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obama_01ATOMICHE, ECCO LA SVOLTA DI OBAMA. OGGI LA NUOVA DOTTRINA USA. POI LA FIRMA DELL´ACCORDO CON LA RUSSIA
Il trattato Start 2 ridurrà dal 13 al 30 per cento  il numero di testate e missili
La settimana prossima vertice a Washington per la sicurezza degli arsenali
FEDERICO RAMPINI
dal nostro corrispondente
NEW YORK - E ora il Nobel per la pace vuole proprio meritarselo. Oggi Barack Obama rivela la sua nuova strategia nucleare, 48 ore dopo firmerà del trattato con la Russia per la riduzione dei rispettivi arsenali strategici. Seguirà tra una settimana il vertice di Washington sulla denuclearizzazione, dove sono stati invitati tutti i leader mondiali. Il discorso di oggi è molto atteso. È il banco di prova della serietà delle intenzioni di Obama, che un anno fa annunciò di voler lavorare per un mondo «liberato dalle armi atomiche». Anche se aggiunse, realisticamente: voleva aprire una strada ma non s´illudeva di poter vedere quel sogno realizzato durante la propria vita.
L´appuntamento di oggi nasce come un atto dovuto: il Congresso richiede a ogni Amministrazione la Nuclear Posture Review, un aggiornamento periodico della dottrina per l´uso delle armi nucleari. Ma nel caso di Obama non sarà un gesto di routine. Il presidente ha anticipato le linee-guida: «Ridurre il numero e limitare il ruolo delle atomiche nella nostra strategia di sicurezza, sia pure conservando un deterrente nucleare efficace». Il suo discorso di oggi sarà soppesato sillaba per sillaba nel mondo intero, da amici e nemici. Gli alleati - dall´Europa dell´Est alla Corea del Sud - vorranno essere rassicurati sulla permanenza di un "ombrello nucleare" che li deve proteggere da eventuali attacchi. Gli avversari come l´Iran e la Corea del Nord studieranno la definizione di "deterrente" e i casi in cui si applica. Verso tutti Obama sa di giocarsi la sua credibilità.
Il presidente ha deciso di fare della progressiva denuclearizzazione uno degli assi portanti della sua politica. «La sicurezza nucleare - ha confermato ieri il suo portavoce, Robert Gibbs - è uno dei temi prioritari della nostra politica estera». Ivi comprese le misure per garantire che non ci siano "fughe" di armi a vantaggio di gruppi terroristici come Al Qaeda. Obama non deve esporre il fianco alle accuse di abbassare la guardia. E la sua audience più importante naturalmente è quella domestica.
Dentro l´Amministrazione il dibattito cruciale da mesi riguarda proprio la ridefinizione della "deterrenza". L´opzione più pacifista, popolare nella sinistra del Partito democratico, consisterebbe nel dichiarare che gli Stati Uniti non useranno mai l´atomica per primi, neppure in una crisi grave, ma solo in risposta a un attacco. Sarebbe una svolta di portata storica, la rinuncia all´opzione del "primo colpo". Ma gli esperti considerano improbabile una sterzata così drastica, con cui l´America finirebbe per legarsi le mani. L´Amministrazione Bush confermò che non avrebbe esitato a usare armi nucleari anche per colpire preventivamente un avversario in grado di minacciare la sicurezza degli Stati Uniti. Sotto George Bush fu chiarito che la pericolosità del nemico poteva consistere anche nel possesso di armi chimiche o batteriologiche, non solo atomiche. La correzione di Obama potrebbe consistere in questo: elaborare una nuova dottrina in cui l´America rinuncia a usare armi atomiche nei confronti di tutti i paesi che aderiscono (o aderiranno) al trattato di non-proliferazione, e che quindi s´impegnano a non avere arsenali nucleari. In tal caso la dottrina Obama restringerebbe il concetto di deterrenza, pur lasciando aperta l´opzione di colpire con armi nucleari Al Qaeda o altri nemici che si dotino di armi di distruzione di massa.
Dopo la dottrina, i fatti. Domani Obama parte per Praga, e giovedì nella capitale cèca firma con il suo omologo russo Dmitri Medvedev il nuovo trattato Start 2 (Strategic Arms Reduction Treaty). È dai primi anni Novanta che le due superpotenze non raggiungevano un accordo per la riduzione delle armi nucleari strategiche. Insieme, America e Russia detengono il 90% degli arsenali nucleari del mondo. Con la firma dello Start 2 parte una riduzione concertata che dovrebbe tagliare dal 13% al 30% le rispettive testate atomiche e i missili balistici. È un successo evidente per Obama, il primo risultato concreto nella sua politica estera. Resterà tuttavia da incassare la ratifica dello Start 2 al Senato, dove occorre la maggioranza qualificata di due terzi, e i repubblicani saranno un osso duro.
La "settimana nucleare" di Obama prosegue poi sul terreno di casa. Il 12 e 13 aprile il presidente ha convocato a Washington un vertice mondiale sulla sicurezza nucleare: al primo posto all´ordine del giorno ci saranno le misure necessarie per garantire che gli arsenali siano a tenuta stagna, al riparo da incidenti nonché dalle mire dei terroristi. A quel summit ha garantito la sua presenza anche il presidente cinese Hu Jintao, in un gesto di distensione verso gli Stati Uniti. La lista degli appuntamenti si prolunga fino a maggio, quando a New York si terrà presso le Nazioni Unite un altro vertice, stavolta per la revisione del trattato di non-proliferazione. Al primo posto, ovviamente, i dossier dell´Iran e della Corea del Nord.
LA REPUBBLICA EDIZIONE NAZIONALE  6 aprile 2010