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Prostituzione minorile, storia di Mattia, 16 anni: "Mi sono venduto per i jeans e le vacanze". Boom (+516%) di casi in 2 anni

Lo chiameremo Mattia, ma è un nome di fantasia usato dalla Stampa per poter raccontare nell'anonimato la sua storia. Una storia di prostituzione per un ragazzo di 16 anni e mezzo, una testimonianza che accentua l'allarme sulla diffusione della prostituzione fra i minori, aumentata di 5 volte in 2 anni.

"Mi sono venduto per pagarmi i jeans firmati e una vacanza all'Argentario" racconta il ragazzo, romano, seconda liceo da ripetente, jeans chiari, felpa con cappuccio e mani sempre in tasca. "Ho iniziato a uscire dal giro più o meno quando è scoppiato lo scandalo delle baby squillo ai Parioli. Mi faceva strano che tutti parlassero di quelle due lì come di un fatto straordinario, quando tutti, maschi e femmine, si prostituiscono per arrotondare". Poi precisa: "Beh, non proprio tutti, ovvio. Però ce n'è molti di più di quanto la gente immagini". Mattia andava con gli uomini "solo per i soldi. A loro piaceva, a me per niente. Anzi mi faceva schifo". Voleva arrotondare, "i miei lavorano e sono pure figlio unico, ma non è che stiamo a sciala'..." dice in dialetto romano, per dire che voleva "un po' più di indipendenza. Volevo soldi miei, per i jeans, ma anche perché i miei amici organizzavano per andare all'Argentario e io non mi potevo pagare il weekend lungo". Tutto è cominciato "con una chat, ma da cosa nasce cosa. All'inizio solo foto e cose con Skype, poi incontri veri. Non l'ho fatto tante volte, è durato poco, in tutto un mese. Ho racimolato quasi 400 euro". Poi però "stavo troppo male" aggiunge Mattia, "un amico mio mi ha fatto aiutare da un prete".

Ad appena un anno di distanza dalle drammatiche vicende delle baby squillo ai Parioli, quartiere bene di Roma, l'inquietante fotografia della prostituzione minorile viene dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, che sulle pagine della Stampa evidenzia come "la prostituzione minorile negli ultimi due anni sia aumentata del 516% e per il per il 50% si tratta di maschietti. Molti di 16 e 17 anni, ma anche 13 e 14". I procedimenti penali legati a questo sono passati "da 31 casi nel 2012 a 191 nel 2014, un aumento che mette i brividi e che registra un'impennata della prostituzione maschile. Si tratta in gran parte di stranieri, soprattutto romeni, ma anche italiani". Inquietante lo spaccato delle motivazioni che spingono i ragazzi alla prostituzione. C'è chi lo fa per acquistare l'ultimo modello di smartphone o di vestito griffato, ma c'è anche chi lo fa per aiutare la famiglia a tirare avanti.

Don Fortunato Di Noto è un parroco siciliano da anni impegnato, con l'associazione Meter, nella lotta contro pedofilia e sfruttamento sessuale dei minori attraverso la Rete. "Attraverso i contatti online - dice alla Stampa - si è registrata un'impennata della vendita di ragazzini. Mentre fino a 10 anni fa questo orribile mercato era dominato dalle ragazzine". I ragazzini si offrono online, "i più espliciti cercano clienti o rispondono alle loro proposte sui social network, altri invece offrono book fotografici pornografici. Trenta scatti costano 300 euro". Spesso, spiega Don Di Noto, "i ragazzi iniziano a chattare sui siti più consueti e vendono ai clienti semplici autoscatti. Il sexting è sempre più diffuso e il denaro viene versato su una scheda prepagata o in una carta di credito intestata a un maggiorenne complice. A vendersi online sono prevalentemente ragazzi senza grossi problemi economici in famiglia. Quelli più poveri, ancor più se extracomunitari, si prostituiscono sui marciapiedi.

15 marzo 2015

http://www.huffingtonpost.it/2015/03/15/allarme-prostituzione-minorile-storia-di-mattia_n_6872064.html