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E LA GERMANIA ACCELERA L´ADDIO AL NUCLEARE A MAGGIO IN FUNZIONE SOLO 4 REATTORI SU 17
Sarà spenta il 75% della capacità nucleare. Roettgen: "Svolta senza ritorno"
Lo stop sarà solo temporaneo per verifiche e controlli ma preparerà il terreno al futuro
ANDREA TARQUINI
dal nostro corrispondente
BERLINO - La sindrome di Fukushima diventa tema centrale delle scelte del futuro nel cuore dell´Europa: la Germania conservatrice di Angela Merkel è decisa ad accelerare l´addio al nucleare. Lo ha detto alla Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung il ministro dell´Ambiente Norbert Roettgen, sottolineando che i «rischi residui dell´atomo» sono troppi. E secondo anticipazioni del quotidiano filogovernativo Die Welt, in maggio, seppur per revisioni, verifiche e controlli provvisori, si creerà una situazione in cui dei 17 reattori nucleari tedeschi solo 4 saranno in servizio. Il che vorrà dire che temporaneamente, come in una simulazione di emergenza decisa per abituarsi al futuro, la più grossa e competitiva economia dell´Unione europea e quarta economia mondiale spegnerà il 75 per cento della capacità nucleare.
«Possiamo dire addio all´atomo più velocemente di quanto previsto finora, la situazione dopo il dramma giapponese è una cesura, una svolta senza ritorno», afferma Roettgen. La grande prova d´addio all´atomo, nel paese-locomotiva dell´economia Ue, arriverà tra due mesi. Come un assaggio di fatto compiuto, cui industria e consumatori dovranno cominciare ad adeguarsi. Funzionerà così. Da un lato, in base alla moratoria decisa dal governo sull´onda della catastrofe nipponica, verranno spenti per almeno tre mesi per controlli i 7 reattori più vecchi, cioè Biblis A, Biblis B, Neckarwestheim 1, Brunsbuettelm Isar 1, Unterweser, Philippsburg 1. Un ottavo reattore, cioè Kruemmel, il più contestato dagli ambientalisti come pericoloso, è già stato spento per sicurezza. Durante la moratoria, scrive Die Welt, i produttori di energia elettrica tedeschi hanno deciso di spegnere temporaneamente a maggio per controlli altri reattori: Philippsburg 2, Emsland, Gundremmingen B, Grafenrheinfeld, Gronde. A metà maggio quindi, la prima economia europea si troverà per un po´ con soli quattro reattori in funzione: Brokdorf, Neckarwestheim 2, Isar 2 e Gundremmingen C. tre quarti della capacità di produzione di energia dall´atomo (cioè 15mila Megawatt su un totale di circa 20.500) quindi verranno meno.
Situazione provvisoria, però per quel breve ma significativo intervallo, economia e vita quotidiana dovranno adattarsi: prova di vita quasi senza atomo, preannunciata per non incorrere in blackout e assaggiare il futuro. È facile leggere tra le righe la strategia del governo: fatti compiuti un passo dopo l´altro, per imporre ai poteri economici la riconversione accelerata e ai consumatori aumenti delle bollette in nome della priorità alla sicurezza. Chiusura se possibile in anticipo, rispetto al traguardo legislativo dello spegnimento dell´ultimo reattore nel 2035. Si può spegnere tutto nel 2026, e dal 2050 arrivare all´80 per cento di fabbisogno con le rinnovabili, pensa il governo. Dice il ministro dell´Ambiente: «Dobbiamo verificare la sicurezza delle centrali, se risultassero insicure dovrebbero essere spente subito. Ma un fatto è chiaro: il giudizio della società, della gente su che cos´è un reattore atomico sicuro è cambiato dopo la catastrofe in Giappone. Sicurezza e rischio sono valori sociali che possono mutare, e la politica deve reagire». Per un partito conservatore pro-atomo fino a ieri è una svolta rivoluzionaria. L´energia atomica, ammonisce Roettgen, «non è completamente governabile. Ogni anno in più di uso è un anno di rischio in più. La cesura è nel fatto che in Giappone è accaduto l´inimmaginabile». Il governo rincorre umori dell´elettorato, accusano i sostenitori dell´atomo. Ma Der Spiegel divulga un rapporto segreto che fa paura sulle centrali nucleari tedesche. «La carta geografica dell´orrore», titola il settimanale di Amburgo. Dal dossier risulta che tutti gli impianti della Repubblica federale hanno problemi: falle, crepe, impianti di raffreddamento o circuiti elettronici pieni di manchevolezze, in alcuni casi locazione in zone sismiche o a rischio inondazione, alta vulnerabilità ad attentati. Anche nella Mitteleuropa insomma Fukushima non è impossibile.
La Repubblica 21.03.2011