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IL MEA CULPA DEL PAPA DAVANTI ALLA CURIA ROMANA: "SCONVOLTI DALLA PEDOFILIA"
Dobbiamo sforzarci nella preparazione al sacerdozio perché questo non succeda mai più
CITTÀ DEL VATICANO -L´editoriale di ieri dell´Osservatore Romano, termometro sensibilissimo degli umori dentro il Vaticano, rimarcava che «per oltre un ventennio - così scrive il direttore Giovanni Maria Vian - il cardinale Ratzinger ha operato in ogni modo per contrastare lo scandalo degli abusi». Quale che sia l´opinione di ognuno sulla reazione della Gerarchia a questo triste caso, è comunque vero che da Papa, fin dal momento in cui lo scandalo all´inizio di quest´anno è deflagrato, Benedetto XVI si è profuso in ripetuti mea culpa e accuse ai preti pedofili.
Ieri il Pontefice lo ha fatto ancora, questa volta davanti a cardinali e vescovi della Curia romana riuniti per gli auguri natalizi nella prestigiosa Sala Regia del Palazzo Apostolico, in un discorso interamente di suo pugno, usando parole molto dure. «Il volto della Chiesa è coperto di polvere - ha detto Joseph Ratzinger dopo l´indirizzo di saluto rivoltogli dal cardinale decano Angelo Sodano - il suo vestito è strappato, per la colpa dei sacerdoti. Siamo stati sconvolti quando, proprio in quest´anno e in una dimensione per noi inimmaginabile, siamo venuti a conoscenza di abusi contro i minori commessi da sacerdoti, che stravolgono il sacramento nel suo contrario: sotto il manto del sacro feriscono profondamente la persona umana nella sua infanzia e le recano un danno per tutta la vita».
Il Papa ha poi voluto contestualizzare il fenomeno. «Per opporci a queste forze - ha spiegato - dobbiamo gettare uno sguardo sui loro fondamenti ideologici. Negli Anni settanta, la pedofilia venne teorizzata come una cosa del tutto conforme all´uomo e anche al bambino. Questo, però, faceva parte di una perversione di fondo del concetto di ethos. Si asseriva - persino nell´ambito della teologia cattolica - che non esisterebbero né il male in sé, né il bene in sé. Esisterebbe soltanto un "meglio di" e un "peggio di"».
L´analisi del Pontefice si è così allargata alla pornografia, al turismo sessuale, alla droga. E ricordando la situazione in Medio Oriente ha chiesto a tutti i leader politici e religiosi di fermare «la cristianofobia». Abbiamo sbagliato, ha ammesso ancora sulla questione pedofilia, e ora ci vuole penitenza e rinnovamento. «Siamo consapevoli della particolare gravità di questo peccato commesso da sacerdoti e della nostra corrispondente responsabilità - ha concluso - Ora dobbiamo sforzarci di tentare tutto il possibile, nella preparazione al sacerdozio, perché una tale cosa non possa più succedere». Terminando con una frase che denota una chiara presa di coscienza del problema: «Dobbiamo chiederci che cosa era sbagliato nel nostro annuncio, nell´intero nostro modo di configurare l´essere cristiano, così che una tale cosa potesse accadere. Solo la verità salva».
MARCO ANSALDO
REPUBBLICA 21 DICEMBRE 2010