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juan alberto

Il fratello e maestro Juan Alberto Rambaldo ha sintetizzato l’incontro avvenuto tra Giorgio ed i fratelli delle arche sudamericane.
Leggetelo.
In fede

La Redazione
23 Giugno 2023

Sintesi dell'incontro con Giorgio dell'11 Giugno
Di Juan Alberto Rambaldo

Su richiesta di Giorgio, mi accingo ad esporre ciò che ho compreso o, più precisamente, ascoltato e recepito dalle parole e dall'emozione del nostro Maestro e Guida.

Mi è apparso chiaro che il suo discorso si riferisca ad una nuova tappa dell'azione nell'Opera. Ecco le sue parole: “Di certo è uno sprone, una rivelazione per ciò che riguarda questa opera”.

Tuttavia sento che indica anche una nuova fase nello sviluppo della struttura della nostra coscienza e di una nuova forma di manifestare la nostra appartenenza alla missione indicata dai “giovannei”, la cui impronta spirituale è sempre stata – ed è – quella di esprimere gli insegnamenti di Cristo sintetizzati nella lotta per la Vita, e nell'annunciazione della Sua Seconda Venuta con Potenza e Gloria. Dobbiamo avere chiaro che, come ha espresso Giorgio, siamo “devoti a Cristo, alle stelle, alla Madonna di Fatima, a Papà Eugenio”…

Ma continuiamo, perché parlo di una nuova fase?

1) Ricordo che già diversi anni fa, seguendo gli insegnamenti di Giorgio, dicevamo che “siamo in guerra”, ma sono convinto che lo esprimevamo senza avere un'esatta consapevolezza di ciò che volesse dire. Lo facevamo in un modo che io definirei un “senso simbolico”, essenziale per distinguerci da altre correnti spirituali puramente contemplative. Ma non era solo quello, oggi è chiaro che era un modo per iniziare a prepararci a quanto sarebbe accaduto dopo.

In un primo momento - in modo incosciente, senza saperlo - agivamo in quella che si può definire come una prima fase della guerra che consiste "nell'identificazione del nemico”. È quanto abbiamo fatto per diversi anni in modo generico nelle conferenze e attraverso altre forme di comunicazione denunciando coloro che occultavano la verità scientifica e spirituale.

Discorso diverso per l'attività “antimafia” che aveva un'impronta molto più concreta e trascendeva la mera identificazione del nemico.

2) Più avanti abbiamo vissuto quello che Giorgio denominava “la resistenza”.

Era il tempo delle manifestazioni antinucleari, della partecipazione nelle marce contro gli agrotossici ed in difesa del pianeta, delle proteste contro le ingiustizie e l'esclusione sociale, la difesa dei popoli originari, ecc.

Questo rappresentò un salto qualitativo del nostro operato perché con quelle azioni ci siamo trasformati in “militanti attivi” sollevando denunce forse espresse in modo rumoroso, ma assolutamente pacifiche.
La resistenza è la seconda fase della guerra.

È stato un nuovo periodo di apprendistato che è durato fino a questo momento.

3) Adesso il Maestro ci dice:

“Vivrò questa ultima fase della mia vita per strada.
Nelle arche, con i miei fratelli, ma per strada con violenza, con una violenza che nessuno avrebbe potuto immaginare, non con le armi, bensì con la protesta e la parola giustizia”…

In riferimento al papa Giovanni XXIII, ha indicato: “È scritto nelle profezie di Giovanni XXIII, arriverà un giorno in cui scenderà dal monte il nuovo Giovanni che farà tremare i potenti e cercheranno di ucciderlo ma il Padre lo impedirà. Questo è il tempo”.

E rivolgendosi a noi ha detto: “Ora bisogna dare la vita fisica, provocando il nemico affinché ci ammazzino… e se il Padre non lo permette, meglio. Questo è il mio modo di agire oggi… L'Opera oggi…
“Non stare a guardare il cielo meditando, questo lo facciamo nelle arche dopo avere lottato per strada”.

Entriamo così in quella che possiamo definire la terza tappa della guerra, quella dello “scontro” e di fronte a questo Giorgio ci convoca per accompagnarlo.

“Dobbiamo dire da che parte stiamo e quello che vogliamo, che non tolleriamo questa situazione… La nostra missione non è cambiare il sistema, bensì fare tremare i potenti, che sappiano che attraverso noi si sente la voce del Padre”.

“Noi impediremo loro di uscire in strada per la paura che incuteremo loro. Se non ci ascoltano scatenerò una guerra contro di loro, lo giuro su Dio”.
“Chi lo farà con me lo porterò nel Regno dei Cieli, chi non lo farà , dirò loro “Giuda” dinnanzi al Padre”.

E ci avverte:

“Il Padre vomiterà dalla bocca chi non mi seguirà nella lotta per la libertà e la giustizia”.
3.1.) Allora, chi saranno gli attori della guerra?

Il discorso punta verso due direzioni.

Si riferisce in primo luogo al coinvolgimento dei partecipanti: “insieme con tutti coloro che vogliono la stessa cosa, non importa chi - a meno che sia delinquente o criminale - [dobbiamo lottare] contro il sistema, per fare del male ai governanti fascisti…”.

In questo modo si ratifica quanto da tempo ci viene dicendo, nel senso che l'unità di intenti non avviene sulla base di concetti o credo, bensì sulla base di atti concreti che hanno come punto cardine la difesa della Vita in tutte le sue manifestazioni. Quello che per altri può essere un'impronta ideologica o un fare dogmatico religioso, per noi è un mandato cristico.

In secondo luogo riguarda l'aspetto generazionale e lascia in chiaro senza dubbio che il motore della rivoluzione sono i giovani: “I giovani devono essere leader, noi dobbiamo stare dietro loro. Noi armiamo la rivoluzione ma loro la portano avanti. Noi [gli adulti] abbiamo perso la guerra perché ci siamo abituati alla vita del fascismo imperialista”.

“Noi [gli adulti] dobbiamo trasmettere l'esperienza e perfino la direzione se lo accettano, fino a quando loro [i giovani] cominceranno a dirigerci ed allora noi possiamo proporre, suggerire”…

“Noi siamo i veterani che offriamo la nostra esperienza, sproniamo, ma sono loro che ci riusciranno…”.

Ognuno al proprio posto ed ognuno dia quello che può offrire in un progetto che non è nostro, è del Cielo.
L'umiltà ed il senso di unità devono aleggiare sui nostri spiriti se vogliamo approdare alla meta che ci siamo proposti.

3.2.) Per chiudere il cerchio, ritorniamo alla visualizzazione del nemico che - sebbene il suo progetto strategico è lo stesso ed è uguale - si manifesta in modo differente.

"Stiamo arrivando alla fine dei tempi e loro vogliono segnare le frontiere tra il bene (che per loro sono proprio loro stessi) ed il male che per loro sono definitivamente Russia e Cina. Vogliono scatenare la terza guerra mondiale ma prima vogliono che tutta l'Europa e tutta l'America diventino fascisti perché stanno fallendo nell’economia, nell'ecosistema e quindi devono distruggere Russia e Cina. Vogliono il territorio di quei paesi e l'acqua dei ghiacciai della Siberia, il petrolio, il gas, il grano della Russia… e mentono dicendo che Putin è un assassino, un criminale… la stessa cosa che fece Hitler che ingannò i tedeschi”.

“Tutta l'Europa, l'America latina ed altri devono diventare fascisti per potere agire contro Russia e Cina. Loro non accettano di ricevere reclami, ma non prevedono quanto dal Padre stabilito riguardo la reazione dei giovani. Non contemplano che dietro di noi ci sono le milizie celesti”.

Con la mente nel Cielo ed il cuore nella terra, saluto con le parole di Sandro Pertini: “Nella vita talvolta è necessario saper lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza”.

Un abbraccio fraterno.

Juan Alberto
17/06/23

Juan Alberto Giorgio

Allegati:

- 12-05-23 Incontri umani, cosmici ed iniziatici
https://www.thebongiovannifamily.it/messaggi-celesti/2023/9966-incontri-umani-cosmici-ed-iniziatici.html

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