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DAL CIELO ALLA TERRA

giordanobruno
HO SCRITTO IL 17 FEBBRAIO 2018:

GIORDANO BRUNO.
LA FILOSOFIA È LA SCIENZA DELLA CONOSCENZA. LIBERA L'UOMO DA TUTTI I MALI E RENDE EVOLUTO LO SPIRITO-INTELLIGENZA.
LO SPIRITO GIOVANNEO DEL BRUNO È SEMPRE PRESENTE NEI SECOLI DEI SECOLI DELLA STORIA UMANA. MAI PIÙ NESSUN FUOCO BRUCERÀ LE SUE CARNI PERCHÉ LA SUA VOCE VIVE NEL CUORE DEI GIOVANI VIRGULTI DELLA MADRE TERRA.
ERIKA PAIS È UNA DI QUESTI. LO SPIRITO DI GIORDANO BRUNO VIVE ED OPERA NEL TERZO MILLENNIO NELL'ATTESA DELLA SECONDA VENUTA DEL MESSIA GESÙ CRISTO.
LEGGETE, MEDITATE E DEDUCETE.
 
IN FEDE
G.B.
Sant’Elpidio a Mare (Italia)
17 Febbraio 2018
 
DIMENTICA TUTTO QUELLO CHE I TIRANNI IMPONGONO COME INSEGNAMENTO.
SII CERTO CHE NULLA TI È IMPOSSIBILE.
PENSA IN GRADO DI COMPRENDERE TUTTO: LE ARTI, LE SCIENZE, LA NATURA DI OGNI ESSERE VIVENTE NELL’INFINITO UNIVERSO.
VIVI NEL PROFONDO TUO ESSERE LE SENSAZIONI DELLA CREAZIONE: L’ACQUA, L’ARIA, LA TERRA E IL FUOCO.
IMMAGINA DI ESSERE OVUNQUE, SULLA TERRA, NEL MARE, IN CIELO E NELL’UNIVERSO.
IMMAGINA DI NON ESSERE ANCORA NATO MA ESISTENTE NELLA MENTE CREATIVA DELL’ALTISSIMO, POI DI TROVARTI NEL GREMBO MATERNO, QUINDI DI ESSERE ADOLESCENTE, VECCHIO, MORTO, ALDILÀ DELLA MORTE.
IMMAGINA, IMMAGINA CHE RINASCI E CHE VIVI PER L’ETERNITÀ, NELL’ETERNITÀ.

G.B.

Oxford, giugno-luglio 1583

DIETRO LA PAURA
Di Erika Pais

Caro Maestro:

Oggi, 418 anni dopo la tua dipartita, mi siedo a scrivere. Tu mi hai insegnato che il tempo e lo spazio esistono in questo preciso istante sopra di me, a destra, a sinistra, sotto, e che nel centro stesso vi è l’infinito che nel medesimo tempo è ovunque.

Quindi, amico mio, so che ciò rende possibile che oggi io ti scriva come ieri, come prima, come sempre e soprattutto permette che in questo preciso istante in cui ascolto questa musica, tu possa leggere ciò che scrivo … anzi, possa leggerlo prima ancora che io stessa lo scriva, perché in te, in me, nel tempo, è già scritto.

Ti scrivo amico mio, perché la rabbia, l’impotenza, i fantasmi del passato e del presente continuo, ancora mi attaccano…

Sento ancora l’odore nauseabondo delle tue carni che bruciano, ho ancora scolpita nella mia anima l’immagine della tua bocca deturpata dagli assassini del pensiero, sento ancora la tua mancanza ogni sera, ti vedo oggi ma ti sento ieri…

Mi chiederai: “Ma perché, se sono ancora qui? Sono ritornato”. E aggiungerai: “Sono dovuto morire affinché le mie idee vivessero. Hai visto?”

Consolazione, che forse fa di me un viandante nel tempo, nello spazio, un’osservatrice incallita delle stelle, dell’universo, della Verità.

E ti rispondo maestro mio: “Oggi le tue idee vivono, certo che si, ma gli Uomini continuano a morire amico caro”.

Oggi le tue idee vengono gridate a gran voce nei teatri, studiate nelle università, proclamate ai quattro angoli della terra, così come tu avevi annunciato… ma l’Uomo muore, continua a morire poco a poco e “molto a molto”.

Muore in ogni istante, in ogni azione che compie e che permette avvenga attorno a sé. Questa sera ho visto in televisione (quel piccolo apparecchio che trasmette idee plasmate in milioni di colori, immagini e testi) che un uomo vestito elegantemente elargiva i tuoi enunciati alle folle… ma ho visto la morte negli occhi di colui che li spiegava e in coloro che udivano senza ascoltare né vedere.

Oggi, 418 anni dopo il tuo martirio, vedo che la paura, quel sentimento maledetto per il quale tanti ti accusarono, non era solo religioso, fratello mio, non era solo momentaneo e naturale. E che la causa della tua persecuzione, in quel momento, non era perché occorreva convincere migliaia di ignoranti che Dio era sulla Terra e si era incarnato nella Santa Inquisizione, così come quella di tanti altri, non era perché “le cose” dovevano essere in un modo o nell’altro. Per paura si uccide, e per paura si lascia uccidere.

Oggi con ribellione, disgusto, scoraggiamento e tristezza vedo che la paura fa parte dell’Uomo, ma è qualcosa che viene scelto, chiamato, alimentato, che si annida, e diviene tutt’uno con la nostra esistenza.

Perché, in quale altro modo potrebbe, altrimenti, dominarci nel modo in cui ci domina?

Le nostre battaglie non le perdiamo contro il nemico, maestro mio, le perdiamo contro la paura.

Abbiamo paura di non essere, ma anche di essere. Abbiamo paura del sistema, ma nel dubbio lo serviamo, anche perché è l’“unico” che crediamo di conoscere. Amiamo le stelle ma abbiamo paura di andare a cercarle. Abbiamo paura di perdere, ma anche di vincere. Temiamo l’oscurità, ma anche e molto di più la luce e, soprattutto, il cammino che ci conduce ad essa.

Oggi caro Maestro, si parla molto dell’Uomo nelle università, nelle strade, si scrivono migliaia di libri sulla nostra esistenza e le teorie più bizzarre vengono esposte sugli scaffali liberamente, con grandi titoli a colori. E tu puoi andare e prendere quei libri, e leggerli sopra un prato verde e sotto un cielo azzurro, perché oggi non è necessario perseguire la Verità. Lei la nascondono dietro la paura e dentro di noi!

È adesso il momento in cui più si parla dell’Uomo, ma in cui meno si sa di lui.

Oggi, 418 anni dopo, mi siedo e ti scrivo perché mi resta molto difficile comprendere come possiamo scegliere di rimanere nelle tenebre senza nemmeno tentare di toccare la brezza soave e profumata del Sole.

Come possiamo guardare dalla finestra l’immenso giardino di colori che si manifesta di fronte a noi e chiudere la tenda.

Come possiamo avere tanta paura della nudità che ci eleverebbe all’infinito?

Come possiamo accettare il falso sapore dei frutti o l’odore acido della morte che cammina tra noi e nel frattempo “vivere”, sposarci o far sposare i nostri figli come se fosse la ragione della nostra esistenza, immensa Opera del Padre?

Come possiamo ascoltarti e continuare ad essere gli stessi?

Come possiamo rinunciare al Sole e pensare che Lui sarà sempre lì per noi come l’amore narrato nelle favole.

Perché permettiamo ancora che ci dicano come pensare, come mangiare, come agire, come sentire! Se tu sei impegnato a fare di tutto per dimostrarci il contrario?

Come possiamo avere tanta paura?

Come possiamo pensare di appoggiare i Giusti se non vediamo che anche tra di noi ci sono dei Giusti abbandonati?

Come possiamo pensare di vincere senza lottare, di ottenere senza rinunciare, di sopravvivere senza correre il rischio di morire, di amare senza conoscere ed esprimere il vero amore.

Come possiamo credere senza credere veramente, profondamente e assolutamente?

Come possiamo guardare senza vedere? Come potremo vincere la paura senza guardarla in faccia?

Ti scrivo maestro mio, perché i sentimenti di oggi sono gli stessi di ieri e perché i miei passi sono ancora tremanti nel camminare verso la piazza… che rappresentava la morte, ma allo stesso tempo la tua Vita eterna.

Perché se ti scrivo ti conduco a noi, ti faccio nostro, e lo specchio eterno della Verità ci restituisce un’immagine spaventosa che spoglia l’anima. Questo è il tempo, non aspetta, è qui ed ora, ma nel nostro intimo continuiamo a desiderare che non lo sia ancora e inganniamo noi stessi disegnando a piacimento la nostra realtà. Il tempo, quella spirale eterna è tornato nuovamente, una ed un’altra volta ci raggiunge senza scampo né pietà.

E tu sei nuovamente qui, vincendo eternamente il tempo, lo spazio, l’oscurità.

Ma noi dove siamo, dove saremo?

Saremo sempre lì dove tu stendi la tua mano… dietro la paura.

Erika Pais.
17 Febbraio 2018

Messaggi allegati:

- 17-02-17 Il rogo della libertà
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2017/7124-il-rogo-della-liberta.html

- 30-07-09 Giordano Bruno, mutazione e reincarnazione
http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-celesti/2009-2000/2009/439--giordano-bruno-mutazione-e-reincarnazione.html