRIA EGEMONIA STA TENTANDO IL TUTTO E PER TUTTO, COMPRESO LO STERMINIO DI GRAN PARTE DELL'UMANITÀ.
A QUESTO SI CONTRAPPONE UN ALTRO IMPERO, APPENA NATO DALLE CENERI DI VECCHIE POTENZE CHE SI SONO SGRETOLATE: QUELLO DELLA RUSSIA, DELLA CINA E DEI LORO VASSALLI.
VI CHIEDERETE: PERCHÈ L'IMPERO DEGLI STATI UNITI D'AMERICA È IN FASE DI DECADENZA? LA RISPOSTA È: PERCHÈ È IL PIÙ INDEBITATO DEL MONDO, PERCHÈ LÌ SI ANNIDA LA GRAN PARTE DEI PIÙ RICCHI UOMINI DEL PIANETA.
POCHI DI VOI LO SANNO, MA I DATI DELLA FEDERAL RESERVE, LA BANCA CENTRALE STATUNITENSE, ACCESSIBILI A TUTTI, PARLANO DI 2.500 MILIARDI DI DOLLARI. UN PAESE CHE HA QUESTI DEBITI E CHE NON LI PAGA PUÒ MANTENERE LA PROPRIA EGEMONIA SOLO CON LA GUERRA.
PERCHÈ PUR ESSENDO UN IMPERO IN DECADENZA E IL PIÙ INDEBITATO DEL MONDO, GLI STATI UNITI POSSIEDONO L'ESERCITO PIÙ POTENTE DI TUTTA LA STORIA DELL'UMANITÀ. UN ESERCITO IN GRADO DI CONDURRE, CONTEMPORANEAMENTE, PIÙ DI CINQUE GUERRE IN TUTTO IL MONDO SENZA ALCUNA PROBABILITÀ DI PERDERNE NEMMENO UNA.
QUESTO IMPERO BASA QUINDI LA PROPRIA POTENZA SULLA VIOLENZA E SULL'ESERCITO.
DALL'ALTRA PARTE, COME HO GIÀ DETTO, SI CONTRAPPONGONO A LUI LA RUSSIA, CON LE SUE ARMI NUCLEARI, E LA CINA.
SOLAMENTE AVENDO CHIARO QUESTO QUADRO POTRETE CAPIRE I DOCUMENTI CHE TROVERETE ALLEGATI A QUESTO MESSAGGIO.
MA PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE VOGLIO ANCORA RICORDARVI CHE È IN PREPARAZIONE UNA GUERRA CONTRO L'IRAN, CHE SECONDO FONTI SIA UMANE CHE PROVENIENTI DAGLI AMICI DEL COSMO, SI SCATENERÀ ENTRO L'ESTATE DEL 2008. DATA CHE SOLO UN MIRACOLO POTREBBE SPOSTARE.
E ANCORA VOGLIO INVITARVI A NON SOTTOVALUTARE ALCUNI DATI:

  1. L'INQUINAMENTO:
    SECONDO LE NOTIZIE CHE ABBIAMO RACCOLTO DA RECENTI TESTIMONIANZE DI SCIENZIATI, IL MAR MEDITERRANEO E TUTTI I MARI CHIUSI (MAR NERO, MAR BALTICO, MAR ROSSO, MAR MORTO ECC.) SONO COMPLETAMENTE INFESTATI DA SCORIE RADIOATTIVE, SCORIE CHIMICHE E QUANT'ALTRO. UN DATO CHE VIENE DIFFUSO DA POCHI, QUASI DA NESSUNO, NELLA SPERANZA CHE GLI OCEANI POSSANO OPERARE UN GRADUALE RICICLO DELL'ACQUA. MA TALE PROCESSO SECONDO GLI SCIENZIATI DURERÀ, SE TUTTO VA BENE, ALMENO CENTO ANNI. SOPRAVVIVEREMO IN QUESTI CENTO ANNI? SE LA SITUAZIONE NON CAMBIA SICURAMENTE NO. GLI APPELLI DI AL GORE SULL'AMBIENTE, CHE NOI APPREZZIAMO, SONO INUTILI E SUPERFLUI SE RIMANGONO PAROLE STERILI. GRIDARE INSIEME ALL'EX PRESIDENTE CLINTON: SALVIAMO IL PIANETA! EQUIVALE SOLO A RECITARE UN BELLO SLOGAN SE NON VI SARÀ UNA SERIA PRESA DI COSCIENZA E UN COMPLETO CAMBIO DI ROTTA DEL GOVERNO DEL LORO PAESE IN PRIMIS, E QUINDI DI TUTTI I GOVERNI DEI POTENTI DELLA TERRA. PERCHÈ NON SI SALVERÀ IL PIANETA SE NON CI SARÀ UN CAMBIO NELLA COSCIENZA DI QUEGLI STESSI POTENTI.

  2. LA MANIPOLAZIONE DELL'INFORMAZIONE:
    UN ESEMPIO FRA TUTTI, CHE CONFERMA I NOSTRI DISPERATI APPELLI CONTENUTI NEI MESSAGGI CHE DA DUE O TRE ANNI A QUESTA PARTE ABBIAMO DIVULGATO, È LA DICHIARAZIONE DEL NOTO GIORNALISTA DAN RATHER, CHE HA SUSCITATO TANTO SCONCERTO NEGLI STATI UNITI. RATHER HA DETTO ALL'EMITTENTE CBS, DALLA QUALE È STATO ESTROMESSO, CHE L'INTERA INFORMAZIONE AMERICANA È NELLE MANI DEL GOVERNO DI TURNO E CHE NON ESISTE PIÙ LA LIBERTÀ DI STAMPA DEI TEMPI DELLO SCANDALO WATERGATE. NEGLI USA, QUINDI, È IN CORSO UNA FORTE PROPAGANDA DI GUERRA DELLA QUALE NESSUNO SI STA ACCORGENDO. E FATTA QUALCHE ECCEZIONE, TALE MANIPOLAZIONE VIENE POSTA IN ESSERE, DI RIFLESSO, ANCHE DAI MEDIA EUROPEI, ITALIA COMPRESA, E DI TUTTA L'AMERICA LATINA.

  3. LA VIOLENZA:
    COME POSSONO GLI STATI UNITI DICHIARARE DI VOLER ESPORTARE IL PROPRIO MODELLO DI DEMOCRAZIA QUANDO RAPPRESENTANO UN IMPERO BASATO SUL POTERE E SULLA VIOLENZA, QUANDO ALL'INTERNO DEL LORO STESSO TERRITORIO VI SONO, SECONDO GLI ULTIMI DATI UFFICIALI DELL'FBI, UN OMICIDIO OGNI TRENTA SECONDI, UNA RAPINA A MANO ARMATA OGNI MINUTO E DICIOTTO SECONDI, UNO STUPRO A BAMBINI O A DONNE OGNI CINQUE MINUTI E TRENTASEI SECONDI, UN'AGGRESSIONE VIOLENTA OGNI TRENTASEI SECONDI E CINQUE DECIMI? UNA POPOLAZIONE DI QUESTO TIPO, CON 301 MILIONI DI ABITANTI, COME PUÒ ESSERE ETICAMENTE CREDIBILE DI FRONTE A QUALSIASI ALTRA SOCIETÀ DEL PIANETA?

ANCORA.
IN ITALIA E IN EUROPA SI PARLA MOLTO DI ANTIPOLITICA E GIUSTAMENTE, PERCHÈ I POLITICI, SPESSO E VOLENTIERI, SONO CORROTTI O SONO CASTE INTOCCABILI. MA VOGLIO RICORDARE CHE È SÌ GIUSTO PROTESTARE E METTERE IN EVIDENZA LA LORO ILLEGALITÀ, MA CHE IL VERO POTERE NON SONO I POLITICI. LO ABBIAMO DETTO E SCRITTO: IL VERO POTERE SONO LE BANCHE, LE MULTINAZIONALI, LE GRANDI FINANZIARIE, I SUPER RICCHI. NON LA CASTA O LA SUPERCASTA QUINDI, MA IL SUPERCLAN, CHE GOVERNA IL MONDO CON I SOLDI, CON LA VIOLENZA E CON LO SFRUTTAMENTO DEI DEBOLI.
È LÌ CHE DEVONO CAMBIARE LE COSE. PERCHÈ I POLITICI NON POSSONO NULLA DI FRONTE A QUESTI POTERI IMMENSI, BASATI SU ENORMI QUANTITÀ DI DENARO LEGALE E SPESSO ANCHE ILLEGALE. DEL SUPERCLAN FANNO PARTE ANCHE LE MAFIE, CHE SONO RICCHE IN MILIARDI DI EURO, E CHE HANNO GRANDE VOCE IN CAPITOLO NEL CONDIZIONAMENTO DELLA POLITICA E DELLE ISTITUZIONI DI TUTTI I PAESI RICCHI.
COSA POSSONO FARE PRODI, MASTELLA E GLI ALTRI MINISTRI IN ITALIA, BROWN IN INGHILTERRA O LO STESSO PRESIDENTE BUSH DI FRONTE AI GRANDI POTERI ECONOMICI? NULLA O QUASI NULLA. QUESTO PERCHÈ SI SAPPIA.

HO SCELTO QUINDI, CARI LETTORI, UN SAGGIO E TRE PREFAZIONI DI LIBRI PER FARVI COMPRENDERE LA SITUAZIONE UMANA NELLA QUALE SI TROVA IL PIANETA TERRA.
L'INDIA È IL PAESE PIÙ SPIRITUALE DEL MONDO: LEGGETE LA PREFAZIONE DEL LIBRO "PREMIATA MACELLERIA DELLE INDIE" SU CIÒ CHE IN INDIA STA ACCADENDO E SU COME VENGONO VENDUTI GLI ORGANI DEI BAMBINI. NELLA SECONDA PREFAZIONE AL LIBRO "LA FABBRICA DEI VELENI" LEGGETE INVECE DI COME LE MULTINAZIONALI SI METTONO D'ACCORDO, IN TUTTO IL PIANETA, PER PROTEGGERE I LORO LOSCHI, DEMONIACI INTERESSI CAUSANDO LA MORTE DI INNOCENTI. UN RAGIONAMENTO BASATO SULL'ESEMPIO DI UN FATTO ACCADUTO IN ITALIA.
LEGGETE POI IL SAGGIO DELLA NOSTRA AMICA E COLLEGA GIORNALISTA ANTONELLA RANDAZZO, SULLO STATO DELL'ARTE DELL'IMPERO AMERICANO, DOVE ABBIAMO VOLUTAMENTE OMESSO LA SITUAZIONE DELLA RUSSIA E DELLA CINA E LE LORO OPERE NEFASTE, PERCHÈ GIÀ AMPIAMENTE SPIEGATE IN QUESTO MESSAGGIO E IN ALTRI GIÀ AMPIAMENTE DIFFUSI NEI MESI SCORSI.
PER QUANTO RIGUARDA L'IMPORTANTISSIMO LIBRO DI NAOMI KLEIN ABBIAMO INVECE SINTETIZZATO LE CONCLUSIONI, CHE SPIEGANO COME I GRANDI POTENTI SPECULINO SULLA PELLE UMANA, SULLE SOFFERENZE ALTRUI CAUSATE DAI DISASTRI CHE LA NATURA PROVOCA PER REAZIONE ALLE INGIUSTIZIE DELL'UOMO, COSA CHE VI ABBIAMO PIÙ VOLTE DETTO. O CAUSATE DA QUEI DISASTRI CHE È L'UOMO STESSO A PROVOCARE: GUERRE, INQUINAMENTO ECC.
LEGGETE, MEDITATE, DEDUCETE. ANCORA VOGLIO SPERARE CHE IL SALVABILE VENGA SALVATO DA UNA POTENZA CHE NON È DI QUESTO MONDO, PERCHÈ È ANIMATA DALL'AMORE PIÙ GRANDE DI TUTTI GLI AMORI, CIOÈ DALL'AMORE DI GESÙ CRISTO.
LO HO GIÀ DETTO E LO RIPETO ANCORA UNA VOLTA, SENZA MAI STANCARMI: LE MIE ESPERIENZE MISTICHE E SPIRITUALI, LE MIE COMUNICAZIONI CON LE POTENZE CELESTI MI DANNO CONFERMA, SEMPRE DI PIÙ, CHE QUESTO È IL TEMPO DELL'APOCALISSE DI GIOVANNI E QUINDI DELLA SECONDA VENUTA DI GESÙ CRISTO, IL QUALE SI MANIFESTERÀ AL MONDO "CON GRAN POTENZA E GLORIA". E PER QUESTO RIMANDO ALLA LETTURA DEL CAPITOLO 24 DEL VANGELO DI MATTEO.

                                                                                                    IN FEDE
                                                                                     GIORGIO BONGIOVANNI
                                                                                               STIGMATIZZATO

Sant'Elpidio a Mare (Italia)
4 Ottobre 2007

Premiata macelleria delle Indie

Traffico d'organi, lager segreti, talebani di Buddha, guerriglieri maoisti e ladri di bambini:
l'altro volto della globalizzazione all'ombra dell'Himalaya.

Tratto dal libro Premiata macelleria delle Indie
Autore: Alessandro Gilioli
Casa Editrice: Bur

Dove l'Himalaya regala le sue prime vette, sui sentieri che da Jomsom portano verso Muktinath, ti posso capitare gli incontri più strani. Trekker tedeschi con i telefoni satelittari, ragazzi israeliani in fuga dalla naia, sadhu induisti arrivati a piedi dal Tamil Nadu. Poi ti può succedere anche di trovare i guerriglieri del Nepal. E da lì iniziare un lungo percorso che, un po' per caso e un po' no, ti rivela il volto meno luccicante delle grandi trasformazioni che stanno attraversando l'India e i Paesi vicini. Un'area del pianeta dove la globalizzazione porta con sè nuove ricchezze e grandi speranze ma anche sanguinose guerre civili e agghiaccianti traffici illeciti, grotteschi paradossi e feroci repressioni, quasi sempre lontano dai riflettori e nell'indifferenza dei più. Tutti gli eventi, i luoghi, i personaggi di questo libro e i loro nomi sono reali. Come Deepak, il ragazzino di Hetauda disposto a cedermi un rene per liberarsi da una povertà  senza speranze. Lavorava ottanta ore alla settimana davanti a un telaio, i suoi genitori dormivano per strada e così è finito in uno dei racket più oscuri della società  contemporanea, lo spaccio di organi: un mercato fiorente grazie ai numerosi clienti stranieri, ai nuovi farmaci antirigetto e al boom delle cliniche private indiane. Come Sunita, una mamma di Bhaktapur che si è data fuoco quando le hanno rubato il figlio di quattro anni per rivenderlo a una coppia di benestanti spagnoli: anche la compravendita dei minori da dare in adozione in Occidente è un business prospero e in rapida crescita, fatto forse inevitabile quando una parte del mondo è sempre più ricca e più sterile mentre un'altra parte resta povera ma fertile. Come Surya, un ex impiegato in giacca e cravatta che un giorno si è scoperto ribelle ed è andato in montagna a combattere contro il , dopo aver spedito il figlio in un'università  hi-tech di Bruxelles. La rivolta a cui ha aderito - che si è data il nome così obsoleto di -è la misconosciuta reazione di molti contadini indiani e nepalesi a cui la globalizzazione non ha portato benefici ma solo espropri di terra e carenza di acqua, esasperando il divario sociale tra campagne e città . Come Narpati, cappellaio bhutanese rinchiuso da quindici anni dietro il filo spinato di un campo profughi senza che nessuno gli abbia mai spiegato perchè: perseguitato dalla pulizia etnica di un Paese minuscolo e terrorizzato all'idea di perdere la propria identità  buddista. O ancora: come Nima, adolescente fuggita dalla guerra civile, dal villaggio e dai debiti per offrirsi a cinque euro in un cabin bar di legno e mattoni, pieno di topi e di bottiglie di birra. Come Moso, clandestino birmano in Thailandia, scampato allo tsunami ma non alla polizia. Come Hira, bambina abbandonata e cresciuta ai bordi di una strada a spaccare pietre. E così via. Sono donne e uomini con piccole storie, connesse però in qualche modo con i grandi eventi planetari e con i loro effetti meno visibili. Sono persone senza voce nella tempesta del XXI secolo. Sono gli eroi e le vittime delle vicende raccontate in questo libro, iniziate in un pomeriggio di maggio del 2001.

La fabbrica dei veleni

Tratto dal libro La fabbrica dei veleni
Autore: Felice Casson
Casa Editrice: Sperling & Kupfer

E' l'agosto del 1994 e alla Procura di Venezia, afosa e semideserta, un timido ma determinato operaio di Porto Marghera insiste per avere un colloquio con un magistrato: da quasi dieci anni, insieme a Medicina Democratica e alcune associazioni ambientaliste, raccoglie dati che accusano il Petrolchimico di inquinare la laguna veneta e rovinare la salute dei lavoratori, ma fino a quel momento le sue denunce non hanno avuto alcun seguito investigativo. Lo riceve Felice Casson che esamina, incredulo, il fascicolo che gli viene mostrato e ordina subito delle verifiche preliminari. E' l'inizio di una inchiesta che porterà  in tribunale i padroni della chimica italiana e accerterà  157 morti e 103 malati tra gli operai nonchè un disastro ambientale con 120 discariche abusive e 5 milioni di metri cubi di rifiuti tossici. Il processo di primo grado richiede 151 udienze e termina nel 2001 con una incredibile sentenza di assoluzione per i dirigenti di Enichem e Montedison: le vittime si erano ammalate negli anni '50 e '60 ma, fino al 1973, gli effetti cancerogeni del cloruro di vinile monomero - il gas indispensabile e a produrre la sostanza plastica più diffusa al mondo, il PVC - non sarebbero stati noti, nè sarebbe esistite leggi adeguate a tutela dei lavoratori e dell'ambiente. Una conclusione che il pubblico ministero non accetta. La sua battaglia continua fino a trovare la conferma definitiva dello scellerato sottoscritto dalle maggiori industrie chimiche di tutto il mondo, fra cui la Montedison, per tenere segreti i dati sulla pericolosità  del gas. Nel 2004, la sentenza d'appello capovolge la prima e viene confermata nel 2006 in Cassazione. Lasciata la magistratura, Casson ha accettato di ricostruire il lungo lavoro d'indagine in questo libro che compone, passo dopo passo, da una sponda all'altra dell'Atlantico il complesso disegno del caso, le ricerche di un caparbio medico di fabbrica, le manovre delle lobby industriali mondiali, le storie delle vittime, la sparizione di dossier scomodi, i raggiri politici, i ricatti occupazionali, gli scontri della fase processuale. Una testimonianza unica, che ha l'intensità  di un reportage e il ritmo narrativo di un legal thriller.

    LA NUOVA DEMOCRAZIA

Introduzione al libro "La nuova democrazia. Illusioni di civiltà  nellâ era dellâ egemonia Usa".
Autore: Antonella Randazzo
Casa editrice: Zambon Editore

Tutti noi ci siamo chiesti almeno una volta perchè al mondo tante persone siano costrette a vivere in condizioni di estrema sofferenza: la fame, la guerra, la miseria e lo sfruttamento riguardano miliardi di persone. Capire e trovare risposte è possibile, ma implica necessariamente il prendere atto che dietro queste sofferenze ci sono dei precisi responsabili. Persone che hanno il potere di imporre al mondo intero un sistema iniquo, in cui il privilegio e l'avidità  di pochi corrispondono alla sofferenza e alla condanna di molti. Nel 1948, George Kennan, un funzionario del Dipartimento di Stato Usa, confessava: "Possediamo il 50 per cento della ricchezza mondiale, ma solo il 6,3 per cento della sua popolazione. In questa situazione, il nostro vero lavoro nel periodo a venire è di escogitare uno schema di relazioni che ci permetta di mantenere questa posizione di disparità . Per farlo, dobbiamo abbandonare ogni sentimentalismo... dovremmo smetterla di pensare ai diritti umani, all'innalzamento del tenore di vita e alla democratizzazione".(1)
Questa verità  viene tenuta nascosta, mentre vengono propagandate presunte motivazioni "etiche" e"umanitarie" della politica americana. Nella propaganda mediatica non contano i fatti ma le percezioni. Come sostiene George Bush junior, la verità  non è ma "si costruisce", e "le percezioni contano più dei fatti" (2). I media spostano l'attenzione per nascondere fatti e responsabilità. Chi indica i fatti diventa "'antiamericano", oppure "antioccidentale" o "antipatriottico". Allontanare i fatti e iresponsabili dalla realtà  mediatica fa parte del progetto di nascondere la verità  sul mondo. Alla fine della Seconda guerra mondiale il mondo usciva dall'incubo della guerra, con una grande fiducia di poter ricostruire ciò che era stato distrutto e, soprattutto, con la certezza di aver eliminato il "mostro" nazista. Si inneggiava a un mondo migliore, poichè i "cattivi" erano stati sconfitti. In questo contesto gli Usa apparivano come gli eroi vittoriosi che avevano liberato i popoli dal tiranno. Il nazismo, l'Olocausto e Hitler vennero raccontati come il "male assoluto" (3), ovvero come dovuti a una forza oscura che misteriosamente si era impossessata di un governo eletto democraticamente, spingendolo a compiere crimini inauditi. Definendo Hitler "mostro", e l'Olocausto "male assoluto", gli eventi nazisti vennero posti al di fuori della Storia stessa, estraniati da altri fatti che appartenevano al tempo storico. Ciò rendeva ancora più inaccettabile il nazismo, inteso come dovuto ad una perversione rinnegata dalla stessa Storia occidentale. Così si impediva la consapevolezza di realtà  più ampie e preesistenti, strettamente collegate al nazismo. Si nascondeva che crimini così efferati erano già  stati compiuti dagli europei nelle terre coloniali. I nativi americani erano già  stati a lungo obiettivo di sterminio; nelle colonie africane e asiatiche gli europei avevano commesso parecchi genocidi, che non figuravano come tali soltanto perchè gli indigeni non godevano degli stessi diritti dei coloni, essendo considerati inferiori.

L'idea di dover purificare la "razza" e di dover sterminare un gruppo di persone considerate senza valore o pericolose, apparteneva già  alla cultura occidentale. Ad esempio, nel maggio del 1898, il primo ministro inglese Robert Arthur Salisbury, molto attento alla politica coloniale inglese, (4) in un suo discorso alla Albert Hall prendeva atto cinicamente che "possiamo sommariamente dividere le nazioni del mondo in quelle che vivono e quelle che stanno morendo". Il modello che Hitler aveva seguito, come lui stesso ammetteva, era quello dello sterminio dei nativi americani. Molti di coloro che massacrarono gli indiani ricevettero medaglie al valore dai presidenti americani. Il Generale Philip Henry Sheridan (1831-1888) sosteneva che "l'unico indiano buono che io conosca è l'indiano morto". Quasi tutti i presidenti americani agirono in perfetto accordo con lui. Negli anni Trenta alcuni scienziati americani trovarono un modo efficace per sopprimere definitivamente le "razze inferiori" attraverso tecniche eugenetiche, che furono legalizzate e applicate in molti Stati. Hitler nutrì una profonda ammirazione per gli studiosi americani, che in quegli anni pubblicarono diversi studi sulla "difesa della razza bianca dalle contaminazioni delle razze inferiori". (5) Quello che non veniva perdonato a Hitler, secondo lo scrittore Aimè Cèsaire, era "il fatto che ha applicato in Europa le pratiche coloniali che in precedenza erano state applicate solo agli arabi dell'Algeria, ai coolies dell'India e ai negri dell'Africa". (6) Hitler era stato avulso dalla Storia perchè, rendendo la stessa Europa una terra da colonizzare, aveva privato i fatti storici di quelle legittimazioni "morali" che l'Occidente utilizzava per sottomettere e schiavizzare gli altri popoli. In altre parole, le regole e le leggi applicate nel mondo occidentale dovevano continuare ad essere diverse da quelle applicate nelle terre coloniali. Le crudeltà  coloniali non dovevano essere considerate alla stessa stregua delle medesime crudeltà  commesse in Europa: le crudeltà  coloniali erano "legittime" mentre quelle commesse in Europa erano "male assoluto al di là  della Storia". Hitler doveva, quindi, essere demonizzato, e considerato assai diversamente da tutti gli altri potenti occidentali. La sua ferocia era "mostruosa" perchè diretta contro gli europei. Era un "mostro", nato dal "male" stesso, e non dalla Storia. Questo serviva anche a nascondere che Hitler non avrebbe mai potuto fare nulla di ciò che ha fatto senza appoggi da parte di quei paesi che ora lo demonizzavano. Come affermò Peter Calvocoressi, Procuratore a Norimberga: "Gli industriali erano il motore dello Stato tedesco. Il vero asse portante della Germania non erano le forze armate, o almeno non solo loro, bensì la potenza industriale e finanziaria. Senza di essa non ci sarebbe stato nessun esercito". La Seconda guerra mondiale venne spiegata all'interno della dinamica dittatura/democrazia. La fine del fascismo e del nazismo venne festeggiata come il ritorno agli ideali di libertà , democrazia e giustizia. A tutt'oggi molti pensano alla Seconda guerra mondiale come ad un conflitto fra "valori" diversi, come se gli Alleati fossero stati completamente estranei all'ascesa di Hitler e al rafforzamento delle sue mire espansionistiche. Alcuni studi storici (7) ci fanno capire che non è così. Le imprese e le banche occidentali, soprattutto quelle americane, avevano ricavato dalla guerra profitti enormi.

Avevano giocato bene le loro carte finanziando l'ascesa di Hitler e la sua preparazione alla guerra. Non era la prima volta, nè sarebbe stata l'ultima, che il potere economico e finanziario americano utilizzava un dittatore mostruoso per realizzare i suoi progetti. Alcune grosse imprese Usa (come la Ibm, la Ford Motor Company, la General Motors e la Standard Oil) avevano continuato a produrre per il fà¼hrer anche durante la guerra, dimostrando palesemente che per loro gli alti profitti contavano più della vita umana. Durante la guerra avevano utilizzato ampiamente lavoratori coatti, che trattavano alla stessa stregua di oggetti senza valore. Un lavoratore anonimo scrisse in una lettera: "L'Ibm è un mostro internazionale... come i nazisti". (8) La Ford, anche dopo l'entrata in guerra degli Usa, continuò a produrre materiale bellico, che sarebbe stato utilizzato contro gli americani. Le fabbriche americane in Germania non vennero mai bombardate durante la guerra. Le banche e le imprese americane si erano dichiarate "neutrali", e avevano tratto parecchi vantaggi dalla sanguinosa guerra, che avrebbe indebolito gli imperi europei e rafforzato l'impero americano. Oggi quelle stesse imprese e banche sono più forti che mai, e fomentano guerre in diverse parti del mondo, per i medesimi motivi: rafforzare il proprio dominio e avere grossi profitti. E' legittimo chiedersi se l'imperialismo sia stato davvero sconfitto, come ci hanno fatto credere, oppure se sia stato eliminato soltanto l'imperialismo tedesco di Hitler. Se per imperialismo intendiamo un sistema politico-militare-economico di una particolare nazione che si pone come superiore a tutte le altre e compie impunemente crimini terribili, allora i fatti storici ci dicono che esso non è mai morto, e che ha continuato a commettere genocidi e a scatenare terribili guerre. La differenza è che, dopo la Seconda guerra mondiale, il crimine e il genocidio sono stati riportati fuori dall'Europa, in quelle terre considerate da saccheggiare e da sfruttare. Terre in cui la vita umana non ha lo stesso valore che viene dato nei paesi ricchi. Dopo Hitler, divenne chiaro che l'imperialismo produceva crimini terribili, e lo stesso termine venne messo al bando. (9) Alla parola infamante di "imperialismo" veniva sostituita, del tutto impropriamente, la parola "democrazia", (10) e per molti anni i crimini imperialisti sono stati mascherati da "lotte per la libertà  dei popoli", e per la "democrazia". Dalla fine della Seconda guerra mondiale, la potenza Usa si prodigò ad accrescere le proprie risorse energetiche e ad impedire ovunque la nascita di un modello alternativo a quello capitalistico occidentale. La scia di guerre, violenze e crudeltà  è lunghissima. La dicotomia dittatura/democrazia venne riproposta attraverso il "pericolo rosso", con cui gli Usa legittimarono interventi bellici in molte parti del mondo. Le operazioni di guerra attuate dagli Usa per imporre la propria egemonia sono state almeno 60 dall'ultimo dopoguerra a oggi. Col pretesto di "difendere i popoli dai tiranni", gli Usa hanno devastato molti paesi, che avevano la "colpa" di voler attuare un sistema politico-economico alternativo a quello americano.

Nel secondo dopoguerra venne creata ad hoc una realtà  in cui sembrava che i crimini e i soprusi del potere appartenessero al passato. Il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, nella Carta Atlantica (1941), parlò per la prima volta di riscatto dei popoli colonizzati, di libertà  e di autodeterminazione. Ma erano soltanto belle parole, che nascondevano l'intento di soppiantare il proprio dominio a quello europeo. Gli ulteriori sviluppi storici svelano un volto dell'Occidente, e in particolare degli Usa, assai diverso da quello che la propaganda mediatica mostra. Le guerre di ieri contro il nemico "comunista", oppure quelle di oggi contro il nemico "terrorista", hanno nascosto e continuano a nascondere i paradossi del mondo occidentale ad egemonia Usa. Un mondo che professa di possedere istituzioni democratiche che, ad un'analisi approfondita, non rispetta affatto. I paradossi e le contraddizioni dell'Occidente di oggi, ad egemonia Usa, sono tantissimi. Pensiamo al principio costituzionale dell'uguaglianza dei cittadini, difeso dal XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Tale principio (come i valori di "Giustizia", "Tranquillità " e "Benessere generale"), sostenuto nel Preambolo della Costituzione americana, non è rispettato nella realtà . Esistono precise caratteristiche del sistema economico americano che escludono la possibilità  che di fatto vengano tutelati i valori costituzionali. Negli Usa il potere economico è nelle mani di un gruppo assai ristretto di persone. Il potere di stampare la moneta è nelle mani di un gruppo privato di banche, definite Federal Reserve, una denominazione che induce i più a pensare che si tratti di un'istituzione di governo. I cittadini americani pagano una tassa per questo assurdo monopolio privato che assorbe molte delle loro ricchezze. Un gruppo esiguo di persone, che spesso sono le stesse che posseggono le imprese, possono decidere il destino di molti paesi, attraverso la negazione o l'elargizione di denaro. Ad un sistema economico oligarchico non può che corrispondere un sistema politico con le medesime caratteristiche. I presidenti americani sono tutti appartenenti alla classe ricca, e per le loro campagne elettorali ricevono, entrambi i candidati, finanziamenti dalle stesse imprese e dalle stesse banche. Il sistema politico americano si basa sulla personalità  dei candidati come fosse uno spettacolo, e i media creano i personaggi politici alla stessa stregua delle star di Hollywood. La democrazia è stata ridotta ad un "rito", celebrato per dare l'illusione alla gente di contare qualcosa. Osserva Michel Chossudovsky: "Nessuna alternativa viene offerta all'elettorato. Il neoliberismo è parte integrante della piattaforma politica di tutti i principali partiti politici. Come in uno stato monopartitico, i risultati delle elezioni non hanno in pratica alcun impatto sull'effettiva gestione della politica economica e sociale dello stato". (11) Dopo la fine della Guerra Fredda, l'èlite economico-finanziaria americana ha acquistato la sicurezza e la ricchezza necessarie per dominare il mondo intero. La fama di aver liberato dalle dittature e di portare "democrazia e libertà " ovunque, permette loro di propagandare la cultura americana come una cultura "moralmente superiore", da diffondere in tutto il mondo. Ma oggi stiamo vivendo in un mondo in cui la propagandistica contrapposizione dittatura/democrazia sta costando troppo a molti popoli. L'èlite ricca americana, in particolare negli ultimi due decenni, sta attuando piani di dominio mondiale, e non si tratta di un dominio che possa favorire l'umanità . Il piano di dominio e di distruzione è nascosto da motivazioni difensive e umanitarie. Gli Usa dicono di avere dei nemici "terroristi", ma poi uccidono cinicamente popolazioni inermi; dicono di svolgere "missioni umanitarie", ma poi condannano milioni di persone a morire di fame a causa delle loro politiche economiche, imposte furbamente attraverso istituzioni apparentemente Internazionali (Fmi, Bm, Wto). L'èlite Usa non desidera un mondo in cui la ricchezza possa essere maggiormente ridistribuita, e non ama che i popoli possano avere voce in capitolo nelle questioni politiche ed economiche. Ha quindi trovato la formula per istituire un'apparente "democrazia", che nasconde e copre il vero potere. La stessa parola "democrazia", utilizzata fino all'abuso dai presidenti americani, è stata privata dei contenuti a cui dovrebbe necessariamente essere associata: la sovranità  popolare in tutte le questioni che riguardano il popolo stesso, il rispetto dei diritti umani, in primis il diritto all'autodeterminazione. Scrive Peter Gowan: "Una Nuova Democrazia è amministrata da grandi proprietari capitalisti che finanziano il processo politico e offrono agli elettori una scelta tra leader che condividono le stesse opinioni ma hanno uno stile diverso di comandare... Allo stesso tempo la Nuova Democrazia rende più semplice per le multinazionali incrementare la loro influenza e per i media 'globali' (vale a dire occidentali) orientare l'opinione pubblica. (In questo modo) avremo dei leader nel paese prescelto che 'vogliono ciò che noi vogliamo'. Per cui non ci sarà  bisogno di usare il bastone".(12)

Per "Nuova Democrazia", si intende la "democrazia" esportata dagli Usa. Il mito della Nuova Democrazia è stato espresso dal dittatore Augusto Pinochet, che, dopo il massacro di migliaia di persone e la soppressione del governo eletto democraticamente di Salvator Allende, con queste parole definì la nuova situazione cilena. La Nuova Democrazia è una "democrazia senza popolo".Le "Nuove Democrazie" sono tantissime, attuate e ancora, tragicamente, da attuare. Il libro percorretutti i momenti significativi del dominio americano dall'ultimo dopoguerra ad oggi. Ne individua i paradossi, le tecniche per imporre il potere e per rafforzarlo, e la propaganda mediatica che ribalta significati e modifica i fatti. Sullo sfondo c'è l'atroce sofferenza dei popoli, costretti a subire miseria, guerra, torture e massacri. L'opera spiega anche l'ennesima menzogna di indicare nella "globalizzazione" la via per il benessere mondiale. Lunghe divagazioni nelle Università  o nei Convegni in materia economica non sono ancora giunte ad una definizione univoca del termine "globalizzazione". E' impossibile definirlo senza scoprire le magagne dietro le quali si nasconde l'Occidente che si professa civile e democratico, senza considerare l'avidità  dei paesi ricchi verso quelli poveri, e senza spiegare come i primi abbiano attuato stratagemmi "legali" per imporre un nuovo tipo di colonizzazione, nascosto dalle false politiche di "aiuto e sviluppo".Secondo l'economista Boris Kagarlitsky, "globalizzazione non significa impotenza dello Stato, marigetto da parte dello Stato delle sue funzioni sociali in favore di quelle repressive, quindi la fine delle libertà  democratiche".13
Il sociologo Ulrich Beck, con riferimento alla parola "globalizzazione", osserva: "Più che una parola si tratta di una nebbia, di una parola-spettro,...Chiamo globalismo la dittatura neoliberista del mercato mondiale, che, in particolare nel Terzo mondo, toglie le basi -comunque precarie -dell'autosviluppo democratico.... intendo per globalizzazione non soltanto la globalizzazione economica, ma anche quella politica, sociale e culturale".14 La globalizzazione esigerà  prima o poi repressione e guerra. Afferma Michel Chossudovsky: "Guerra e globalizzazione non sono questioni separate... All'alba del terzo millennio la guerra e il "mercato libero" avanzano di pari passo". (15)

La globalizzazione è l'imposizione del potere dell'oligarchia ricca al mondo intero. Attraverso i processi di globalizzazione, l'èlite delle banche e delle grandi imprese è riuscita ad imporre le proprie regole piegando a sè i governi. Il mondo è stato reso un luogo desolante e misero per la maggior parte della popolazione. Le politiche dell'èlite hanno prodotto disoccupazione, costretto milioni di persone a lavorare con salari bassissimi, hanno eliminato le politiche sociali a favore dei più deboli, e hanno tolto il reale potere dalle mani dei rappresentanti del popolo. Ponendo il profitto al di sopra di ogni cosa, hanno fomentato nuove guerre e nuovi genocidi. Gli Usa oggi si pongono al di sopra di ogni legge, e considerano la Dichiarazione dei Diritti dell'uomo del 1948 una"letterina a babbo natale", come disse l'ambasciatore di Reagan, Jeane Kirkpatrick, riferendosi in particolare all'articolo 25, che parla dei diritti economici dell'uomo. Le banche le imprese si arricchiscono con le crisi economiche e con le guerre. Le crisi sono create dalle stesse banche, tagliando i crediti ed esigendo pagamenti. Le guerre sono un'ineguagliabile fonte di profitti per le banche e le imprese, in quanto permettono di accrescere il debito dei paesi e di esportare grandi quantitativi di armi. Il mondo di oggi è dominato dal potere dell'oligarchia Usa, un potere avido e basato sulla menzogna. Come osserva crudamente Gore Vidal: "I loro cuori sono chiaramente altrove, a far quattrini, lontano dai nostri finti templi romani, dove, ahimè, ci rimangono solo le loro teste, che sognano la guerra, preferibilmente contro paesi deboli e periferici".(16)
Oggi molti studiosi sostengono che la condizione degli Usa dovrebbe preoccupare il mondo intero. Ad esempio, scrive la studiosa americana Carolyn Baker:
Se vogliamo confrontarci con le tormentate verità  della storia americana, che siano relative all'11/9 od al genocidio dei nativi americani compiuto dagli europei americani nel 17° secolo, od a qualsiasi delle atrocità  perpetrate dal governo USA delle quali ho riferito, siamo obbligati a confrontarci con la nostra falsa credenza, profondamente indelebile, distintamente amerocentrica che America la bella sia anche l'"America pura come la neve", o l'"America oltre il basso comportamento delle nazioni 'minori'".Tutto nella nostra cultura e la nostra educazione instillano in noi un senso di specialità  riempito di arroganza ed automoralità  in relazione al resto del mondo. Le "altre" nazioni sono corrotte, guardiamo con soddisfazione, indicando alcuni moralmente degradati dittatori latino-americani. Le"altre" nazioni uccidono e torturano i loro cittadini senza riguardo per il valore della vita umana - ma non in America. Noi usiamo la frase, "teoria della cospirazione", quasi come sinonimo di"schizofrenia" per descrivere (e calunniare) teorie che sentiamo troppo insopportabili per crederci. Forse qualche altro governo in qualche terra lontana, guidato da tiranni con nomi dal suono strano trafficano in droga e riciclano i profitti attraverso le loro borse valori. In qualche altra nazione, non vi è la supremazia della legge, ed il governo permette che i suoi cittadini vengano massacrati in un istante per fabbricare e continuare una guerra per guadagni monetari e politici o per riaccumulare risorse naturali in rapida diminuzione.(17)

La politica neoliberale, imposta dalla fine degli anni '70, ha raggiunto oggi livelli di devastazione incredibili in moltissimi paesi. Il Fmi, la Bm e il Wto vengono spacciati come organizzazioni che lottano per i "paesi in via di sviluppo". Ma i paesi poveri non sono affatto "in via di sviluppo" perchè il loro possibile sviluppo viene soffocato sul nascere dai paesi ricchi, proprio attraverso queste organizzazioni. Dei 143 paesi membri del Wto, soltanto i ventuno più ricchi possono porre linee di condotta. E il Fmi decide univocamente le politiche economiche da imporre ai paesi poveri. Lo storico Mark Curtis, presente a Doha al vertice del Wto del 2001, dichiarò:
(La) Crescita economica (è) una trama emergente di minacce e intimidazioni nei confronti dei paesipoveri. E' stato veramente scandaloso, i paesi ricchi sfruttavano il loro potere per appoggiare sfacciatamente gli interessi del grosso business. L'argomento delle corporazioni multinazionali quali causa di povertà  non era proprio all'ordine del giorno; era come una conferenza sulla malaria in cui non si discute neanche della zanzara". (18)

Il The Guardian, del 6 novembre 2001, raccontò di un delegato africano intimorito e soggiogato dal potere dei paesi ricchi: "Se esprimo giudizi troppo severi il mio ministro riceverà  una telefonata dagli Stati Uniti. Gli diranno che sto creando problemi agli Stati Uniti. Il mio governo non chiederà nemmeno 'cosa ho detto?'. Il giorno dopo si limiteranno a mandarmi un biglietto... così non parlo, per paura di far arrabbiare il padrone". Barry Coates, del World Development Movement, disse: "Le nazioni ricche stanno ancora negoziando in primo luogo negli interessi delle loro maggiori multinazionali. E stanno ancora sbattendo le nazioni povere fuori dal processo negoziale. Gli osservatori del mercato più cinici dicono che questo è il modo in cui i negoziati sul commercio sono sempre stati portati avanti." (19)
Mentre la disuguaglianza tra ricchi e poveri cresce come non mai, il potere capitalistico mondiale celebra il progresso economico in Cina, in India o in Brasile. Con la misurazione del Pil di ogni paese non viene data la stima degli stipendi medi dei lavoratori, della percentuale di persone sotto la soglia di povertà , o del livello di disoccupazione; così viene propagandato un mondo diverso da quello che è realmente, e si festeggiano "progressi" anche laddove la gente si sta impoverendo o avora in condizione semischiavistica. Le lotte dei movimenti sociali, le denunce delle associazioni umanitarie, e le proteste dei popoli indigeni, sembrano agli Usa soltanto piccoli fastidi. La Cia chiama "vampa di ritorno", o "effetti collaterali" gli effetti non attesi delle politiche Usa. Oggi questa "vampa di ritorno" è devastante, riguarda ognuno di noi, e non può essere più ignorata. Il mondo del lavoro, il benessere della gente comune, il futuro dei bambini, la protezione delle diverse culture, la tutela dei diritti dei più deboli, ecc. sono stati barattati con altri "valori". Osserva William Blum:
La macchina della politica estera americana è stata alimentata non da una devozione a qualsivoglia tipo di moralità , ma piuttosto dalla necessità  di servire altri imperativi, che possono essere riassunti qui di seguito:
1) rendere il mondo sicuro per le multinazionali americane;
2) abbellire i rendiconti finanziari degli imprenditori della difesa a casa che hanno contribuito generosamente nei confronti di membri del congresso;
3) impedire il sorgere di qualsiasi società  che possa fare da esempio riuscito di un modello alternativo a quello capitalista;
4) estendere l'egemonia politica ed economica su di un'area la più ampia possibile, come si addice ad una "grande potenza".

Tutto questo in nome di combattere una supposta crociata morale contro ciò che freddi guerrieri si sono convinti essere, e hanno convinto il popolo americano, l'esistenza di una malvagia Cospirazione Comunista Internazionale, che in realtà  non è mai esistita, malvagia o no. (20)
Oggi il mondo è nelle mani di circa 200 principali imprese Multinazionali e Transnazionali, che detengono la quasi totalità  della ricchezza. Per queste imprese conta soltanto il profitto, e tutto è merce: il cibo, la salute, la cultura, l'acqua, l'educazione e persino la vita. Mentre la popolazione mondiale si impoverisce e milioni di persone vivono in gravi situazioni dovute alla disoccupazione, allo scarso reddito, o alla fame, le Corporation festeggiano successi economici mai visti prima. Le fusioni, le concentrazioni e le ristrutturazioni permettono loro di aumentare i profitti. Le imprese e le banche hanno un potere assoluto, e decidono le loro politiche economiche nel totale cinismo, e all'oscuro dei lavoratori. Oggi si possono compiere genocidi senza costruire campi di sterminio, basta privare milioni di persone del necessario per la sopravvivenza, oppure impedire l'accesso ai farmaci. Come spiega Susan George: "La scandalosa proibizione della fabbricazione e della distribuzione dei farmaci generici (contro l'Aids, la malaria, la tubercolosi ecc.) con il pretesto che si tratti di sostanze brevettate dalle transnazionali farmaceutiche non è altro che un contributo al genocidio e conferma agli occhi del mondo la dottrina che pone il commercio, la proprietà  e il profitto al di sopra di ogni cosa, compresa la vita umana". (21) Il modello neoliberale, ormai imposto come l'unico possibile, ha devastato il mondo intero. Oggi la povertà  colpisce quasi l'80% degli abitanti del pianeta, e getta il mondo intero in balìa di un'insicurezza che riguarda ogni paese, e che non ha precedenti. I movimenti sociali denunciano crimini e ingiustizie in molti paesi del mondo. Spesso chi denuncia i crimini e lotta contro la globalizzazione viene etichettato come "terrorista" o "antiamericano", e accusato di perseguire una sorta di "teoria del complotto" contro il potere libero e democratico degli Usa. In questo modo si offuscano pericolosamente gli intenti di difesa dei diritti umani, e si cerca di criminalizzare chi denuncia il crimine e non chi lo fa. La potente propaganda mediatica è assai efficace, e noi stessi possiamo trovarci, senza volerlo, ad etichettare chi fuoriesce dai suoi contenuti. Il potere Usa spera in un mondo in cui i poveri accettino passivamente di farsi sfruttare, senza lottare e senza reagire. Sogna un mondo in cui le masse rimangano passive verso i crimini e le ingiustizie, sorrette dalla fede religiosa, che dona una speranza ultraterrena, l'unica loro concessa. Negli ultimi venti anni le classi povere americane hanno subito gravi tagli nei fondi per l'assistenza, e le loro condizioni sono gravemente peggiorate. Tuttavia, il Corporate Welfare, (22) che comprende sovvenzioni e tagli fiscali alle imprese, è stato rafforzato. Le imprese e le banche sono diventate molto più ricche mentre i cittadini comuni continuano ad impoverirsi. Quando i media occidentali si occupano di povertà , di solito trattano casi particolari, senza fare riferimenti precisi alla vere cause del problema e ai suoi responsabili. I paesi poveri appaiono in televisione come vittime della loro stessa sfortuna, di catastrofi naturali; oppure la povertà  viene attribuita all'esistenza di lunghi conflitti interni. Non si spiegano mai le vere motivazioni delle guerre, nè chi le finanzi. I media fanno in modo che nessuno si chieda perchè mai, se i paesi poveri sono stati saccheggiati dall'Occidente, oggi abbiano debiti e non crediti.

Non siamo abituati a pensare che ci siano precise responsabilità  dietro la povertà , le guerre e la fame nel mondo. Questo libro tratta i crimini della povertà  e della guerra facendo precisi riferimenti, e senza occultare responsabilità  nè efferate crudeltà , che ancora oggi vengono commesse, talvolta dagli stessi paesi che le denunciano. Bush, come rappresentante dell'oligarchia al potere negli Usa, affronta i problemi del mondo facendo la lista dei cattivi e affermando il principio della "guerra preventiva". Gli Usa sono diventati il gendarme del mondo intero, con licenza di uccidere e torturare chiunque, in nome di presunte motivazioni "etiche". Il concetto di "interventismo democratico" o di "imperialismo etico", che tende a legittimare la guerra, è stato elaborato negli anni '30 da Max Von Baden, futuro cancelliere del Reich. Diceva Von Baden: "Se vuol resistere alle tempeste della democrazia e alla sua rivendicazione di un miglioramento del mondo, l'imperialismo tedesco deve darsi un fondamento etico. Ora possiamo tranquillamente scrivere sulle nostre bandiere: Il diritto è con noi". (23) Egli era convinto che con le guerre si potesse migliorare eticamente il mondo. La sua convinzione era sorretta dalla sicurezza che la cultura e il popolo tedesco fossero decisamente superiori a qualsiasi altra cultura e altro popolo. Oggi i presidenti americani sostengono che il popolo americano è superiore a qualsiasi altro, e che la cultura americana ha una missione da compiere nel mondo, una missione "etica", che deve essere portata a termine con qualsiasi mezzo. La motivazione principale della guerra al "terrorismo globale", deriva dalla convinzione espressa dal consigliere di Madeleine Albright, Thomas Friedman: "Washington sa che, senza la sua egemonia militare, l'America non può costringere il mondo a finanziare il suo deficit di risparmio, condizione essenziale per il mantenimento artificiale della propria posizione economica". (24) Il mezzo per mantenere l'egemonia Usa è dunque l'uso della forza; una forza sorretta dall'idea che si è sempre e comunque nel giusto. I crimini americani sono sempre stati commessi impunemente, e continuano ad insanguinare il mondo.

1 Cit. in Pilger John, Agende nascoste, Fandango libri, Roma 2003, p. 54.
2 Molinari Maurizio, "A Fallujah vittoria mediatica del Pentagono. pianificato l'impatto dellabattaglia sull'opinione pubblica", La Stampa, 6 giugno 2005.
3 Il termine venne utilizzato da Winston Churchill, che così definiva Hitler in alcuni documenti del periodo della Seconda guerra mondiale, che oggi si trovano alla National Archives di Kew.

4 Egli fu primo ministro nel 1885; nel periodo 1886-1892; e nel periodo 1895-1902). Salisbury rese possibile l'annessione della Birmania nel 1885, e la conquista del Transvaal e dell'Orange nel 1899-1901.
5 Hitler dichiarò di aver tratto lezione dal libro di Henry Ford L'ebreo internazionale, un problema mondiale, pubblicato in Germania nel 1921, in cui Ford sosteneva che gli ebrei erano molto pericolosi.
6 Aimè Cèsaire, Discorso sul colonialismo, Lilith, Roma 1999, p. 12.
7 Sutton Antony C., Wall Street and the Rise of Hitler, Press, Seal Beach (California) 1976, e Wall Street and Franklin Delano Roosvelt, Arlington House, New York 1975. Vedi anche Sanguinetti Oscar, "Le fonti finanziarie del comunismo e del nazionalsocialismo", Cristianità , anno I, 1985 pp. 39-52.

8 Minoli Giovanni, La Storia siamo noi, Rai3, 1 febbraio 2006.
9 Furedi Frank, nel suo libro The New Ideology of Imperialism, Pluto, Londra, 2004, osserva che "Le pretese morali dell'imperialismo non venivano quasi mai messe in discussione in occidente. L'imperialismo, espansione globale dei poteri occidentali, veniva dipinto in termini schiettamente positivi". Ma quando si capì che il nazismo non era altro che imperialismo, il termine acquisì caratteristiche funeste e non venne più utilizzato. Oggi i processi di globalizzazione possono essere definiti come "espansione globale dei poteri occidentali", ma vengono sempre denominati in modo da apparire come favorevoli a tutti i popoli, mentre di fatto avvantaggiano soltanto il potere occidentale, e sono sicuramente imperialistici.
10 Spesso lo stesso Hitler nei suoi discorsi utilizzava alla stessa stregua di "nazismo" la parola "democrazia".
11 Chossudovsky Michel, Globalizzazione della povertà  e nuovo ordine mondiale, Ega Editore, Torino 2003, p. 347.
12 Cit. Pilger John, Agende nascoste, Fandango Libri, Roma 2003, p. 64.
13 Cit. Pilger John, I nuovi padroni del mondo, Fandango Libri, Roma 2002, p. 12.
14 Beck Ulrich, Libertà  o capitalismo, Carocci, Roma 2001.
15 Chossudovsky Michel, Globalizzazione della povertà  e nuovo ordine mondiale, Ega Editore,Torino 2003, p. 26.
16 Vidal Gore, Le menzogne dell'impero, Fazi editore, Roma 2002.
17 Baker Carolyn, "Non è mai accaduto", http://www.psicopolis.com/PSIPOL/segnalaz.htm
18 Cit. Pilger John, I nuovi padroni del mondo, Fandango Libri, Roma 2002, p. 116-117.
19 Da SchNews, n. 332, del 23 novembre 2001.
20 Blum William, "Una breve storia degli interventi degli Stati Uniti, dal 1945 al presente", http://emperors-clothes.com/interviews/dekkers.htm
21 George Susan, Fermiamo il WTO, Feltrinelli, Milano 2002, p. 78.
22 Il sistema del Corporate Welfare permette ad imprese private di poter gratuitamente sfruttare le risorse naturali del paese. A questo proposito vedi Stigliz Joseph E., I ruggenti anni Novanta. Lo scandalo della finanza e il futuro dell'economia, Einaudi, Torino 2003.
23 Il manifesto, 28 luglio 1998.
24 Cit. Samir Amin, "La Strategia del pugno invisibile", Il manifesto, 29 aprile 1999.
Vedi anche Times, 28 marzo 1999.

Introduzione al libro "La nuova democrazia. Illusioni di civiltà  nell'era dell'egemonia Usa".
Autore: Antonella Randazzo
Casa editrice: Zambon Editore

                                                                           Shock Economy

Recensione del libro "Shock Economy"
Autore: Naomi Kein
Casa editrice: Rizzoli

Un libro crudo, vero e per questo agghiacciante. E' l'ultimo lavoro della nota scrittrice Naomi Klein dal titolo Shock Economy. Ma che cos'è questa Economia dello Shock?
Nasce dalla dottrina di Milton Friedman, considerato un luminare della teoria liberalcapitalista, secondo cui "soltanto una crisi - reale o percepita - produce vero cambiamento". Quando si verifica questa crisi, secondo il professore dell'Università  di Chicago, "le azioni intraprese dipendono dalle idee che circolano. Questa, io credo, è la nostra funzione principale: sviluppare alternative alle politiche esistenti, mantenerle in vita e disponibili finchè il politicamente impossibile diventa politicamente inevitabile".
Quelle che Friedman definisce crisi sono state ribattezzate più propriamente dalla Klein con il nome di shock perchè si riferiscono ad eventi traumatizzanti che incidono sulla concezione stessa della vita di una popolazione. Sono ad esempio: uno tzunami, un terremoto, un colpo di stato o un evento violento come un attacco terroristico. Ed è esattamente in questo momento che - spiega ancora il teorico: "è fondamentale agire in fretta, imporre un mutamento rapido e irreversibile prima che la società  tormentata dalla crisi torni a rifugiarsi nella 'tirannia dello status quo'".
Partendo dall'assunto centrale secondo cui capitalismo e libertà  sono parte dello stesso indivisibile progetto l'economia liberista passa attraverso alcuni passaggi obbligati ritenuti fondamentali: privatizzazione, deregulation e tagli ai servizi governativi e sociali.
Friedman ha sperimentato direttamente e "sul campo" le sue teorie.
La prima occasione gli venne offerta dal golpe con cui il generale Augusto Pinochet rovesciò il governo di Allende in Cile. Era infatti uno dei consiglieri del dittatore al quale suggerì di approfittare del senso di smarrimento e terrore in cui viveva il popolo cileno in quel momento per introdurre riforme radicali in campo economico. Così cominciarono i tagli fiscali, si diede il via al libero scambio, scattò la privatizzazione dei servizi, venne decurtata la spesa sociale e poi introdotta la deregulation.
La traumatica trasformazione ribattezzata anche "Rivoluzione della scuola di Chicago", per la medesima provenienza di studi degli economisti di Pinochet, era avvenuta con tale velocità  da ingenerare un più facile processo di adattamento.
Per indicare questa tattica dolorosa Friedman coniò un'espressione: "trattamento shock" economico. Una "terapia" utilizzata ogni qualvolta i governi hanno imposto programmi radicali di libero mercato.
In tempi recenti è quanto accaduto dopo il catastrofico tsunami del 2004 nello Sri Lanka: gli investitori stranieri e i prestatori internazionali si erano uniti allo scopo di sfruttare l'atmosfera di panico per consegnare l'intero litorale a imprenditori che vi costruirono grandi villaggi turistici, impedendo a centinaia di migliaia di pescatori di ricostruire le loro case vicino al mare. E poi a New Orleans dopo la devastazione dell'uragano Katrina, in Cina dopo gli eventi di piazza Tienamen, il golpe di Boris Eltsin, ecc.... e naturalmente anche l'11 settembre negli Usa.

Questo ultimo evento che ha comunque introdotto un grande cambiamento di prospettiva in tutto il mondo occidentale, all'interno del Paese ha rappresentato per l'amministrazione Bush una fonte di introito fondamentale per le casse dissanguate degli Usa. Cavalcando l'onda del terrore il governo Usa ha messo in atto una serie di riforme con il fine ultimo di privatizzare lo Stato.
Sul punto Naomi Klein si dilunga con dovizia di particolari che suggeriamo ai lettori da leggere attentamente in questo libro tristemente istruttivo.
Quando il 16 novembre 2006 Milton Friedman morì, alla rispettabile età  di novantaquattro anni, molti dei suoi seguaci più devoti si preoccuparono per la possibile fine di un'epoca. E forse avevano ragione. Non tanto, spiega l'autrice, per la scomparsa del professore, ma quanto perchè come ogni cosa anche la shock economy è destinata ad evolvere o meglio a raccogliere i frutti della sua semina. Nella maggior parte dei casi gli uomini che hanno incarnato il cambiamento post-traumatico arricchendosi a dismisura sono coinvolti in scandali finanziari di vario tipo.

"L'agenda politica della scuola di Chicago è avanzata grazie alla stretta collaborazione con potenti figure del business, ideologi impegnati in crociate e leader politici dalle maniere forti. Nel 2006 le figure di spicco di tutti gli schieramenti erano ormai in prigione o in tribunale".
In testa a tutti il primo a mettere in pratica le teorie di Friedman: Augusto Pinochet, in Uruguay è finito agli arresti Juan Marìa Bordaberry, in Argentina Jorge Videla e Emilio Massera, in Bolivia Ponzalo Sanchez de Lozada, in Russia non solo uomini di Harvard sono stati giudicati colpevoli per frode, ma anche oligarchi che insieme ai profeti della shock economy hanno guadagnato miliardi dalle privatizzazioni. I casi più famosi sono quelli di Mikhail Khodorkovskij, ex direttore del gigante petrolifero Yukos, e Boris Berezovskij a tutt'oggi in esilio a Londra. Tutti uomini che comunque dichiarano di non avere violato la legge. In Canada è la volta di Conrad Black, accusato di aver defraudato gli azionisti della Hollinger International e negli Usa un caso per tutti: quello di Ken Lay della Enron.
Non sono solo questioni legali a rannuvolare gli orizzonti del "capitalismo dei disastri".
C'è anche un effetto fisiologico: quello della ripresa, seppur lenta, dallo shock.
Un esempio in questo senso è l'Argentina. Rodolfo Walsh, prima di essere ucciso nelle strade di Buenos Aires, sapeva che ci sarebbero voluti tra i venti e i trenta anni perchè il popolo argentino si riprendesse dallo stato di terrore. E fu infatti nel 2001, ventiquattro anni dopo, che l'Argentina insorse contro le misure di austerity prescritte dal Fmi, cacciando con forza cinque presidenti in sole tre settimane.
Una ribellione lenta e costruttiva che si sta muovendo soprattutto in America Latina dove i popoli, fino a qualche tempo fa schiacciati dal ricatto economico del Fondo Monetario Internazionale e dai dettami della Banca Mondiale, stanno risollevando la testa, creando un mercato unico e forte sul territorio basato sostanzialmente su una sorta di "baratto" interno reso possibile grazie alle tante fondamentali ricchezze di cui è prodiga la terra latina. Sull'esempio dei sudamericani molti altri popoli hanno compreso il pericolo che viene dalle politiche estere applicate con la violenza del ricatto e cominciano a rifiutarsi, preferiscono magari una ricostruzione più lenta, ma un'autonomia di crescita legata ai propri processi di crescita. E' il caso del Libano, di alcune zone colpite dallo Tsunami e persino di aree della Cina post Tienamen.
In altre zone del pianeta invece la ribellione ha preso pieghe più drammatiche. La reazione a quelle politiche di corruzione che hanno di fatto causato un divario sempre più grande tra ricchi e poveri e una contrazione della classe media ha portato a forti chiusure, integralismo religioso e radicali intolleranze verso le minoranze: immigrati, omosessuali ecc...

In generale però serpeggia da più parti il rifiuto al capitalismo selvaggio e man mano che i popoli si scrollano di dosso la paura richiedono più democrazia reale e più controllo dei mercati.
Emerge poi prepotente un altro dato. L'idea dell'uguaglianza economica e dei diritti è profondamente radicata nei popoli e torna sempre a galla. Può venire rimossa con lo shock in congiunture politiche molto delicate ma alla fine ritorna con entusiasmo e voglia di riscatto. Un entusiasmo che è ancora molto lontano nei paesi in cui le politiche economiche rimangono sostanzialmente invariate nonostante le promesse fatte in campagna elettorale dove infatti i sondaggi mostrano sempre minore fiducia nella democrazia che si riflette anche in un profondo cinismo nei riguardi dei politici. La crociata corporativista, come la definisce la Klein, non si arresta però e alzerà  al massimo i livelli di shock pur far sopravvivere il suo sistema di dominio. La salvezza dipenderà  dal grado di resistenza che i popoli si stanno tramandando semplicemente per sopravvivere.


Recensione del libro "Shock Economy"
Autore: Naomi KeinCasa editrice: Rizzoli