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Ban_ctarica01COSTA RICA, ANCHE SAN JOSÈ HA L'ESERCITO: QUELLO USA
Centinaia di mezzi militari e migliaia di soldati USA nella Costa Rica, paese che ha abolito l'esercito nel 1948.
I movimenti pacifisti in prima linea nelle proteste
Dal 1948 nella Costa Rica non esiste più l'esercito. Una scelta che andrebbe imitata. Ed è anche una scelta che inorgoglisce la popolazione. Le normali azioni di controllo dell'ordine pubblico sono delegate alla polizia locale: nessuno nel Paese si deve sentire in pericolo.
Da qualche settimana, però, nel Paese è montata la polemica. Nodo della discordia la presenza di settemila soldati statunitensi, quasi cinquanta navi da guerra della Marina Usa e ancora duecento elicotteri e almeno dieci aerei di Washington. Chiaro che non si tratta di una occupazione arrivata per mezzo della forza ma è la messa in opera di un accordo fra San Josè e Washington stilato nel 1998 per unire i due paesi nella lotta al traffico di sostanze stupefacenti. Ma le polemiche non si fermano e i movimenti di pace protestano. Come protesta l'opposizione politica che mette in dubbio la validità dell'accordo fra le parti, ormai vecchi di 12 anni. I rappresentanti dell'Unidad Social Cristiana, sostengono che l'accordo con Washington sia scaduto nell'ottobre 2009
Il commissario Antidroga Mauricio Boraschi, ha fatto sapere che "Non si deve e non si può interpretare male il permesso concesso alle pattuglie militari Usa come l'intenzione di militarizzare la lotta alla droga. La presenza dei soldati Usa non rappresenta un pericolo per la sovranità nazionale costaricense". Ovvia, secondo il commissario antidroga, l'impossibilità da parte di questi soldati di mettere in atto operazioni a terra: il loro compito si svolgerà totalmente nelle acque che bagnano il Paese. L'impegno dei soldati usa è previsto fino al 31 dicembre 2010.
"Ci stiamo mobilitando. Già uno dei nostri aderenti ha manifestato contro la presenza delle navi militari Usa" dicono dalla capitale San Josè i rappresentanti dell'organizzazione Amigos para la Paz. "Gerardo Breme, uno dei nostro compagni, è stato al porto davanti alle navi statunitensi e ha manifestato il suo dissenso per la loro presenza".
"Il nostro è un paese nato per la pace non mi piace vedere le navi da guerra statunitensi nel nostro mare. Per combattere davvero il narcotraffico il nostro Paese deve iniziare a cambiare la cultura nei giovani. Riportarli sulla via della disciplina. In ogni caso la presenza di così tanti mezzi militari risulta essere spropositata".
Dello stesso avviso Samuel Tamayo Flores, attivista antinucleare e da molti anni vicino al movimento pacifista internazionale. "La Costa Rica ha la particolarità di non avere un esercito. Una cosa davvero grande, unica nel suo genere. Se il nostro governo vuole combattere il traffico di stupefacenti che dal sud del continente arrivano a nord grazie al passaggio nelle acque di stati come il nostro, non deve militarizzare il mare ma mettere a disposizione denaro per la creazione di progetti per i giovani. Solo cambiando la mentalità delle nuove generazioni si potranno cambiare le carte in tavola. Forse, però. C'è un interesse latente nel continuare a vivere in questa situazione. Per ultimo vorrei dire che al posto di chiamare gli statunitensi, io avrei addestrato i nostri uomini: la sovranità nazioanle non sarebbe stata messa in dubbio e si sarebbero evitate polemiche inutili. Spero che i militari Usa non commettano nessun errore che possa far pentire il nostro governo di aver dato loro il permesso di arrivare nella Costa Rica" conclude Samuel.
Alessandro Grandi
16 settembre 2010  -  Peace Reporter