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Giorgioreza100DOBBIAMO ABBATTERE LE BARRIERE
Di Claudio Rojas Guerra 

Oggi giorno è sempre più evidente l’oscurità e sempre più crescente l’angoscia per noi che umilmente chiediamo e cerchiamo di svegliare le anime, aprire i cuori, divulgare il messaggio del Cristo e della Madre Santissima, degli esseri del Cosmo, di trasmettere le parole di Giorgio Bongiovanni.
Le persone che vediamo nelle strade nel nostro vivere quotidiano con il viso grigio e spento, che vediamo frequentemente nella metrò, nelle manifestazione collettive, nei luoghi pubblici, nel lavoro, nel mondo finanziario, ecc., stanno diventando sempre più oscure.  Hanno costruito una “BARRIERA” che sembra separare il loro credo, le proprie convinzioni, le ideologie, la fede o l’incredulità, i sentimenti e i pensieri, da tutto ciò che è esterno, cioè, da nuove idee, concetti, messaggi, nuove conoscenze, nuove possibilità.
È come se noi nella nostra superbia abbiamo strutturato tutto ciò in cui crediamo, abbiamo costruito delle convinzioni, pensieri, assumendo delle idee in forma selettiva e arbitraria per adattarle al nostro modo di vita; creando quindi una nostra propria forma di pensiero e credo che ormai ha preso posto nel nostro cuore (individualità), nel nostro essere inferiore – che tutti gli esseri incarnati abbiamo – e quest’Io inferiore difende questa forma di pensiero con grande veemenza, orgoglio, superbia e un forte sentimento di irascibilità, lasciando che sia l’ego a parlare, il “mostro” che è in tutti noi.
In questo modo prendiamo la distanza da qualsiasi cosa che non corrisponda alla nostra struttura forma di pensiero e credo creata dall’ego, negandoci la possibilità di apportare un elemento nuovo, nonostante possediamo un grande intelletto avvallato da qualche diploma o laurea universitaria. Sembrerebbe che siamo stati “programmati” da questo ego mostruoso per discernere solo su temi specifici, senza usare il raziocinio su qualunque argomento che possa compromettere la nostra forma di pensiero e credo; di conseguenza, respingiamo in ogni circostanza e con molta superbia qualunque elemento.
Tuttavia, riusciamo ad essere molto sofisticati, analitici, capaci di grande profondità investigativa su temi specifici…, cosa è avvenuto dentro di noi allora? ... Perchè siamo così strutturati a compartimenti stagni? Sembra che questa frammentazione faccia parte di un programma superiore studiato da qualche entità superiore a noi?... Cosa abbiamo dentro di noi per avere permesso di essere sottomessi a questo “programma”?
Possiamo tentare di risolvere i dubbi analizzando alcuni fatti:
Ci hanno creato un mondo molto competitivo che ci ha fatto perdere la possibilità di condividere con il prossimo, che ci ha raffreddato e disumanizzato. Viviamo in continua competizione senza sapere con chi né il perché.
Abbiamo perso in questo modo la bussola nella nostra vita, perché ciò che conta è andare avanti e avere successo ad ogni costo; sembrerebbe che abbiamo ingannato noi stessi autoconvincendoci di
essere dei trionfatori, capaci, migliori, e, questi "piccoli valori" hanno alimentato nel tempo il nostro mostro sboccato “l'ego.”
Abbiamo perso l’amore e lo abbiamo rimpiazzato con i nostri successi illudendoci che fossero l’equazione che garantisce la felicità. A questo scopo ci hanno riempito di carte di credito, che ci fanno sentire potenti, persone di successo, e quindi “felici”; in questa nostra pazza corsa siamo caduti di nuovo, non abbiamo avuto tempo per l’amore, gradualmente abbiamo sottratto importanza a questo sentimento, non ci siamo resi conto che perdendo l'amore abbiamo perso un altro valore, l’umiltà, che segna il cammino per donare e ricevere l’amore appunto. Non ci siamo resi conto che ci siamo riempiti di superbia… tanto, se abbiamo successo, siamo capaci, autosufficienti, potenti… che bisogno abbiamo dell'amore?... non c’era tempo per questo, era prioritario raggiungere le mete, i risultati, i titoli, i progetti, ecc…
Viviamo in un mondo reso orribile in questo tempo che ci tocca vivere, immersi nelle tenebre più dense che non ci permette di guardare il prossimo senza sentirci aggrediti. Quando abbiamo saputo che Giorgio Bongiovanni, una delle poche luci visibili e tangibile per tutta l'umanità - poiché la luce di Gesù Cristo, della Sacra Madre, degli esseri di Luce o di altri maestri spirituali e sacri, può essere solo percepita da chi spinto dalla fede cerca la verità – il quale è nostro ispiratore e guida, potrebbe essere minacciato di morte dalla mafia Siciliana dietro richiesta specifica del Vaticano. Egli, rappresenta per noi, la speranza di un mondo distinto, un mondo nuovo, dove tutta la pazzia e la barbarie che la specie umana ha creato in questo, non esista più. 
Lui, ci avvicina all’essenza di Cristo, ci ricorda sempre più insistentemente che non dobbiamo considerare la battaglia persa, che non possiamo abbassare le braccia anche se sembra che non possiamo cambiare le cose, e lottare, tenacemente e pazientemente per mantenere la nostra fede.
E poi, dopo tutto, lui è nostro amico, un affettuoso amico, anche se i suoi insegnamenti arrivano continuamente, perchè non dimentica neanche per un secondo che così sia, abbracciarlo nuovamente, vedere il suo sorriso, i suoi occhi, ascoltare la sua parola, riempiva d’allegria i nostri giorni. (Queste sono le parole riportate da Adriana Navarro e Domingo Silva che condivido pienamente).
Tutto questo mi fa sentire un immenso desiderio di piangere di rabbia, di impotenza, la verità è che vorrei andare in elicottero con un megafono gigante gridando a tutti fino a rimanere senza voce. Come è possibile che gli stessi che hanno ammazzato i profeti di un tempo, gli stessi che crocifissero Gesù Cristo, possano desiderare di distruggere nuovamente l'Oracolo vivente di Dio, il calice della comunione Cristica?... e la gente ancora non sa quello che fa ma, grazie a Dio presto verrà il Giudice Divino e non perdonerà a chi sa quello che fa e perché lo fa; e perché devono farlo ancora una volta?... perché loro non possono permettere che il popolo esca dal suo letargo sonnolente e si svegli prendendo coscienza. 
Sto fremendo di rabbia ma la prossimità della Sua venuta mi serve di consolazione così come mi serve tentare di servire il nostro Cristo Re; questa è l’unica cosa che calma la mia rabbia, mi riempie di gioia interiore e alimenta e calma il mio cuore come un vero sedativo, un elisir col quale voglio curarmi.
Grazie Giorgio che ci insegni a lottare, a gridare guardando il tuo esempio ed il tuo coraggio, a donare noi stessi guardando il tuo sacrificio che difficilmente possiamo quantificare e comprendere, a comprometterci di fronte alla tua disponibilità per il Cristo.
Ora sono ancora più convinto che dobbiamo tentare di abbattere quella “barriera” con la donazione, la perseveranza, il compromesso, l'umiltà manifesta nella nostra disponibilità…Così si calmerà piano piano la mia rabbia.
Con vero amore
 
Claudio Rojas Guerra 
03.10.2011