Onu: «In aumento del 30% rispetto all’anno scorso» a causa della guerra sempre più violenta, infestazioni, colera e morbillo
Da decenni la Repubblica democratica del Congo (Rdc) è devastata da guerre di una violenza inaudita, i cui echi giungono attutiti e lontani alle orecchie occidentali. Eppure frammenti di quelle stesse guerre ce li troviamo di fronte ogni giorno, nelle nostre case, nelle nostre tasche. L’esempio drammaticamente più celebre è quello del coltan, minerale fondamentale per la produzione di meraviglie elettroniche come smartphone e computer: il Congo possiede dal 60 all’ 80% delle riserve mondiali di coltan, ma questa ricchezza si è trasformata in sciagura come già accaduto per diamanti, petrolio, oro. È nella “maledizione delle risorse” che affondano le radici delle milioni di morti violente consumatesi in Congo, a cui si aggiungono quelle – crescenti – per fame.
L’impatto con la Terra dell’asteroide che 66 milioni di anni fa estinse i dinosauri oscurò il pianeta. Una nuova ricerca spiega che lo stesso potrebbe accadere in caso di conflitto atomico
Iniziata ieri alle 18.05 italiane, l’eclissi solare totale che ieri è stata visibile in 14 Stati Usa – abitati da circa 12 milioni di persone – è stata forse la «più fotografata della storia», come sottolineano dall’Agenzia spaziale italiana. L’oscuramento del sole da parte della nostra luna «ha avuto il suo picco massimo intorno alle 19.15, e grazie soprattutto alla massiccia campagna di comunicazione della Nasa è stato seguito in tutto il mondo», con testimoni d’eccezione come l’astronauta italiano Paolo Nespoli, che si è potuto godere lo spettacolo – prontamente condiviso sui canali social – direttamente a bordo della Stazione spaziale internazionale.
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Un paese al collasso, distrutto dalle bombe sganciate a grappoli dai caccia sauditi, e oggi colpito dalla “peggiore epidemia di colera al mondo all’interno della più grande crisi umanitaria al mondo”. Così l’Onu insieme ad alcune tra le principali organizzazioni non governative – tra cui Unicef, Oxfam, Medici Senza Frontiere – descrivono lo Yemen, un luogo che sembra essere stato dimenticato (dai media, dall’opinione pubblica, della comunità internazionale), martoriato da una guerra che va avanti dal 2015 e che solo apparentemente non ci coinvolge. Arrivano da casa nostra, infatti, molte delle bombe che continuano a piovere sulla popolazione yemenita e a colpire indiscriminatamente ospedali, scuole, civili inermi: le produciamo qui e le vendiamo all’Arabia Saudita, per un volume d’affari di milioni di euro. Le conseguenze? Quasi 5 mila vittime, molte delle quali bambini, con oltre 3 milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case, mentre il 70% della popolazione – circa 19 milioni di persone – hanno bisogno immediato di aiuti umanitari per sopravvivere, e tra loro 7 milioni lottano ogni giorno per avere un pasto decente.