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SCUDO CONTRO MISSILI IRANIANI: GLI STATI UNITI PRONTI AD UN ACCORDO PER IL PROGETTO CHE SARÀ OPERATIVO NEL 2011: BASI RADAR IN BULGARIA O IN TURCHIA E NAVI PRONTE A COLPIRE
Parte il nuovo scudo anti-missile europeo difenderà il continente da un attacco iraniano.
GIAMPAOLO CADALANU
L´impero del male non c´è più, ma lo scaffale degli incubi americani è ancora affollato: oltre al terrorismo ci sono gli ayatollah, o i folli dittatori della Corea del nord. Lo scudo antimissile sognato da Ronald Reagan servirà anche nel terzo millennio: l´amministrazione Obama ne è così convinta che ha deciso di seguire la via mostrata da George W. Bush. La guerra di domani in Europa non sarà una battaglia di carri armati sulle piane della Polonia, ma più probabilmente uno scambio di missili: e dunque la protezione dal cielo resta fondamentale. Così il Pentagono, rivela il Washington Post, si prepara a firmare un accordo per la costruzione di uno "scudo" antimissile nella pancia dell´Occidente, l´Europa del sud.
Sarà una stazione radar terrestre, probabilmente in Turchia o in Bulgaria, che permetterà di rendere operativa nel 2011 la prima parte dello scudo. Poi verranno altre fasi, che gli Usa stanno trattando con Israele e con gli alleati nel Golfo. Una base radar americana è già operativa dal 2008 nello Stato ebraico, un´altra potrebbe essere costruita in un paese arabo: il Pentagono cerca di piazzare le basi vicine alla repubblica islamica per avere gli avvertimenti prima possibile. L´allarme dei radar dovrà attivare i missili antimissile SM-3 a bordo di incrociatori e cacciatorpediniere Usa dotati di sistema Aegis, che incrociano nel Mediterraneo e nel mar Nero. Rispetto alla dottrina Bush, la nuova amministrazione ha introdotto appunto l´elemento navale che garantisce maggiore flessibilità.
Che l´ipotesi di uno scontro con l´Iran sia presa molto sul serio lo ha confermato alla Nbc anche il capo di Stato maggiore della Difesa Usa, Mike Mullen, secondo il quale «un piano strategico di attacco all´Iran in caso di necessità è già pronto», ma «l´opzione militare sarebbe una cattiva idea».
In contemporanea con le dichiarazioni di Mullen e con le rivelazioni del Post, da Teheran è arrivato il monito del ministro della Difesa, Ahmadi Vahidi: «A Dio piacendo - ha detto il ministro - daremo una risposta concreta alle sanzioni dei nemici dello sviluppo e del progresso dell´Iran, inaugurando decine di importanti e sbalorditivi progetti difensivi il 22 agosto». Già dopo l´approvazione delle nuove sanzioni contro la repubblica islamica da parte delle Nazioni Unite, Vahidi aveva annunciato che l´Iran non ha bisogno di nessuno: può costruire da solo «artiglieria, carri armati, elicotteri e navi da guerra».
Ma a preoccupare l´occidente è soprattutto la crescente capacità missilistica, unita alle ambizioni nucleari. L´industria iraniana lavora alla serie "Shahab", derivata dal nordcoreano No-dong, che nelle versioni più potenti potrebbe arrivare comodamente su gran parte dell´Europa occidentale e colpire Israele. Secondo l´Istituto internazionale di studi strategici, gli ayatollah puntano a un vettore da usare soprattutto sul teatro regionale: in altre parole, fra quattro-cinque anni potrebbero avere a disposizione un missile capace di colpire lo Stato ebraico con una testata nucleare.
LA REPUBBLICA 2 AGOSTO 2010