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Indice articoli

Parte III
 
I fratelli riempiono la grande sala. Copiose lacrime rigano i loro volti. Il Verbo si è fatto parola penetrando il cuore degli amati da Cristo. Coloro per i quali il Maestro chiede al Padre protezione.
 
Termina così la prima parte della riunione. Le parole di Giorgio sono punti di forza per i nostri spiriti, affinché possiamo proseguire con forza e costanza il lavoro nella vigna del Signore. È ora di andare a pranzo. I nostri dolcissimi fratelli di Campana hanno organizzato un grande buffèt per tutti attraverso il quale potersi rifocillare. Giorgio approfitta di questa pausa per incontrare i rappresentanti e i fratelli presenti delle arche del Paraguay, del Cile, del Messico, che approfittano di quell'unico momento intimo per potergli trasmettere le difficoltà vissute durante l'anno appena trascorso, le attività portate avanti e quelle in progetto per il futuro. Momenti vissuti intensamente e con grande emozione che rinsaldano il legame dei fratelli della tribù di Giovanni. Il Calice è lì per questo. La seconda parte ha quindi inizio. Giorgio apre lo spazio alle domande.
 
La relazione di Gesù e Giovanni Battista con gli Esseni.
La relazione che Gesù aveva con Giovanni Battista era fraterna, Gesù era un fratello-maestro e Giovanni Battista un fratello-discepolo. Quando erano bambini frequentavano una comunità iniziatica che veniva definita setta perché come noi erano semplici, non avevano una istituzione e in un certo senso non avevano la possibilità come noi di riunirci liberamente. C'era una repressione e si riunivano occultamente, erano in parte giudei, alcuni erano extraterrestri che venivano da El Dorado e in parte nazareni. Coloro che non erano di Nazaret erano personaggi che venivano indicati come profeti. Gesù e Giovanni Battista erano tra questi.
 
Chi erano i nazareni?
I nazareni (che non significa abitanti di Nazaret ndr) erano uomini destinati ad avere una missione profetica. Gesù e Giovanni Battista erano nazareni. A quel tempo nessuno sapeva che Gesù era il Cristo, il Messia, a parte Giovanni Battista e gli extraterrestri. Gli esseni sapevano che Gesù avrebbe avuto una missione come profeta, una grande missione. Quando i maestri esseni insegnavano, Gesù entrava, si sedeva, e intorno improvvisamente si creava una vibrazione così forte, magica, al punto che i maestri esseni istintivamente gli davano la parola e Lui iniziava a insegnare anche se era ancora giovanissimo, aveva appena 14, 15,16 anni. In realtà era Lui ad insegnare agli esseni. Dopo questo tempo iniziò a viaggiare, non con l'asinello ma con le astronavi. È venuto fino a qui, viaggiò nelle Indie, nel nord America, in Europa, creava arche, gruppi spirituali, dove rivelava chi Lui fosse, mostrandosi agli iniziati di quei popoli (Apache, Sioux, ecc.).  
 
Nel cosmo sanno quello che sta accadendo qui sulla Terra?
Non tutti, le civiltà che fanno parte della Confederazione Interstellare, che sono migliaia di milioni, si, lo sanno.
 
Stanno osservando ciò che sta accadendo sulla Terra?
Si, e stanno partecipando direttamente e indirettamente al cambio di questa civiltà. La nostra umanità è ciò che nel Vangelo Cristo chiama la pecorella smarrita. La nostra umanità è la pecorella smarrita e il pastore che ha le sue 99 sotto il suo controllo si preoccupa di quella che si è smarrita e la va a cercare.
 
Noi che apparteniamo alla chiesa di Giovanni come dobbiamo relazionarci con la chiesa di Pietro?
La Chiesa di Cristo è una unica chiesa e questa compone il Suo Corpo Mistico, le scuole possono essere differenti. Noi dobbiamo aiutare la Chiesa di Pietro, partecipare ma non accettare i dogmi, trasmettere la nostra conoscenza, denunciare il male che si è introdotto al suo interno ed esaltare il bene, questo è il nostro compito.
 
Cosa accadrà con le forze della natura?
Sempre siamo stati protetti dalle forze della natura, ma ora la situazione è cambiata e tutto ciò che accadrà, loro, gli extraterrestri, non potranno evitarlo, al contrario spingeranno affinché si compia ciò che deve compiersi perché questo è il tempo della giustizia del Padre. Questo significa che tutto ciò che l'umanità deve soffrire, lo soffrirà. Se un asteroide si sta avvicinando alla Terra non lo fermeranno, se si deve scatenare un terremoto non lo eviteranno, una guerra atomica non la bloccheranno. Questa è la differenza rispetto agli anni precedenti e tutti noi dobbiamo prepararci a questo. Andremo a vivere momenti terribili ma noi che siamo gli iniziati di Giovanni abbiamo il compito di aiutare l'umanità, tutta quell'umanità che vuole essere aiutata a superare questa sofferenza. È stato detto: molti i chiamati e pochi gli eletti. Questo perché le prove saranno tanto grandi che anche i chiamati si perderanno se i tempi non saranno accorciati.
Questi incontri spirituali dobbiamo cercare di viverli tutti, intensamente, momento per momento, viverli con tutte le nostre cellule perché saranno il carburante che ci permetterà, nei momenti terribili, prossimi a manifestarsi, di andare avanti con fede e forza interiore. "Dove due o più sono uniti nel mio nome io sono lì in mezzo a loro" disse il Maestro, e noi dobbiamo ricordarcelo sempre e dobbiamo essere felici di ciò che accadrà perchè sarà necessario che accada. Il Vangelo lo dice: "E in quel tempo ci saranno guerre, rumor di guerre, fame, pestilenze, terremoti, segnali in cielo"(Matteo 24:6). E Cristo ci dice "ma voi non dovete avere paura perchè è necessario che passi e tuttavia ancora non sarà la fine fino a che il figlio dell'Uomo apparirà nel Cielo con grande potenza e gloria”. Fino a quel momento dobbiamo resistere e Lui ci mette in guardia, ci chiede di stare attenti perchè potremo perderci e invece non dobbiamo perderci.
 
Come lavorare per sviluppare l'umiltà e annullare l'ego?
C'è una frase del grande filosofo Socrate che disse esprimendo la coscienza della propria ignoranza: "SAPIENTE È SOLTANTO CHI SA DI NON SAPERE”. Nella stessa misura in cui noi apprendiamo la conoscenza della Verità Universale dobbiamo realizzare quanto siamo piccoli. Quando guardate la volta celeste in una serata piena di stelle o se guardate le fotografie, che potete trovare su internet, scattate dalla sonda spaziale che riprende Saturno dove in lontananza si vede un minuscolo puntino più piccolo di una briciola di pane che è il nostro pianeta, come vi sentite? Dentro quella briciola ci siamo tutti noi con i nostri problemi. Cosa siamo quindi? Niente. Di fronte al Cosmo cosa siamo? Cosa siamo dinanzi alla Intelligenza Suprema? Dobbiamo quindi ampliare sempre più la nostra conoscenza, diminuire il nostro ego ed esaltare il valore dell'umiltà. Più siamo umili, più acquisiamo conoscenza. Questo è il segreto. Come l'uomo può acquisire la divinità? Con la conoscenza: la gnosi. Ma come realizzare la gnosi? Con l'umiltà. Riassumendo il concetto, l'umiltà ti permette di acquisire conoscenza e di realizzare la gnosi mentre l'ego ti lascia nella tua ignoranza. Realizzare la gnosi significa essere discepolo di Cristo.
 
Ci puoi raccontare dei giorni che Cristo ha trascorso nel deserto?
Era necessario che il Cristo preparasse e fortificasse il corpo e lo spirito di Gesù prima di poter coabitare con Lui, prima della personificazione. E come fortificare la Sua umana natura? Mandandogli il demonio che è il personaggio più indicato per metterti alla prova. Il Cristo essendo un Dio Solare e vivendo nella eternità della divinità doveva superare la prova di essere uomo con le sue naturali debolezze, con le sue passioni, con i suoi istinti animali, con i suoi sentimenti di uomo. Sentimenti e debolezze tipiche della terza dimensione come l'arroganza, la prevaricazione, la gelosia, l'invidia, l'ego. Il Padre quindi dà via libera al demonio perchè possa tentare Suo figlio. "Se tu ti sottometterai a me ti darò tutto il potere di questo mondo" dice il diavolo al Cristo offrendogli quindi l'eternità materiale al posto di quella spirituale; "Se come tu dici sei il figlio di Dio allora buttati da questo monte e i Tuoi Angeli verranno a salvarti" gli offre il potere scientifico-materiale. E gli offre di sottomettersi ai sentimenti umani affinché questi possano sottomettere gli uomini. Ma Cristo dentro il corpo di Gesù supera la prova e dice al demonio: "Vattene Satana, non tentare il Signore Dio tuo. Non di solo pane vive l'uomo". Nel mentre il Suo precursore deve superare la prova di dare la vita per il Suo Maestro. E la supera.
 
Tutti siamo stigmatizzati
Questa mattina dicevamo che tutti siamo stigmatizzati. Diciamo che io sono il portavoce dei precursori che siete voi e se voi che avete scelto di servire e di essere testimoni della chiesa di Giovanni non portate avanti il vostro compito o io stesso non lo dovessi portare avanti faremo la morte seconda. Abbiamo avuto il privilegio di conoscere  la verità di Cristo, la Verità che oggi ci onora di conoscere il Consolatore promesso con il quale ci siamo sposati e con il quale abbiamo ricevuto le stigmate spirituali. Questo significa che non possiamo permetterci di fermarci o di ritirarci perchè la morte seconda diventerebbe la nostra certa compagna. Non è una minaccia cari fratelli, è semplicemente la verità.
 
Il Cristo non perdonerà la nostra rinuncia
Il Cristo perdonerà i nostri peccati umani, le nostre debolezze, ma non perdonerà la nostra rinuncia. Accadranno fatti che proveranno la vostra fede ecco perché vi dò un comandamento nuovo: Vietato rinunciare! Vi dico in nome di Cristo che tutti voi siete già stati perdonati per tutti i peccati umani che avete commesso e che commetterete. Se vi dico questo in nome di Cristo, vi dico anche che non sarete perdonati se lascerete l'Opera, il Cristo, la Verità, io cercherò di dissuadervi in ogni modo ma se non riuscirò a farvi cambiare idea, sarò il primo che denuncerà di fronte a Cristo i vostri peccati. Rinunciare significa lasciare un cammino spirituale per dedicarsi ad una vita materiale. Se uno di voi decidesse di andare via da una delle nostre arche e si dedicasse per esempio alla lotta contro la mafia appoggiando un giusto o alla solidarietà appoggiando un missionario in aiuto ai bambini disagiati, non ha rinunciato all'Opera di Cristo, ha semplicemente cambiato missione. Lasciare la Verità significa dedicarsi esclusivamente alla vita materiale, a sopravvivere, al lavoro, alle vacanze, alla famiglia, non impegnandosi più in una causa sociale.    
 
La nostra opera e la mafia
Entrare dentro quest'Opera è come entrare in una organizzazione mafiosa solo che il valore è esattamente opposto ma in tutte e due i casi si esce solo con la morte, nel nostro caso con la morte spirituale, nell'altro con la morte fisica.
La mafia ottiene i suoi risultati con la sua metodologia, noi cerchiamo di mettere in pratica la stessa metodologia ma con valori opposti, loro per il male, noi all'antitesi, per il bene. Anche noi abbiamo le famiglie, i mandamenti, ecc... loro uccidono, noi dobbiamo risvegliare le anime ad una nuova coscienza e dare la vita per questo. Loro corrompono, noi dobbiamo offrire onestà, loro si riuniscono in famiglie, noi ci riuniamo nelle arche. Loro hanno capi, noi abbiamo rappresentanti. Loro hanno soldati noi abbiamo militanti. Quando loro entrano a far parte dell'organizzazione, lo fanno con dei rituali, noi ugualmente attraverso il battesimo, la comunione, la stella che portiamo al collo. Loro fanno un giuramento, quello di non tradire mai e di uscire dall'organizzazione solo con la morte, noi lo stesso, solo che la nostra morte sarà spirituale e non fisica che è molto peggio. Mi dispiace tantissimo e mi fa tanto male doverlo ammettere ma loro dimostrano quell'onore, quel coraggio, quella dignità di essere fedeli mentre noi tante volte dimostriamo di essere superficiali, tiepidi, pigri e timorosi. Loro nel male hanno più fede di noi nel bene. Sono disposti a fare qualunque cosa per la loro causa, andare in carcere, essere uccisi. Noi per Cristo che è il nostro Capo, il nostro Re, dovremmo essere fedeli, avere dignità spirituale, onestà, onore di servirlo, il coraggio di non tradirlo e se fosse necessario essere disposti a dare tutto, anche la vita per Lui. È molto interessante studiare il fenomeno mafioso guardandolo da un punto di vista mistico.
 
Dio ti perdona se ti penti
Dio ti perdona se ti penti, potrebbe perdonare anche il pedofilo che ha violentato i bambini ma solo se si pentisse profondamente e dedicasse il resto della sua vita ad aiutare i bambini nel mondo dando tutti i suoi beni ai poveri e ai bisognosi. Questo è il vero concetto del perdono. Io mi pento e faccio esattamente l'opposto di quello che avevo fatto prima per riscattarmi, fino a donare la mia vita per darla a chi la necessita. Se avevo violentato i bambini darò la mia vita, il mio danaro, tutto il mio tempo per aiutare i bambini che soffrono, se ero un mafioso, darò tutti i miei beni per aiutare coloro che combattono contro la mafia e dirò tutta la Verità di cui sono venuto a conoscenza mentre ero all'interno dell'organizzazione mafiosa, dei capi della mafia, dei complici, dei banchieri, dei politici, dei religiosi, dei massoni. Questo è il vero pentimento. E il vero pentimento viene perdonato.
 
Papa Francesco e la chiesa cattolica
Vi ho già detto che questa persona è stata eletta da Dio e sicuramente ha l'opportunità di poter fare due tipi di missione: una positiva (ed è quello che ci auguriamo) o una negativa. Questo è ciò che posso dirvi, per il resto lo sto osservando, lo sto accompagnando. Non voglio essere sottomesso alla chiesa cattolica, a prescindere dal fatto che per rispetto a ciò che Cristo ci ha lasciato ho fatto battezzare i miei figli dai suoi veri sacerdoti. Il messaggio di Cristo è un messaggio ecumenico universale ma la chiesa di Pietro è una chiesa ipocrita, non è trasparente, non lo è mai stata fin dal primo momento, si è sempre dimostrata ambigua, benevola ai compromessi e alla diplomazia. La chiesa che mi piace invece è una chiesa diretta, anche se con pochi fedeli, non importa, ma diretta, onesta, trasparente, peccatrice ma che quando sbaglia chiede perdono e  vuole cambiare.
Partecipo e vivo i sacramenti perchè quando il Cristo ce li ha dati non esisteva la chiesa di Giovanni, la chiesa di Pietro, eravamo tutti uniti lì intorno a Lui. "Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue offerto in sacrificio per voi". Desidero, fortemente desidero, che la chiesa di Pietro cambi e che possiamo ritornare uniti come prima.
 
La chiesa spirituale
La chiesa deve essere spirituale. La chiesa non sono i templi. Io avrei potuto fondare una nuova religione chiamandola "La chiesa di Giovanni", la Legge italiana lo permette, ma il Cielo non vuole che io faccia un’altra istituzione. La chiesa di Giovanni è una chiesa spirituale della quale fanno parte laici, mussulmani, marxisti, cattolici ecc. Quando quindi io parlo di chiesa, parlo di chiesa spirituale non di istituzione. Io amo la chiesa di Pietro, mi piacerebbe cambiarla  e per questo sono spinto a denunciare continuamente i suoi misfatti.
 
Chi era il Dio Yavè?
Il Dio Yavè era il Dio della vendetta, della violenza, del potere, di Mammona, della gelosia, dell'invidia, della menzogna. Satana, o Lucifero stesso, si manifestavano spesso ai profeti d'Israele ingannandoli. Il Padre Adonay permetteva questo perché in questo modo metteva alla prova il loro discernimento. Potete constatare questo dai forti contrasti che trovate all'interno del vecchio testamento. I dieci comandamenti sono i veri comandamenti che Dio diede a Mosè, la terra promessa era vera e tante altre cose narrate nella bibbia, ma secondo voi scatenare guerre contro i popoli, uccidere o violentare i bambini possono essere voleri del Padre? Ecco perché mandò Suo figlio il Cristo, per chiarire tutto. Lui disse: "Non sono venuto per cambiare le Leggi del Padre ..." Ma di fatto le cambiò. Per esempio quando gli portarono l'adultera che era stata condannata a morte, Egli rispose: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra". In quel momento annullò la condanna a morte e insegnò il perdono. O quando disse: "Vi è stato detto di amare i vostri amici e di odiare i vostri nemici ma io vi dico di amare anche i vostri nemici". Abbiamo quindi due “Dei”, uno è Yavè e l'altro è Adonay, Yavè è riuscito ad entrare nella chiesa di Cristo e a ingannare i cristiani, per questo è necessaria la Seconda Venuta di Cristo per chiarire le cose all'interno della sua chiesa.
 
Perchè c'è bisogno di avere un tentatore che contraddica la parola del Padre?
Il giorno in cui voi, fratelli miei che io amo tanto, capirete la metodologia del Padre Adonay avrete raggiunto lo stato di Coscienza Cristica. Ciò significa che in qualsiasi luogo dell'universo, dalla dimensione della Luce più idilliaca fino all'inferno e alle tenebre più oscure voi sarete personificati dal Cristo e quando incontrereste i demoni non potrete far altro che convertirli. Conoscere la metodologia del Padre Adonay, significa entrare nelle sue grazie. Questo è il risultato più grande di un discepolo. Il Padre Adonay ha i Suoi misteri nella Sua logica ma la Sua logica è perfetta quindi voi dovete essere coscienti che il Suo fine è sempre il bene.
L'uomo nella terza dimensione ha necessità di essere posto alla prova per fortificare le sue convinzioni, fare esperienza, conoscere il male per apprezzare e desiderare il bene. Le forme che il Padre usa sono molteplici, un angelo caduto, uno strumento diretto, le forze della natura... Perchè secondo voi il Padre non dice niente a Lucifero per impedire che cada, poteva dirgli: "Aspetta figlio, non fare questo, ti ordino di non farlo". Invece il Padre per fortificare il suo spirito interviene solo quando egli compie il delitto così come fanno i giudici.
Il Dio con il quale parlava Mosè era Adonay, in seguito nella Bibbia si parla di Yavè ma è un inganno... L'arca della alleanza era un sincronizzatore per entrare in contatto con Loro, gli extraterrestri. Le colonne di fuoco erano navi extraterrestri...
Mosè aveva commesso degli errori, il Padre Adonay lo castigò non facendolo entrare nella terra promessa, anche se era sempre un Suo strumento. Quando Mosè guidò il suo popolo verso la terra promessa molta gente si ribellò e iniziò ad adorare altre divinità pagane. Quali sarebbero gli equivalenti di quelle divinità pagane riportate alla nostra attuale società? A volte senza rendercene conto stiamo adorando quelle divinità materiali. Non so se mi capite. Mosè non fu mai ingannato, furono ingannati i suoi successori: Josuè, Aaron e altri ma c'erano altri profeti che erano illuminati come Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele.
 
La differenza tra Lucifero, Satana e la loro relazione con Yavè
La loro relazione è uguale nel male alla relazione che c'è nel bene tra Padre, figlio e Spirito Santo. È una compenetrazione dello stesso Essere. Lucifero e Satana sono due entità come Cristo e Gesù. Lucifero tenta nello spirito, Satana nella materia.
 
L'importanza dei quattro vangeli
Abbiamo una grazia immensa ad avere ereditato i quattro vangeli perché, anche se è vero che sono state tagliate delle parti, non sono stati manipolati gli scritti degli apostoli che riportano i discorsi del Cristo; lì trovate la Verità. Potete quindi, anche non leggere la bibbia, se non vi sentite di leggerla ma dovete leggere i vangeli perchè lì vi troverete il Cristo che sintetizza la Legge del Padre manifestandola attraverso Se stesso, con il Suo esempio di vita. Allora cosa vogliamo di più se abbiamo il Cristo Redentore e Salvatore che ha salvato tutti, compreso Yavè.    
 
Giuseppe, padre putativo di Gesù
Il padre adottivo di Gesù era uno strumento del Padre Adonay che aveva il compito di proteggere l'infanzia di Gesù. Era un essere non appartenente a questo mondo che aveva la genetica di Cristo.
 
Maria, la Madre Cosmica
Maria era un essere speciale, figlia di una madre armena, Sant'Anna. In Lei si personificò lo Spirito della Madre Terra. Personificando quindi la Madre Terra, Maria diviene la Madre Cosmica. Il Suo tempio corporale si sublimizza e il Cristo Solare può inseminare la Madre Cosmica. Il Sole quindi insemina la Terra per dare vita al figlio dell'uomo all'interno del quale Lui si personificherà. Il Cristo è il Sole, la Madre Maria è la Terra, i due si uniscono, fanno l'amore e nasce il figlio dell'uomo attraverso il quale il Cristo stesso prende corpo sulla Terra.   
 
Questo è il tempo di dire tutta la verità
Questa è la chiesa di Giovanni che spiega la verità spirituale relazionandola alla verità cosmica.  So che voi capite ciò che vi dico perché siete iniziati e avete il compito di diffondere queste verità in quanto è giunto il tempo che altri iniziati possano risvegliarsi ascoltandola. Il mio compito è quello di dire tutta la Verità perché è arrivato il tempo di dire la verità, tutta la verità, solo la verità.
 
Cosa accadde quando Gesù discese all'inferno?
Quando Gesù Cristo visitò gli inferi lo fece per offrire anche alle anime dannate la redenzione, cioè a tutti coloro che stavano scontando la seconda morte. Molti di loro accettarono e furono quindi portati via da lì e fatti reincarnare per potersi purificare. Altri non la accettarono e rimasero soldati del demonio.
 
Per approfondire e capire meglio la metodologia del Padre Adonay volevo chiederti un approfondimento sulla figura di Giuda.
Hitler era Giuda, Giuda era il figlio di Satana e Cristo lo chiamò ad essere Suo discepolo affinché potesse compiere la sua missione. L'unico Vangelo che parla di questo concetto indovinate qual'è? Quello di Giovanni che dice "E allora Satana entrò in Giuda". Divenne suo strumento.
 
Ma perché Adonay gli offre una seconda opportunità?
Non gli da una seconda opportunità semplicemente lo sfrutta per i Suoi disegni di castigo. Quindi Giuda, il demonio, fu uno strumento per castigare il popolo giudeo e oggi continua a farlo. Oggi infatti è qui un’altra volta. Lui è l'anticristo, cioè la reincarnazione di Giuda oggi è l'anticristo. Coloro che fanno parte della tribù di Giuda sono gli angeli di Satana.
 
Il demonio dopo che Cristo se ne andò
Il Vecchio testamento non è la parola del demonio, è la parola di Dio, solo che in alcuni momenti si infiltra il demonio con l'inganno. Non ha potuto infiltrarsi nel vangelo perché a quel tempo era incarnato il Cristo, cioè Dio stesso. Ma dopo che il Cristo se ne andò, il demonio si infiltrò nuovamente all'interno della chiesa della comunità cristiana. Pietro rimase fermo per trent'anni senza fare niente. Gli apostoli litigavano tra di loro. Il Cristo dovette contattare un criminale, San Paolo, per scuoterli e dire loro: "Risvegliatevi!!! Voi siete gli apostoli!" Negli atti degli apostoli trovate la missione di San Paolo.
 
L'Opera è come un colosseo
Il mio maestro Eugenio Siragusa diceva sempre che la nostra Opera è come un Colosseo, chiunque può entrare e uscire quando vuole.
 
A me sorge un dubbio: ma come potrebbe mai questo papa, dopo tutto ciò che ha fatto nella sua vita in passato, diventare l'altro testimone? Io penso che Enoch dovrebbe essere un esempio di vita e di lotta accanto ai suoi fratelli, così come lo sei tu.
Hai ragione nell'essenza del tuo discorso, ma se veramente noi siamo i chiamati, gli iniziati,  dobbiamo ragionare con la metodologia degli Esseri Cosmici, dobbiamo ragionare con la mentalità degli esseri di luce, degli angeli, dobbiamo riflettere con la metodologia del Padre e non con quella degli uomini. E l'unico, il più grande esempio tramite il quale noi possiamo capire i misteri di Dio e i Suoi programmi, è il Cristo. Ti ringrazio delle tue parole, che per te sono io il tuo esempio, ma per te posso essere io, per un altro può essere il papa, per un altro ancora un profeta, non importa, l'importante è che l'esempio massimo della tua vita al di sopra degli uomini sia il Cristo. Cosa fa il Cristo con le persone che vogliono cambiare, che si convertono? Il Cristo li elegge come Suoi rappresentanti perchè Lui vuole che noi realizziamo umilmente due cose: l'obbedienza ai Suoi voleri e un’altra ancora più importante, il discernimento. Vi ho detto che Uno solo sta al di sopra della Legge e questo è il Padre Adonay o Suo figlio il Cristo, Lui può cambiare la Legge, per cui può eleggere uno strumento negativo nel momento in cui questo si predispone ad essere positivo. Ma ritornando al tuo discorso, se papa Francesco non manifesterà di essere l'altro testimone si rivelerà come un braccio dell'anticristo. Questo è ciò che ci differenzia dagli altri, questa apertura mentale nella quale tutto è possibile e niente è imprescindibile, tranne il Cristo che è l'unico. Il Cristo È e basta. Tutto può cambiare, tutto si può trasformare. E quindi aspettiamo. Io so che l'elezione di questo Papa, l'entrata di quest'uomo in vaticano è un grande segnale. Tu sai che io so cosa accadrà, ma devo obbedire e aspettare che gli eventi si manifestino.
 
Sono passati 13 anni, è stato eletto il giorno 13 dell'anno13, è possibile che Dio lo metta alla prova affinché possa pentirsi?
Tutto è possibile anche questo, ciò che sappiamo in questo momento è che la Chiesa cattolica, il vaticano, è nelle mani del demonio per le cose nefaste che ha commesso e che continua a commettere. Speriamo che il buon Papa Francesco abbia la forza di ripulire le opere nefaste che ci sono all'interno. Se ha la forza, che Dio lo benedica, se non ha la forza sarà la fine della chiesa cattolica. I cristiani si perderanno tutti tranne coloro che persevereranno nella fede. Entro il prossimo anno sapremo.
 
Cristo e la donna
Cristo diede alla Maddalena il compito di avvisare i suoi fratelli che Lui era resuscitato anche se sapeva che gli apostoli non le avrebbero creduto proprio perché era una donna. Il Cristo fa questo prima di tutto perchè dà alla donna una importanza che prima di quel tempo non aveva, infatti la donna non contava niente. Con quel gesto il Maestro elegge la donna, come essere, più importante degli uomini. Cristo riforma in questo modo la Legge di quel tempo.
 
Il matrimonio dei preti
Si, è vero, persiste ancora oggi l'arroganza maschile ma non negli uomini saggi.
La chiesa dovrebbe permettere  il sacerdozio femminile, il matrimonio dei preti, sarebbe la soluzione per mettere fine all'infermità della pedofilia. Io so, e lo sa benissimo anche papa Francesco, che la pedofilia nella chiesa non è un fenomeno ristretto di cento preti ma del 90% dei sacerdoti. Cioè su 100 preti, 90 sono pedofili. E questo è Satana che si è infiltrato dentro. Allora se lui fosse saggio dovrebbe dire: basta con il celibato, permettiamo ai sacerdoti  di sposarsi, vedrete come piano piano il fenomeno diminuirebbe. Nelle alte sfere della gerarchia vaticana, i più alti prelati hanno ciascuno la sua concubina ma tanti poveri preti ai quali viene impedito persino di avvicinarsi ad una donna devono contrastare gli intimi richiami della natura andando contro se stessi e spesso degenerando questo naturale istinto, abusando dei bambini che da innocenti, per paura e per vergogna mantengono il silenzio. In realtà è stata una invenzione della chiesa cattolica nei vari concili dopo il 500 la castità. Da quando il Cristo è salito al Cielo fino all'anno 300 la chiesa di Pietro e la chiesa di Giovanni erano la stessa cosa. Successivamente la chiesa di Pietro ha iniziato a sposarsi con il potere e a compromettersi e così ha iniziato a degenerare.
 
Gli omossessuali
Gli omosessuali non sono rifiutati agli occhi di Dio, l'importante  è che loro limitino i loro diritti entro l'accettabile. Bisogna rispettare i loro diritti sociali, politici,la loro unione matrimoniale ma non sono d'accordo nel dare loro dei figli da crescere. Il bambino non può essere cresciuto da una copia dello stesso sesso. Chi è la mamma e chi è il papà? Il bambino si confonde. Un’altra cosa che non condivido è l'esibizionismo ma questa è una cosa che non condivido neanche con le copie tra virgolette normali. Sono invece intollerante nei casi di pedofilia, lì per me non c'è perdono tranne nei casi del vero pentimento di cui vi ho già parlato. Per queste persone chiedo al Padre Adonay di fare una legge nuova e di dare loro la morte, non seconda, ma terza. I bambini non vanno toccati. Mai!!!
 
Cosa pensi di una persona corretta che fa del bene, che ha una buona ricchezza materiale, una buona ricchezza spirituale e che aiuta molto il prossimo?
Penso che è una buona persona ma non è un messaggero di Dio. Perché per poter essere un messaggero di Dio devi fare ciò che Lui ha detto: "Và, vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri e poi seguimi". Questa è la verità. Non posso dire che è una cattiva persona perchè mette in pratica delle opere buone ma non è un apostolo di Cristo. Quando tu ti sposi con Cristo i tuoi soldi, i tuoi beni, diventano Suoi, non ti appartengono più.
 
Ma questa persona arriverà a vedere Dio?
Si, certo, dopo che ha venduto tutto e ha dato tutto ai poveri si. Io sono felicissimo di non avere niente e se un giorno il Padre mi farà arrivare tanto denaro significherà che Lui vuole che lo utilizzi tutto per Suo figlio, per portare avanti la Sua missione e aiutare i bimbi di Omar o delle favelas di Buenos Aires, del Cile ecc. Questo la chiesa cattolica avrebbe dovuto fare, tenersi il 10%  e spendere per la diffusione del vangelo il 90% , invece ha fatto esattamente il contrario.
 
Potremo predicare nella centrale di Fukushima
Noi possiamo, se è volontà del Padre, predicare la parola del Cristo nella centrale di Fukushima alla presenza di tante persone ammalate e andare via. In realtà questo è già accaduto quando sono stato a Chernobyl a parlare in una conferenza con tante persone dove mi accompagnavano anche Mara e altri fratelli. Eppure non sono radioattivo, non sono morto.
 
L'avviso
L'avviso della Vergine di Garabandal si riferisce ad un grande asteroide che spaventerà tanto la gente da fargli confessare a Dio tutti i propri peccati. Si avvicinerà tanto alla Terra che tutto il mondo, a partire dagli Stati Uniti d'America fino all'ultimo povero del pianeta, lo vedrà e si inginocchierà chiedendo perdono e pregando di essere risparmiati. Poi se l'asteroide impatterà sulla Terra o meno non lo so. Vedremo.
 
Giorgio interrompe le domande per chiedere un applauso ai ragazzi che lavorano per la Sydonia Production, Luca Trovellesi, Diego corvaro, Piero Di Stefano e gli altri giovani ragazzi (collegati in streaming) che lavorano assiduamente e con grande passione e sacrificio in Italia  per portare avanti la missione affidata dal Cielo a Giorgio, dando poi la parola ai rappresentanti presenti in sala, Mattia Corvaro, Fermin Ochoa e Ornella Iannitelli operativi nella sede di Sydonia in Argentina che vede i suoi uffici presenti nella capitale, a Buenos Aires. Mattia ci informa che nei successivi giorni sarebbe andato in onda sul canale "HISTORY CHANNEL" lo straordinario documentario da loro recentemente realizzato sul volto sacro della sindone e sul velo della Veronica dal titolo: "Alla ricerca del volto di Gesù". Giorgio riprende la parola trasmettendo la profondità del programma magistralmente realizzato da Luca e i suoi ragazzi con la partecipazione attiva, peraltro anche come protagonisti delle fiction, di alcuni componenti della nostra associazione Giordano Bruno. Un documentario completo, approfondito e di grande impatto emotivo.
 
L'incontro riprende il suo corso.
Juan Alberto invita Luz de Maria, presente all'incontro, ad un saluto, la quale coglie l'occasione per rendere partecipi i presenti di un messaggio da lei recentemente ricevuto che richiama all'unione dei fratelli. "... il vero uomo cristico" dice Luz "è colui che ama suo fratello al di sopra del suo proprio io umano… Colui che innalza l’amore di Cristo al di sopra della sua umanità, mettendo tutto da parte, il proprio volere, i propri gusti, i propri desideri, colui che si annulla totalmente affinché Cristo dimori in lui. All’alba di questo giorno abbiamo ricevuto un messaggio da Cristo e dalla Madre che vorrei condividere con tutti voi" prosegue leggendo il messaggio del quale riporto alcuni tratti: "In un solo amore divino, nell’unità dei nostri cuori e nella unicità del mistero infinito chiediamo a ciascuna creatura umana di prendere urgentemente coscienza del suo stato spirituale interiore" dice il messaggio ... Amati Miei non è con l'esaltazione dell'ego umano che giungerete a me, bensì con il cuore contrito e umiliato, pieno del desiderio di ravvedersi, con la fede e la speranza che non vi abbandonerò ... Con quanta facilità vi giudicate gli uni con gli altri, puntando il dito, dimenticando i propri errori! Ci sono quelli che crocifiggono costantemente Mio Figlio, crocifiggendo i propri fratelli! ... Satana non si è fermato solamente ai non consacrati, ma si è infiltrato tra i devoti, prendendo coloro che non sono fedeli di Mio Figlio per lacerare il Popolo fedele, che sarà preda di grandi persecuzioni e tradimenti. ... Convoco i miei Apostoli di questi istanti affinché con il donarsi, fusi con il Mio Divino Figlio siano lampade ripiene di oli e non restringano la loro lucentezza, bensì siano veri specchi dove Mio Figlio possa guardare Se stesso. Questo istante non è dei tiepidi, già che i demoni si spingono non solo sui tiepidi bensì su tutte le anime ... Pregate l'uno per l'altro affinché la confusione non vi porti a cadere...".
 
"Grazie Luz per queste parole profondamente spirituali" dice Giorgio ringraziandola.
 
La Vita ci parla, il Cielo ci parla, continuamente, attraverso segni, attraverso le persone che ci stanno accanto, attraverso i messaggi che giungono a noi tramite messaggeri che i Maestri Cosmici eleggono per aiutarci nella nostra evoluzione. A differenza di ciò che accade nelle nostre scuole disastrate dove i docenti, tranne rare eccezioni, non hanno a cuore il futuro dei ragazzi, non svolgono con amore e passione il loro ruolo di insegnanti seguendo passo passo i loro alunni, questi Esseri provenienti dalle Stelle si preoccupano del futuro dei nostri giovani, dei nostri bambini e del futuro della umanità. Il nostro compito non è quindi adorare tali messaggeri con fanatismo ma fare nostri i messaggi che questi ci trasmettono, se sono in stretta sintonia con gli insegnamenti del Vangelo. Quando poi il messaggero rispecchia con la propria vita i messaggi che trasmette a piena imitazione di Cristo, amando il prossimo più di se stesso e dando tutto, la stessa propria vita per i fratelli, allora la devozione è dovuta, inevitabile e giusta perchè ci troviamo di fronte al riflesso del Maestro più grande, Gesù Cristo.
Giorgio chiama a se i rappresentanti dei vari gruppi operativi, uno per uno, invitandoli a trasmettere il proprio sentire.

Juan Alberto chiama al tavolo dei relatori Carlos Santana, uno dei nostri fratelli di Città del Messico che per la grande distanza non hanno avuto mai la possibilità di raggiungere Giorgio per assistere agli annuali incontri spirituali delle arche. Per lui è una grande, grandissima emozione questo anno poter stare qui insieme a tutti noi e attraverso di lui gioiscono i fratelli messicani che tramite un loro rappresentante si sentono presenti all'incontro.
 
"Ciao, io sono Charli del Messico, sono molto emozionato di stare qui insieme a voi, di conoscervi tutti e devo ammettere che sono nervoso. Anche se siamo molto lontani in realtà ci sentiamo molto vicini a voi. Con il nostro piccolo gruppo abbiamo diffuso i messaggi di Giorgio invitando la gente a lavorare in favore della vita appoggiando cause giuste, a prescindere dalla propria religione o dalle proprie credenze. Per noi è stato molto difficile e complicato, ci è costato tanto sacrificio portare avanti le varie attività.  A volte sorgono dubbi, altre volte situazioni complicate che riguardano la vita personale, per questo sempre consultiamo il dottor Rambaldo, Valeria o lo stesso Giorgio su ciò che dobbiamo fare. E quindi anche se siamo così lontani da voi e non abbiamo un contatto diretto ci sentiamo ugualmente vicini a tutti voi. Voglio mandarvi quindi tanti saluti e tanti abbracci dai fratelli del Messico continuando a portare avanti la lotta e mantenendoci uniti".
 
Il testimone viene passato a Luis Ayala rappresentante dell'arca del Cile:
 
"Era tanto tempo che non mi trovavo riunito con tutti i fratelli per differenti motivi che non mi hanno permesso di stare con voi negli scorsi incontri. Una cosa che volevo trasmettervi è il sentimento di allegria e di emozione che provo in questo momento nello stare accanto a Giorgio, con il suo sorriso, condividendo questa atmosfera speciale di grande gioia. Per me sono stati difficili questi anni a livello personale  ma la determinazione è una, e l'invito che Giorgio ci rivolge ora è quello di assumere questa responsabilità con grande serietà, e oggi qui insieme a voi mi sento più forte, più motivato, con un grande appoggio per lavorare in questo cammino angusto. Un abbraccio grande a tutti i miei fratelli. Sono molto felice e spero che un giorno non lontano potremo riunirci dall'altro lato della cordigliera, l'invito è questo che possiamo essere più uniti,  più in contatto. Molte grazie a tutti, grazie a Giorgio, a Sonia, a tutta la famiglia da parte del Cile, di coloro che non sono potuti venire con noi, e anche di coloro che non hanno potuto raggiungerci dall'Argentina, dall'Uruguay, dal Paraguay, dal Messico, dall'Italia, dalla Spagna. Sono molto contento e riconoscente qui, insieme al mio fratello e amico Marco Antonio. Grazie a tutti".
 
La parola viene ora data a Marco Antonio altro rappresentante dell'arca cilena.
 
"Prima di tutto voglio ringraziare Dio e nostro Signore Gesù Cristo per permetterci di stare qui oggi. Pensate che quasi non arrivavamo oggi perché hanno chiuso la frontiera per lavori, giusto 13 minuti dopo che la abbiamo attraversata noi, e l'avrebbero riaperta solamente il giorno seguente. Voglio ringraziare i fratelli, tutti i fratelli del Cile per lo sforzo che hanno fatto, quattro di loro che sono arrivati in aereo, quattro per via terra facendo 2600 km. Ma non importa la stanchezza, o improvvisamente "la mala onda" (Cattiva onda di energia), aspettare tre ore alla frontiera o due nel gate, stiamo qui perché Giorgio e il nostro Signore Gesù Cristo se lo meritano e meritano molto di più. Qualsiasi sforzo possiamo fare è sempre poco. Quindi veramente sono molto felice. Ringrazio tutti i fratelli dell'Argentina, dell'Uruguay, del Paraguay perché sempre noi ci nutriamo di loro, apprendiamo da loro, e veramente mi sento in famiglia. Quando ci abbracciamo, questa energia che scorre tra di noi credo che sia una alimentazione molto importante. In Cile stiamo facendo varie cose, il prossimo lunedì inizieremo una trasmissione alla radio. Abbiamo tanta voglia di iniziare a gridare alla radio, stiamo facendo anche dei mini libri che abbiamo portato a Giorgio relazionati all'avviso e stiamo lavorando con un altro che si chiama "Il patto planetario". Il gruppo è molto attivo e forte e per questo siamo felici. Certo avevamo sperato che Giorgio questa volta potesse venire in Cile però non importa, io penso che quando Giorgio dice una cosa è il Cielo che comanda. E quindi noi dobbiamo ubbidire ciò che il Padre dice e punto. So che Giorgio un giorno ritornerà in Cile, credo in lui e il prossimo anno ci sarà. Volevo dire anche un’altra cosa. Quante persone ci saranno nelle arche di tutto il Sud America e dell'Italia? Mille, duemila persone? Siamo sette miliardi di abitanti nel pianeta, duemila persone non sono niente eppure noi abbiamo il privilegio di conoscere il messaggero di Cristo e Luz de Maria, credo che sia un regalo di Dio, me lo ripeto continuamente. Abbracciare Giorgio, vedere le sue stigmate, vederlo sanguinare, abbracciare Luz de Maria, credo che sia un regalo troppo grande per i cileni, credo che non meritiamo tanto. Sono tanto emozionato. L'altro giorno ho letto sul calendario di un ufficio: "Non dire a Dio quanto è grande il tuo problema, dì al tuo problema quanto è grande Dio", una frase che mi è rimasta dentro e che voglio trasmettere a tutti voi. E allora per concludere, Gesù Cristo lavora per Suo Padre, Dio, Giorgio Bongiovanni lavora per Gesù Cristo, tutti noi lavoriamo per Giorgio Bongiovanni, alla fine tutti lavoriamo per il Padre. Grazie".
 
È il momento del rappresentante del Paraguay, Omar Cristaldo.
 
"Buona sera a tutti" dice Omar, "mi piacerebbe chiamare qui con me Jorge Figueredo un fratello che sempre mi accompagna".
Jorge Figueredo prende quindi la parola profondamente emozionato: "Realmente non so cosa dire. È per me qualcosa di così meraviglioso essere presente, poter condividere con i miei fratelli e le mie sorelle questi momenti e credo che questa comunione sia reale. Perdonate la mia emozione. Nella vita accadono tante cose, ho intrapreso molte attività nella mia vita, culturali, sportive, politiche, ma mai sono stato tanto perseverante come da quando nella mia vita ho incontrato Giorgio Bongiovanni e questo ci tenevo a dirlo e per questo lo voglio ringraziare. E sempre ricordo le parole di Erika che un giorno disse: -Conoscere Giorgio Bongiovanni, un inviato del Cielo, uno strumento del Cristo, ci fa persone migliori, ci cambia la vita-. Io credo che Giorgio Bongiovanni è un vero rivoluzionario e rappresenta il Calice vivente della Comunione Cristica. Però perché? Non solamente perché denuncia il male, non solamente perché fa conferenze, ma soprattutto perché ci giunge al cuore. Molte grazie".
 
"Jorge Figueredo" dice Giorgio riprendendo il microfono "è un fiscale penale, un giudice, un magistrato della Repubblica del Paraguay, un collaboratore della nostra rivista antimafia. Per me è una persona straordinaria perché lui è stato ed è amico di un martire dell'antimafia del Paraguay, Salvadore Medina, assassinato dalla mafia. Per me è un onore averlo qui. Grazie".

Un grande applauso ricorda questo grande martire della giustizia.
 
Omar Cristaldo riprende quindi la parola:
 
"Credo che Jorge abbia già espresso tutto ciò che io avrei potuto e voluto dirvi. Voglio solo ringraziare il Padre Creatore, Suo figlio, la Vergine Maria, che sempre in un modo o in un altro sono presenti quando siamo riuniti e oggi Giorgio Bongiovanni possiamo dire che incarna o personifica il Cristo, Luz de Maria la Madre che con il Suo manto ci avvolge e ci protegge. È una responsabilità molto grande avere questa conoscenza perché per stare riuniti oggi qui e per tutto ciò che abbiamo ascoltato, per tutte le rivelazioni che ci sono state fatte realmente ci possiamo rendere conto che ci troviamo veramente nel culmine di un processo che ha avuto inizio duemila anni fa, dove è chiaro il ritorno del Maestro Gesù. Dobbiamo realizzare il senso dell'unità che ci viene chiesto che non significa solo abbracciarci e baciarci ma fare l'Opera insieme, io in Paraguay, voi in Argentina, in Cile, in Messico, in Italia, insieme nel portare avanti la stessa Opera questo significa stare insieme. Ed è con questo sentimento che cerchiamo di portare avanti l'umile opera che riusciamo a fare e che Giorgio ci raccomanda di continuare a portare avanti, e con molta responsabilità. Quindi mettiamo nuovamente a disposizione il nostro si, di continuare a collaborare con te fino alla fine Giorgio".
 
"Approfitto per ringraziare Graciela del Paraguay" prosegue Giorgio, "l'architetto, e Hilda, perché loro insieme a Omar portano avanti la mensa dei bambini che Funima International in Italia coordina, aiuta, sostiene con la raccolta di fondi. Quanti bambini abbiamo Hilda? 35, 40 bambini come media al giorno e ora arriveranno altri aiuti italiani da parte di alcuni amici per continuare a fare sempre meglio. In Paraguay abbiamo operative le tre attività dell'Opera: l'attività spirituale, l'aiuto ai bambini e l'antimafia. Grazie Omar”.
 
Juan Alberto chiama al tavolo dei relatori la nostra Erika Pais responsabile dell'arca di Montevideo e delle varie arche dell'Uruguay.

"Bene voi sapete che io sono fatta per scrivere non tanto per parlare ma se Giorgio non pensa che dirò delle fesserie gli chiedo cinque minuti" esordisce Erika destando le risate dei presenti che ascoltano attenti ed emozionati. "A parte gli scherzi è da alcuni giorni che mi gira nella testa il concetto di libertà perché il Cristo, e Giorgio ovviamente, ci hanno sempre ripetuto che la verità ci renderà liberi ma liberi davvero. E c'è un altra frase nel Vangelo dove si parla di Gesù che andava a cercare i Suoi in carcere e in ospedale ... e quando una persona non ha la possibilità di muoversi o di parlare, quando perde la capacità di deambulare o quando è detenuta in un carcere o è affetta da una grave infermità, sempre la mente, l'immaginazione fugge, supera la barriera materiale e molte volte incontra la spiritualità, incontra qualcosa che inizia a rispondere alle sue domande. Allora riflettendo su questo pensavo che noi camminando per la strada spesso ci sentiamo liberi ma in realtà non lo siamo, siamo rinchiusi in un carcere che non ha reti materiali ma si ideologiche, reti che ci impone a volte la stessa società rinchiudendoci in un sistema demoniaco: la materia. La necessità del denaro per poter vivere, l'ego, le differenze ideologiche, le differenze delle forme di comunicare e di dirsi le cose e quindi magari vogliamo dire una cosa e la persona che abbiamo davanti ne capisce un altra, persino la lingua è un carcere per noi. E quindi credo che il Cristo lo possiamo incontrare se poco a poco iniziamo a sentirci liberi da questo carcere, nella nostra mente, nel nostro spirito, nella nostra anima, nel nostro cuore, iniziamo a volare, iniziamo a guardare ciò che è la materia e in questa libertà potremo incontrarci con gli altri fratelli, con il prossimo. Chissà che forse il primo sforzo non sia proprio quello di incontrarci tra di noi, Juan, Omar, i fratelli cileni e dopo, poco a poco, cercare tutti gli altri che mancano. Conquistare o risvegliare la Verità nella nostra Chiesa, la chiesa di Giovanni. Questo era ciò che volevo dirvi, che non dobbiamo avere paura e iniziamo poco a poco a far cadere queste barriere e tutte le parole che Giorgio ci ha detto in questi giorni siano la chiave per aprire tutte queste porte, tutte queste reti che oggi ci tengono prigionieri e con questo riaffermare che la Verità di Cristo è la Verità che un giorno, molto presto, ci renderà liberi veramente. Grazie. Volevo ringraziare i fratelli di Campana che ci sono stati vicini oggi quando nostro figlio Giorgio (David) è stato male, che ci hanno accompagnati all'ospedale privandosi di ascoltare Giorgio che è il nostro Maestro e hanno scelto di accompagnare dei fratelli in difficoltà".
 
Anche Erika termina il suo intervento, la parola passa alla delegazione di Buenos Aires la quale ha tre delegati che hanno la responsabilità di distinti territori e distinte funzioni.
 
Gloria Torres: Ciò che posso dire in funzione dell'impegno che mi sono assunta e che ci siamo assunti nel nostro gruppo è che fondamentalmente ci sentiamo felici di poter seguire e accompagnare un inviato del Cielo, riconoscere la sua grandezza, i suoi insegnamenti, che le sue parole sono di verità, che tutto ciò che lui ci dice proviene dal Padre. Lui ci insegna a riunirci, a collaborare, a restare uniti. Siamo al servizio dell'Opera di Giorgio ma siamo anche al servizio di ognuno dei nostri fratelli. Tutto quello che dobbiamo fare per poter andare avanti è guardare l'esempio di vita, di lotta di Giorgio, la fatica, la perseveranza, l'insegnamento, la parola di Dio trasmettendola a tutti coloro che lo necessitano. Mi resta solo da ringraziare tutti voi per avere la possibilità di ascoltarvi di poter condividere e lavorare insieme a voi in questo compito meraviglioso. Grazie.
 
Dopo Gloria Torres, una sorella che attraverso la sua profonda sofferenza ci insegna il valore della fede e della disponibilità al Cristo, Giorgio presenta Alicia Conti "che conduce un importante programma -Dal Cielo alla Terra- nella emittente di Buenos Aires -Radio Mantra- dove Giorgio spesso è chiamato ad intervenire. "Non voglio parlare di ciò che noi facciamo" esordisce Alicia "tu mi hai dato un microfono e allora voglio solo dire qualcosa che sento. Tu oggi hai letto il messaggio di Pasqua dove Gesù ci chiede di mangiare la Sua carne e bere il Suo sangue. Poi ci hai spiegato che tu sei la coppa della comunione, noi tutti beviamo il tuo sangue e portiamo le tue stigmate diffondendo l'opera, amando il fratello, facendoci carico di quello che siamo in questa chiesa mistica, spirituale. In questo messaggio Gesù ci chiede unione e permanentemente, umanamente, miserabilmente noi commettiamo errori. E oggi tu ci hai detto qui: "In nome di Gesù io vi dico che tutti i vostri peccati saranno perdonati tranne quello della rinuncia, cioè il peccato di rinunciare lasciandoci trascinare via dalla materia. Io so che tu non vuoi che dica questo che dirò ma se Gesù perdona i nostri peccati è solo perché tu sanguini per noi, speriamo che noi possiamo portare la croce con l'amore e la disponibilità che tu hai verso tutti noi fratelli. Cercherò di non dimenticare niente e avere la stessa pazienza, lo stesso amore, la stessa disponibilità, la stessa tolleranza che hai tu con ciascuno di noi per apprendere a bere questo sangue che Gesù chiede. Grazie".
 
La parola passa a Juan Josè Mendez responsabile da diversi anni dell'arca di Buenos Aires: "Buona sera, realmente non mi vengono le parole perché ero profondamente immerso a pensare a Giorgio, a tutto ciò che lui ha fatto in così tanti anni, con tanta compenetrazione in Cristo, il suo sguardo, le sue stigmate, il tempo che è passato, non so, sono stato concentrato a lavorare per alcune ore per elaborare un video che voglio mostrarvi e che realmente riflette una sintesi dello sguardo di Giorgio, della musica e della profondità del Cristo in Giorgio e Giorgio nel Cristo. E più tardi quando arriverà il momento ve lo mostrerò. Ora posso solo dire che è veramente emozionante aver condiviso tanti anni insieme. Vedere che ancora siamo qui, che ci possiamo incontrare, che veniamo da luoghi dove abbiamo lasciato tutto, offerto tutto, dove siamo stati scossi in moltissime circostanze e ognuno di noi lo sa nel suo proprio intimo e  comunque siamo qui e continuiamo a seguire, fermi, con le mani nell'aratro sempre avanti. È molto emozionante vedere tutti voi e ognuno di coloro che si compromettono (per Cristo ndr) e proseguono nel cammino e proseguiamo nel cammino fino alla fine. Solo questo è quello che posso dire.
 
Le immagini del video proiettato da Juan Josè scorrono tra l'emozione dei presenti. Un forte applauso per trasmettere tutta la gratitudine e tutto l'amore a Giorgio, questo straordinario essere che ha donato gli anni più belli della sua vita ai suoi amati fratelli. Per la loro libertà.

"Emozionante" dice Giorgio commosso, "hai fatto un riassunto di tutta la mia vita" e dopo qualche secondo di silenzio prosegue: "Ed ora abbiamo un messaggio di Mara dall’Italia che è stata una delle protagoniste della mia vita accompagnandomi in tutto il mondo".Mara Testasecca rappresentando le arche d'Italia interviene quindi per streaming dall'Italia: “Dobbiamo essere presenti e uniti con voi e con quest’uomo, con i segni di nostro Signore, uno ad uno vicini alla luce e nella coscienza del suo immenso amore. Lo ringraziamo per l'infinita pazienza che ha nel ripetere e ripetere incessantemente gli insegnamenti. Si può amare il Regno di Dio sulla Terra a prescindere da tutto. Vi amiamo, da parte di Mara e dai fratelli dell’Italia, impegnati in questo servizio a favore della vita e a Cristo. Grazie Giorgio in eterno, grazie a tutti”.
"Il 25 marzo" prosegue Giorgio "pochi giorni fa, abbiamo ricordato la nascita in questo mondo, del mio Maestro Spirituale: Eugenio Siragusa. Un applauso al mio Padre spirituale che è stato il Maestro che mi ha iniziato a questa Opera. Prima di continuare vorrei aprire una piccola parentesi per rendere omaggio ad un mio amico qui presente, a cui sono grato, vorrei chiamarlo sul palco. Un amico, un fratello e anche un maestro. Così come Juan Alberto anche lui è un veterano, un rappresentante dell’Opera, biografo della mia vita personale, da stigmatizzato, mistico e giornalista antimafia; devo molto a questa persona. Desidero che venga qui e ci regali alcune parole. Il giornalista Jean Georges Almendras.

Georges Almendras prende quindi la parola:

 “Bene, cosa potrei dire che già non si è detto in tutti questi anni? C’è sempre qualcosa di nuovo da dire ai volti già vecchi, alle molte facce nuove e a quelle ancora più nuove delle persone che dovranno arrivare. Sono presenti anche adulti, uomini e numerosi ragazzi. Siamo qui in questo pomeriggio, parliamo un’unica lingua e quindi non è necessario aprire la coscienza, perché tutti siamo nella stessa barca. A volte è necessario ricordarlo, poiché gli stimoli interiori ed esteriori possono, in qualche misura, trasformarci nel bene o nel male. Vorrei chiedere a tutti voi, senza ripetere l’essenza del messaggio perché lo state vivendo, ognuno a modo suo, con la propria cultura, il proprio carico di problemi e di scoperte, le rivelazioni, i movimenti spirituali ed umani, con le sofferenze, le ricchezze, le carenze, gli eccessi, le lotte, i silenzi, che c'è qualcos'altro che desidererei osservare dalla comunità della nostra Opera! O meglio ancora dalla comunità umana che forma la nostra Opera, la quale è inserita nella società ed in questo sistema. A volte non sappiamo coniugare la sua pratica con il discorso teorico e verbale. E cosa sento? Accade spesso che ognuno, difficilmente riesca a trovare nel proprio posto l'integrazione necessaria, allora sopraggiungono gli eccessi, l’indifferenza, l’isolamento ed il fanatismo, quest'ultimo sempre presente nell’opera di Giorgio Bongiovanni come in tutte le opere che abbracciano cause sociali: nella chiesa, nelle religioni, nelle comunità politiche, nel calcio. Da un lato vi sono l’eccesso o l’indifferenza, dall’altro l’esagerazione nell’operatività, nel voler capire. Eugenio Siragusa ha sempre detto che il fanatismo è l'eccesso di credere in ciò che non esiste. Giusto, parole molto appropriate. Quindi ciò che desidero dirvi semplicemente, non voglio dilungarmi, ma sento l’obbligo di trasmetterlo, è che quando prendiamo un impegno, e sia il benvenuto, questo si deve concretizzare con i frutti, non solo con le intenzioni. In legge si studia l'introduzione al diritto: “La strada dell'inferno è lastricata di buone intenzioni”. È corretto dottor Rambaldo? Veramente questa massima è un monito per tutti coloro che sono impegnati in opere spirituali e che cercano di lottare. Perché chissà, potremo arrivare fino in fondo o rimanere a metà del cammino. Se osserviamo Giorgio Bongiovanni umano, al di là della sua esperienza spirituale, lo vediamo come un lottatore sociale, un uomo che si compromette per una causa, per un ideale. Questo è il minimo che possiamo fare, senza demagogia ma nella pratica, se vogliamo cambiare il mondo, altrimenti potremo stare in questa sala a parlare e a leggere per ore ed ore! Io sono veramente stanco di vedere persone crocifisse in nome delle cause sociali: nella Sinistra, nell’ambientalismo, nelle lotte contro gli Yankees e le dittature. A volte arriva il momento in cui, se non ti comprometti con determinazione e coraggio, in modo pratico, tutto finisce in parole, in demagogia, in teoria. Speriamo che il Bergoglio smetta di essere un  tiepido come lo è stato un tempo e cambi ora che ha potere e diventi un uomo d’azione non un demagogo. Quando si fanno discorsi in favore dei diritti umani, contro chi li viola, bisogna argomentare senza convinzioni contorte e speculative, si deve agire in funzione  della giustizia per il concetto della giustizia stessa. Tuttavia al suo interno ci sono sempre i retroscena. Noi vediamo in televisione Papa Francesco Bergoglio, Papa Ratzinger che si è dimesso, ora c’è Almendras, poi Bongiovanni, ma non dobbiamo mai dimenticare che dietro tutto questo vi è un mondo collaterale. Quante volte abbiamo detto e denunciato che il vaticano è corrotto? Ma per quale motivo denunciamo questo, per un’ipocrisia, una demagogia, perché è una bella frase dire: “Vaticano corrotto?”
No, perché veramente è corrotto. Perché mentre siamo seduti qui cercando di comprendere tutto questo, guardando i video, ascoltando Giorgio, esiste un movimento parallelo in Messico, in Paraguay con le proprie problematiche politiche, di corruzione, lo vive il mio Paese, lo vive l’Argentina. Noi qui non siamo meri teorici della spiritualità e allora dobbiamo prendere a calci questa facciata e trasformarla in azione per essere combattivi. Essere combattivi non significa solamente immolarsi con un cocktail esplosivo e saltare in aria, anche se a volte viene voglia di farlo, scusatemi. Essere battaglieri significa non mentire a noi stessi quando diciamo: “Io dò la vita per l’Opera, per il Cristo, dono la vita per Eugenio Siragusa, per Giorgio Bongiovanni, per i valori della giustizia”. Questo significa dare la vita. Se alle 15:00 del pomeriggio ho preso un impegno ed ho un appuntamento con una persona per andare al cinema, ma allo stesso orario c’è un’attività in programma, dovrò dare la priorità a quest'attività e non andare al cinema. Non deve esserci fanatismo teorico, ma bisogna che io sia coerente con quello che faccio qui, seduto in questa sedia, altrimenti non sono coerente. Siamo noi a dover essere i primi ferventi, altrimenti domani con quale faccia potrò parlare alle persone di questo messaggio?! Lo posso fare e userò le parole, se mi perdonerete, di Bergoglio che ha detto: “La Chiesa non può diventare una ONG”. Allora l'Opera di Giorgio Bongiovanni, l'Opera di Cristo, non possono diventare una ONG burocratica; anche se in alcune situazioni sembra veramente esserlo. È ora di cambiare e di voltare pagina. Lo sta facendo anche la Chiesa cattolica. Strategicamente elegge un latino americano con un messaggio apparentemente rivoluzionario, si spera. Anche noi dobbiamo fare una rivoluzione all'interno della croce, per voi, per noi, per ciò di cui stiamo parlando ora. Oggi ho ascoltato la parola “Cristo” cinquanta mila volte, allora pur con il nostro carico di difficoltà dobbiamo veramente essere coerenti con questo messaggio cristiano, cristico. Non so né leggere, né scrivere? Non importa. Non sono un dottore, non sono universitario? Non ha importanza. Sono un ignorante e conosco a malapena le lettere, sono analfabeta? Non importa. Sono una casalinga, un contadino, non importa. Se sono un avvocato, un giudice, un pubblico ministero, scrittore, giornalista la responsabilità è ancora maggiore. Qui ci sono rappresentanti, amici che vengono dall’Italia, che operano nel luogo dove “bolle l'acqua in pentola”, perché l’opera è nata lì. Ciò che conta è che dobbiamo essere coerenti, pratici e rompere i nostri schemi ipocriti che ci hanno inculcato negli anni. A volte, senza volerlo, sbagliamo, ma alla lunga, perseverando, l'errore potrebbe trasformarsi in intenzione voluta.
 
Voglio dedicare tutta questa lotta, questa tappa ad un amico che non c’è più" prosegue Georges "Si chiamava Pascal Lopresti. Qualcuno lo conosce, altri no. Pascal rappresentava in qualche modo il nostro opposto, la coerenza che noi non abbiamo, anche se aveva il potere economico, imprenditoriale e le conoscenze, con tutte le sue stravaganze umane era più coerente di un cristiano, che ogni giorno va a messa per prendere la comunione. Per questo desidero dedicare questa lotta al Cristo e a lui”.
Grazie mille”.

Un grande applauso ricorda il nostro carissimo fratello scomparso da soli pochi mesi. Poi i rappresentanti delle arche proseguono nelle proprie esposizioni.
 
Segue Parte IV