Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti per migliorare la navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’uso del sito stesso. Per i dettagli o per disattivare i cookie consulta la nostra cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque link del sito acconsenti all’uso dei cookie.

Italiano Español English Português Dutch Српски
testa sito 2024
sanjavier100Insieme alla sorella Cristina ci troviamo a percorrere la strada che ci porta alla località di San Javier, Provincia di Santa Fe, e capoluogo del Dipartimento omonimo, con l'intenzione di sapere di più su una fotografia che avevo ricevuto pochi giorni fa e che era stata scattata in quella città.
Mentre viaggiavamo vedevamo gli effetti di una tempesta che nei giorni precedenti aveva colpito le Province di Santa Fe ed Entre Ríos, dove si era interrotto il servizio di acqua e luce nei diversi paesini della zona. C'erano tanti alberi caduti, alcuni erano stati perfino sradicati e attraversavano la carreggiata, e anche dei pali della luce: prima guardavamo tutte queste cose da lontano e adesso ci tocca viverlo da vicino. Madre Natura si sta facendo sentire un'altra volta, eravamo stati avvertiti che questo sarebbe successo, non ci dobbiamo stupire.
Siamo arrivate alla parrocchia del posto e la messa della domenica era già iniziata per cui siamo rimaste a presenziare la cerimonia fino alla fine e dopo ci siamo avvicinate per parlare con il prete, il quale ci ha raccontato che la città di San Javier era nata sui reperti archeologici degli “indios Mocovíes” (il popolo originario della zona) e che in un primo momento rispondeva all'Ordine dei Gesuiti che presero in mano la loro “evangelizzazione”, poi sono arrivati i sacerdoti Mercedarios che si occuparono della promozione sociale ed umana in quanto all'aspetto religioso, e successivamente arrivarono i Francescani per dare il posto finalmente al clero secolare che si è stabilito da cento anni nel posto.
Noi gli abbiamo raccontato che arrivavamo di Paraná perché avevamo ricevuto una foto molto particolare nella quale si osserva una grande sagoma di luce nella porta d'ingresso della chiesa. Gliel'abbiamo fatto vedere e gli abbiamo chiesto sulla sua  autenticità e lui ci ha confermato il fatto che era stata scattata da un uomo fotografo di professione, originario di San Javier, e che attualmente vive a Buenos Aires, ma di cui non si ricordava il nome. Il giorno in cui era stata scattata c'erano delle ristrutturazioni in corso. E quando questo uomo è tornato a casa sua si è reso conto di quello che era venuto fuori e quindi la inviò al sacerdote tramite Facebook. Immediatamente la foto ha cominciato a girare nel web tra i fedeli del paese.
Quando abbiamo chiesto l’opinione personale del sacerdote su questa immagine lui ci ha risposto che: “si tratta soltanto dell'effetto della luce che entra attraverso la porta, ma che se questo tipo di situazioni fa sì che arrivino più fedeli a pregare questa cosa è positiva”.
Secondo me l'immagine che si vede nella foto è il Cristo, che sappiamo essere già sulla Terra e molto presto si Manifesterà con potenza e gloria.
Vedendo la fotografia mi viene alla mente l'immagine di Giorgio nell'ultima riunione che abbiamo condiviso a Las Parejas, quando ci ha detto: “IO CI SONO”.  E sento che il Cristo di quella foto ci stia dicendo anche “IO CI SONO. IO CI SONO SEMPRE STATO. CI SONO CON I EMARGINATI POPOLI ORIGINARI”.
Ma sento che ci chiede anche ad ognuno di noi: “TU, CI SEI?”
E sento vergogna e dolore, perché il Cristo c'è, ma le panchine sono vuote.

Gisela Zapata
Arca Paraná.
17 Aprile 2016
 
 
sanjavierFoto 1: Ricevuta:
sanjavier2
Foto 2: Scattata da noi due sul posto.