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IL PAPA A LONDRA, 5 ALGERINI ARRESTATI: «VOLEVANO UCCIDERE IL PONTEFICE»
Benedetto XVI è stato informato: Il programma non cambia
Gli islamisti arrestati «perché sospettati di commissione, preparazione o istigazione ad atti di terrorismo»
Il Papa nella cappella del St Mary's University College (Reuters)
MILANO - L'anti-terrorismo britannico ha arrestato a Londra cinque persone di origine algerina che volevano uccidere il Papa. I cinque secondo il quotidiano Daily Telegraph sono tutti estremisti islamici. La polizia ha spiegato che si sospetta che i cinque fermati - rispettivamente di 26, 27, 36, 40 e 50 anni - stessero preparando un attentato contro Benedetto XVI. Perquisizioni sono in corso in un ufficio nel centro della capitale e in alcune abitazioni nelle parti nord ed est della città. Scotland Yard ha riferito che i cinque sono stati fermati «perché sospettati di commissione, preparazione o istigazione ad atti di terrorismo». La Bbc ha riferito che i cinque sono stati bloccati alle 5.45 del mattino e che in questo momento sono sotto interrogatorio. Il blitz sarebbe scattato dopo una soffiata alla polizia. L'itinerario della visita del Papa e il dispositivo di sicurezza predisposto non hanno subito variazioni. Benedetto XVI è stato informato degli arresti ed è tranquillo riferiscono fonti vaticane. «Siamo pienamente fiduciosi nella polizia, non è necessario cambiare il programma» ha detto il portavoce vaticano, Padre Federico Lombardi.

DIALOGO - In mattinata, Benedetto XVI ha incontrato i leader di altre religioni al St. Mary's University College di Londra. La «collaborazione» e il «dialogo fra religioni», ha affermato il pontefice, richiedono «il rispetto reciproco, la libertà di praticare la propria religione e di compiere atti di culto pubblico, come pure la libertà di seguire la propria coscienza senza soffrire ostracismo o persecuzione, anche dopo la conversione da una religione a un'altra». Il Papa ha posto speciale enfasi sull'importanza del dialogo e della collaborazione con i seguaci di altre religioni». «E perché sia fruttuoso - ha aggiunto -, occorre reciprocità da parte di tutte le componenti in dialogo e da parte dei seguaci delle altre religioni». Benedetto XVI ha poi voluto ricordare ai religiosi che insegnano nelle scuole cattoliche inglesi di non deviare dai dettami del magistero. «La presenza dei religiosi nelle scuole cattoliche è un forte richiamo all’ampiamente discusso carattere cattolico, che è necessario per me in ogni aspetto della vita scolastica». Poi, lasciando per un attimo il tono formale del discorso ufficiale al mondo della scuola, il Santo Padre ha anche confidato un particolare della sua biografia. «Io stesso da giovane - ha detto - sono stato educato dalle "Dame Inglesi" e devo loro un profondo debito di gratitudine». Per il Pontefice, «il contenuto dell'insegnamento dovrebbe essere sempre in conformità con la dottrina della Chiesa». Ma, ha tenuto ad aggiungere, «la vita di fede può essere effettivamente coltivata solo quando l'atmosfera prevalente è di una fiducia rispettosa e affettuosa» e dunque, ha concluso, «confido che questo possa continuare ad essere un segno distintivo delle scuole cattoliche in questo Paese».

Viaggio a Edimburgo
BENEDETTI GLI IMPIANTI DEI GIOCHI - Attraversando sulla «papamobile» il campus del St Mary's University College di Londra, Benedetto XVI ha anche visitato gli impianti sportivi dell'Università, che hanno ottenuto la qualifica di «Campo di addestramento» per le Olimpiadi di Londra del 2012 e che sono già stati scelti dalla squadra del Sudafrica come propria base nel periodo dei Giochi.
«GRAZIE AI LACI» - Al St Mary's University College, Benedetto XVI ha anche espresso gratitudine agli organismi promossi dalla Chiesa inglese per lottare contro il fenomeno degli abusi sessuali sui minori. Si tratta di laici che «il cui impegno - ha detto - è quello di garantire che le nostre scuole assicurino un ambiente sicuro per i bambini e i giovani». Il Papa ha rivolto loro oggi «una particolare parola di apprezzamento» al termine del discorso al mondo della scuola. «La nostra responsabilità verso coloro che ci sono affidati per la loro formazione cristiana non richiede - ha scandito - nulla di meno».

Redazione online
17 settembre 2010
Corriere della Sera