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eschaDAL CIELO ALLA TERRA

L'ULTIMA GUERRA?

PRENDETE ATTO DEI NOSTRI REITERATI AVVERTIMENTI!
VI ABBIAMO DETTO PIÙ VOLTE CHE L’INGANNO È PEGGIORE DEL TRADIMENTO.
LE NUMEROSE  GUERRE CHE SI SVOLGONO NEL VOSTRO MONDO, COMPRESA L’ULTIMA APPENA INIZIATA NEL MEDITERRANEO CONTRO LA LIBIA, HANNO MOTIVAZIONI NETTAMENTE CONTRARIE A QUELLE CHE I POTENTI DIVULGANO ALL’OPINIONE PUBBLICA. NON SONO GUERRE PER LIBERARE E PACIFICARE MA GUERRE DI CONQUISTA E DI SOPRAFFAZIONE.
I DITTATORI SANGUINARI COME MUAMMAR GHEDDAFI SONO STATI ARMATI DAGLI ATTUALI AGGRESSORI, SONO STATI ALIMENTATI DALLE STESSE NAZIONI CHE ORA LO AGGREDISCONO.
QUESTA È LA VERITÀ.
L’APOCALISSE È INIZIATA, ANCHE QUESTA È LA VERITÀ.                                           
ADESSO ASPETTATEVI DA QUI A NON MOLTO TEMPO IL RITORNO DI COLUI CHE DISSE:
“Non vi lascerò orfani, tornerò in mezzo a voi…” (Gv 14,18)
“Allora si vedrà il figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria” (Mc 13,26).
PACE!

DAL CIELO ALLA TERRA

Sant'Elpidio a Mare (Italia)
20 Marzo 2011. Ore 12:38
Giorgio Bongiovanni
Stigmatizzato

escha01

GUERRA NEL MEDITERRANEO

ESPLOSIONI NELLA CAPITALE, IL RAISS REAGISCE CON I CANNONI ANTI-AEREI
«PER L'OCCIDENTE SARÀ L'INFERNO».
CINA E RUSSIA CONDANNANO I RAID

Muammar Gheddafi ha fatto sentire la sua voce, mentre stamani riprendevano i raid aerei contro la Libia e il capo dei militari Usa dichiarava che la no fly zone è stata «imposta».

Nella sua prima manifestazione dall’inizio dell’attacco della coalizione il rais ha promesso ai nemici, paragonati ai nazisti, «l’inferno» di una «lunga guerra» che alla fine sarà vinta dalla Libia, perchè la Libia è «alla testa dei popoli in rivolta». Dunque, occidentali, «pensateci».

Stamani i raid, che erano cessati verso l’alba, sono ripresi intorno alle 11 ora italiana. Fra i vari attacchi, tre bombardieri invisibili (stealth) hanno colpito con 40 bombe una base aera libica, secondo la tv americana Cbs. A mezzogiorno (in Italia) il capo di stato maggiore Usa, ammiraglio Mullen dichiarava: la no fly zone «è stata effettivamente imposta sui cieli libici» e che la contraerea libica è stata «resa inoffensiva».
Breve, violento e infuocato il discorso del rais, un messaggio in audio in diretta dalla tv libica e ritrasmesso in tutto il mondo. Un messaggio che chiama i popoli alla rivolta e pieno di minacce per gli occidentali, definiti «barbari, terroristi, mostri, criminali», il cui unico scopo è di «appropriarsi del nostro petrolio». «Avete attaccato il civile popolo libico che non vi aveva fatto nulla», ha detto. Ma il terreno libico, ha detto il rais nella sua sfuriata audio, diventerà «l’inferno» per i suoi attaccanti.
Gheddafi ha detto che i depositi di armi sono aperti, che i libici si stanno armando. «Vi combatteremo», ha assicurato, e «sarà una guerra lunga», combattuta su «un fronte vasto, su un terreno troppo vasto» per gli attaccanti, da persone «pronte a morire da martiri». «Voi (occidentali) volete il nostro petrolio, ma la nostra terra ci è stata data da Dio. Noi non la lasceremo a voi francesi, americani o britannici e continueremo la guerra per liberarla...Noi siamo oppressi e colui che è oppresso vincerà, mentre coloro che opprimono saranno sconfitti», ha detto mentre la tv di stato libica mostrava un fermo immagine sul monumento del pugno che distrugge l’aereo americano, eretto nella casa di Gheddafi distrutta nel raid Usa del 1986.
Gheddafi, ricordando che il popolo libico ha «già sconfitto gli italiani» colonizzatori, ha rimarcato che gli occidentali, non imparano mai le lezioni del passato: «L’attacco alla Libia è una nuova crociata contro l’Islam, ma sarete sconfitti, come già siete stati sconfitti in Iraq e in Somalia, come vi ha sconfitto Bin Laden» e come «siete stati sconfitti nel Vietnam». Quindi l’invito agli attaccanti: «Chiudetevi nelle vostre basi» e «pensateci bene». Poi il Colonnello ha chiamato a raccolta tutti i popoli «oppressi», rivendicando a sè la primogenitura, in largo anticipo, della rivoluzione dei popoli, delle ribellioni nel mondo arabo: «I popoli sono in ribellione dappertutto, anche nel Golfo Persico, e noi, il popolo libico della Jamahiriya, siamo alla testa della rivoluzione».
Intanto cresce la paura per gli stranieri presenti in Libia. L’equipaggio di un rimorchiatore d’altura italiano è stato trattenuto nel porto di Tripoli da uomini armati: a bordo, secondo quanto appreso dall’ANSA, otto italiani, due indiani e un ucraino. I fatti, secondo le scarne informazioni disponibili, si sono verificati ieri pomeriggio, verso le 17 di ieri, dunque poco prima dell’attacco dei caccia francesi alla Libia. Il rimorchiatore stava sbarcando a Tripoli dei lavoratori libici della Noc, la società petrolifera libica, quando alcuni uomini armati, tra cui uno che si sarebbe qualificato come il comandante del porto, hanno fermato l’equipaggio, impedendo alla nave di ripartire. Gli italiani e gli altri si troverebbero tuttora a bordo.
Il rimorchiatore d’altura è della società Augusta Offshore spa di Napoli, una società fondata nel 1986 e specializzata nel servizio di assistenza alle piattaforme petrolifere e in attività di esplorazione e produzione. La sede principale è a Napoli, dove è distaccato il dipartimento commerciale e tecnico: inoltre, la società ha basi operative in Italia a Siracusa, in Egitto al Cairo, in Brasile a Rio De Janeiro e Macaè. Negli uffici napoletani, off limits al momento per i giornalisti, si è insediata una task force di dipendenti impegnata a seguire gli sviluppi della situazione. Il personale è in costante contatto con l’ad della compagnia, Mario Mattioli, che è anche presidente nazionale di Assorimorchiatori. L’Unità di Crisi della Farnesina sta seguendo con attenzione la situazione.
Il ministero degli Esteri, secondo quanto si apprende, è in contatto in queste ore con la società armatrice ma la situazione rimane ancora «fluida» e si ritiene «prematura» per il momento ogni valutazione. L’Asso 22 due anni fa sali all’onore delle cronache per una importante operazione di soccorso di immigrati di cui fu protagonista: era il marzo del 2009 quando il rimorchiatore riuscì a mettere in salvo oltre 350 migranti al largo delle coste libiche. In quel periodo il rimorchiatore, lungo 75 metri, stava assistendo tre piattaforme petrolifere al largo della Libia quando incrociò una carretta del mare in difficoltà carica di migranti che fu agganciata e rimorchiata fino al porto di Tripoli. In seguito al quell’operazione la Cgil Campania chiese che all’equipaggio del rimorchiatore fosse conferita la medaglia al valor civile.
20/03/2011 LA STAMPA

Libia: continua l’attacco, anche gli Usa bombardano

Continua il raid militare sulla Libia dopo che ieri la Francia aveva aperto il conflitto con l’invio dei jet. Oggi gli Usa hanno bombardato Tripoli fino all’alba dopo aver sganciato dagli Stealth (gli aerei invisibili ai radar) circa 40 bombe che hanno colpito una base aerea.
L’operazione militare della coalizione internazionale “Odyssey Dawn” continua così con il susseguirsi di attacchi aerei e marittimi sulle coste della Libia.

Un aeroporto libico è stato attaccato da bombardieri stealth B-2 Spirit, aerei Usa invisibili ai radar. Secondo la stampa inglese, tra gli obiettivi colpiti nei primi raid di “Odyssey Dawn” ci sarebbe anche un aeroporto vicino a Tripoli usato per i voli dei fedelissimi del regime, preso di mira per impedire agli uomini di Gheddafi di fuggire.

In queste ore i bombardamenti hanno lo scopo di costringere il leader libico Muammar Gheddafi a cessare il fuoco e colpire quanti più obiettivi militari possibili.
Intanto sia a Bengasi che a Tripoli i bombardamenti sono stati sospesi perché roccaforte dei ribelli al regime del Raìs ed i residenti stanno pian piano tornando nelle loro abitazioni.
Il ministro degli Esteri libico ha fatto sapere che il regime considera “nulla” la Risoluzione Onu n° 1973 che impone la no fly zone sulla Libia e chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
A cura di Francescochristian Schembri