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DAL CIELO ALLA TERRA


HO SCRITTO IL 3 GIUGNO 2010:

UNA TESTIMONIANZA VERA E OBIETTIVA SULL’ODISSEA DELLA MIA VITA SCRITTA DA VANESA VARINI DE HUERTOS, UNA MIA FIGLIA SPIRITUALE.

                                     GIORGIO BONGIOVANNI
                                          STIGMATIZZATO

 
Pordenone (Italia)
3 Giugno 2010

CRONACA VIAGGIO SICILIA - MAGGIO 2010
Un viaggio nelle radici di una storia nata nella “Terra dei prodigi”

Giovedì 20 maggio è iniziato il mio viaggio in Sicilia per accompagnare Giorgio, Sonia Alea e Sonia Tabita nella loro visita alla terra siciliana. Matías Corvaro mi ha accompagnato fino all’ultimo momento prima di prendere l’aereo che mi avrebbe portato a Palermo per unirmi a loro,  arrivati il giorno precedente per partecipare alla presentazione del Libro “Don Vito”, alla quale Giorgio era stato invitato come relatore insieme agli autori Massimo Ciancimino (figlio dell’ex sindaco di Palermo, che ha basato la sua amministrazione sugli affari sporchi con la mafia e lo Stato) e il giornalista Francesco La Licata, oltre a Salvatore Borsellino (fratello del giudice antimafia assassinato nel 1992). Moderatrici dell’incontro, che si è svolto nell’aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza, Lucia Castellana (presidente dell’Associazione Culturale Universitaria Unidonne) e Anna Petrozzi (capo redattrice della Rivista AntimafiaDuemila).
Per coloro che non conoscono la storia questi possono essere dei semplici nomi, ma le vite di queste persone vanno molto oltre: Massimo Ciancimino è il figlio di una persona complice e corrotta, che durante la sua amministrazione ha guidato il destino di una città contrassegnata dagli affari sporchi con la mafia; Salvatore Borsellino è il fratello di una vittima di una tragica “trattativa” tra queste forze, che trovò la morte insieme ai membri della sua scorta il 19 luglio del 1992, mentre stava per fare una visita a sua madre. Nonostante le loro diverse esperienze di vita, sia Massimo sia Salvatore hanno accettato di partecipare insieme a questo incontro grazie anche alla fiducia che hanno riposto in Giorgio Bongiovanni, che sin dall’inizio della sua attività come direttore di AntimafiaDuemila ha dato loro il suo appoggio incondizionato, denunciando dal primo momento che gli attentati del ’92 e del ’93 erano strettamente legati alla “trattativa” tra Mafia e Stato e che il giudice Borsellino doveva essere fermato perché di ostacolo ad essa.

Massimo e Salvatore vedono in Giorgio un amico, uno alla pari, qualcuno che ha la sete di giustizia a fior di pelle, qualcuno che non tace di fronte a niente né a nessuno, che non ha paura perché non ha niente da perdere, soltanto la vita, che è disposto a donare perchè sia fatta giustizia,  quella  giustizia che viene dall’alto, quella di cui solo il tempo ne dà prova e mette in luce tutto ciò che è nascosto, tutto ciò che ha impoverito i valori, tutti gli ideali, quella chiamata “Divina”, quella che solo Uno può portare in questo mondo devastato, solo Colui che verrà a giudicare i vivi e i morti per le loro opere, Colui che compierà tutte le sue promesse, Colui che deve essere la nostra certezza: Cristo.

Dopo la pausa del venerdì, il sabato ecco un altro importante appuntamento nella città di Marsala, dove ci rechiamo per partecipare al 2º Festival del Giornalismo di Inchiesta, iniziato il giorno precedente nella cornice dell’imponente Complesso San Pietro e dell’Auditorium di Santa Cecilia, sotto il titolo “Viva l’Italia, biografia di un Paese da inventare”, alla presenza di personaggi noti e di grosso calibro, che si distinguono per la loro ferrea decisione di non lasciarsi condizionare dal potere, per la loro indipendenza, giornalisti e scrittori, documentaristi, magistrati, alcuni dei quali persino minacciati di morte a causa delle loro denunce e tutti coscienti che bisogna fare resistenza contro la approvazione della futura legge battezzata “legge bavaglio”, che limiterebbe pesantemente la libertà di informazione, introducendo multe salatissime per i trasgressori e persino la pena detentiva.

In questa occasione Giorgio è stato invitato a intervistare, in qualità di direttore dell’unica Rivista specializzata in Antimafia in Italia, il presidente di Confindustria Sicilia e della Camera di Commercio di Siracusa Ivan Lo Bello (qualche giorno dopo avremmo appreso che gli era stata inviata una busta con delle pallottole al suo interno, una chiara minaccia di morte, metodologia adottata in questi ultimi tempi per intimorire giudici, magistrati e collaboratori di giustizia). Un’intervista diretta, senza mezzi termini, che ha messo in risalto ciò che in tanti pensano ma che pochi hanno il coraggio di dire. Dopo l’intervista Giorgio ha avuto la possibilità di parlare in privato con alcuni nomi noti della televisione italiana, che si sono avvicinati per scambiare qualche riflessione.

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2º Festival del Giornalismo di Inchiesta – Marsala (Sicilia)

Ritorniamo a Palermo per l’ultima tappa di questo viaggio: la riunione dell’Arca di Palermo che ha sede in un piccolo salone sito in una zona caratterizzata da grandi ville, preso in affitto da un’amabile donna di nome Francesca. Ci aspettavano i fratelli di Catania e di Agrigento. Giorgio ha esordito invitando al raccoglimento tutti noi con il segno della croce in ricordo di Giovanni Falcone, assassinato il 23 maggio del 1992 nell’attentato di Capaci. “Non è un caso – ha detto Giorgio - che oggi ci troviamo qui riuniti, alcuni di noi sono presenti alla manifestazione in ricordo di Falcone, voi avete scelto di essere qui insieme a me invece di trascorrere il pomeriggio con la famiglia o andare a messa”.
Giorgio si è tolto i guanti bianchi e ha esortato tutti coloro che lo desideravano ad avvicinarsi per vedere e toccare le sue stigmate.
L’emozione era immensa, c’era gente nuova venuta a conoscere la persona della quale aveva sentito parlare tanto da conoscenti e familiari. Tutti hanno ricevuto la benedizione, sia chi conosceva Giorgio da 30 anni sia chi lo stava incontrando per la prima volta e che aveva la possibilità di trovarsi di fronte ad una realtà mistica viva.

Il discorso di Giorgio è stato breve, incentrato sull’amore tra tutti: “i problemi personali non devono esistere, non abbiamo tempo per queste cose, abbiamo tre compiti principali da sviluppare: denuncia dell’Anticristo, aiuto ai bambini che soffrono tramite il sostegno a Funima e l’annuncio del Ritorno di Cristo… prossimamente mi trasferirò in Sicilia come base operativa e ho bisogno di soldati disposti a lavorare al mio ritmo e vi assicuro che non avranno tempo di mettersi a pensare ai problemi personali, perché l’attività da portare avanti in questa terra sarà intensa. Dobbiamo imparare a tollerarci e avere sempre presente che quello che importa è l’opera che stiamo servendo. Le persone che ci fanno soffrire sono messi nel nostro cammino appunto per farci evolvere superando le prove. Gesù ci ha insegnato ad andare contro la nostra natura umana, per questo motivo quando ci ha detto di amare il nostro nemico voleva significare precisamente di andare contro quello che ci dice il nostro cervello e di agire invece secondo quello che ci dice il nostro spirito e in questo modo vincere la materia”.

Successivamente è stato lasciato spazio alle persone per formulare delle domande o semplicemente per esprimere il loro sentire. Ha iniziato Angela, che ha già dato un importante sostegno a Funima guadagnandosi la fiducia dei suoi clienti i quali hanno firmato per destinare il 5x1000 a favore dei bambini delle Ande argentini e che adesso ha messo a disposizione una casa di sua proprietà a  Bagheria (zona fortemente dominata dalla mafia) per svolgere attività di diffusione o altre necessità. Ha raccontato alcune esperienze di suo figlio e dopo di lei anche Meri ha parlato di suo figlio il quale, quando era bambino, vedeva Gesù e “una donna vestita di celeste con 12 stelle e accanto a sé c’era Lucia” e ha continuato con altre esperienze. Giorgio ha risposto che “tutti questi bambini che si stanno incarnando nelle famiglie che lo accompagnano e che hanno queste esperienze sono coloro che un giorno non molto lontano saranno al suo fianco”. La riunione si è conclusa in grande armonia; siamo andati insieme a cena in un ristorante dove ci siamo salutati fino alla prossima volta.

Lunedì a mezzogiorno siamo partiti per Siracusa Giorgio, Sonia, Sonia Tabita ed io per trascorrere qualche giorno con la famiglia di Giorgio, con sua madre Giovanna, suo fratello Filippo (con sua moglie Belén e il figlio minore Barath). Durante il viaggio in macchina abbiamo potuto apprezzare le meraviglie di questa terra, dove il Sole sembra riflettere ogni cosa in un modo diverso, capace di rendere più luminoso tutto ciò che tocca, più vivo; i colori sono esuberanti, la natura sta vivendo la sua più alta espressione in una primavera che è al massimo splendore. Lungo il tragitto che ci portava a Floridia, abbiamo attraversato i Monti Climiti che hanno una strana cima piana, assomigliano ad altipiani di pietre grigie, armonizzati da arbusti disposti in linee orizzontali parallele alla cima. Abbiamo attraversato ponti, superato curve, mentre Giorgio ci raccontava che da bambino ci passava sempre in bicicletta e a volte giocava con i suoi amici a percorrere tutto quel tratto senza freni, solo con l’inerzia delle pendenze e le curve. Una strada che, a quanto ci dice, da quando ha memoria, non è mai stata modificata. La chiamano “la strada della morte”; non c’è mai stato un cartello stradale, né l’hanno mai allargata, è delimitata da muri bassi di pietra e da una grande quantità di lapidi in ricordo di chi in quel posto ha incontrato la morte. Vediamo anche la lapide di un compagno di scuola di Giorgio. Su entrambi i lati lungo il cammino vediamo estensioni di campi coltivati, alberi pieni di frutti, olive, limoni, arance, che fanno da ornamento all’entrata della città. A pochi metri si trova la casa dove Giorgio ha trascorso la sua infanzia e adolescenza. Ci ha ricevuto Giovanna, sua madre, una donna speciale, piena di vita, di allegria, dedita pienamente alla famiglia, attenta ad ogni dettaglio e di un’umiltà non consueta; nonostante sia la madre di un uomo che ha ricevuto un miracolo lei si mostra così com’è e non pretende niente in cambio, solo continuare a donarsi ai suoi con tutta se stessa.

Non posso fare altro che esprimere l’onore che è stato per me partecipare questi giorni all’intimità e alla semplicità di una famiglia toccata dal Cielo, condividendo cene, pranzi, nella casa che ha visto crescere Giorgio. Ho ascoltato i racconti di sua madre, come per esempio quando Giorgio ancora era attaccato alla sua gonna e lei stava vivendo un mal momento e lo portò ad una casa dove la gente si riuniva a pregare e dove viveva una ragazza che aveva esperienze e visioni di angeli. È stata proprio lei che ha fatto conoscere a Giovanna tantissime cose che lei sconosceva fino a quel momento, come le apparizioni mariane o la storia dell’immagine di Gesù della Misericordia di Polonia. Giorgio era seduto al suo fianco e Giovanna stava pregando insieme ad altre persone, mentre teneva stretta l’immagine di Gesù nell’Orto degli Ulivi e quando la guardò bene vide qualcosa di strano. L’immagine si stava macchiando di sangue, la fronte di Gesù sudava sangue. Ancora oggi conserva il pezzo di stoffa con il quale pulì l’immagine in quel momento. Oppure quando a 6 anni nessuno riusciva a trovarlo da nessuna parte, dopo averlo cercato per ore scoprirono che era andato dietro la processione di San Sebastiano fino alla chiesa di Sant’Antonio, a pochi isolati dalla sua casa natale in Floridia. Giovanna ha raccontato anche di quando sentì un colpo fortissimo e corse in balcone e vide suo marito che correva a cercare Giorgio di appena nove anni, che era rimasto sotto una macchina investito mentre correva dietro la palla. Più volte abbiamo sentito raccontare a Giorgio questo episodio nelle interviste televisive, un incidente al quale si temette che non sarebbe sopravvissuto, mentre invece si risvegliò compenetrato dall’essere che lo guida fino ad oggi. O di quando la maestra di lingue della scuola primaria le diceva che suo figlio era un leader per la sua etica e il suo carisma. Una mattina siamo usciti a vedere le scuole frequentate da Giorgio, la primaria Edmondo De Amicis e la secondaria, l’Istituto Pirandello della città di Floridia.

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Scuola elementare Edmondo di Amicis – Floridia                  Scuola media Pirandello - Floridia

Un pomeriggio siamo usciti a visitare i luoghi che hanno segnato la sua infanzia. Abbiamo visitato Siracusa e Floridia, dove in Via Palestro nº 18, al primo piano, si trova la casa dove è nato. Appena arrivati siamo stati informati dalle vicine che la casa era in stato di abbandono perchè la proprietaria era deceduta e la casa non era mai stata ristrutturata, si trovava ancora nelle stesse condizioni di quando la famiglia Bongiovanni abitava lì. Le donne hanno riconosciuto Giorgio e con lui hanno scambiato qualche parola e i saluti per le rispettive famiglie. Via Palestro è significativamente importante per Giorgio perchè non solo è il nome della via dov’è nato, ma è anche il nome della strada dove ha avviato una ditta di accessori per calzature a Porto Sant’Elpidio, una volta trasferitosi nelle Marche dopo essersi sposato. Proprio in questa via, uscendo dal lavoro, vide per la prima volta la Madonna e sempre nella stessa via si susseguirono le apparizioni durante le quali la Madonna gli chiese di recarsi a Fatima dove avrebbe ricevuto la sua missione.

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Via Palestro nº 18 - Floridia

L’ultimo giorno della nostra permanenza in Sicilia siamo andati a visitare il Santuario della Madonna delle Lacrime, dove si trova l’immagine della Vergine che dal 29 agosto al 1 di settembre  1953 pianse lacrime umane. Un miracolo che si verificò in un’umile casa sita in “Via degli Orti di San Giorgio”. Ci avevano detto che era aperta ogni giorno per ricevere chiunque desideri visitare il posto e fare delle preghiere. Al nostro arrivo era chiusa e un cartello indicava gli orari di apertura la mattina. Abbiamo approfittato lo stesso per scattare qualche foto del posto così intimamente legato all’esperienza di Giorgio. Il prodigio avvenne esattamente 10 anni prima della sua nascita e in una data vicina a quella del suo compleanno e della stigmatizzazione da parte della Madonna di Fatima, e proprio a Siracusa, a solo 8 km dalla sua città natale Floridia.

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Santuario Madonna delle Lacrime – Siracusa                     Via degli Orti di San Giorgio -Siracusa

Arriva il giorno della nostra partenza per Sant’Elpidio. E’ prevista una tappa a Bari. Partiamo di pomeriggio e dopo aver attraversato il canale che separa l’isola della Sicilia dalla penisola italiana, sopraggiunge subito la notte. Proseguiamo il nostro viaggio attraversando luoghi familiari a Giorgio, come ad esempio Cosenza: “Quante cose ho fatto nella mia vita per questa opera, realmente è eterna... qui ho fatto il servizio militare nel 1983, avevo 19 anni e sono venuto da solo a bussare alle porte dell’Università, delle televisioni, delle radio, mi hanno dato la possibilità di fare delle trasmissioni in diretta, con la partecipazione telefonica di Eugenio Siragusa, ero solo e ciononostante avevo chiaro dentro di me che sarei andato avanti, senza mai fermarmi, resistere fino alla fine”.

A Bari abbiamo alloggiato a casa di Antonella Morelli, una grande amica e collaboratrice di  Giorgio da tanto tempo. La sera abbiamo fatto riunione di Arca alla presenza dei rappresentanti delle due Associazioni: “Ilpuntoinfinito” e “Fratellanza Cosmica”. Presenti anche i sostenitori di Funima International, tutti loro collaboratori attivi. Erano presenti anche persone nuove che incontravano Giorgio per la prima volta. L’incontro è iniziato con alcune direttive tecniche e operative. Giorgio ha spiegato l’importanza di questa tappa che stiamo vivendo “non so se ve ne siete accorti che il tempo dell’apocalisse è in corso, lo ha detto persino il Papa, anche la situazione politica ed economica non tiene più. Qui Berlusconi ci dice che tutto è a posto e dopo ci vengono comunicate le cifre milionarie per uscire dalla crisi o almeno per evitare di finire come la Grecia. Oggi non vi dirò niente di nuovo, la cosa più importante che vi posso dire è che dovete essere uniti, soprattutto in questo tempo. Se noi abbiamo scelto di servire Cristo dobbiamo sapere che questo è un cammino di fallimenti e di sacrifici”.

Al momento delle domande Elisabetta sottopone a Giorgio alcune motivazioni per le quali desidera allontanarsi per un tempo dal gruppo, in seguito ad alcune incomprensioni e situazioni che le hanno causato dolore e Giorgio le ha risposto: “Ti rispondo subito quello che farei io, esattamente il contrario di quello che stai dicendo, io non mi allontanerei dal gruppo, al contrario. Ti faccio un esempio, tu sei una persona che si è laureata nell’università di musica e sei un’eccellente violinista. Per raggiungere questo obiettivo hai dovuto sopportare umiliazioni da parte dei tuoi professori, fallimenti, sacrifici vari, esperienze scoraggianti e altre tante gratificanti quando raggiungevi dei successi e facevi passi avanti. Non è che perchè tu desiderassi di laurearti pretendevi dei buoni voti così per niente; bene, sei arrivata al traguardo che desideravi, ma in realtà se suoni il violino da sola è un “lamento”, perchè Mozart ha creato una sinfonia che deve essere suonata da diversi strumenti che compongono un’orchestra sinfonica, della quale il tuo violino fa parte e crea qualcosa di meraviglioso... il mio cammino è stato pieno di queste cose e tuttavia ho continuato sempre a remare per l’amore e l’unione tra tutti i fratelli, perchè è l’unico modo di raggiungere l’obbiettivo. Questa opera non è nostra, se abbiamo scelto di servire Cristo dobbiamo sapere che niente dipende da noi, perchè sarà Lui colui che salverà delle anime, sarà Lui che farà giustizia, sarà Lui che instaurerà il Nuovo Regno, noi non possiamo fare altro che lavorare nella sua vigna, perchè vuole che ci amiamo, Lui non ha bisogno di noi per renderlo famoso, perchè non siamo noi che svegliamo delle anime... la mia missione è quella di riunire le anime affinché si amino tra loro e quando Lui arrivi le trovi lavorando insieme”…

Ringrazio tutti i fratelli che ci hanno aperto le porte dei loro cuori soprattutto in Sicilia, una terra nella quale molti dicono che la mafia non esiste o che non la conoscono. Io posso capirli, non giustificarli, ma sì capire il perchè del loro pensiero, perché quando ti trovi in questa terra entri subito in sintonia con l’intorno, con la natura, con la gente; le persone si aprono immediatamente, ti fanno sentire a casa, parte della famiglia, anche nel quartiere, nel mercato, il contatto è diretto, amabile, generoso, pieno di energia, gioia e affetto. Posso capire il motivo della scelta della Vergine di manifestarsi agli umili, ai semplici, in una terra segnata dalla Sua energia divina e dagli errori umani di coloro che l’amministrano da tanti anni, una terra invasa da tempi antichi dai greci, i romani, gli arabi, i persiani, i musulmani… senza un’identità propria e carente di persone disposte a guidare il loro destino, lasciandosi governare dal continente e rendendosi manodopera degli affari sporchi che fanno il gioco degli alti interessi e depositaria di tutte le scorie della mala gestione a beneficio di funzionari corrotti che hanno negoziato con l’organizzazione criminale più nota a livello mondiale. Una terra benedetta e sfortunata allo stesso tempo, una terra di contrasti, una terra di prodigi…

Vanesa Varini de Huertos
Sant'Elpidio a Mare - Italia
1 giugno 2010