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MERCADERES200tituloitDAL CIELO ALLA TERRA

HO SCRITTO IL 10 LUGLIO 2011:

L'IRA DI DIO CONTRO I SUOI NEMICI (parte II)

LA BIBBIA SPIEGA CHIARAMENTE CHE PROPRIO COME DIO È BUONO VERSO COLORO CHE CONFIDANO IN LUI, TANTO EGLI È TERRIBILE VERSO COLORO CHE NON LO FANNO. “L'Eterno è un Dio geloso e vendicatore; l'Eterno è vendicatore e pieno di furore. L'Eterno si vendica dei suoi avversari e conserva l'ira per i suoi nemici. L'Eterno è lento all'ira e grande in potenza, ma non lascia affatto impunito il malvagio... Chi può resistere davanti alla sua indignazione e chi può sopportare l'ardore della sua ira? Il suo furore è riversato come fuoco, e le rocce sono da lui frantumate. L'eterno è buono, una fortezza nel giorno dell'avversità; egli conosce quelli che si rifugiano in lui. Ma ...i suoi nemici saranno inseguiti dalle tenebre” (Sacra Bibbia. Profeta Nahum. Cap, 1 vers. 2-8). SE AVETE IL CORAGGIO DI LEGGERE IO, UNA VOCE CHE GRIDA NEL DESERTO, VI RICORDO LA POTENZA DI DIO CHE IO HO CONOSCIUTO. VOGLIO RICORDARE ALLE ANIME CHE MI LEGGONO E CHE MI SEGUONO CHE IO CONOSCO NELLA SUA PROFONDITÀ LA SACRA BIBBIA, VECCHIO E NUOVO TESTAMENTO. HO SPOSATO TOTALMENTE IL NUOVO TESTAMENTO PERCHÈ HO CONOSCIUTO E RICONOSCIUTO GESÙ CRISTO, FIGLIO DI DIO MA, COSÌ COME LO STESSO SIGNORE GESÙ CRISTO CI  INSEGNÒ, NON ABOLISCO IL VECCHIO MA LO CONFERMO. GESÙ CRISTO È LIGIO NEL RISPETTO DELLA LEGGE DI MOSÈ, RIFORMA SOLO ALCUNI ASPETTI MA AVALLA CON SEVERITÀ E DETERMINAZIONE IL GIUDIZIO DI DIO SUGLI UOMINI.
PREMESSO CIÒ, RISPONDO AD ALCUNE ANIME CHE HANNO PROVATO DISSENSO AL MESSAGGIO CHE HO RICEVUTO DAL SIGNORE CELESTE E PADRE DI TUTTI: ADONAY.
VORREI CHE QUESTE ANIME RISPONDESSERO ALLE SEGUENTI DOMANDE: CHI ERA QUEL DIO CHE DISTRUSSE SODOMA E GOMORRA?  (GENESI, CAPITOLO 19).  CHI ERA QUEL DIO CHE FECE SCATENARE IL DILUVIO UNIVERSALE?  (GENESI CAPITOLO 6-5. 9,17). ERA LO STESSO DIO AL QUALE GESÙ CRISTO SI RIVOLGEVA QUANDO FACEVA RIFERIMENTO AL PADRE SUO CHE È NEI CIELI? INFATTI  CRISTO RICORDA CHE DIO PADRE DISTRUGGE SODOMA E GOMORRA PERCHÈ DIVENUTE CITTÀ PERVERSE. ADDIRITTURA CRISTO MINACCIA ISRAELE E QUINDI IL MONDO CHE SE NON SI FOSSE RAVVEDUTO SAREBBE ACCADUTO DI PEGGIO, CIOÈ CHE DIO AVREBBE CASTIGATO CON LA SUA IRA SANTA IL MONDO CON UNA FORZA MAGGIORE DI QUELLA USATA A SODOMA E GOMORRA. QUINDI, CARI FRATELLI, SE CRISTO CONFERMA L'IRA SANTA DI DIO, COSA RISPONDETE AL VANGELO? … “All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: ‘In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti’ ”. (Matteo 8, 10-12).
GESÙ RICHIAMA INOLTRE ALLA GIUSTIZIA DEL PADRE PER CONDANNARE LE CITTÀ DI GERUSALEMME, CAFARNAO E BETSAIDA AD UNA SORTE PEGGIORE DI QUELLA TOCCATA A SODOMA E GOMORRA, PER NON AVER CREDUTO AI SUOI MIRACOLI.
Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono mandati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figliuoli, come la gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali; e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa sta per esservi lasciata deserta. Poiché vi dico che d’ora innanzi non mi vedrete più, finché diciate: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Matteo 23, 37-39).
«Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra.
E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo?
Fino agli inferi precipiterai!
Perché, se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe!
Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!” (Matteo 11, 20-24).
LA SUA STESSA SECONDA VENUTA È ANTICIPATA DA UN EVENTO DI GIUSTIZIA. IL FIGLIOL DELL’UOMO RITORNERÀ INFATTI QUANDO NESSUNO LO ASPETTA:
Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca,  e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e   sterminò tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo”. (Matteo 24, 37-39).
ALLO STESSO MODO IL LIBRO DELL’APOCALISSE SCRITTO DALL’APOSTOLO GIOVANNI SI CONCLUDE CON IL TRIONFO DELLA CELESTE GERUSALEMME E CRISTO È IL GIUDICE CHE CONDANNA GLI ASSASSINI DELLA VITA E I DISUBBIDIENTI ALLA MORTE SECONDA, LA PUNIZIONE DELLO SPIRITO, E CHE NEL NUOVO REGNO CONCEDE LA VITA ETERNA AGLI ELETTI E A TUTTI COLORO CHE HANNO AVUTO FEDE IN LUI.
QUESTO IN STRETTISSIMA SINTESI È IL CONCETTO, CHE ANCORA UNA VOLTA, PER VOLERE DEI NOSTRI MAESTRI COSMICI E DELL'ALTISSIMO ADONAY ABBIAMO VOLUTO MANIFESTARVI, AFFINCHÈ I VOSTRI SPIRITI  SIANO LIBERI DAL DUBBIO CHE L'ANTICO AVVERSARIO DI CRISTO, IL MALIGNO, VUOLE INSINUARE NELLE VOSTRE MENTI,  CIOÈ CHE CRISTO HA DIMENTICATO I SUOI FRATELLI E CHE NON TORNERÀ PIÙ.
NON SARÀ COSÌ. LA VERITÀ, L'ASSOLUTA VERITÀ È CHE GESÙ RITORNERÀ VITTORIOSO PER LA GIOIA DEI GIUSTI E DEGLI ELETTI.
AI MIEI FRATELLI CHE NON APPROVANO IL MESSAGGIO DEL PADRE ADONAY VOGLIO ANCORA DIRE: COME AVETE POTUTO LEGGERE NEL VANGELO GESÙ CRISTO, FIGLIO DI DIO  CHE SI È FATTO CROCIFIGGERE PER NOI TUTTI, CI RICORDA ANCHE CHE LUI ED IL PADRE SONO ANCHE I GIUDICI DEGLI UOMINI E QUINDI SONO PADRONI DELLA NOSTRA VITA.
STATE ATTENTI! SE NON LEGGETE IL VANGELO DI CRISTO NEL QUALE EGLI CONFERMA ED ANNUNCIA L'IRA DI DIO ED IL GIUDIZIO DEGLI UOMINI, ANCHE SE IN BUONA FEDE, NON VI RENDETE CONTO CHE SIETE NELLE MANI DI SATANA. EGLI SATANA, VUOLE UN DIO CHE PERDONA TUTTO CHE TOLLERA TUTTI E CHE USI SOLO MISERICORDIA, MENTRE GLI ASSASSINI E I CRIMINALI NON PENTITI, SERVI DI SATANA, CONTINUANO AD UCCIDERE E VIOLENTARE LA VITA E I BAMBINI. IO SERVO CRISTO, FIGLIO DI DIO IL QUALE HA PROMESSO DI SEPARARE IL MALE DAL BENE E SCACCIARE DEFINITIVAMENTE DA QUESTO MONDO I CORROTTI, I CORRUTTORI E I CORRUTTIBILI.
HA PROMESSO INOLTRE CHE GIUDICHERÀ DALLE OPERE, QUINDI SI SALVERANNO TUTTI COLORO CHE HANNO LAVORATO A FAVORE DELLA GIUSTIZIA.
TUTTI QUESTI, SOLO QUESTI.  LAICI, ATEI, CREDENTI, MISTICI, SACERDOTI, ECC.,
CIOÈ SOLO COLORO CHE HANNO AMATO LA VITA  (DIO), L'UOMO E LA TERRA.

    
 IN FEDE
 G.B.


S. Elpidio a Mare (Italia)
10 luglio 2011

ALLEGATE 2 NOTIZIE CHE AVALLANO IL NOSTRO MESSAGGIO DI GIUSTIZIA.
VENDITA DI ORGANI. L'UOMO NON MERITA DI VIVERE. 

                                                                                                        G.B

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             Sodoma e Gomorra                 Gesù scaccia i mercanti dal tempio
                                                                     (Giovanni 2, 14-16)              

SERBIA PIDE UNA INVESTIGACIÓN SOBRE EL TRÁFICO DE ÓRGANOS EN KOSOVO

El país balcánico ha solicitado a la Organización para la Seguridad y la Cooperación en Europa (OSCE) que indague sobre unos crímenes que pudieron causar cientos de víctimas.
“Queremos enviar el mensaje de que deseamos justicia en todo su sentido democrático para toda la gente que fue asesinada en Kosovo. Queremos prevenir futuras tragedias que podrían suceder como resultado de la conexión entre los crímenes de guerra y el tráfico de órganos o la existencia de un mercado negro de órganos”, ha explicado Gordana Comic, miembro de la delegación Serbia.
Un informe presentado en diciembre acusaba al Ejército de Liberación de Kosovo (ELK) de haber ejecutado a cientos de personas para extraer sus órganos entre 1998 y 1999, diez años antes de que el país alcanzara una independencia que Serbia no reconoce.
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 TRAFFICO D' ORGANI IN KOSOVO

II dossier L`ex leader dei guerriglieri dell`Uck sospettato dell`uccisione di prigionieri di guerra serbi per espiantare i reni L`Europa: «Traffico d`organi in Kosovo» Un rapporto del Consiglio di Strasburgo accusa l`attuale premier Thaci Traffico d`organi in un Kosoyo appena uscito dalla guerra.
E l`accusa più infamante - che aleggiava da anni - contro il premier Hashim Thaci, vincitore domenica scorsa delle elezioni a Pristina, l`ex guerrigliere dell`Uck al potere (quasi senza interruzioni) dal 1999. Ma non solo. Nel rapporto del Consiglio d`Europa, l`organo che difende i diritti umani, preparato dall`ex procuratore svizzero Dick Marty, Thaci viene accusato di guidare un clan politico-criminale nato alla vigilia della guerra come il «comando di Drenica». Un «boss criminale» che controlla le rotte dell`eroina e i traffici di persone, un clan pieno di caporali «che dovrebbero essere in prigione si legge - invece hanno consolidato la loro impunità», perché «gli attori internazionali scelsero di guardare con gli occhi bendati», preferendo «la stabilità».
Il giorno del giudizio per il Kosovo. Accuse che la Corte dell`Aja non è riuscita mai a formalizzare.
Del resto, il rapporto non è un`indagine giudiziaria, ma un`inchiesta (da sottoporre ai governi) durata due anni, a contatto con l`Fbi e servizi segreti europei. Repliche furiose da Pristina. «Parole mostruose e non vere», per il ministro dell`Interno kosovaro Bajram Rexhepi. «Che sorta di futuro - replica subito da Mosca il ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic, spalleggiato dal russo Sergej Lavrov - può avere que st`uomo» se è «il capo di uno dei più organizzati clan mafioso-criminali dei Balcani?». Da Bruxelles la portavoce di Lady Ashton, la responsabile della diplomazia Ue, chiede a Marty di «portare le prove alle autorità competenti». Ossia, davanti alla «missione Eulex», che da Pristina dovrebbe sorvegliare per la Ue gli affari kosovari.
L`umiliazione di Thaci. E la rivincita di Carla del Ponte. Tutto parte da un capitolo del suo libro La Caccia (2008), in cui parla della «casa gialla». Una fattoria a Rripe, Albania centrale, trasformata dagli uomini dell`Uck in sala operatoria; come pazienti, i prigionieri di guerra serbi: un colpo alla nuca prima d`espiantare i loro reni, la complicità di medici stranieri.
L`Aja indagò, ma chiuse il fascicolo senza prove.
Marty, su mandato del Consiglio d`Europa, ha ripreso da lì, scavando a ritroso. Ne emerge il ritratto di Thaci, che «deve la sua personale ascesa al fatto d`essersi assicurato l`appoggio politico degli Usa». Il suo rafforzamento, con il terrore, nel caos del dopoguerra.
I sei campi-prigione gestiti dal suo «comando di Drenica», tutti situati in Albania. Racconta le umiliazioni e le torture ai serbi; di come alcuni venissero selezionati e spostati nelle «cliniche» come la Casa gialla (quattro siti sono stati rintracciati), per essere sottoposti a esami medici in vista del trapianto. A Pristina, alla clinica Medicus (sulla quale ora s`è aperto un processo) ancora nel 2008 si compivano i trapianti clandestini. Con la benedizione del «Dr Shaip Muja», consulente sanitario dei premier.
Ma Marty prova, soprattutto, a rispondere a una domanda più ampia: che ne è stato di quei 47o serbi (e Zoo albanesi «collaborazionisti») scomparsi dopo il 12 luglio 1999? Perché, se i crimini dei serbi sono orrendi, le s mila vittime kosovare di Milosevic documentate, l`inchiesta dipinge anche - e Marty se ne rende conto - un quadro drammaticamente diverso «del convenzionale ritratto della guerra del Kosovo».
Mara Gergolet ©RIPRODUZIONE RISERVATA La difesa La replica furiosa del governo: «Parole mostruose e non vere» «Clan mafioso>> L`uomo forte di Pristina indicato come capo di un clan mafioso dedito al traffico di eroina e uomini [.]
http://archiviostorico.corriere.it/2010/dicembre/16/Europa_Traffico_organi_Kosovo__co_8_101216021.shtml

IL «SERPENTE» CHE SI TRAVESTÌ DA AGNELLO
DALLA GUERRIGLIA AI SALOTTI DELLA POLITICA

Il personaggio Il dossier del Consiglio d' Europa su Thaci induce a riflettere sugli effetti della guerra alla Serbia
No all' oblio Per un' autentica riappacificazione civile questo rapporto non deve finire in un cassetto della memoria La sua abilità Thaci è stato abilissimo a scalare la gerarchia della guerriglia e a riciclarsi come leader politico
La tremenda accusa che pende sul capo di Hashim Thaci è circostanziata e attendibile. Ancorché da provare, è formulata da un organismo autorevole che non avrebbe interesse politico a delegittimare il leader del Kosovo indipendente. È auspicabile che Thaci, volendo essere riconosciuto come vincitore di elezioni democratiche e rappresentante di uno stato democratico, non si limiti a liquidare, come in passato e come sta facendo oggi, anche il rapporto del Consiglio d' Europa come propaganda serba o di avversari politici. «È falso che la guerriglia kosovara sia dietro il crimine e controlli i traffici illegali. Noi vogliamo costruire un Kosovo libero e democratico», diceva già all' indomani della fine della guerra. Si sente già dire che l' instabilità della piccola Repubblica non aveva bisogno oggi di una decapitazione morale, prima che giudiziaria, del suo più importante dirigente. Tanto più che il cammino verso l' indipendenza è ormai riconosciuto da molti Paesi, essendo il presupposto di una stabilizzazione complessiva dei Balcani che permetta in prospettiva un allargamento dell' Europa, prima che la nascita della Grande Albania. È invece auspicabile, per un' autentica riappacificazione e crescita civile della regione, che il rapporto del Consiglio d' Europa non finisca in un cassetto della memoria, come molte istruttorie avviate al tribunale internazionale dell' Aja per i crimini nella ex Jugoslavia a carico di ex guerriglieri: argomenti utili alla ricostruzione della storia recente dei Balcani, ma imbarazzanti per interrogarsi sulle ragioni del conflitto e provare a rimediare gli effetti perversi, per quanto prevedibili, della guerra della Nato alla Serbia e della politica di Stati Uniti e alcuni Paesi europei nei confronti della minoranza albanese del Kosovo. Si incoraggiò un' organizzazione da subito definita «terroristica». Si chiusero gli occhi su flussi di armi e volontari attraverso la frontiera albanese. Si permise, a guerra conclusa, la pur comprensibile vendetta contro la minoranza serba. Si tollerò che il gruppo storico degli ex guerriglieri spadroneggiasse sulla società civile e adottasse la politica del fatto compiuto per ottenere rapidamente l' indipendenza. Il quarantaduenne Thaci, ex studente di filosofia all' università di Pristina, poi esule in Svizzera, leader fondatore di un partito nazionalista, è stato abilissimo nel salire la gerarchia della guerriglia e riciclarsi come leader politico, nel passare dai rischi della latitanza fra le brume del Kosovo agli onori dell' alta diplomazia, fino a stringere la mano, nella sala ovale della Casa Bianca, al presidente Bush. Non casualmente il suo nome di battaglia era «il Serpente». A carico di Thaci, leggiamo accuse in parte non nuove che venivano insinuate fin dall' inizio della vicenda a carico di diversi capi militari della guerriglia. Non è una novità che l' Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) si fosse finanziato con i risparmi della diaspora albanese e con i proventi della droga. Non è una novità che il Kosovo, dopo il distacco forzato dalla Serbia, si sia trasformato in un crocevia d' illegalità e corruzione. E non è una novità che fra le vittime del Kosovo si contino, oltre che serbi, anche kosovari moderati e avversari politici. Forse non sarà provata l' accusa di traffico di organi di prigionieri serbi, ma ci si può stupire dei risvolti criminali del conflitto? Si possono ritenere soltanto insinuazioni di Belgrado le sparizioni di civili e di prigionieri, l' eliminazione di avversari, il controllo del contrabbando e dei traffici illegali? Eppure per legittimare il «bombardamento umanitario» della Nato, considerato l' unica opzione per arrestare la pulizia etnica ed eliminare dalla scena il dittatore di Belgrado, si preferì far finta che questo genere di attività della guerriglia non esistessero o potessero essere contenute. Cosicché, ad esempio, Thaci potè guidare la delegazione kosovara ai colloqui di Rambouillet e discutere del futuro Paese con il segretario di stato americano Madeleine Albright, emarginando il leader storico Ibrahim Rugova, moderato e pacifista. Lo stesso Richard Holbrooke, del quale oggi i necrologi esaltano giustamente i meriti, ebbe contatti che fecero discutere, facendosi fotografare accanto ai guerriglieri e offrendo loro una legittimità. «Quanti esponenti moderati, amici e collaboratori di Rugova sono stati uccisi dai terroristi di Thaci? Quale Paese al mondo potrebbe accettare l' attività di bande organizzate sul proprio territorio?». Sono alcune delle questioni che sollevava Slobodan Milosevic in aula, durante il processo all' Aja. Domande che miravano a rovesciare la dinamica degli avvenimenti. Thaci, il Serpente, fu abilissimo nel renderle, almeno per la storia del processo, illegittime e superflue: nel film della guerra, lui rappresentava l' eroe buono e le vittime di Milosevic, il cattivo. E la sproporzionata repressione di Belgrado trasformò il Serpente nell' agnello della democrazia kosovara. 
16 Dicembre 2010 - Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/2010/dicembre/16/Serpente_che_travesti_agnello_Dalla_co_8_101216024.shtml

DEL PONTE: TRAFFICI D’ORGANI? SUL KOSOVO TROPPA OMERTÀ

L’ex procuratore del Tribunale penale internazionale “Indagai già nel 1999, ora bisogna fare chiarezza”
EMILIANO GUANELLA BUENOS AIRES
Sospettato Hashim Thaci

Carla Del Ponte non vuole parlare di rivincita personale, ma è indubbio che la relazione del Consiglio d’Europa sul traffico di organi nel Kosovo le dia una certa soddisfazione. Due anni e mezzo fa aveva raccontato questa e altre vicende nel suo libro La Caccia , che ripercorreva la sua esperienza come procuratore del Tribunale Penale Internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia. I principali accusati erano gli attuali leader del Kosovo, a cominciare dal premier Hashim Thaci, indicato come uno dei responsabili del sistema architettato durante la guerra, la presunta mattanza di centinaia di civili serbi cui venivano espiantati organi da vendere nel mercato nero all’estero. «All’inizio - spiega la Del Ponte, che attualmente è ambasciatrice svizzera in Argentina - stentavamo a crederci. Poi il livello delle testimonianze cha raccoglievamo ci convinse che era tutto vero. Sono convinta che il rapporto Martin è corretto e che questo è uno dei crimini più aberranti di quel tremendo conflitto. Un crimine sul quale oggi la comunità internazionale è chiamata a fare chiarezza». Da parte kosovara si dice che non ci sono delle prove fondanti, che tutta la relazione del Consiglio d’Europa si basa su testimonianze discutibili. «Io non ho seguito l’attività delle commissioni, però posso dire che durante il nostro lavoro arrivammo alla piena convinzione che quei crimini sono stati commessi. Le associazioni delle vittime serbe parlavano di molte persone, più di 500, che erano sparite nel nulla. Poi vennero i racconti della gente che lavorava in Kosovo. Ricordo bene la testimonianza di una persona che faceva l’autista e ci disse di aver trasportato gli organi appena espiantati dalla famosa casa gialla all’aeroporto. Altre persone ci hanno detto che avevano partecipato ai rastrellamenti, individuando le persone da sequestrare. Molte di queste testimonianze, però, non sono diventate ufficiali perché le gente aveva molta paura». Che ruolo hanno avuto gli attuali leader del Kosovo nel delicato scacchiere balcanico di quegli anni? «Mi ricordo che incontrai Thaci alla conferenza di Dayton nel 1999. Gli dissi chiaramente che doveva stare attento perché avevamo capito che anche loro avevano commesso gravi crimini e lui mi rispose che quei crimini c’erano stati, ma che a commetterli in realtà erano stati dei serbi travestiti da kosovari. Fu una situazione molto imbarazzante: incontravo in una conferenza di pace persone con le mani macchiate di sangue».
Il Kosovo è stato un caso a parte? «Posso dire che il Kosovo, per noi, è sempre stato un posto più difficile degli altri. Dalla stessa Nato difficilmente ci veniva fornita tutta la documentazione necessaria, non era facile lavorare. Durante il processo Milosevic abbiamo capito che gli albanesi del Kosovo avevano il sostengo pieno della comunità internazionale. L’Uck (l’esercito di liberazione del Kosovo) ha ricevuto pieno appoggio dalla Nato in Kosovo. Quando noi abbiamo aperto le nostre inchieste, abbiamo trovato più resistenze. Quelle reticenze erano frutto di una sorte di debito di riconoscenza della comunità internazionale verso gli albanesi del Kosovo. Ma oggi si può fare un altro lavoro».
Che cammino deve prendere ora la comunità internazionale? «Thaci è sempre stato politicamente molto attivo ed è giusto avere anche per lui la presunzione d’innocenza, ma è doveroso indagare. Ci vuole una vera inchiesta, dove sia possibile avere accesso a documentazione riservata, dove si possa dare la giusta protezione ai testimoni, dove si possano fare delle ricostruzioni sui posti dove si presume siano avvenuti i fatti». Fra tre mesi scade il suo mandato da ambasciatrice e lei va in pensione. Sarebbe disposta a rimettersi in gioco nelle inchieste sui crimini della ex Jugoslavia? «Non penso a questo adesso, anche perché sono ancora una diplomatica in servizio della Confederazione Elvetica. Ma spero che il lavoro fatto non si fermi qui. Sarebbe gravissimo».
"TESTIMONI RETICENTI «Un autista mi raccontò che aveva partecipato al trasporto Ma non volle testimoniare»"
LA STAMPA 17 DICEMBRE 2010

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/del-ponte-traffico-rgani-kosovo-684442/

Vi invitiamo a leggere i messaggi relazionati ai seguenti link:

 L'ira di Dio

L'ira di Dio (parte III)

L'ira di Dio (parte IV)

Il vero significato dell'Ira Santa di Dio (V e VI)

L'ira di Dio (parte VII)

L'ira di Dio (parte VIII)