Di Claudio Rojas

“Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” Marcos 1:2-3).

Questo in risposta a quanto Gesù aveva detto prima: “Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. (Luca 7:28).

Gli fu affidata l'incommensurabile missione di battezzare il Figlio dell'Uomo. Chi ha mai avuto l'onore di fare questo? Chi ha avuto un simile privilegio e gloria? Chi portò il Figlio dell'Uomo alle acque del battesimo ed ebbe l’onore di vedere lo Spirito Santo discendere a forma di colomba? Solamente lui, Giovanni Battista, ebbe il privilegio di essere un testimone della verità.

Marco presenta velocemente Giovanni Battista, la sua mentalità profondamente israelita non poteva concepire di saltare un punto tanto importante: specificare il riferimento fondamentale riguardo il ministero di Giovanni nelle parole di Dio pronunciate attraverso i profeti dell'antichità.

Il passaggio nel versetto 2 non solo proviene da Isaia, ma anche da Malacchia 3:1 (con possibili allusioni anche a Esodo 23:20). I manoscritti più antichi di questo Vangelo, secondo il modello tradizionale israelita, si riferiscono solo ai profeti maggiori, in questo caso, ad Isaia.

Nella prima parte di questa versione ebraica, questo passaggio si può tradurre come: “Una voce che grida nel deserto” o come “La voce di uno che grida nel deserto”.

Oggi, quella voce che grida nel deserto spirituale in cui viviamo come civiltà, continua a denunciare il male, rivelando e puntando il dito contro i volti dei corrotti, gridando contro le ingiustizie, compiute contro i deboli e specialmente contro i bambini; e soprattutto annunciando il ritorno di Gesù Cristo con potenza e gloria, e la giustizia del Padre prima dell'instaurazione del regno promesso.

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