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piedra100Di María Lezcano 

(“Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre". Luca 19:40)

Ad est del nostro paese, sulle coste dell'oceano Atlantico, Madre Natura ha dispensato la sua benedizione di stelle e lune argentate, che palpitano notte dopo notte nello specchio azzurro delle lagune e nel manto profumato di salsedine, delle onde del mare.   

L'incantesimo di questo luogo quasi magico rapisce i sensi; nonostante il turismo si sia intensificato negli ultimi anni, essendo diventato meta di molti giovani che in estate cercano il contatto con la natura, rimane comunque un luogo isolato dal caos delle città del mondo. Sono infatti sempre di più le persone che visitano questi luoghi attratti dalla bellezza delle spiagge, dei monti, le lagune, i ruscelli, le catene montuose della Sierra ed i paesaggi millenari costituiti da formazioni geologiche molto antiche, tra le quali spiccano i "cerritos de indios", testimoni silenziosi di quella che fu l'esistenza delle popolazioni indigene che abitavano il luogo costruito da loro stessi 4000 anni fa.   

In questi luoghi il tempo sembra essersi fermato, si può apprezzare la vita intensa che pullula nelle riserve biologiche ricche di una flora ed una fauna degne di essere ammirate e che oggi si vedono minacciate dai progetti dell'uomo che mirano sempre di più ad una produzione che arricchisca e benefici soltanto poche persone (miniere, porti, turismo), con la conseguente distruzione degli spazi ecologici e della vita che li circonda, compresa l’immutabile serenità della popolazione.   

Un popolo la cui identità è rivelatrice della semplicità, la nobiltà e lo sforzo che comporta il lavoro agricolo o la pesca artigianale, attività a cui molti degli uomini si dedicavano nelle generose lagune e nelle coste oceaniche. Uomini che lottano per la sopravvivenza delle loro famiglie; che attendono giorni e notti i frutti delle acque e della terra, con nostalgia del cielo, quel Cielo da dove i fratelli del Cosmo da tempo osservano e si lasciano vedere, guidati da un diagramma che solo il Padre delinea e comprende.   

Siamo arrivati in questi i luoghi insieme a Jorge, Juan Manuel, Alejandro, accompagnato da suo figlio e da sua moglie; Almendras, Erika ed il piccolo Giorgio da Montevideo, ed anche Gimena da Maldonado e Daniel Amaral il quale ci ha raggiunto a Castillos; il motivo del nostro viaggio: tre conferenze consecutive, in diversi punti del dipartimento.  

Pochi mesi prima avevamo già organizzato un incontro nella città di Rocha, dove circa settanta persone avevano avuto l’opportunità di ascoltare il messaggio con grande apertura; infatti avevano reiterato il loro invito ad organizzare un nuovo incontro per approfondire ancora di più gli insegnamenti ricevuti, in particolar modo sulle tematiche riguardanti il fenomeno ufo, in merito alle quali non avevamo approfondito molto.     

In quella occasione abbiamo conosciuto una persona, Mario Corbo, il quale, negli ultimi tempi, si è impegnato nella diffusione partecipando al programma radiofonico Enigmas. Infatti molte persone si sono messe in contatto per testimoniare casi di avvistamenti avvenuti nella zona; motivo che ci ha spinto a ritornare, accogliendo la disponibilità della signora Alda Pérez che ha messo a disposizione i locali dei musei di Rocha, La Paloma, e Castillos, dei quali è Direttrice.  

Rocha-1aIn questa occasione, ci ha accompagnato il nostro amico Hugo Lucas, dandoci il suo prezioso contributo presentando al pubblico la Pietra del Cuore, del dipartimento di Artigas; corollario tangibile del messaggio che volevamo trasmettere alle persone in questa occasione.  

La mattina del lunedì 15 febbraio, alcuni di noi si sono dati appuntamento nella serena piazza di Rocha per fare volantinaggio, mente Erika ed Almendras venivano intervistati da diversi mezzi stampa, per introdurre in qualche modo le persone a quelle tematiche che sarebbero state trattate quel pomeriggio nella città, e poi, nei giorni a seguire, anche nella città costiera La Paola e nella piccola località di Castillos; diversi radioascoltatori hanno espresso le loro inquietudini.    

Poco prima delle 19:00 si sono aperte le porte del Museo Regionale di Rocha Milton de los Santos, per dare inizio alla conferenza. Nonostante la sala fosse abbastanza capiente, abbiamo dovuto aggiungere altri posti a sedere all’ultimo momento (lo stesso sarebbe avvenuto nei successivi incontri nelle altre città). Il pubblico continuava ad arrivare con grande aspettativa ed interesse di ascoltare e vedere il materiale audiovisivo che Erika aveva preparato, nonché capire di più sul significato della Pietra del Cuore, sulla vastità delle tematiche che caratterizzano il fenomeno ufo e dei tanti segni che fanno parte del grande puzzle che compone il messaggio celeste e che viene divulgato anche nel programma radiofonico e televisivo Enigmas del Tercer Milenio, in Uruguay.   

Rochas-2aCirca centoventi persone di diversa età - tra cui molti giovani per nostra gioia - hanno partecipato all’evento, seguendo con attenzione fino all'ultimo minuto, nonostante il caldo e la durata dello stesso.   

Almendras ha parlato della relazione esistente tra i diversi segni che si stanno manifestando giorno dopo giorno nel mondo che abitiamo. Segni negativi come la criminalità organizzata, l'insicurezza, le guerre che si stanno generando, la preoccupazione di fronte alla minaccia di una guerra nucleare, le risorse naturali che si stanno esaurendo, i problemi economici che ci angosciano, la gioventù senza speranza, le droghe, il disorientamento; ma anche quelli positivi: scienziati che lavorano a favore della vita, avvistamenti, immagini sacre che lacrimano, contattati, stigmatizzati nella storia, fino ad arrivare a Giorgio Bongiovanni. Bisogna realizzare che le cose non succedono a caso, perché, come diceva Einstein: “Dio non gioca a dadi."   

- "L'incontro di oggi è storico per questa comunità;  magari oggi non riusciamo a dargli la giusta importanza, ma forse tra molti anni questo incontro e questa pietra ci daranno delle risposte… Dobbiamo tener presente che nonostante i pregiudizi che impediscono che le persone parlino liberamente delle proprie esperienze di avvistamento, queste ci sono, è innegabile. Molti ascoltatori ci hanno chiamato alla radio o alla Tv per confidarci avvistamenti di astronavi avvenuti anche molti anni prima. A questo punto, si rende necessario imparare a collegare le risposte tra loro."  

Ed è arrivato il turno di Erika, che ha accompagnato il pubblico in un viaggio attraverso i segni che si sono manifestati nella storia: "le prove della presenza extraterrestre sono numerose. Non siamo qui per cercare di convincervi, poiché abbiamo documenti di persone credibili e serie che per noi sono una prova più che sufficiente. Riguardo la Pietra del Cuore, consideriamo che la perfezione con cui sono stati realizzati i segni in essa contenuti, richiede una tecnologia differente e più avanzata di quella che l'uomo possiede. Per qualche ragione Dio o l'Energia Cosmica ha permesso che questa pietra arrivasse a noi, e per questo ci commuoviamo nel poter coniugare il nostro messaggio con un segno che voi potete toccare".  

Le immagini ci riportano indietro nel tempo, dal profeta Ezechiele che, nell’Antico Testamento, parlava di questi esseri che vedeva venire in ‘carri di fuoco’; i differenti livelli degli dèi citati nell'induismo, come Visnú, che provenivano del cielo; o in India, dove testi sanscriti dell'induismo come il Mahabarata parlano dei vimanas, “specie di apparati dove viaggiavano gli dèi e che erano utilizzati nei conflitti". In detti testi si legge che per mezzo dei vimanas "gli uomini potevano ascendere ai cieli e gli esseri del cielo potevano discendere sulla Terra", e che questi apparati salivano trasformandosi ‘in una perla nel cielo’".   

Un'altra immagine scoperta nelle rovine maya di Palenque, Chapas, mostra l'iscrizione della lastra che copriva la tomba del re Pacal, il Grande, dove si apprezza la figura di questo re alla guida di qualcosa che si potrebbe definire una macchina per volare o un razzo; un particolare per il quale viene denominata ‘l'astronauta di Palenque’. La Nasa stessa l’ha studiata trovando diverse similitudini con oggetti e razzi inviati dalla Nasa nello spazio. Figure di crani allungati in Egitto, simili ad esseri del cosmo di cui conosciamo la morfologia; e dipinti del rinascimento, dove si osservano chiaramente oggetti strani in cielo.   

- "Vogliamo mostrarvi che in realtà le prove sono lì, la questione è saperle cercare; comprendere che siamo visitati da una cultura che possiede un’etica ed una scienza milioni di anni più avanzate della nostra e che non ci visitano per motivi di conquista o di sfruttamento, altrimenti lo avrebbero già fatto da migliaia di anni. Essi vedono come noi ci inquiniamo, ci ammaliamo e dominiamo l’un l’altro, distruggendo il nostro pianeta. Il contatto massivo tra loro e noi è imminente; e le grandi potenze che ci manipolano non possono fare altro che infondere paura in noi, anche attraverso film come La quinta onda. Perché il contatto deve essere consapevole, non può avvenire per imposizione o paura. Noi dobbiamo avere la coscienza interiore di ciò che possono offrirci ed essere capaci di arrivare allo stesso livello etico e morale nel quale essi si trovano. La storia dell'umanità è colma di esempi di sottomissioni da parte di culture umane più avanzate di altre; in questo caso è differente, essi vogliono che noi desideriamo condividere l'universo con loro, poiché siamo fratelli”.  

Rochas-3aSuccessivamente sono state mostrate le immagini degli avvistamenti di Antonio Urzi, “una persona che ha filmato - anche in Uruguay - senza alcuna precedente preparazione, a parte la chiamata, che sente dentro sé, di uscire a filmare; ciò indica che per avere un contatto o essere testimone di un avvistamento, non è necessaria alcuna preparazione; ciò che conta sono la predisposizione e la disponibilità, perché questi esseri scelgono le persone per la vibrazione del loro plesso solare, persone di buoni sentimenti che siano pronte a diffondere ciò che hanno visto e filmato”.  

Scorrono sullo schermo immagini e video dei cerchi nel grano, mentre Erika le commenta con ricchezza di particolari, fino ai giorni nostri in cui questi Esseri manifestano chiaramente,  attraverso i pittogrammi, la loro correlazione con Cristo.  

- "Sebbene noi siamo avanzati moltissimo in tecnologia, spiritualmente la nostra condotta umana non riflette il nostro progresso scientifico. Fabbrichiamo armi per sottometterci, creiamo malattie per vendere la cura, facciamo guerre ed investiamo milioni di euro in armi per creare sempre più prototipi bellici letali e sofisticati, armi atomiche, chimiche, missili, lancia missili, scudi contro missili… Se tutto questo denaro e tempo lo investissimo in educazione spirituale, sociale, culturale, nel cercare le verità dell'universo, nel comprendere che siamo eterni, che la morte non esiste, che è possibile sviluppare una società pacifica, senza denaro, senza malattie, dove il valore supremo sia l'amore per il prossimo, dove i nostri figli possano vivere senza pericoli, dove tu non debba proteggerti dai tuoi stessi pensieri né dai pensieri o desideri del prossimo, dove tu possa amare il prossimo con la stessa passione con cui ami i tuoi figli o il tuo compagno, quella società sarebbe possibile. Se potessimo sviluppare quei valori, potremmo viaggiare persino nel cosmo, cosa che questi Esseri ancora non ci permettono per il nostro inadeguato sviluppo spirituale ed etico. Noi abbiamo cercato di fare esperimenti nucleari nello spazio e non ci siamo riusciti… Non ci chiediamo come mai non siamo riusciti a mettere piede sulla Luna? Non ci chiediamo se magari sono proprio gli Esseri del cosmo che non ci permettono di arrivarci? Non credete che i potenti ci stiano occultando una verità che ci rende liberi, che ci rende felici? Ma per evolvere bisogna rinunciare a molte cose, rinunciare ai beni materiali che si deteriorano, si perdono e non ci rendono migliori come esseri umani, perché il nostro spirito non si esprime attraverso la materia”.

"Esistono il bene ed il male in questo pianeta denso, dove la nostra anima è imprigionata e dobbiamo liberarla. Generalmente noi abbiamo paura. Paura di perdere, di ammalarci, di non riuscire a pagare i conti, di non avere ferie, di avere le scarpe rotte. L'oscurità si alimenta della nostra paura, energeticamente e materialmente; non ci rendiamo conto che a loro serve che abbiamo paura; perché quanto più temiamo, più schiavi diventiamo. Dobbiamo sentirci felici perché facciamo parte di quel trenta per cento della popolazione mondiale, che può decidere cosa mangiare, cosa indossare, o dove andare. Questo ci pone ad un livello molto al di sopra della maggioranza della popolazione mondiale. Attualmente, in paesi come Siria, Medio Oriente, Grecia, si sta vivendo un'apocalisse, qualcosa che quei popoli non avrebbero mai pensato di vivere. Noi siamo privilegiati, non soffriamo terremoti, guerre, buttiamo un seme e la nostra terra produce; ma sembra che niente ci soddisfi; uccidiamo la terra dove germoglia il nostro seme, ci rinchiudiamo nelle nostre quattro mura a piangere noi stessi, perché non riusciamo a pagare i nostri conti, non ci rendiamo conto che in migliaia di altre case, in altre parti del pianeta, piangono perché una bomba ha distrutto le loro famiglie. E ci arroghiamo il diritto di mettere confini alla terra o ai fiumi, mentre la terra ci è offerta gratuitamente ed amorevolmente.   

Dobbiamo lottare, cercare i valori dello spirito che ci avvicinano a Dio; a quel Dio mistico, spirituale, a quella Energia che muove e crea tutto, anche questa pietra; e non solamente l’ha creata, ma ha deciso quando e come doveva arrivare a voi.   

Dinnanzi al miracolo della Creazione, del pianeta, della Natura, della vita, non possiamo continuare a scegliere guerre, prepotenza ed odio, bisogna raggiungere la pace e dobbiamo lottare per ottenerla, non con le armi, ma bensì con una rivoluzione di coscienza che ci permetta di liberarci dalle catene che ci sottomettono. Qual è la cosa più preziosa che ci può essere sottratta? Possono toglierci il nostro corpo, questo contenitore… ma il nostro spirito è eterno; allora non dobbiamo avere paura di morire, né di niente. La nostra anima è eterna e ci unisce a questi Esseri.... Proveniamo dalla stessa Intelligenza Cosmica o Spirito Santo; non dobbiamo temere… Se lo vogliamo, è possibile. Questo è il messaggio che gli Esseri del Cosmo ci portano”.    

Hugo Lucas ha parlato del giorno in cui suo padre scoprì questa pietra cinquanta anni fa, a circa 15 chilometri della città di Artigas, a Parada Fariña. Quando suo padre si rese conto che aveva la forma di cuore e che al suo interno c’erano delle iscrizioni e simboli affermò: “Abbiamo trovato qualcosa che trascende l’uomo”.  

Ha raccontato come quell'incontro cambiò la vita di suo padre: "lasciò il suo lavoro di commerciante che si dedicava ad estrarre migliaia di pietre, per occuparsi di una sola; e condividere con gli altri il messaggio che la pietra trasmetteva". Ha spiegato che è un geode la cui antichità secondo i geologi risale a 130 milioni di anni; e non esiste una spiegazione scientifica che possa spiegarne le caratteristiche morfologiche, la forma esatta di un cuore, né in che modo siano state impresse all’interno le figure che presenta, costituite da piccoli vetri di quarzo che raffigurano simboli cristiani, tali come la lettera J, la C, ed il pesce, tra gli altri.  

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Una geologa presente all’incontro, che è anche maestra di Reiki e lavora con i quarzi, ha definito questi vetri miracolosi, dato che non si erano sviluppati come dovevano, aggiungendo che in 35 anni da geologa non aveva mai visto una pietra con caratteristiche simili, e considerava impossibile il fatto che i segni all’interno si fossero prodotti in forma naturale. Hugo ha spiegato nel dettaglio ognuno di questi simboli, ricordando che si sono verificati innumerabili casi di esperienze positive da parte di molte persone, dopo averla vista in Uruguay e nel mondo."   

Ha manifestato anche il suo stupore, dopo aver percorso tanti posti sacri nel mondo, sul fatto che questa pietra, da lui considerata un segno della prossima venuta di Cristo al mondo, si sia manifestato qui, precisamente, nel nostro piccolo Uruguay. Ha aggiunto che "la pietra parla del ritorno del Cristo". E "Cristo deve venire, perché è molto grande la malvagità del mondo e solo Egli può trasformarla." "Noi, dice, la famiglia Lucas, siamo solo custodi del messaggio che trasmette la pietra. Un messaggio che ha percorso il mondo, un messaggio di pace e di amore, di unione. Dobbiamo essere uniti, le cose materiali non servono lassù; saremo giudicati per quello che abbiamo dato. Conosco persone tanto povere che l’unica cosa che hanno è il denaro; e pensano che si porteranno tutto, ma non è così; solo l'amore, giorno dopo giorno, è in grado si costruire. Questa pietra trasmette amore, ci sono molte storie attorno ad essa, ma non voglio che attorno a lei si generi un commercio o si crei una setta, lei porta un messaggio di amore e di pace per voi. Non siamo soli, c'è qualcuno lassù ed accanto a noi, che ha cura di noi e ci protegge, ed è reale. Bisogna avere fede; non siamo soli. E quanto più daremo, più felici saremo."  

È stato dato spazio alle domande del numeroso pubblico che ha seguito con interesse tutta la conferenza, incurante delle ore trascorse, alla luce di quelle verità che possono rendere l'uomo libero, se questo si predispone a cercarle ed a metterle in pratica, annullando una volta per tutte le paure che l’opprimono.   

Il 16 e 17 febbraio, la stessa energia e la stessa aspettativa si respirava in due punti differenti dove si erano riunite altre centocinquanta persone: nel Museo di La Paloma e nel Museo Beto Pérez della città di Castillos. Sono stati testimoni del segno della Pietra del Cuore, ed hanno avuto la possibilità di conoscere alcuni elementi del puzzle che li porterà a comprendere il fulcro del messaggio che vogliamo trasmettere: l’imminenza del ritorno di Cristo.  

Erika: "Lui ritornerà per pochi; non per tutti; solo per quelli che sono i suoi. Dipende da noi far parte dei suoi, e dipende da noi accorciare i tempi affinché ritorni. Qualcuno diceva che bisogna fare un lavoro interiore per poter evolvere; va bene, ma non c’è tempo! Ed il Cielo ci offre tutte le circostanze, una dietro l'altra, per farci reagire. Ci sono segni ogni giorno, Croci in cielo, nuvole che formano Croci, immagini che piangono, e visto che noi non usciamo in strada a parlare per paura di venire accusati di fanatismo religioso, lo fanno gli Esseri del Cosmo... Presto Cristo ritornerà, ma prima vivremo guerre, fame, miserie, malattie; in questo momento nel mondo ci sono persone che stanno vivendo già la loro apocalisse. Noi non vogliamo vederlo, perché non ci tocca da vicino, ma non possiamo essere ignoranti e negare qualcosa che sta accadendo davanti ai nostri occhi, non possiamo dire ‘non sta succedendo’; dobbiamo uscire in strada e parlare ai vicini per tentare di cambiare."  

Nella città di Castillos, il 17 febbraio, data in cui si commemoravano 415 anni della morte di Giordano Bruno, Almendras ha aperto l'incontro con una descrizione breve della sua opera e delle sue idee, ed ha proiettato un piccolo frammento del film realizzato sulla sua vita nel 1973, (con l’interpretazione di Gianmaria Volonté) che descrive il momento del processo dove fu accusato di eresia dall’Inquisizione che lo condannò a morire sul rogo.   

"Nel 1560 Giordano Bruno cambiò i parametri che aveva imposto la chiesa cattolica nella sua epoca. Già in quel tempo egli parlava di infiniti mondi ed universi, e ciò disturbava la chiesa cattolica, non conveniva loro, per questo motivo volle eliminarlo. Oggigiorno l'inquisizione ha altri paramenti, altre forme, ma i segni sono gli stessi, la situazione si ripete; i grandi poteri vogliono distorcere la verità o occultarla. Perché accettare che c'è vita in altri pianeti, che c'è una scienza con coscienza, con etica, significa che noi possiamo imparare da quei mondi e che non dobbiamo sottometterci alle ingiustizie che viviamo. E non conviene al potere. I segni si ripetono, e gli inquisitori anche."    

Ha messo in risalto le parole del poema di Giordano ai suoi boia, quando gli dice che hanno più paura loro di emettere la sentenza, che egli di sapere che dovrà morire. Ed ha chiuso il suo intervento rivolgendosi ai presenti, grati degli insegnamenti a loro offerti:  

- "Dobbiamo fare un cambiamento radicale con le azioni; le opere devono superare le teorie. Che l'azione di ognuno di voi vada oltre al nostro dialogo di oggi, nel senso della praticità; è l'unico modo per far sì che la Luce possa modificare quanto sta accadendo nel mondo."  

Infine, un video ha mostrato il messaggio trasmesso dagli Esseri di Luce a Giorgio Bongiovanni, il 23 Agosto 2015, "Cerchi nel Grano 2015: Segni che parlano di Dio", coronando in questo modo la tematica analizzata e trasmessa in questa terra uruguaiana, con la consolazione che ci ha regalato il Cielo di aver riunito circa trecento anime che hanno manifestato la loro gratitudine per questa opportunità di condivisione.

Dentro di noi la gioia di aver imparato forse un po’ di più nel condividere il nostro lavoro fraterno e nella conoscenza di noi stessi; così come la determinazione che bisogna avere in questo cammino, se vogliamo essere parte di coloro che Cristo affidò al Padre e per i quali prossimamente si manifesterà.  

María Lezcano  
13 marzo 2016  
Montevideo (Uruguay)