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soldados_usa_01L’AMERICA DELLE MILIZIE CHE FA PAURA A OBAMA
Gruppi patriottici censiti negli Usa
Dai seguaci di Odino ai mormoni estremisti Il numero di «patrioti» è cresciuto dopo l’elezione del primo presidente nero
Si esercitano nel corpo a corpo e nell’uso dei coltelli per combattere i soldati Usa
Si addestrano con i veterani dell’esercito e predicano la supremazia bianca
Il ministero della Sicurezza Interna lancia l’allarme sul proliferare della milizie anti-governative, il centro studi contro il razzismo dell’Alabama indica nella crisi economica un incentivo all’arruolamento di «patrioti» desiderosi di battersi contro il presidente afroamericano e l’esercito Usa si addestra nei boschi del Kentucky ad affrontare attacchi di commando con combattimenti corpo a corpo.
Se Janet Napolitano, titolare del dicastero sulla Sicurezza Interna, ha deciso di informare la Casa Bianca sul «pericolo delle milizie anti-governative» è perché i suoi agenti hanno verificato «un fenomeno di violenta radicalizzazione degli attivisti a partire dall’aprile del 2009», ovvero dopo pochi mesi dall’insediamento di Barack Obama. L’analisi fatta dal «Southern Poverty Law Center» dell’Alabama, guidato da Mark Potok, è convergente: «Le milizie aumentano di numero e di iscritti in conseguenza dell’avversione per Obama, della crisi economica e dei cambiamenti demografici in atto che portano a emergere minoranze come gli ispanici». I numeri lasciano ben pochi dubbi sull’entità del fenomeno: nel 2006 i gruppi di «Patrioti» erano 147 in tutti gli Stati Uniti e alla fine del 2009 erano balzati a 512 grazie al rafforzamento di quelle milizie che in particolare si battono contro gli immigrati, si richiamano al Ku Klux Klan e al neonazismo. Andando a vedere da vicino alcune di queste unità di miliziani ci si imbatte spesso in veterani delle forze armate che - come nel caso dei Fireteam Diamondback del Texas occidentale - si addestrano a combattimenti corpo a corpo, con l’uso di coltelli, come a missioni di guerriglia, ipotizzando che il nemico sia «il soldato americano».
Se il diritto di creare una milizia è sancito nel primo articolo della Costituzione, con il fine di «sopprimere le insurrezioni e respingere le invasioni», e ha le sue radici nel ruolo decisivo che i volontari civili ebbero nella rivoluzione americana, la sanguinosa battaglia dei Davidiani a Waco, in Texas, nel 1993 e l’attentato di Oklahoma City messo a segno due anni dopo da Timothy McVeigh - uccidendo 168 persone - testimoniano i pericoli portati dallo stravolgimento del principio originario al fine di «combattere il governo federale» identificato come il peggiore nemico delle libertà individuali.
A prendere molto sul serio le minacce di gruppi come i Fireteam Diamonback è l’esercito degli Stati Uniti, che in aprile ha svolto nella base di Fort Knox in Kentucky l’esercitazione «Mangudai», durante la quale soldati e ufficiali sono stati obbligati a confrontarsi per 72 ore consecutive con la minaccia di attacchi di gruppi di commando nelle foreste. Sebbene formalmente «Mangudai» mirasse a simulare «combattimenti in Iraq o Afghanistan», il fatto che si sia svolta nelle foreste, simulando non attentati ma combattimenti corpo a corpo, ha consentito alla stampa locale di dedurre che «in questa occasione i nemici ipotizzati erano le milizie locali e i gruppi anti-governativi».
Alcune milizie di «patrioti» hanno denunciato, a partire dall’inizio di agosto, una serie di «arresti ingiustificati in Pennsylvania» eseguiti ai danni di «semplici cittadini che stavano acquistando delle armi esercitando un diritto sancito dalla Costituzione». Ann Van Dyke, investigatore anti-milizie della commissione Relazioni Umane della Pennsylvania, spiega che «nel nostro Stato le attività dei suprematisti bianchi sono in aumento e dietro i loro slogan razzisti contro neri ed ebrei si sta manifestando una crescente animosità verso il governo», soprattutto «grazie all’arruolamento di ragazzi molto giovani, con le teste rasate, di simpatie neonaziste e appassionati di motivi rock di natura razzista». Potok conferma che «anche il Ku Klux Klan sta arruolando un grande numero di giovani» e non più solamente nelle aree rurali ma anche nelle grandi città, perché «se prima si diventava suprematisti per cooptazione, conoscendo qualcuno di persona, ora invece tutto avviene attraverso siti Internet, basta inviare una email e si entra a far parte dei patrioti».
Holy Nation of Odin
Gruppo attivo a Kingsburg, in California. I suoi affiliati venerano il dio nordico Odino, sostengono di vivere in un’era corrotta e propongono un modello sociale comunitario ispirato ai clan della società vichinga. Westboro Baptist Church
I seguaci di questa Chiesa battista indipendente, fondata nel 1955 dal reverendo Fred Phelps a Topeka, in Kansas, sono noti per l’odio anti-gay, per la propaganda anti-cattolica e anti-ebraica e per i picchetti ingiuriosi ai funerali (foto).FLDS Church
E’ considerata un gruppo xenofobo anche la «Chiesa mormona fondamentalista di Gesù Cristo e dei santi degli ultimi giorni». I suoi membri praticano la poligamia e predicano il razzismo. In passato i pastori hanno invitato i fedeli a truffare il governo.
LA STAMPA 23 AGOSTO 2010