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pianetaaffittoQuando affittiamo un appartamento o una casa, sappiamo che lì ci potremmo vivere, potremmo essere liberi di arredarla come più ci piace, farci qualche festa, dormirci, mangiarci, e cosa più importante tenerla pulita e in ordine, non solo perché convivere con la monnezza non fa bene allo spirito, ma soprattutto perché se siamo dei buoni e onesti conduttori, cioè inquilini, abbiamo l’obbligo di dover restituire l’immobile al proprietario nel miglior stato possibile, certo se uno ci sta vent’anni, o trenta, l’usura è fisiologica, qualunque casa dopo venti, trenta anni si usura nell’usarla, ma l’usura del tempo si vede, e il vandalismo pure, e se l’immobile viene danneggiato da atti di vandalismo, o da: “Tanto che mi frega mica è mio”, viene da sé che poi il conto si deve pagare, con denunce e cause varie.

Un buon Inquilino quando si rompe un vetro di una finestra non lo lascia lì all’infinito, ma lo cambia pagandolo di tasca propria, se si rompe una maniglia la cambierà, se i muri si sporcano li tinteggerà, e così via, queste sono spese che aspettano al conduttore, tranne quelle che sono di competenza del locatore, cioè dipingere i muri esterni o rifare il  tetto se perde, ecc. ecc.
Un buon inquilino e un buon locatore così dovrebbero comportarsi, non è sempre così purtroppo, questo lo sappiamo, ci sono pregi e difetti sia dall’una che dall’altra parte, ma il senso dell’onestà però fa la differenza.
Quando Dio ci ha donato il pianeta terra, non ce lo ha regalato, come molti credono, ma ce lo ha dato solo in prestito, in comodato d’uso, non solo non ci fa  pagare l’affitto, ma ce lo ha consegnato perfino con il frigo pieno di cibo; Frutta, Verdura, Carne, tutto ciò che serve per la sopravvivenza dell’essere umano.
In cambio dovevamo solo tenerlo il più possibile pulito, il più possibile ordinato, il più possibile uguale a come ce lo aveva prestato, questo per poterlo affidare alle generazioni che sarebbero venute dopo.
In fondo così è stato per milioni di anni, e gli indiani d’America erano e sono tuttora ben consci di avere avuto questo grandissimo “appartamento” solo in prestito, perché tutte le loro azioni sono sempre stata fatte col senno di pensare a chi avrebbe vissuto “nell’appartamento” dopo di loro, hanno sempre rispettato la madre terra cercando di conservarla nel miglior modo possibile per i nipoti e pronipoti.
L’uomo bianco invece fin dall’inizio ha sempre forzato il pianeta, deviando i fiumi, costruendo case, palazzi, dighe.
Già dagli antichi Romani e dai Greci, abbiamo sempre avuto la cultura di costruire, la cultura del bello, non siamo mai stati dei popoli nomadi se non all’inizio dell’era primitiva, quindi abbiamo sempre cercato di migliorare la qualità della nostra vita, ma mentre gli Indiani d’America pensavano di preservare la madre terra per le generazioni future, i bianchi hanno sempre cercato di migliorare lo stato della loro vita, magari pensando ai figli e ai nipoti, ma soltanto ai loro nipoti, non della comunità intera, un atto di sano egoismo.
L’arricchimento individuale è avvenuto da subito, con i Re, i Conti, I Marchesi, I Visconti, gli industriali di oggi in poche parole, l’elite di allora e l’elite di oggi non è per niente diversa.
In ogni caso comunque i danni erano lievi per il pianeta, qualche casa, qualche Colosseo, nulla che il locatore, cioè Dio, non potesse risolvere in pochi secondi, era solo qualche spazzatura in un angolo della casa, risolvibile con un buon aspirapolvere e un secchio d’acqua.
Comunque erano cose che all’essere umano servivano per ripararsi dalla pioggia e dal freddo ed erano biocompatibili con l’ambiente le case di allora, costruite solo con sani materiali.
Ma alla fine del 1800 con l’era della industrializzazione tutto fu diverso, se l’uomo bianco fino ad allora fu costretto a rispettare la terra, non perché voleva rispettarla, ma  perché non aveva i mezzi per  distruggerla, dalla fine del secolo diciannovesimo, non ebbe più nessun remore, nessuna considerazione per l’appartamento che gli era stato affidato, e cominciò a comportarsi peggio che fosse di sua proprietà, perché nessuno nel proprio giardino vorrebbe le scorie radioattive, un fiume pieno di melma, o la casa colma di rifiuti.
Abbiamo praticamente dimenticato che Dio ci aveva dato il pianeta terra in comodato d’uso e che dovevamo restituirlo come ce lo aveva dato, con qualche miglioria magari, ma non un pianeta devastato dalle cose più immonde.

Cosa gli diremmo quando ci chiederà i danni morali e biologici per non aver saputo tenerlo pulito, per non aver cercato di passarlo alle generazioni future, integro il più possibile,
cosa gli diremmo che tutto ciò  non è stato fatto  per migliorare la nostra vita, ma perché qualche migliaio di persone dovevano arricchirsi fino al vomito.
Cosa gli diremmo che abbiamo devastato foreste,  inquinato mari e fiumi, l’aria,
che abbiamo succhiato tutte le  risorse  del sottosuolo, mentre potevamo già da anni avere l’auto ecologica.
Quali scuse potremmo mai inventare  per salvarci, nessuna, nessuna scusa sarà mai accettata, perché non ne abbiamo, e allora  ci toccherà pagare i danni, ci toccherà pagare un conto salatissimo, ci toccherà una causa in cui nessun avvocato potrà salvarci, non abbiamo  voluto comportarci da bravi inquilini, ci siamo comportati da irresponsabili.
“Non è mica mio, chi se ne frega”
Questo abbiamo detto, e abbiamo, cosa più grave, sterminato i popoli che invece gliene importava eccome della loro casa, di ciò che Dio gli aveva dato in prestito.
Ma nonostante tutte le brutture che l’uomo è riuscito ad infliggere, ad infierire alla madre terra, la madre terra ancora resiste, resiste con le sue meraviglie, con le sue primavere, le sue estati, i suoi autunni, i suoi inverni, resiste e ci fa per chi ha ancora l’animo sensibile, rimanere a bocca aperta in ogni sua stagione.
In Primavera con il fiorire dei suoi boccioli, con i primi fiorellini nei prati, con il sbocciare delle gemme sugli alberi, con i suoi frutti che maturano d’estate, con il colore dorato delle spighe, con le sue montagne e i suoi prati immensi di variopinti colori, e ci fa meravigliare con il cadere delle foglie in autunno, con la neve candida d’inverno, ci fa meravigliare con i suoi splendidi  oceani, con gli arcobaleni dopo un temporale.
Ci fa ancora vibrare l’anima nonostante l’uomo abbia violentato la sua di anima.
E questo è amore, amore puro, per quei figli che ancora la rispettano, che ancora la amano, per quei pochi figli che sanno di essere solo in affitto in questo meraviglioso, splendido, grandioso appartamento chiamato, TERRA!

Bianchin Francesca
25 febbraio 2012