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obama_medvedev_01OBAMA E MEDVEDEV FIRMANO LO START2: "È FINITA LA GUERRA FREDDA"
"Svolta storica": le testate atomiche passeranno da 2.200 a 1.550 per ogni Paese.  Nucleare, accordo Usa-Russia "Adesso il mondo è più sicuro".
DAL NOSTRO INVIATO
PRAGA - Nel salone più maestoso del Castello di Praga, tra stucchi candidi e statue barocche, lampadari scintillanti, una fanfara gioiosa e uno sfondo di bandiere americane e russe, Barack Obama e Dmitri Medvedev firmano uno "storico" trattato per la riduzione delle armi nucleari. Annunciano «un mondo più sicuro». Parlano di una «nuova era» nelle relazioni tra le due superpotenze ex-nemiche della guerra fredda, proclamano il superamento di tensioni e diffidenze ancora recenti. I due leader sorridono e si stringono la mano in un luogo emblematico: nel cuore di quello che fu l´impero europeo dell´Unione sovietica, nella capitale cèca martoriata dai carri armati dell´Armata rossa nel 1968, e che ora appartiene alla Nato e all´Unione europea. Obama è raggiante, incassa il primo successo concreto della sua politica estera. «È una pietra miliare – dice il presidente americano – per la sicurezza del mondo e per il rapporto russo-americano. Questo rapporto stava andando alla deriva, ora abbiamo dimostrato i benefici della cooperazione». Medvedev conferma: «Si apre una nuova pagina, è una situazione "win-win", in cui tutti vincono, tutti ci guadagnano qualcosa».
Oltre il trattato Start 2 sul nucleare ci sono altre ricadute positive: la più preziosa riguarda l´Iran sui cui l´America ottiene l´appoggio russo. «Saremo in grado – dice Obama – di varare sanzioni forti e dure contro il programma nucleare iraniano entro questa primavera». L´atmosfera è cordiale, perfino informale, i due presidenti si scambiano battute in inglese, senza bisogno di interpreti. «Insieme abbiamo il 90% di tutte le atomiche del pianeta» ricorda Obama. E snocciola i contenuti del trattato. Le testate nucleari strategiche scenderanno a 1.550 per ciascun paese, dal livello attuale di 2.200. I missili balistici e gli altri vettori per il lancio di armi nucleari (da terra, aria e mare) vengono plafonati a 800 a testa, dai 1.600 attuali. Ripartono le ispezioni reciproche degli arsenali, interrotte dopo che era scaduto nel dicembre scorso il trattato Start 1. Un nuovo negoziato punterà a ridurre anche le cosiddette armi tattiche, testate nucleare di corta gittata. Obama ricorda con orgoglio che un anno fa, proprio qui a Praga, lanciò la sua visione di «un mondo liberato per sempre dalle bombe atomiche». Un ideale che gli è valso il premio Nobel, da molti contestato come prematuro. Obama precisa di aver detto allora che quell´obiettivo «probabilmente non si realizzerà nel corso della mia vita», ma un primo passo in quella direzione è stato fatto. Obama ricorda in quale stato disastroso ereditò il rapporto con Mosca. Dopo la guerra tra Russia e Georgia nell´agosto del 2008, «eravamo allo scontro, ciascuno puntava a guadagnare punti a scapito dell´altro, ora siamo in una situazione ben diversa». Praga è il trampolino di lancio verso altri obiettivi, a scadenza ravvicinata. Lunedì a Washington Obama accoglierà 47 leader mondiali per affrontare un altro dossier cruciale: «Garantire la sicurezza degli arsenali, impedire che le armi nucleari esistenti finiscano nelle mani di gruppi terroristici o di Stati aggressivi». Il presidente americano sa che l´accordo con la Russia non piace a tutti. In casa propria deve affrontare la ratifica dello Start 2 al Senato, dove gli occorre la supermaggioranza di 67 voti e quindi un´intesa bipartisan coi repubblicani. A Praga e dintorni l´atmosfera è inquieta, si teme che l´asse Washington-Mosca tagli fuori i piccoli paesi dell´area. Obama ieri sera ha incontrato a cena undici leader dell´Europa dell´Est membri della Nato. Pensando a loro, e ai repubblicani, non ha ceduto all´insistenza di Medvedev per inserire nel trattato una rinuncia allo "scudo anti-missili". All´Europa dell´Est garantisce: «L´ombrello di protezione americano resta, proteggeremo la sicurezza dei nostri alleati». (f.ramp.)
LA REPUBBLICA 9 APRILE 2010