Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024
 LE POESIE DI UN RAMINGO
Oscar Morosini

FOTO BANNER OSCAR

 

GIULIETTO CHIESA

G iornalista
I lluminato
U bbidivi solo alla
L ibertà d’
I nformazione
E ducando i
T uoi lettori a non
T ollerare l’
O blìo mediatico
C aro Giulietto
H ai contribuito a renderci liberi
I ndicandoci le
E mpietà umane
S ta a noi ora
A ccogliere la tua eredità

Oscar Morosini
26 Aprile 2020

 

PER ELENA...

Ci vorrebbe un cielo per amarti
O un inferno per odiarti.
Ma non ho Il cielo
E nemmeno l'inferno possiedo.
Ho solo questo amore terreno
Che brucia come l'inferno
Ed è immenso come il cielo.

Oscar Morosini
14 Febbraio 2020

 

CRUDELTÀ

CBella come Beirut.
Triste come l'Iraq.
Esausta come la Siria.
Distrutta come lo Yemen.
Ferita come la Libia.
Dimenticata come la Palestina.
La plateale e pomposa ricerca di nemici da combattere non ha senso,
ancor meno quando si tratta di chi già è abbattuto dalle vicissitudini della vita.
È crudeltà.

Oscar Morosini
4 Febbraio 2020

 

 LA NOSTRA OMBRA

Persino la nostra ombra
ci rende simili.
È il buio dentro di noi
a far differenza.
Perciò, siate luce per l’oscurità altrui.
E non tenebre

Tratto da «La nostra civiltà»
Soumalia Diawara

 

 L’UOMO, FECE ORACOLI

Tuo carnefice
ti uccise in croce,
ma più gran dolore
fu l’assenza d’amore.
Poiché anche gli astanti
videro i tuoi miracoli,
ma dei mercanti
L’uomo, fece oracoli.

 

 CRISTO

Tra noi ha camminato
il Padre l’ha mandato...
per noi si è incarnato
l’Amore incondizionato.
L’abbiamo crocifisso!
Mutando il cuore, in sasso,
il Suo corpo abbiam lacerato
ed il Suo volto sfigurato.
Pensando alla propria gloria,
in molti l'han odiato.
Lui, il miglior Uomo della storia,
per i giusti è ritornato.
Gesù amato,
grazie per avermi risvegliato,
il mio spirito hai dissetato,
e a nuova vita son rinato.

Oscar Morosini
26 Dicembre 2019

MILLE E UNO

pasionMille e uno pezzi
di frammenti scomposti
di un'anima che ancora cerca,
piccole parti che un giorno
formavano un tutto.
Tasselli confusi
dispersi nel vento
di un mosaico
i cui colori non trovano un posto.
Mille e uno
come le parole che non hai detto,
le cose che non hai fatto,
mentre la Creazione
veniva e tuttora viene
violata.

Oscar Morosini
7 dicembre 2019

 

IO E DIO
(poesia di Trilussa)

Ve vojo riccontà ‘na storia strana.
Che m’è successa propio l’artra settimana

Camminavo pe’ r vialone davanti alla chiesa der paese
Quanno ‘na strana voja d’entrà me prese

Sia chiaro non so mai stato un cristiano praticante
Se c’era un matrimonio, se vedevamo al ristorante

Ma me so sentito come se quarcuno,
Me dicesse: “dai entra, nu’ c’è nessuno”

Un misto de voja e paura m’aveva preso
Ma ‘na vorta dentro, restai sorpreso

La chiesa era vota, nun c’era nessuno
La voce che ho sentito era la mia, no de quarcuno

C’erano quattro panche e un vecchio crocifisso de nostro Signore
“Guarda te se a chiamamme è stato er Creatore”

Me gonfiai er petto e da sbruffone gridai: “ So passato pè un saluto”
Quanno na voce me rispose: ”mo sei entrato, nu fa lo scemo mettete seduto!”

Pensai: mo me giro e vado via,
Quanno quarcuno me rispose: “Nu te ne ‘nnà. Resta … famme compagnia”.

“Famo n’altra vorta , poi mi moje chi la sente: è tardi sarà già tutto apparecchiato”.
“Avvicinate nu fa lo scemo, ‘o so che nu sei sposato.

Me sentivo troppo strano, io che nun avevo mai pregato
Me sentivo pregà dar Signore der creato

“Signore dateme na prova, devo da crede
Che sete veramente Iddio che tutto vede”

“Voi na prova ? Questo nu te basta? Te sei mi fijo
E io sto qua inchiodato pe er bene che te vojo!”

“Me viè da piagne, me sento de scusamme.
Signore ve prego perdonate le mie mancanze

A sapello che c’eravate pe davero …
Venivo più spesso, ve accennevo quarche cero”.

“Ahahahahhaha ma te pensi che io sto solo qua dentro?
Io so sempre stato co te, nella gioia e nel tormento.

Te ricordi quanno eri piccolino
Io pe te ero Gesù bambino

Prima de coricatte la sera
Me dedicavi sempre na preghiera

Era semplice quella che po’ fa er core de un bambino,
Me facevi piagne e con le mie lacrime te bagnavo er cuscino

Poi anni de silenzio… te s’è indurito er core
Proprio verso de me, che t’ho fatto co tanto amore.

Te gridavo fijo mio sto qua,
Arza l’occhi guarda tuo papà!

Ma te niente… guardavi pe tera
E te ostinavi a famme la guera.

Poi quanno tu padre stava male
E te già pensavi ar funerale

Sul letto de morte… nelle ultime ore
T’è scappata na preghiera… “Te affido ar core der Creatore”.

Ecco perché t’ho chiamato,
Pe ditte quanto me sei mancato.

Ho cominciato a piagne dalla gioia e dar dolore…
Ho scoperto de esse amato dar Signore…

Questa è na storiella che nun ’ha niente da insegnà,
Solo che in cielo c’è un Dio che piagne se lo chiami papà!

 POESIA TRATTA DA «SOGNI DI UN UOMO»

La richiesta dell'asilo umanitario
è la richiesta di un umano ad altri umani,
del diritto di stare in un posto
dove la sua pancia non sia minacciata.
Il suo futuro meno plumbeo
e la sua vita più longeva.
Non si tratta sempre di guerre
che spingono noi altri ad andarcene,
ma di una cosa più atroce,
la povertà.
La fame uccide molto più lentamente
di una pallottola.
Ma è molto più crudele.
Insidiosa.

Trasforma l’uomo in bestia per l’uomo.
Non ci sono grandi chance
per chi nasce oggi in Africa.
Poiché non c’è dubbio
che siamo costretti
nel sistema monetario internazionale
senza averne i requisiti
né tantomeno i presupposti.
Cosa fareste se i vostri figli
non avessero da mangiare?
Cosa fareste se i vostri padri fossero costretti
in miniere pericolanti per estrarre quell'oro
che arricchisce solo
chi è dall'altra parte dell'Oceano?
Cosa fareste se i vostri nonni morissero
di fame preferendo dare la loro parte
ai loro nipoti?

Quello che farebbero tutti.
A costo della vostra vita,
cerchereste di salvare la loro.
Perciò non capisco né comprendo
chi vuole rimandare a casa propria
chi lì è già quasi morto.
Sento di slogan che parlano
di riportare gli immigrati a casa loro.
Ma a fare cosa?
A morire di una morte lenta?
Vedo compassione per gli italiani
che hanno perso le loro case
durante il terremoto.
E vedo odio per uomini e donne
che hanno solo la colpa di volersi salvare.
Dov'è la giusta informazione?
Chi dice il vero?

Perché far pagare a noi migranti
l'incompetenza di un sistema
e di una società imperialista
che da noi ha solo prelevato
e tuttora continua a farlo?
Il mio paese non siede tra i grandi dell'ONU.
Non ha voce.
Lì, muoiono le persone per inerzia.
Non voglio credere che qualcuno
pensi che una donazione per un vaccino
possa salvare l'Africa.
O semplicemente che qualche vestito usato,
adozioni a distanza o attività parallele
possano portare sollievo al mio continente,
alla mia gente.
Non si tratta più di un sogno
né di un desiderio ma di un’esigenza.

Chi non ha vita laddove è nato
ha il diritto di cercarlo altrove dove c'è.
A maggior ragione quando a tirare i fili
di questo sistema e dunque giustamente
a goderne, sono pochi.
Gli uomini bianchi ricchi non sono razzisti,
non ne hanno motivo,
usano i migranti nelle loro società,
ditte, li amano perché sono disperati
e giustamente costano Gente semplice
che si contro gente semplice.
Non si può colpevolizzare
né reprimere la realtà.
Bisogna analizzarla
e trovare una soluzione comune.

Soumalia Diawara

SI SONO SPARTITI IL MONDO, NIENTE MI SORPRENDE PIU'

Se mi dai la Cecenia
Ti lascio l'Armenia
Se mi lasci in Afghanistan
Ti do il Pakistan
Se non lasci Haiti
T’imbarco per Bangui
Se mi aiuti a bombardare l'Iraq
Organizzo per te il Kurdistan
Si sono spartiti il mondo, niente mi sorprende più
Niente mi sorprende
Niente mi sorprende
Si sono spartiti il mondo, niente mi sorprende più
Se mi lasci l'uranio
Ti rendo l'alluminio
Se mi lasci i tuoi depositi
Ti aiuto a cacciare i talebani
Se mi dai un sacco di grano
vengo in guerra con te
Se mi lasci estrarre il tuo oro
Ti aiuto a cacciare il generale.
SI sono spartiti il mondo, niente mi sorprende più
Niente mi sorprende
Niente mi sorprende
Si sono spartiti il mondo, niente mi sorprende più.
Niente mi sorprende.
Niente mi sorprende
Si sono spartiti l'Africa,
senza consultarci
Sono sorpresi che siamo disuniti
Una parte dell'Impero Mandingo
Era al Wolofs (SENEGAL)
Una parte dell'Impero Mossi
Era in Ghana
Una parte dell'impero Soussou
Era nell'Impero Mandingo
Una parte dell'Impero Mandingo
Era dai Mossi
Si sono spartiti l'Africa,
Senza consultarci
Senza chiederci
Senza avvisarci
Si sono spartiti il mondo, niente mi sorprende più
Niente mi sorprende
Niente mi sorprende
Si sono spartiti il mondo, niente mi sorprende più.

Tiken Jah Fakoly
Traduzione Soumalia Diawara

UN MONDO UGUALE?

Abbattere le differenze
ed azzerare le culture
affinché ogni uomo sia il riflesso
di ogni uomo?
No.
Non ci siamo.
Un mondo di rispetto
porta a modi equi.
Tutto qui.
La diversità è ricchezza,
i colori fanno l’arcobaleno
e le voci dovrebbero arrivare ai cuori.
Le armi più forti sono
di chi sfrutta i più deboli.
E finiscono nelle loro carni.
Bianco o nero sono distrazioni,
povero e ricco divisi da una frontiera.
Ogni padre che ama
augura ad ogni altro padre
ciò che vorrebbe per il figlio.
Ogni madre che partorisce
non può voler che un’altra donna
perda i figli.
Ma loro non lo sanno.
Perché loro, i loro figli,
non vanno in guerra e quando ci vanno,
sono generali o colonnelli nelle retrovie.
Coloro che costruiscono le case dei poveri
come scatole di sardine
e vivono in meravigliosi palazzi
che affacciano sul mare,
coloro che estraggono il petrolio altrove
e decidono i destini
di quei popoli costretti alla fame,
coloro che possiedono le banche
e le società farmaceutiche
che avvelenano per curare
alle nostre spese,
sono loro i veri nemici.
Dicono che bisogna prendere
i soldi da noi, noi poveri,
poiché siano in tanti.
Ma non hanno dimenticato
che quel numero fa la nostra forza
ed allora ci hanno divisi in fazioni,
affinché lottando tra di noi,
non ci accorgiamo di loro.
Continuo a non rispondere ai fascisti,
sessisti e razzisti perché so
che sono ignare vittime
di un sistema che li vede
anch’essi repressi.
Ma la logica del capitalismo
si perde dinnanzi
alla realtà dell’umanità.
Le banche prestano, noi diamo.
Le religioni impongono, noi siamo.
Le culture dividono, i nostri cuori uniscono
per il loro battito.
Non dobbiamo far ricredere nessuno,
ma semplicemente vivere
come dovremo.


Poesia tratta da «La nostra civiltà»
Soumalia Diawara

DISSE L’EUROPA ALL’AFRICA

La mia casa è così piccola
che oltre a me
potrà contenere solo il tuo oro,
il tuo diamante,
le tue banane
ed il tuo caffè.
Oltre che al tuo gas per i miei riscaldamenti.
Ed il tuo petrolio per la mia macchina,
ma non c’è più nemmeno un buco per te...

Poesia tratta da « La nostra civiltà »
Soumaïla Diawara


VIENI A VEDERE

Vieni a vedere, vieni a vedere,
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Tu che parli senza sapere.
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Tu che parli senza sapere.
Bamako, Abidjan o Dakar.
Sierra Leone, Namibia, Kenya.
Vieni a vedere.
La mia Africa non è ciò in cui tu credi.
Perché sempre le stesse facce?
Perché sempre gli stessi commenti?
Perché sempre gli stessi rapporti?
Ascoltandoli, la mia Africa sarebbe
solo siccità e carestie.
Quando le ascoltiamo,
la mia Africa sarebbe solo combattimenti
e campi minati.
Vieni stasera
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Tu che parli senza sapere.
La mia Africa non è ciò in cui tu credi.
Non una parola sulla storia di questo continente,
Sulle civiltà e la ricchezza di Antan.
Nessuna parola sul significato dei valori.
Le persone che ti danno il benvenuto,
Mano sul cuore
Vieni a vedere.
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Tu che parli senza sapere.
La mia Africa non è ciò in cui tu credi.
L'Africa non è ciò in cui tu credi.
Vieni nelle nostre famiglie,
vieni nei nostri villaggi.
Saprai cos'è l'ospitalità,
Il calore, il sorriso, la generosità.
Vieni a vedere quelli che non hanno nulla.
Guarda come sanno dare.
E ti lascerà ricco.
E non sarai in grado di dimenticare.
Vieni a vedere.
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Tu che parli senza sapere.
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Vieni a vedere, vieni a vedere,
Tu che parli senza sapere.
Tiken Jah Fakoly

Traduzione Soumaïla Diawara


CHI RIGUARDA?

Il fatto non riguarda i migranti
ma è un fenomeno
che marca un cambio epocale
nella storia del popolo italiano.
Destando l’odio si apre al diavolo.
L’odio all’inizio,
ha le sembianze della rivendicazione,
nasce dalle proprie incapacità.
Si basa su quel che non si ha
e non si avrà mai: l’importanza,
la dignità, il rispetto.
Ma l’odio non ha fine,
è un circolo vizioso e l’Italia,
lentamente, vi sta entrando.
Prima gli zingari, poi i gay, poi i neri,
poi saranno i poveri, di nuovo i terroni,
poi gli ebeti, poi le donne,
e non avrà fine.
L’odio precipiterà e si ritorcerà.
La plateale e pomposa ricerca
di nemici da combattere
non ha senso quando
si tratta di chi già è abbattuto
dalle vicissitudini della vita.

È crudeltà.
L’impero organizzato
più grande della storia,
ora chiude le sue porte
al popolo più sfruttato della storia.
Eppure, le campagne si svuotano
sempre di più e sono abbandonate.
I giovani sono sempre più rari
ed in partenza.
I vecchi sempre più soli e bisognosi.
L’odio per gli altri non deve essere
lo specchio del proprio fallimento.

Poesia tratta da «La nostra civiltà»

Soumaïla Diawara


SOLDI


Causa dell'ingiustizia
adulterano la vita.
Fogli,
la massima ambizione
di esistenze omologate e ripetitive
che rincorrono futili traguardi.
Fogli gialli, verdi, colorati
determinano la sopravvivenza
azzerando l’umanità della famiglia
che ha il cielo per tetto.
Fogli con numeri stampati
assopiscono doveri
e mentre distruggono diritti
ci allontanano da Dio.

Oscar Morosini
05/10/2019

ORA PUOI

Percorri strade.
Scegli bivi.
Raggiungi mete.
Realizzi sogni.
Poi ti svegli un mattino
e…
d’incanto scompare
la giostra delle illusioni.
Si spezza l’incantesimo.
Cadi dalle nubi!
Ti eri perso
ma solo per ritrovarti.
Puntavi il sole
ma vivevi nel buio.
Ma ora…
Puoi lottare senza timori
per un mondo senza confini.
Colorandolo con le emozioni
aiuterai a realizzare utopie.

Oscar Morosini
28/09/2019

COME PUÒ ACCADERE

Come può accadere
Non dovrebbe accadere.
E’ già accaduto.
E accade!
Ora… Ieri… domani…
Lontano da me
e lì vicino a te.
Ma in punta di piedi
sfioriamo il mondo,
le nostre impronte
restano nell’ombra
permettendo che tutto questo
accada…

Oscar Morosini
25 settembre 2019

 

SENZ’INCHIOSTRO

Spesso mi trovo così…
in sospeso
il foglio chiama la penna…
la poesia migliore nelle mani però
resta nel cuore.

Come successe a Dante,
che seppur padrone della poesia
non seppe descrivere
la bellezza di Beatrice
quando la incontrò nel Paradiso.

Non ha strofe
ne ha rime
è senz’inchiostro.

Non potrò mai scriverla,
ha l’intensità dei tuoi occhi,
il calore dei tuoi baci,
la dolcezza dei tuoi abbracci.

E’ pura magia,
quella che fa tremare l’anima
non ha diritto
di essere raccontata
può solo essere vissuta.

E come un nuovo libro
che attende impaziente
il voltare di ogni sua pagina,
Io attendo, Te.

Oscar Morosini
23 Settembre 2019