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marteweb  DAL CIELO ALLA TERRA
 
L’ACQUA E LA VITA SU MARTE
 
SETUN SHENAR COMUNICA:
 
PRENDETE ATTO DEI NOSTRI REITERATI MESSAGGI E AVVERTIMENTI.
MALGRADO LA CONGIURA DEL SILENZIO, POSTA IN ESSERE DAI POTENTI, INCALZA SEMPRE DI PIÙ, L’ACQUA E LA VITA SU MARTE SONO UNA VERITÀ MILLENARIA CHE NOI, ALIENI, AVEVAMO RIVELATO A VOI, TERRESTRI, MOLTI ANNI OR SONO DEL VOSTRO TEMPO (1976-EUGENIO SIRAGUSA, 1952-GEORGE ADAMSKY).
LE RIVELAZIONI “FAVOLOSE” SUL PIANETA MARTE NON SI SONO ANCORA CONCLUSE. UN GIORNO NON LONTANO I VOSTRI MEZZI SPAZIALI FILMERANNO E FOTOGRAFERANNO LE NOSTRE ASTRONAVI, I NOSTRI BELLISSIMI EDIFICI E I NOSTRI FRATELLI MARZIANI DA MOLTO TEMPO GIÀ INSERITI PERFETTAMENTE NELLA NOSTRA CONFEDERAZIONE.
LA VERITÀ PUÒ ESSERE OSTACOLATA, MA MAI, MAI FERMATA!
PACE A TUTTI.
SETUN SHENAR SALUTA
Pordenone (Italia)
10 aprile 2015. Ore 13:43
G.B.

foto 1: ottenuta con un mosaico di imagini scattate dalla sonda Viking nel 1976
foto 2:foto scattata del telescopio spaziale Hubble il 10 marzo 1997
 
MARTE, UN PIANETA ROSSO SI, MA NON TROPPO...
di P.G. Caria
 
Parlando di Marte, ha fatto storia il discorso che il Duce tenne alla Federazione fascista dell’Urbe il 23 febbraio 1941, al Teatro Adriano. Il testo fu riportato integralmente sul Giornale d’Italia del 25 febbraio 1941, discorso che si concludeva con una frase che lasciò stupiti gli astanti: “É più verosimile che gli Stati Uniti siano invasi, prima che dai soldati dell’Asse, dagli abitanti non molto conosciuti, ma pare assai bellicosi, del pianeta Marte, che scenderanno dagli spazi siderali su inimmaginabili fortezze volanti”.
 
Di tempo ne è passato parecchio da allora e, come ben sappiamo, le “inimmaginabili fortezze volanti” marziane, descritte dal Duce, non sono mai giunte sulla Terra. Ma è anche ormai storia che tra tutti i pianeti del sistema solare, Marte è sicuramente quello più studiato e su cui sono state inviate il maggior numero di missioni di esplorazione dalle varie agenzie spaziali terrestri.

Le prime foto ravvicinate di Marte furono realizzate dalla sonda americana Mariner 4, il 14 luglio 1965.

marte 1

Le prime foto di Marte dallo spazio scattate dalla Mariner 4

La Mariner 4 fu lanciata dalla NASA il 28 novembre 1964. Passò a 9844 km da Marte, scattando, come programmato, 22 immagini in totale. Il primo apparato terrestre ad atterrare sul suolo marziano fu la sonda sovietica Mars 3, nel 1971, ma funzionò solo per 15 secondi dopo l'atterraggio. La storia della esplorazione di Marte è costellata da un enorme numero di fallimenti, oltre il 50% del totale delle missioni, eppure l'uomo insiste con il “pianeta rosso”, qualcosa attrae in modo potente l'attenzione degli studiosi terrestri spingendo le agenzie spaziali, nonostante i numerosissimi fallimenti, a continuare a stanziare notevoli capitali per inviare nuove missioni esplorative. Cosa c'è di tanto importante su Marte da giustificare questo comportamento nonostante le evidenti difficoltà? Cerchiamo di capirci qualcosa...

L'idea comune tra la gente, formatasi a causa delle informazioni diffuse dai media massivi, è che Marte sia un pianeta arido, brullo e di un monotono colore arancione, sia al suolo che in atmosfera. Ma, come in altri ambiti, questi dati sono spesso contraddittori, incompleti, fuorvianti se non, addirittura, del tutto falsi. Proprio i colori di Marte sono uno tra gli aspetti più scandalosi di questo modo disonesto di portare le notizie alla società civile. La solita foto di Marte mostrata dai media è stata ricavata creando un collage dalle immagini inviate dalla sonda americana “Viking”, nel 1976. Ma se la confrontiamo con una delle tante foto del pianeta rosso scattate dal telescopio spaziale Hubble, è evidente che il pianeta reale non ha nulla a che vedere con questo  collage che solitamente ci viene propinato essere il pianeta Marte.

 

marte 2

Il  falso Marte ottenuto da un collage di immagini scattate dalla Viking nel 1976 e il vero Marte fotografato da Hubble nel 1997

Praticamente è come se si fotografasse dallo spazio il deserto del Sahara, si unissero le foto dell'intera sua superficie, le si  modificassero per renderle di forma sferica, e poi il risultato ottenuto lo si spacciasse per essere la vera immagine dell'intero pianeta Terra, affermando, foto alla mano, che la Terra è un pianeta interamente sabbioso. E le immagini della superficie? Anche quelle vengono sempre presentate con il suolo e il cielo rigorosamente arancioni, in perfetta sintonia cromatica con il falso Marte realizzato attraverso il collage di foto scattate dalla Viking ma, come quel collage, del tutto falsificate. Qui l'inganno è differente, ma c'è ed è altrettanto pacchiano ma efficacissimo lo stesso, dato l'estremo stato di torpore e sudditanza dagli “esperti” delle menti dei terrestri. La NASA copre le foto marziane con delizioso strato uniforme di colore arancione falsando completamente il vero colore del panorama di Marte, per trasmetterci la (finta) desolazione dell'“ostile” e “alieno”, ambiente marziano. Riportare il tutto alla vera realtà della situazione non è difficile. Prendiamo, ad esempio, una delle foto al suolo scattate dal lander sempre della Viking, sottoponiamola ad un banale bilanciamento del colore con un software di foto-ritocco e, miracolosamente, il risultato ottenuto diventa armonico con la foto del vero Marte scattata dal telescopio spaziale Hubble.

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Foto del suolo di Marte falsa e vera scattate dal lander della Viking

Le foto non taroccate riprese dallo spazio e al suolo, sono molto simili ai colori della Terra. Possiamo ripetere l'esperimento con le foto al suolo delle altre missioni su Marte e il risultato sarà sempre lo stesso: panorami con il suolo rossastro ma con dei bei cieli azzurri, esattamente come sulla Terra!

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Sopra: foto truccata di Marte. Sotto foto riportata ai veri colori, scattata dalla sonda Spirit

Anche da noi vi sono numerose zone del pianeta con il terreno rosso a causa della massiccia presenza di ossidi ferrosi, ma il cielo rimane sempre rigorosamente azzurro. Tutto questo ci fa supporre che manipolare in modo così pesante la realtà del pianeta rosso, serva per favorire l'occultamento di altre e ben più importanti informazioni su Marte e cioè che su Marte esiste la vita. La scoperta fu fatta già dalla stessa missione Viking del 1976, ma è sempre stata ostacolata la diffusione massiva degli importantissimi dati ottenuti. Durante la missione della Viking furono eseguiti tre esperimenti di biologia che rivelarono reazioni chimiche strane e inattese sulla superficie marziana che scatenarono polemiche ancora oggi non placate. Secondo gli scienziati, oggi non può esistere vita sulla superficie di Marte, a causa della combinazione di irradiazione ultravioletta, assenza di acqua, notizia ormai dimostrata assolutamente falsa, e per la natura ossidante del suolo, tutto questo lasciando aperta la possibilità di esistenza di forme di vita su Marte in epoche passate. Ufficialmente i gascromatografi e gli spettrometri di massa installati su entrambe i lander della Viking non trovarono traccia della presenza di reazioni chimiche di tipo organico. Questa versione però ebbe accese contestazioni. Soprattutto Gilbert V. Levin, l’ideatore del test dell’emissione marcata, ha da sempre sostenuto che il suo esperimento ha fornito la prova inequivocabile che su Marte c’è vita; in particolare Levin sostiene che il suo esperimento era più sensibile di quello che ha escluso la presenza di materiale organico. A sostegno della sua tesi Levin ricorda che in un esperimento analogo condotto a Terra nella Valle della Morte, il suo esperimento ha rilevato la presenza di batteri dove l’altro aveva dato esito negativo. Dopo venticinque anni dal 1976, nel 2001, il Dr. Joseph D. Miller, neurobiologo dell’Università della California del Sud, rivedendo con moderne tecniche statistiche i risultati dell’esperimento di emissione marcata delle sonde Viking, esperimento condotto per più di novanta giorni marziani di seguito, ha scoperto una oscillazione periodica dell’emissione di biossido di carbonio con un periodo di 24,66 ore, tempo coincidente con la durata del giorno marziano. Secondo Miller è un fenomeno circadiano, chiaro indice di attività batterica. Ancora nel 2012, a 36 anni di distanza, questi dati sono stati ulteriormente sottoposti a verifica, secondo un procedimento puramente matematico, dal Dr. Giorgio Bianciardi il cui metodo che si sviluppa secondo modelli matematici, indica che un sistema biologico ha un certo comportamento caotico riproducibile su diverse scale temporali (un minuto, un ora etc.) mentre un sistema non biologico ha una risposta diversa, più semplice. I risultati dei conteggi dei marcatori di carbonio 14 emessi dai campioni di suolo marziano dopo il nutrimento con la pappa biologica mostravano il tipico andamento che ci si può aspettare da una risposta di tipo biologico. La recente scoperta di immensi depositi di acqua ghiacciata, aggiunge ulteriori elementi che avallano i dati della Viking (http://www.media.inaf.it/2015/04/09/il-ghiaccio-nascosto-di-marte/). Anche con Marte quindi, la penosa e vergognosa saga delle menzogne si arricchisce di nuovi capitoli e, a dire il vero, in questo breve articolo abbiamo solo sfiorato la punta di un enorme iceberg di fatti che dimostrano, non solo che su Marte c'è ancora la vita, e che c'è sempre stata, come ben ha detto nel 2014, il direttore della NASA Charles Frank Bolden (https://www.youtube.com/watch?v=fcbzQCFwf0Y&feature=youtu.be), ma che vi è esistita una antichissima e fiorente civiltà oggi esistente su piani dimensionali differenti. Civiltà distrutta sul piano tridimensionale circa cento milioni di anni fa. Avremo modo di parlarne ancora. Voglio chiudere con un vecchio comunicato dell'extraterrestre Adoniesis al contattista Eugenio Siragusa, datato 1971.

ADONIESIS AI TERRESTRI

DEL PIANETA MARTE SAPETE POCO. POTRESTE SAPERE DI PIÙ SE I VOSTRI SCIENZIATI
SI DECIDESSERO A DIVULGARE QUANTO SANNO

ABBIAMO DATO IL PERMESSO DIMOSTRATIVO ALLE MACCHINE CHE LA VOSTRA TECNOLOGIA SPAZIALE HA INVIATO IN ORBITA AL PIANETA MARTE PER CONCEDERE A QUESTE DI FOTOGRAFARE E DI SEGNALARE PARTICOLARITÀ CHE I VOSTRI SCIENZIATI NON ERANO RIUSCITI ANCORA A DELINEARE CON CERTEZZA.
SAPPIAMO BENISSIMO CHE QUESTE MACCHINE HANNO TRASMESSO PARTICOLARI INEQUIVOCABILI E MOLTO CHIARI DI ALCUNE STRUTTURAZIONI NATURALI DEL PIANETA MARTE. PER QUESTO AVEVAMO COMUNICATO MOLTO TEMPO FA, ATTRAVERSO LO STESSO MEZZO, ALCUNE INTERESSANTI NOTIZIE IN MERITO. ANCORA OGGI TALI RISCONTRI NON AVVENGONO PERCHÉ LA VOSTRA SCIENZA SI OSTINA A TACERE E QUINDI AD IMPEGNARE LA VOSTRA DIVULGAZIONE CHE DAREBBE LA VERIFICA ESATTA DELLE NOSTRE NOTIZIE DATE AGLI OPERATORI ATTRAVERSO IL MEZZO PIÙ ECONOMICO E PIÙ PRATICO. CIÒ DIMOSTRA L'EGOISTICO MALCOSTUME DEI VOSTRI SCIENZIATI, SEMPRE DISPOSTI A NON CONCEDERE LE NOTIZIE ATTE A DEMOLIRE LE LORO ORGOGLIOSE E SPESSO STUPIDE PRESUNZIONI. UNA DI QUESTE STUPIDE ED ORGOGLIOSE PRESUNZIONI È QUELLA DI AVER PIÙ VOLTE AFFERMATO CHE SUL PIANETA MARTE ESISTEREBBE UNA VITA ORGANICA MOLTO INFERIORE A QUELLA VIVENTE SUL VOSTRO PIANETA. CIÒ È FALSO! ED I VOSTRI SCIENZIATI GIÀ LO SANNO. SANNO MOLTO DI PIÙ, MA PREFERISCONO FARE UNA CORTINA DI ASSOLUTO SILENZIO. PERCHÉ? IL PERCHÉ, CARI AMICI, VE LO DICO IO ADONIESIS. LA VOSTRA SCIENZA ATTUALE POSSIEDE UN NUTRITO ORGANICO DI PERSONALITÀ SCIENTIFICHE NONCHÉ UNA STRUTTURAZIONE SUFFICIENTEMENTE COSTOSA DOVE ORBITANO MILIARDI DI DOLLARI. IL DOVER DIRE CHE CERTE CONOSCENZE SONO STATE ACQUISITE PORTEREBBE LA GRANDE ORGANIZZAZIONE AD ALLENTARE LA MORSA FINANZIARIA PER I COSTOSI ESPERIMENTI. MA CIÒ SAREBBE NULLA SE NON AVESSERO GIÀ RIVELATO LA NECESSITÀ DI COSTITUIRE UNA SOLIDA BARRIERA DIFENSIVA CONTRO UNA POSSIBILE INVASIONE DI ESSERI PROVENIENTI DA ALTRI PIANETI CON MIRE DI CONQUISTE DEL VOSTRO PIANETA. L'ASSURDO E L'INCONCEPIBILE, MA NECESSARIO, PER EVITARE UNA CRISI DI ARRESTO O DI ALLENTAMENTO, FATTORE QUESTO CHE INCIDEREBBE NOTEVOLMENTE SULL'ORGANICO DEL PERSONALE. POTREBBE IN TAL MODO RIPETERSI LA MEDESIMA CRISI CHE COLPÌ IL PROGETTO APOLLO, PER CUI MOLTI LAUTI STIPENDI SONO ANDATI RIDIMENSIONATI. GLI SCIENZIATI DEL VOSTRO PIANETA, ANCHE PERCHÉ SONO TALI, MIRANO PRINCIPALMENTE A CONSERVARE I LORO POSTI DI COMANDO E LE LORO RICCHE POSIZIONI. ECCO PERCHÉ PER LORO È COSA FACILE REALIZZARE E FAR COSTRUIRE ORDIGNI DI DISTRUZIONE E DI MORTE SEMPRE PIÙ MICIDIALI. È LA SCIENZA SENZA COSCIENZA DEL VOSTRO MONDO. POTER QUINDI COMPRENDERE IL LORO ASSURDO ATTEGGIAMENTO E RILEVARE SENZA ECCESSIVI SFORZI MENTALI, L'IMPERIOSO MOTIVO DEL SILENZIO, SU FATTI CHE LORO CONOSCONO BENISSIMO, MA DI CUI VIETANO LA DIVULGAZIONE CON LA SOLITA POSTILLA DEL SEGRETO O PER L'ALTRO INSOLITO MOTIVO DI UNA PSICOSI COLLETTIVA DI PANICO. ECCO IL VERO MOTIVO DELLA VOSTRA IGNORANZA SU QUANTO POTRESTE SAPERE SUL PIANETA MARTE.

ADONIESIS TRAMITE EUGENIO SIRAGUSA (1971)

Come possiamo ben vedere, la verità sul perché delle menzogne da parte degli scienziati erano ben note agli extraplanetari sin dal allora. Insomma Marte è un pianeta rosso si... ma non troppo!

P.G. Caria
15.4.2015


IL GHIACCIO NASCOSTO DI MARTE
 
Sul Pianeta rosso ci sarebbero oltre 150 miliardi di metri cubi di ghiaccio d'acqua, distribuiti lungo due fasce a media latitudine, una per ciascun emisfero, e coperti da uno spesso mantello di polvere. Questo il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters
di Marco Galliani
 
Le linee blu indicano le zone dove sono stati individuati importanti accumuli di ghiaccio d’acqua, coperti da uno spesso strato di polvere. Crediti: Mars Digital Image Model, NASA/Nanna Karlsson
Su Marte c’è molto più ghiaccio d’acqua di quanto pensavamo. Tanto che, se potessimo ‘spalmarlo’ su tutta la superficie del pianeta, non solo lo ricoprirebbe tutto, ma la crosta bianca che si potrebbe produrre con esso sarebbe spessa ovunque di più di un metro. L’inatteso risultato è stato pubblicato in un articolo sulla rivista Geophysical Research Letters. Ma dove si trova questo ghiaccio finora sfuggito alle indagini? E’ semplicemente nascosto sotto una coltre di polvere, distribuito in due ampie fasce che si estendono alle medie latitudini di entrambi gli emisferi  del Pianeta rosso.
aguamarte2Gli autori dello studio sono riusciti a scoprire queste riserve aggiuntive di ghiaccio riesaminando le immagini prodotte dai satelliti scientifici in orbita attorno a Marte. Queste masse erano già state individuate, ma quello di cui mancava ancora la certezza era la loro composizione:  adesso, grazie alle indagini radar del Mars Reconnaissance Orbiter della NASA, è arrivata la conferma che si tratta di autentico ghiaccio d’acqua, che non è evaporato proprio grazie allo spesso mantello di polvere che lo ricopre.
«Abbiamo preso in esame le misure radar da dieci anni a questa parte effettuato da varie missioni per capire quanto spesso fosse il ghiaccio e il suo comportamento» dice Nanna Bjørnholt Karlsson, ricercatrice del Niels
Bohr Institute in Danimarca, prima autrice dello studio. «Un ghiacciaio tutto sommato è un grosso pezzo di ghiaccio e si sposta e si modella permettendoci di capire la sua vera consistenza. Abbiamo quindi comparato queste informazioni con quelle che provengono dallo studio dei ghiacciai sulla Terra per realizzare modelli che descrivono il movimento dei ghiacci marziani».
Sebbene i dati utilizzati in questo studio fossero distribuiti un po’ a macchia di leopardo rispetto alla superficie del pianeta, i ricercatori hanno potuto dare una stima globale della presenza di queste masse ghiacciate basandosi sull’analisi delle regioni coperte dalle migliori osservazioni . «Abbiamo così calcolato che il ghiaccio presente in queste ha un volume di oltre 150 miliardi di metri cubi. Tutto questo materiale  potrebbe coprire l’intera superficie di Marte con uno spessore di 1,1 metri. Il ghiaccio alle medie latitudini è quindi una parte importante della riserva d’acqua di Marte» aggiunge la ricercatrice.

Giovedì 9 aprile 2015
http://www.media.inaf.it/2015/04/09/il-ghiaccio-nascosto-di-marte/