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HO SCRITTO IL 18 FEBBRAIO DEL 2011:

MIKHAIL GORBACIOV. UN SAGGIO CHE GRIDA NEL DESERTO.
LEGGETE. MEDITATE E DEDUCETE 

                                                       G. B.

GORBACIOV: «MI VERGOGNO DI ABRAMOVICH»

L’ex leader sovietico attacca il «ricco debosciato» e il suo stile di vita  MOSCA — Ora che sta per compiere ottant’anni, Mikhail Gorbaciov sembra deciso ad abbandonare la prudenza che ha caratterizzato la sua condotta da quando lasciò nel 1991 il posto di presidente dell’Unione Sovietica. E spara ad alzo zero sugli oligarchi che si sono impadroniti delle ricchezze della Russia e sul tandem che guida il Paese, Vladimir Putin e Dmitrij Medvedev. «La classe dirigente di questo Paese sta mostrando a tutti noi la sua anima depravata... Il loro ideale è qualcuno come Abramovich».
E, ovviamente, l’ultimo gensek (segretario generale) del Pcus non ha alcuna stima per il patron del Chelsea, uno degli uomini più ricchi del mondo che spende e spande in yacht, castelli, auto di lusso e goleador. Ma a Gorby non piacciono nemmeno i due che «quando sarà il momento» si siederanno attorno a un tavolo per decidere chi si presenterà alle elezioni presidenziali del 2012, se l’attuale primo ministro Putin o il presidente uscente Medvedev. «È disgustoso, provo vergogna per loro... Come se non ci fossero la società, la Costituzione, il sistema elettorale. Decideranno loro due, la diarchia!». Un vero «picconatore» che in varie interviste ha deciso di togliersi parecchi sassi dalle scarpe. Iniziamo dai potenti e dal loro «ideale» Abramovich. «Sono ricchi e dissoluti. Io disprezzo quel loro ideale. Mi vergogno di queste persone ignobilmente ricche; provo vergogna per il mio Paese». Roman Abramovich è uno degli oligarchi che ha sempre accettato di fare quello che Putin diceva. E per questo si può godere in pace le sue ricchezze. Nei prossimi giorni si ripresenterà candidato alle elezioni locali in Chukotka, la desolata regione di fronte all’Alaska della quale si era preso cura negli anni scorsi in qualità di governatore per conto del Cremlino. In quest’occasione è stato costretto a rendere noto un elenco dei suoi beni, elenco che secondo i suoi critici è assolutamente reticente. Dunque, ufficialmente il magnate ha appena 113 milioni di dollari sui conti bancari, possiede sette auto, sette appartamenti, nove «case» (tre in Francia che sono sicuramente castelli), 12 appezzamenti di terra e sette società. Detto così non sembra molto. Ma un’analisi dettagliata, fatta dal giornale Novaya Gazeta (tra i cui proprietari c’è anche Gorbaciov), dice molto di più. Intanto un patrimonio complessivo stimato fra gli 11 e i 17 miliardi di dollari. Hotel, castelli e ville (anche in Sardegna). Un Boeing 737, un 767 e un DC-10. Vari elicotteri, sottomarini e yacht, tra i quali il Pelorus e il Luna da 115 metri e l’ammiraglia Eclipse da 170 metri. Ma la sostanza è il gruppo Millhouse che controlla miniere, aziende di tutti i tipi, giacimenti d’oro. Gorbaciov, come dicevamo, ha parole durissime per l’attuale sistema politico. Putin e Medvedev avevano all’origine un programma giusto per la Russia, ma le cose poi hanno preso un corso diverso. «Partiti tirati fuori dalle loro tasche»; «la dirigenza scelta fra amici, ex compagni di scuola, vicini di casa e gente che fa sport assieme a loro». Lui aveva provato a fondare un partito socialdemocratico, di cui nel Paese ci sarebbe bisogno, ma al Cremlino gli dissero semplicemente che tanto non lo avrebbero mai registrato. E allora? Se le cose non cambieranno seriamente e con rapidità, «crescerà la possibilità di uno sbocco egiziano». Anzi, secondo Gorbaciov, «in Russia potrebbe finire anche peggio».
Fabrizio Dragosei
CORRIERE DELLA SERA 18 FEBBRAIO 2011